Sono trascorsi tre anni dall’uscita dell’apprezzato comeback album “Metaphysincarnation”, ma l’attività degli Electrocution non accenna a diminuire. Assestata definitivamente la formazione con l’ingresso di una serie di nuovi membri e migliorato l’affiatamento con varie esibizioni live, la storica death metal band italiana – conosciuta ai più per il cult album “Inside The Unreal” del 1993 – si sta ora cimentando nella lavorazione del suo atteso terzo full-length. Vista la tanta carne al fuoco, abbiamo contattato il leader Mick Montaguti e i nuovi arrivati Neil Grotti, Vellacifer e Alessio Terzi per fare il punto della situazione.
SONO GIA’ PASSATI TRE ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DI “METAPHYSINCARNATION”: COME GIUDICATE IL DISCO A DISTANZA DI TEMPO? SIETE ANCORA SODDISFATTI DEI SUOI CONTENUTI E DEI RISULTATI CHE HA RAGGIUNTO?
Mick Montaguti: “Effettivamente sono la persona meno indicata a giudicare gli album di Electrocution, perché tendo spesso ad essere ipercritico e a non essere mai soddisfatto al 100%, soprattutto per quanto riguarda la parte vocale. Anche se piace a molti, il mio growl di questo album non mi convince del tutto: nel prossimo il cantato sarà old school. Dopo le prime registrazioni sto cominciando finalmente ad essere contento di me. La produzione di ‘Metaphysincarnation’ è veramente altissima e non è semplice eguagliare il livello qualitativo sui nuovi lavori. Composizione ed esecuzione musicale, a mio avviso, grandiosa. Alex ha fatto veramente un gran lavoro. Sono molto soddisfatto anche dei testi, ho potuto sviscerare i miei pensieri in libertà. L’album ha ricevuto bellissime recensioni e pare che sia piaciuto molto. Anche a me piace ma, purtroppo come anche ‘Inside The Unreal’, non riesco a vederlo mescolato al panorama musicale. Per poterlo fare dovrei essere al di fuori. Sicuramente ci ha dato grandi soddisfazioni, ma soprattutto mi è servito per capire su cosa devo lavorare per ottenere i risultati che vorrei”.
IL VOSTRO STORICO CHITARRISTA ALEX GUADAGNOLI HA RECENTEMENTE DECISO DI LASCIARE IL GRUPPO. PENSATE CHE QUESTA SEPARAZIONE INFLUIRA’ PARTICOLARMENTE SULLO STILE DEGLI ELECTROCUTION? ALEX AVEVA REGISTRATO E PRODOTTO “METAPHYSINCARNATION”, OLTRE AD AVERE CURATO LA SUA COMPOSIZIONE.
Neil Grotti: “Per ciò che mi riguarda, ma credo di parlare a nome di tutta la band, quella di Alex non la vivo come una separazione. Lui non ha lasciato la band per divergenze, ma per priorità lavorative e per tutte le importanti collaborazioni nelle quali è coinvolto ed ovviamente per la distanza”.
Mick Montaguti: “Lo stile Electrocution si è delineato grazie al lavoro di tutti i membri fin dai primi demo ed è una sorta di entità che ormai ha acquisito una propria forma che varia di album in album, ma che mantiene una propria identità. Piuttosto che parlare di influenza compositiva data dalla mancanza di Alex preferisco dire che sarà piuttosto la presenza di nuovi membri ad influenzare la nostra musica e la nostra produzione. Anche perché, comunque, finché sarò nella band, lo spirito iniziale della nostra musica sarà comunque portato avanti. Anzi io, forse più di lui, sono rimasto molto legato all’old school, per cui sarà inevitabile un ritorno alle origini”.
