ELECTRIC WIZARD – Cercate di morire in fretta, per favore

Pubblicato il 16/11/2014 da

Dopo aver subito con somma goduria le sevizie perpetrate da “Time To Die” avevamo una gran voglia di farci raccontare la genesi del nuovo lavoro direttamente dalla fonte primigenia, il leader carismatico dei doomster inglesi Jus Oborn.  Il fumatissimo cantante/chitarrista non si è dimostrato molto prodigo di dettagli e retroscena relativi alla sua ultima, monumentale, opera, mentre su alcuni temi “collaterali”, riguardanti l’attività del gruppo in generale, si è sbottonato un po’ di più, concedendoci alcune interessanti riflessioni.

electric wizard - band - 2014 2

POTRESTI INTRODURCI IN POCHE PAROLE IL NUOVO ALBUM “TIME TO DIE”?
“Molto semplicemente, come afferma il titolo, è tempo di morire! E’ con ogni probabilità il più brutale, orripilante, sporco, misantropico album degli Electric Wizard che sia mai stato realizzato. Se non vi porterà alla morte in tempi brevi, sicuramente lo farà con noi della band!”

IL PRIMO SINGOLO, “I AM NOTHING”, È UN PEZZO DI PURISSIMO STONER/DOOM MOLTO HEAVY, PSICHEDELICO E DI LUNGA DURATA: PENSI CHE RAPPRESENTI UN BUON RIASSUNTO DI QUANTO CONTENUTO NEL NUOVO DISCO?
“Credo che rappresenti benissimo lo stile normalmente associato agli Electric Wizard. Certe cose cambiano, si muovono, prendono una direzione diversa durante la carriera di un gruppo, ma siamo fondamentalmente rimasti un gruppo pesante, lento e che cerca di spremere le meningi degli ascoltatori con la propria musica”.

HAI DICHIARATO CHE IL TEMA PRINCIPALE DEL NUOVO ALBUM È LA MORTE, INTESA COME UN MOMENTO DI RINASCITA DELL’INDIVIDUO. VUOI SPIEGARCI MEGLIO QUESTO CONCETTO?
“La ‘rinascita’ non è ancora avvenuta, quindi c’è poco da dire al riguardo… Stiamo soltanto imputridendo e avvicinandoci alla morte, per ora! E sfortunatamente, siamo ancora costretti a suonare live, ahahah…”

HAI REALIZZATO PERSONALMENTE LA COPERTINA DEL NUOVO ALBUM: QUALI EMOZIONI INTENDI COMUNICARE CON L’IMMAGINE PRESENTE SULLA COVER?
“Quello che vedi dovrebbe suscitarti un’idra di paranoia, mancanza di speranza, miseria, e allo stesso tempo di speranza, rinascita, resurrezione dopo la morte. Non ci dovrebbe essere una sensazione che emerge incontrastata su tutte le altre, ma un miscuglio di quelle che ti ho detto. Sono riuscito ad avere l’ispirazione dopo aver fatto un po’ di baldoria ed essermi posto nello stato mentale migliore per avere delle buone idee. Se uno osserva bene la copertina, noterà molti dettagli che ad un’occhiata distratta rimangono celati. Bisogna guardare da vicino e cercare di intuire i piccoli particolari persi nel nero, ma non ho intenzione di stare a spiegare per filo e per segno tutto quello che puoi scorgere lì in mezzo. Per assaporare al meglio l’immagine e capire il suo vero significato bisogna mettersela davanti agli occhi mentre si sta ascoltando l’album: solo allora, immergendosi nell’esperienza sensitiva completamente, si potrà avere il massimo grado di comprensione dell’opera e di ciò che essa può infondere nell’ascoltatore”.

“TIME TO DIE” SEGNA IL PASSAGGIO SU SPINEFARM RECORDS, DOPO UNA LUNGA COLLABORAZIONE CON RISE ABOVE: COSA RAPPRESENTA PER VOI IL CAMBIO DI LABEL?
“Ha rappresentato avere un disco disponibile nei negozi, realizzato secondo i tempi stabiliti, con la copertina corretta, senza che venissero prodotte centinaia di diverse versioni in vinile colorato, buone soltanto per essere rivendute a qualche cavolo di collezionista su Ebay! La Spinefarm ci ha permesso di produrre una release di qualità facilmente reperibile sul mercato, cosa che nel passato non è sempre avvenuta. La distribuzione dei nostri dischi nei negozi non è stata sempre ottimale, non potevi semplicemente entrare in un negozio e comprare un album degli Electric Wizard, la questione purtroppo era spesso più difficile di quel che avremmo voluto. Direi addirittura che riuscire a trovare senza fatica un nostro album era una rarità. Con la Spinefarm queste noie non ci sono più, abbiamo ricevuto grande giovamento da questo punto di vista cambiando casa discografica”.

