ELECTROCUTION – Meglio tardi che mai

Pubblicato il 07/07/2014 da

Meglio tardi che mai. Gli Electrocution ci hanno fatto aspettare vent’anni prima di regalarci il vero successore del loro semi-leggendario debutto “Inside The Unreal”, ma tanta attesa può dirsi ripagata. Dimenticato “Acid But Suckable”, messe da parte le esperienze in altri ambienti sonori, i ragazzi emiliani si sono ripresentati con un disco di puro death metal, che guarda a certo glorioso passato tanto quanto ad un avvincente presente. Tutto fuorchè una copia sbiadita di “Inside…”, “Metaphysincarnation” ha (ri)portato alla nostra attenzione un gruppo ritrovato, entusiasta e dal gusto compositivo sempre spiccato. Non si poteva davvero chiedere molto di più da una formazione che per decenni era stata data per dispersa. Metalitalia.com parla di questo graditissimo ritorno con il frontman Mick Montaguti e il chitarrista Alex Guadagnoli…

electrocution - band - 2014

LA PRIMA DOMANDA E’ SCONTATA: COSA HA PORTATO GLI ELECTROCUTION A RIFORMARSI E A TORNARE SULLE SCENE? PERCHE’ OGGI E NON PRIMA?
Mick: “Diciamo che il death metal ed Electrocution sono stati la nostra prima passione e come tale non hanno mai veramente lasciato i nostri pensieri. Se poi aggiungi il fatto che i fan non hanno dimenticato ‘Inside The Unreal’ dopo tutti questi anni e che ci hanno letteralmente chiesto di tornare assieme, quasi non avevamo scelta. Da tempo si parlava, tra noi, di tornare a comporre nuovo materiale e rivivere il divertimento e l’amicizia di quegli anni, così abbiamo deciso di dare seguito a ciò che iniziammo nei primi anni Novanta. I tempi ormai erano maturi: ognuno di noi ha avuto modo di fare un proprio percorso musicale e di accumulare esperienza anche in altri generi; poi, improvvisamente, dopo vent’anni, ristampare ‘Inside…’ ci ha dato modo di tornare al lavoro assieme e, come se non fossero passati che pochi mesi, abbiamo naturalmente ripreso a produrre nuovo materiale”.
Alex: “Sì, ricordo che iniziammo a parlarne già nel 2006, ma tra i diversi progetti che avevamo separatamente non si è mai potuto concretizzare prima. Sicuramente la ristampa di ‘Inside…’ e il tornare in contatto con il nostro pubblico sono stati fattori determinanti nella motivazione”.

MI SEMBRA INFATTI CHE LA RISTAMPA DI “INSIDE THE UNREAL” SIA STATA DAVVERO BEN ACCOLTA. AVEVATE QUINDI GIA’ IN MENTE DI TORNARE CON UN NUOVO ALBUM QUANDO CI STAVATE LAVORANDO OPPURE E’ STATO L’ENTUSIASMO SCATENATO DA QUEST’ULTIMA A PORTARVI A COMPORRE NUOVO MATERIALE?
Mick: “Io avevo sicuramente in mente un bel po’ di idee e di voglia di tornare assieme durante il lavoro per la ristampa, ma non ricordo che si sia mai parlato chiaramente di preparare un nuovo album. Ricordo però che Alex mi mandò del materiale nuovo che mi entusiasmò fin da subito. Roba che, se non ricordo male, venne poi scartata. Alex era un vulcano di idee e continuò per un po’ a spedirmi nuove bozze di materiale, così per provare a vedere cosa ne potesse venire fuori. Non ero abituato a lavorare a distanza e ci misi un po’ per prenderci le misure, ma poi quando finalmente riuscii ad adattare un paio di testi che avevo già pronti da tempo e gli spedii le registrazioni delle voci, era fatta: avevamo ricominciato a divertirci con la musica di Electrocution. Da lì, poi, parlare di preparare un nuovo album divenne il naturale obiettivo”.
Alex: “A dire la verità, fin da tempi non sospetti, 10 o 15 anni fa, quando pensavo ad Electrocution avevo sempre un presentimento o una voglia latente, diciamo così, di realizzare qualcosa di nuovo. Nonostante questo però non abbiamo mai scritto niente specificamente per Electrocution fino a quando ‘Inside…’ non è stato ristampato, quindi nel 2012. Le prime idee non erano male, ma ovviamente un po’ acerbe; è bastato poco però per incanalare la creatività nella via giusta e da lì è stato un continuo. ‘Nature Obliteration’, ‘Wireworm’ e ‘Abiura’ sono stati tra i primi pezzi che ho scritto subito dopo”.