Neil Grotti: “Assieme a Mick mi sto occupando della scrittura e produzione dei brani nuovi, ognuno di noi scrive la propria parte ed insieme lavoriamo sugli arrangiamenti. Cerco di dare ai ragazzi strutture e parti che esaltino le loro qualità e sembra proprio che le cose stiano funzionando proprio bene. I brani nuovi sono scritti da elementi che, prima di esserne parte, sono stati fan ispirati dalla band stessa; credo verrà dato giusto rispetto al nome Electrocution, considerando il fatto che abbiamo Mick a supervisionare maniacalmente ogni cosa, proponendo anche riff o brani interi su cui lavorare. Poi non crediate che il signor Guadagnoli non verrà coinvolto da oltreoceano…”.
MICK, TI ANDREBBE DI PRESENTARCI LA NUOVA LINE-UP DEL GRUPPO? VEDO CHE SI TRATTA DI UNA MISCELA DI VETERANI E RAGAZZI PIU’ GIOVANI. PENSI CHE ANCHE LA NUOVA MUSICA DEGLI ELECTROCUTION POSSA ANCH’ESSA DIVENTARE UN MIX DI “VECCHIO” E “NUOVO”?
Mick Montaguti: “Sì, la nuova formazione è fatta di tre generazioni di musicisti tutti legati al death metal vecchia scuola. Vellacifer (batteria), già presente da ‘Metaphysincarnation’, è forse il più estremista di noi. È una macchina da guerra e adora i ritmi sostenuti. Dobbiamo sempre cercare di arginarlo perché, fosse per lui, rischieremmo di suonare brutal death a mille con piatti ovunque (ride, ndR). Mat Lehmann è un bassista poliedrico con una grande tecnica che gli permette di padroneggiare anche il sei corde fretless. Ha cominciato con il death, ma ha suonato molti altri volti del metal. Lui e Neil hanno suonato da turnisti per Blaze e sono i membri fondatori dei Neurasthenia (storica band che definire thrash è riduttivo). Neil Grotti (chitarra) ha una grandissima esperienza di musicista, compositore e produttore. Al momento la maggior parte del nuovo materiale è frutto della sua mente vulcanica. Ha una precisione esecutiva maniacale, è quello che ci vuole per tenere testa all’alto livello di Alex. Insieme stiamo componendo i nuovi brani e giorno dopo giorno la sintonia cresce come anche la qualità stessa della musica. Alessio Terzi (chitarra) è l’ultimo acquisto, ma ormai è quasi un anno che è salito in sella. Di pochissime parole ma di grandi qualità. Ha 22 anni ma di tecnica ne ha da vendere e anche di gusto a livello solistico anche grazie alla sua formazione classica prima sul piano e poi sulla chitarra”.
Alessio Terzi: “Nonostante sia molto più giovane degli altri membri, le mie principali influenze musicali vengono dal passato. Non solo dalle origini del death metal, ma anche dall’heavy e dal thrash. Sarà quindi inevitabile percepire queste impronte nelle parti soliste”.
AVETE GIA’ IN MENTE UN PRODUTTORE PER IL DISCO? VI STATE DANDO UNA SCADENZA PER ENTRARE IN STUDIO O AVETE INTENZIONE DI FARE LE COSE CON ESTREMA CALMA?
Mick Montaguti: “Com’è sempre stato e probabilmente sempre sarà, la produzione sarà seguita da noi ed in particolare la mano di Neil al mixer ci permetterà di avere la produzione che desideriamo. Anche questa volta vogliamo prendercela comoda e lavorare ai brani senza scadenze pressanti ed è anche per questo che si parla di uscire nel 2018. Probabilmente in primavera, ma non è da escludere che si slitti all’autunno nel caso fosse necessario. Abbiamo intenzione di curare questo album in ogni dettaglio, credo che sia il solo modo per me (e le mie manie) di avere pace. Purtroppo anche una sola cosa fuori posto potrebbe perseguitarmi negli incubi fino alla fine dei miei giorni (ride, ndR). Al momento abbiamo cinque brani completi ed un altro paio in lavorazione. Con grande probabilità a fine anno avremo completato le registrazioni”.