“TIME TO DIE” È ANCHE IL PRIMO ALBUM IN STUDIO CON CLAYTON BURGESS IN LINE-UP. HA PARTECIPATO ATTIVAMENTE AL PROCESSO DI SCRITTURA DEI PEZZI?
“No, non è stato coinvolto attivamente nella composizione, ma ha dato un forte contributo al gruppo sotto altri aspetti. E’ un vero e proprio bassista, voglio dire, è uno che conosce perfettamente il suo strumento e sa tirarci fuori il meglio, e questo sta diventando sempre più raro tra i bassisti moderni. Per questo credo che possiamo ritenerci fortunati ad averlo con noi. Cos’altro ci ha dato? Altezza! Ha una statura notevole rispetto al resto dei membri degli Electric Wizard. Ed è degno di nota il suo fanatismo per i Venom”!

AVETE PENSATO DI FAR USCIRE IL DISCO IN QUALCHE EDIZIONE PARTICOLARE PER I COLLEZIONISTI?
“No, in particolar modo per quanto riguarda l’edizione in vinile. Ritengo che la pubblicazione su vinile rappresenti di per sé un’edizione speciale, senza bisogno di inventarsi chissà cos’altro. Il nuovo full-length prevede una tiratura in vinile con copertina apribile e un poster al suo interno, credo che solo questo basti ad etichettarlo come ‘edizione speciale’. La qualità del suond per questo formato credo sia la migliore che abbiamo mai avuto. Noi vogliamo che quanto vai a sentire assomigli il più possibile a quello che è stato suonato nello studio di registrazione, senza grosse variazioni dovute alla post-produzione, al mastering o ad altri marchingegni con cui puoi alterare la musica suonata. A noi queste cose non ci interessano, e questa purezza e ruvidezza nel suono emerge al meglio proprio su vinile. Ascoltare il nuovo album su questo supporto è la soluzione ideale per apprezzare cosa abbiamo combinato. Poi, certo, per dare la possibilità ai nostri fan di avere tra le mani qualcosa in più e avere un’esperienza più vasta di quanto ruota attorno al mondo degli Electric Wizard, abbiamo prodotto una serie limitata di adesivi, toppe, magliette, tutti quei gadget che ad alcuni fa piacere collezionare. Ma alla fine, quello che conta davvero è la musica, e non ci sembra il caso di distrarre le persone con elementi che c’entrino poco con il nostro operato in studio. Quindi niente edizioni limitate, niente robe strane. In futuro magari ci verrà in mente di pubblicare una nuova edizione del disco con video o tracce demo tratte dalle session di registrazione, ma potrà avere senso un’operazione di questo tipo solo in un secondo momento, per ora va bene così”.

AVETE GIÀ PIANIFICATO UN TOUR A SUPPORTO DI “TIME TO DIE”? PASSERETE ANCHE PER L’ITALIA?
“L’album nasce per essere suonato dal vivo, quindi la setlist per i prossimi concerti comprenderà molte canzoni prese dal nuovo disco. Abbiamo lavorato duro anche sulle luci da utilizzare e su nuovi video da proiettare durante la performance. Abbiamo una gran voglia di rimetterci a girare l’Europa per un tour vero e proprio, e non soltanto per poche date selezionate nei festival. Passeremo sicuramente dal vostro paese, l’abbiamo sempre toccato negli ultimi tre tour e i responsi sono stati assolutamente eccellenti. Quindi, non preoccupatevi, ci faremo vedere dalle vostre parti a breve”!

CON OTTO ALBUM ALLE SPALLE E UN’ATTIVITÀ CONCERTISTICA MOLTO INTENSA COME LA VOSTRA, NON AVETE MAI REALIZZATO UN LIVE ALBUM. PUOI SPIEGARCENE LA RAGIONE? AVETE IN PROGRAMMA QUALCOSA DEL GENERE PER IL FUTURO?
“Effettivamente stiamo pianificando di far uscire un dvd live. Abbiamo del buon materiale risalente a un’edizione del Maryland Death Fest di qualche anno fa. L’etichetta dell’epoca non era interessata, così il progetto è andato in stand-by, ma ora vorremmo assolutamente pubblicare il video di quel concerto, anche facendolo uscire senza il supporto di alcuna etichetta. Probabilmente, però, la Spinefarm si dimostrerà interessata a questo tipo di operazione. Credo possa essere interessante unirvi i nuovi video che abbiamo realizzato, così da avere un package all’altezza di quello che i fan si aspettano da noi. Rendere disponibile in via ufficiale un nostro live mi ha sempre un po’ spaventato: molte delle mie band preferite li hanno pubblicati, e quasi mai mi hanno soddisfatto. L’aspetto che mi ha spaventato e frenato dal realizzare un live album è il non sapere quanto sarà buona la serata in cui ho scelto di registrare il concerto, se effettivamente andrà tutto bene oppure saremo fuori forma, stanchi, con dei suoni mediocri. Non puoi prevedere prima come andranno le cose, e il pensiero di dare alle stampe un prodotto che non corrispondesse a quello che si è abituati a ricevere da una band come gli Electric Wizard mi ha sempre reso dubbioso in materia. Però il concerto al Maryland Death Fest era andato proprio bene, e non ho alcuna remora nel rendere partecipe anche chi non c’era di quanto era accaduto quella sera a Baltimora”.

VUOI LASCIARE UN MESSAGGIO AGLI APPASSIONATI CHE ASPETTAVANO DA QUATTRO ANNI UN NUOVO DISCO?
“Auguro di morire, ovviamente, nella maniera migliore possibile”!

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