COME SI E’ SVOLTO IL PROCESSO DI COMPOSIZIONE? SE NON ERRO, ALEX ORA RISIEDE NEGLI STATI UNITI. AVETE AVUTO MODO DI SUONARE TUTTI INSIEME NELLA STESSA STANZA ALMENO UNA VOLTA O AVETE COLLABORATO ESCLUSIVAMENTE VIA WEB?
Alex: “Sì, per la maggior parte abbiamo dovuto abusare della rete per poter coprire le distanze geografiche e mettere insieme i pezzi in tempi ragionevoli, ma senza sacrificare troppo l’interazione umana tra noi. Torno abbastanza spesso in Italia, ma i tempi sono sempre stretti per tutti quindi non avevamo molta scelta. Di solito buttavo giù un demo del pezzo che mandavo agli altri in Italia e loro ci lavoravano su per poi rimandarmi le tracc,e ma c’è stato sempre confronto, comunicazione e scambio di opinioni. Di fatto è stato più ‘umano’ di quanto possa sembrare a parole. Ho passato molto tempo con la chitarra in mano a comporre senza registrare immediatamente le idee su Pro-Tools: l’intenzione era un po’ quella di tornare a scrivere come ai tempi di ‘Inside…’, in modo organico per quanto possibile, vista la situazione particolare”.
Mick: “Come accennavo prima, non ero abituato a lavorare a distanza, ma è stato molto interessante e ci ha dato modo di poter sperimentare qualcosa che ormai è diventata una cosa normalissima per molte band. Non abbiamo passato un solo minuto in sala prove tutti assieme. Circolavano file da tutte le parti, tra Bologna, Los Angeles e Ravenna. Si registrava, si scriveva, si registrava nuovamente, modificando ed aggiustando i brani per arrivare a dargli un corpo omogeneo. Come dicevo, ognuno di noi ha avuto varie esperienze musicali, ma almeno per quanto riguarda la mia, non ho mai trovato un’alchimia compositiva come quella che ho trovato, da sempre, in Electrocution. Nonostante la distanza, siamo riusciti ad ottenere un risultato di cui siamo estremamente fieri e che, sinceramente, penso che avrei difficoltà ad ottenere con chiunque altro anche lavorandoci in sala prove per anni!”.

“METAPHYSINCARNATION” SUONA PIU’ CUPO E PESANTE RISPETTO AD “INSIDE THE UNREAL”. A MIO AVVISO SI SENTE MENO L’INFLUENZA DEI PRIMI SEPULTURA, A FAVORE DI SUONI PIU’ PRETTAMENTE DEATH METAL. CHI O COSA VI HA INFLUENZATO DURANTE LA SCRITTURA?
Mick: “Interessante questa tua nota. Ho sentito diversi amici dirmi che risulta più pesante, ma cupo, sinceramente non lo avrei detto. In questo album abbiamo cercato di non fossilizzarci su qualcosa che riprendesse esattamente il mood di ‘Inside…’. Inoltre ho cercato di trovare diversi registri per il growl: volevo movimentare la voce cercando la giusta interpretazione per ogni strofa. In realtà, l’influenza di Cavalera si può sentire in almeno un paio di brani: ammetto che la metrica e l’intenzione vocale di ‘Abiura’ e ‘Nature Obliteration’ mi sono state ispirate dai vecchi Sepultura, anche se poi il timbro del growl nella seconda può ricordare più Glen Benton con le doppie voci fatte dall’amico Tya di Antropofagus”.
Alex: “Io sono abbastanza d’accordo, è più cupo e più pesante, probabilmente perché i riff sono stati influenzati da sonorità ancora più estreme rispetto a quelle che ascoltavamo negli anni ’90. Poi ogni album è una fotografia di quella che è la vita emotiva dei membri di una band in quel periodo e, tanto per cambiare, pare fossimo decisamente incazzati a giudicare dal risultato”.

HO APPREZZATO IL FATTO CHE ABBIATE SCELTO DEI SUONI TUTTO SOMMATO “CRUDI” PER IL DISCO. TROPPO METAL ESTREMO OGGIGIORNO E’ IPER PRODOTTO E POCO “PERICOLOSO”. SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE?
Alex: “E’ stata una scelta mirata, volevo che il suono fosse crudo e granitico ma ben comprensibile perché troppo spesso si perdono sfumature interessanti dei riff in produzioni poco definite e stavolta volevo che fosse chiaro quel che si sta suonando. Diverse recensioni hanno parlato in positivo del suono di ‘Metaphysincarnation’ e sia come musicista che produttore non posso che esserne soddisfatto, anche se si può sempre migliorare. Molti di questi album death-core recenti suonano ‘perfetti e finti’ e se 10 anni fa era una soluzione fresca, oggi ha omogenizzato troppo la personalità dei gruppi espressa attraverso il suono e volevo provare ad evitare questa perdita di identità”.
Mick: “Grazie dell’apprezzamento. Il death metal sicuramente ha bisogno di molta pulizia di suoni e precisione di esecuzione, ma attualmente si è raggiunto un livello di produzione che troppo spesso finisce per diventare asettico. In questo modo si perde molto della carica che può trasmettere il nostro genere musicale. Al contrario, a mio avviso,’ Metaphysincarnation’ riesce a trasmettere tanto: è un flusso di violenza musicale pur non rientrando per nulla tra le categorie più estreme del death. Siamo molto soddisfatti di quello che ne è uscito. Ognuno di noi ha potuto dare libero sfogo alla propria rabbia interiore incanalando l’energia in ogni brano così da renderlo mezzo di coinvolgimento per gli ascoltatori”.

IL DISCO DA’ L’IDEA DI ESSERE UN CONCEPT O PERLOMENO ALCUNI TITOLI SEMBRANO ESSERE LEGATI FRA LORO. QUALI ARGOMENTI AVETE TRATTATO NEI TESTI DI “METAPHYSINCARNATION”?
Mick: “Sono contento che tu ci abbia posto questa domanda. In questo album ho potuto esprimere il mio modo di raffrontarmi con filosofia, scienza e tecnologia: ho un intimo legame con questi aspetti e mi sono molto cari. Per dare qualche riferimento preciso, ‘Wireworm’ e ‘Panopticon’, ad esempio, mettono in luce come la tecnologia ci abbia reso dipendenti da internet e di come spesso le persone si facciano divorare ed imprigionare dalle sue maglie (il Panopticon che, teorizzato da Bentham, oggi è diventato quello di cui anche Bauman parla). ‘Abiura’ invece tratta ancora una volta di come i poteri vogliano soffocare il libero pensiero e la libera ricerca scientifica. Problemi che possono sembrare lontani nel tempo ma che in realtà sono attualissimi. Altro argomento è l’obliterazione della natura in quanto, per costruire un ambiente più comodo per vivere, l’uomo finisce per cancellare completamente gli ambienti naturali. Oppure ‘Logos’ come esaltazione della logica: strumento capace di andare oltre i limiti dell’immaginabile. ‘Anthropocentric’ che ci racconta di come, nonostante il livello di conoscenza odierno, la nostra visione di ogni cosa sia spesso rimasta antropocentrica. Di fatto, questo viaggio filosofico porta in superficie il dualismo caratteristico dell’uomo: ‘natura e tecnologia’ ed allo stesso tempo il dualismo, antico come la nostra specie, che nasce dall’uso positivo o negativo di quel che si può fare di scienza e tecnologia. Tutte cose che, di fatto, si intrecciano intimamente con la vita quotidiana di ogni persona. Gustavo è riuscito con grande capacità artistica proprio a mettere luce questa coppia di dualità nella copertina dell’album. Spero che chi avrà modo di apprezzare la musica non si fermi al semplice ascolto, ma possa apprezzarne i testi. Voglio però evidenziare fra tutte ‘As A Son To His Father’, che esce dal concept dell’album. Con queste liriche mi rendo portavoce del pensiero dei musicisti death metal con un tributo a Chuck Schuldiner. Nelle trame del testo si possono riconoscere molti titoli delle sue canzoni. In questo brano lui rappresenta appunto ‘padre’ artistico che ha lasciato una grande eredità a tutti noi figli di questo sfaccettato genere musicale che ha temi profondi da raccontare è non solo chitarre distorte, ritmiche pressanti e growl. Grazie Chuck!”.
Alex: “Magari mi sbaglio, ma trovo che spesso in Italia i testi, quelli in lingua straniera, non ricevano la giusta attenzione dal pubblico, forse perché non tutti comprendono bene la lingua ma credo siano un elemento importante in un album, comunicare concetti interessanti, far riflettere e pensare. Da questo punto di vista Mick ha fatto un ottimo lavoro, per mio gusto sono molto soddisfatto”.

PENSATE CHE VI SIA SPAZIO PER GLI ELECTROCUTION NELLA SCENA DEATH METAL ODIERNA? QUANTO LA AVETE TROVATA CAMBIATA RISPETTO AGLI ANNI NOVANTA?
Mick: “La scena italiana di oggi è veramente competitiva, nulla a che vedere coi primi anni Novanta. Oggi, col mercato musicale in picchiata e la saturazione di band, sinceramente non so quanto spazio per Electrocution ci possa essere. Paradossalmente, la potenzialità promozionale di oggi che ci seppellisce come una valanga ci ha resi più pigri facendoci perdere interesse. Allora i fan erano più attivi nel cercare informazioni sulle novità musicali e questo rendeva il tutto più interessante”.
Alex: “In realtà non ci interessa poi molto quanto spazio ci sia per Electrocution, nel senso che la ragione di questo nuovo album sono quelle migliaia di persone che non ci hanno dimenticato da 20 anni a questa parte e loro il dovuto spazio ce l’hanno già dato, se poi ce ne sarà ancor di più ben venga, altrimenti va bene lo stesso. Vent’anni fa c’era molto più interesse verso la musica, il mercato musicale funzionava bene, il pubblico affollava i live e comprava musica. Adesso tutti tartassano tutti di auto-pubblicità in rete abbassando il livello di qualità e trasformando tutto in una sorta di spam che non crea nessun interesse e, al contrario, distoglie l’interesse anche da chi lo meriterebbe”.

IN ITALIA SIETE STATI FRA I PRIMI A CIMENTARSI CON SUCCESSO NEL DEATH METAL. OGGI LA SCENA, NONOSTANTE RIMANGA UNDERGROUND, E’ FLORIDA E SEMPRE PIU’ COMPETITIVA GRAZIE A BAND COME HOUR OF PENANCE, ANTROPOFAGUS, SEPTYCAL GORGE, UNBIRTH O I “VECCHI” NATRON E GORY BLISTER. VI SARESTE MAI IMMAGINATI UNA TALE “ESPLOSIONE”?
Mick: “Beh, prima o poi ci si doveva pur arrivare. Finalmente abbiamo una serie di band che non hanno nulla da invidiare alle altre estere. Inoltre, noto che, anche se in ritardo, stiamo liberandoci dal classico provincialismo che ha sempre contraddistinto il metal in Italia. Mi piace molto il clima collaborativo che stiamo riscontrando. Con Antropofagus siamo amici e chiamare Tya come ospite in ‘Nature Obliteration’ è stata una cosa naturale. Poi, Francesco ‘Meatgrinder’ mi ha espresso il desiderio di organizzare un mini tour da qualche parte assieme. Questo è il giusto spirito per fare crescere la ‘nostra’ musica”.
Alex: “Lavorare a questo disco per me è stata anche un’ ottima opportunità per scoprire queste nuove band italiane: gli Antropofagus mi sono piaciuti immediatamente, meritano molto e si danno un sacco da fare. Stima”.

TORNANDO A VOI, OGGI COME VEDETE UN LAVORO COME “ACID BUT SUCKABLE”? NON PENSATE CHE PUBBLICARLO SOTTO IL NOME ELECTROCUTION FU UN PICCOLO AZZARDO?
Alex: “Lo vedo assolutamente lontano dalla vera essenza death metal degli Electrocution e forse sarebbe stato più indicato farlo uscire sotto un altro nome, ma c’è anche da dire che siamo sempre stati di mente e influenze molto aperte e in quel momento c’erano un paio di label piuttosto importanti che ci chiesero materiale in quella direzione. Penso che accontentare un A&R cambiando sound non avesse poi molto senso allora e sicuramente non ne ha nessuno al giorno d’oggi. Comunque avere il coraggio di fare ciò che si vuole esplorando nuove strade senza aver paura di scontentare qualcuno è in un certo senso lodevole. Attraversammo un periodo di sperimentazione com’è successo a tantissimi gruppi anche più importanti, ma sicuramente i veri Electrocution sono e restano quelli di ‘Inside The Unreal’, e ora ‘Metaphysincarnation'”.

PENSATE CHE SE “INSIDE THE UNREAL” FOSSE USCITO UNO O DUE ANNI PRIMA, MAGARI PER UNA LABEL STATUNITENSE O TEDESCA, LA VOSTRA CARRIERA AVREBBE PRESO UNA PIEGA DIFFERENTE? AVETE RIMPIANTI?
Mick: “Ne sono pienamente convinto! Formammo la band nel ’90 e l’album uscì esattamente dopo 3 anni. All’uscita di ‘Inside…’ la maggior parte di noi aveva 18 o 19 anni (io ne avevo 21 appena compiuti). Abbiamo fatto il possibile, ma uscire due anni prima sarebbe stato quasi da guinness. Allora ricordo che provammo anche con Nuclear Blast che, nonostante non fosse il colosso di oggi, era la migliore su cui puntare per il death metal in Europa. Partimmo tutti e quattro per la Germania, senza alcun appuntamento, e ci presentammo là con l’album fresco di stampa. Loro ci risposero che il nostro lavoro non lo volevano nemmeno sentire, semplicemente perché si trattava di una band italiana! Purtroppo non avevano torto: chi avrebbe rischiato stampando un album di una band italiana quando i fan death metaller di tutto il mondo (italiani compresi) avevano mille pregiudizi? L’unico rimpianto da parte mia è aver mollato allora”.
Alex: “Sicuramente. Dopo aver registrato ‘Inside…’ la label (Rosemary/EMI) ci mise più di un anno a farlo uscire e quello fu tutto tempo perso a nostro discapito. Se fossimo usciti 2 anni prima su una Roadrunner o Century Media con tutta probabilità avremmo lasciato una traccia molto più grande a livello internazional,e ma anche così, ‘Inside The Unreal’ si è guadagnato da solo attenzioni che neanche death metal band più note hanno, tipo vendere copie originali su eBay a 250 dollari l’una, prezzi incredibili di cui non vediamo un centesimo ovviamente. In seguito, dopo l’uscita di Mick, tornammo da Nuclear Blast e lavorai con diverse label dello stesso calibro che finalmente iniziavano a dimostrare più apertura e stima per noi e altre poche band italiane. Era l’inizio di un cambiamento che portò poi i vari Lacuna Coil, i miei Addiction, Linea 77 e diversi altri a firmare contratti più importanti con queste label straniere”.

CHE ASPETTATIVE AVETE NEI CONFRONTI DI “METAPHYSINCARNATION”? QUANDO SI POTRA’ PARLARE DI “SUCCESSO” PER VOI?
Alex: “Le aspettative rovinano la vita della gente e in particolare quella dei musicisti. Dipende cosa intendi per successo: non ci saranno nuovi Slayer, Metallica o Rolling Stones, perché il pubblico e le basi di mercato su cui questi gruppi hanno creato il proprio successo non esistono più così come li conoscevamo. Oggi quelli sono brand che vivono cavalcando lo tsunami di carriere trentennali, così come nel nostro piccolo l’attenzione che abbiamo oggi per Electrocution è per la maggior parte frutto di ‘Inside The Unreal’, un piccolo cult album del 1993. Quindi per me ‘Metaphysincarnation’ è già un successo per il semplice fatto di aver accontentato qualche migliaio di persone che ce l’hanno chiesto. Considera questo, ho avuto la fortuna di suonare con musicisti di fama internazionale, con altre band ho venduto decine di migliaia di CD in paesi come Giappone, Spagna e Paesi Bassi – ovviamente grazie anche al lavoro di label, promozione di uffici stampa, etc. – ma dopo 10 anni se lo ricordano in pochi, mentre gli Electrocution con 20 anni di silenzio alle spalle hanno comunque dietro un manipolo di fanatici che hanno ritenuto importante chiederci anno dopo anno di sfornare un nuovo album. E’ già un successo, ma voglio dire, è relativo. Successo, felicità e ricchezza spesso non vanno a braccetto, questo se vogliamo vederla in modo un po’ zen. Parlando di quantità mi aspetto vendite proporzionate alla dimensione di audience che sappiamo di avere, anche se qualche veloce controllo ha mostrato che i download illegali di ‘Metaphysincarnation’ sono già nell’ordine di migliaia. Ora non per polemizzare sui soliti discorsi, ma cazzo, su iTunes costa $9.99, meno di 2 cocktail, ed è il nostro lavoro di un anno e mezzo, eppure, a quanto pare, per certa gente è più giusto scaricarlo gratis. Perché non provano ad andare al ristorante e dire alla cassa ‘ho preso un risotto al tartufo e fucking filet mignon ma non te lo pago, ok!?’. La differenza è che al ristorante si prenderebbero due calci in culo mentre aspettano l’arrivo della polizia, mentre a scaricare un torrent non li vede nessuno e nessuna autorità muove un dito. Per la gioia di tutti gli internet provider che continuano a fatturare anche a scapito dell’industria musicale e cinematografica. Dovrebbero pagare all’industria musicale una percentuale dei contratti ADSL e preciso per gli ignoranti che non è questione di arricchirsi, ma più civilmente di mettere i musicisti professionisti e lavoratori della categoria in condizione di pagare le bollette e sopravvivere. Questo sarebbe il successo nel 2014 e non per una sola band, ma per la musica come forma d’arte e cultura”.
Mick: “Conoscendo il mercato odierno, le aspettative sono pochissime. Per me è già un piccolo successo averlo fatto uscire. Altro successo sono le recensioni positive e l’interesse da parte della stampa e dei fan da tutto il mondo. Per i numeri, poi, staremo a vedere. Quello che vorrei fare adesso e portare la nostra musica live e disintegrarmi sul palco!”.

QUAL E’ IL COMPLIMENTO PIU’ BELLO E LA CRITICA PIU’ STUPIDA CHE AVETE RICEVUTO SINORA?
Mick: “Un recensore tedesco ha detto che i death metaller non possono perdersi questo album! Beh, le critiche stupide, per fortuna, non sono molte e le ho rimosse dalla memoria”.
Alex: “I più belli sono quelli dei fan: a volte sono stupefatto, riceviamo email e messaggi su Facebook in cui ci dicono quanti ricordi hanno di noi e di ‘Inside…’ e quanto conti per loro questo nuovo album, quasi incredibile. I più brutti non saprei… leggevo un’altra recensione tedesca in cui questo scribacchino in ogni paragrafo associava una critica ad un luogo comune italiano, tipo ‘ritmica scontata, meglio che se ne tornino a mangiare spaghetti’, oppure ‘niente di nuovo, meglio che vadano a farsi una passeggiata sulle spiagge di Rimini’. Lo trovo molto stupido e discriminatorio verso tutte le band italiane, senza contare il fatto che la maggior parte di ‘Metaphysincarnation’ è stata composta e prodotta negli Stati Uniti, come se la provenienza contasse qualcosa poi ai fini musicali”.

GLI ELECTROCUTION SI SONO RECENTEMENTE ESIBITI AL BRIXIA DEATHFEST. COME AVETE TROVATO QUESTA ESPERIENZA? AVREMO MODO DI RIVEDERVI DAL VIVO NEL PROSSIMO FUTURO?
Mick: “Tornare on stage è stato meraviglioso! Eravamo tutti molto emozionati, io per primo. Credo però di essere riuscito a dar sfogo a tutta la voglia che avevo di tornare sul palco con Electrocution. Una grande soddisfazione l’ho avuta chiacchierando con Martin Van Drunen: mi diceva di aver ascoltato qualche giorno prima il nostro nuovo album dicendomi di averlo apprezzato molto (poi dopo ho scoperto che lo aveva perfino scritto sulla pagina FaceBook degli Hail Of Bullets). Il pubblico era veramente desideroso di ascoltarci e ci ha trasmesso tantissima carica! Mettere assieme la band per i live è stata una impresa non facile. Trovare musicisti che abbiano le capacità e la voglia di accompagnarci sul palco è difficilissimo. Sono tutt’ora alla ricerca di un chitarrista per i prossimi live. Stiamo organizzando i concerti per l’autunno e per ora già si stanno profilando date interessanti. A novembre, ad esempio, saremo co-headliner con Morgoth”.

GRAZIE MILLE PER IL VOSTRO TEMPO.
Mick & Alex: “Grazie a te per l’interessante intervista. Salutiamo tutti i fan che ci stanno sostenendo anche tramite la nostra pagina FaceBook”.

2 commenti
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