Neil Grotti: “Abbiamo alcune proposte per ciò che riguarda l’etichetta, ma io preferisco non fiatare fino a quando non sarà tutto definito. Il traguardo è ancora da attraversare. Mi sto occupando io stesso delle registrazioni nei miei Evil Mass Studio. Siamo a buon punto perché stiamo componendo e, contemporaneamente, registrando il disco. Questo ci permette di poter lavorare sui brani fino a che non siano pienamente soddisfatti. Diciamo che da questo lato siamo fortunati in quanto sia io che Lehmann abbiamo studi di registrazione, quindi ci si dà man forte”.
E’ POI IN ARRIVO UNA NUOVA RISTAMPA DI ”INSIDE THE UNREAL”, QUESTA VOLTA CON UN BONUS CD. POTETE ILLUSTRARCI I MOTIVI CHE VI HANNO PORTATO AD AUTORIZZARE UNA NUOVA EDIZIONE? QUALI SONO I CONTENUTI EXTRA CHE DOBBIAMO ASPETTARCI?
Mick Montaguti: “Ted, di Dark SymphonieS, ha avuto una grande perseveranza durante gli ultimi anni. Avendo l’esclusiva con Aural, non potevamo licenziare una ristampa ad altri, ma Ted ha trovato il modo di convincere Aural e noi a ristampare una edizione speciale in doppio CD. Essendo lui un vero e proprio nostalgico, vuole a tutti i costi utilizzare le grafiche originali ed ha insistito fino all’ossessione per pubblicare anche i testi, che non sono mai stati pubblicati prima. Nel CD 2 verranno inseriti i brani presi dai tre demo tape e dai due 7″ che uscirono nel 1994. Molti fan aspettavano un’uscita come questa da tempo”.
HO LETTO CHE PER LA PRIMA VOLTA INCLUDERETE ANCHE I TESTI NEL LIBRETTO. PER QUALE MOTIVO VI SIETE SEMPRE RIFIUTATI DI PRESENTARLI SINORA?
Mick Montaguti: “Siccome sono il solito paranoico ed ho sempre avuto un gran timore di esporre i miei scritti, mi sono sempre rifiutato di pubblicarli. Si tratta di testi che sono stati prodotti tra il 1990 e il 1992 ed avevo 18-20 anni all’epoca. Li considero testi semplici e col tempo anche obsoleti. Ma effettivamente il death metal è pieno di brani grandiosi basati su testi semplici, per cui mi sono reso conto che il mio è solo un limite mentale. Poi nessuno potrà criticare il fatto che siano testi da teenager, visto che sono stati effettivamente scritti da un teenager (ride, ndR)”.
DA QUALCHE ANNO IL VINILE STA VIVENDO UNA VERA E PROPRIA RINASCITA. POSSIAMO ASPETTARCI UNA NUOVA EDIZIONE LP PER I VOSTRI DUE ALBUM?
Mick Montaguti: “Mi piacciono molto i vinili. Sia la prima ristampa di ‘Inside the Unreal’ che ‘Metaphysincarnation’ sono usciti anche in vinile. Probabilmente Dark SymphonieS farà uscire anche questa terza edizione in vinile e non è escluso che pure per il nuovo album sarà così”.
DALLA PUBBLICAZIONE DI “METAPHYSINCARNATION” SIETE RIUSCITI AD ESIBIRVI DAL VIVO CON UNA CERTA COSTANZA E, COME DICEVAMO, IL DISCO E LA PRECEDENTE RISTAMPA SONO STATI ENTRAMBI BEN ACCOLTI. QUALI OBIETTIVI O SOGNI VI MANCANO DA REALIZZARE OGGI? VI E’ UNA SODDISFAZIONE CHE ANCORA NON SIETE RIUSCITI A TOGLIERVI?
Vellacifer: “Il primo obiettivo che vogliamo portare a termine è ultimare il disco, che sarà una bella badilata, e vorremmo toglierci la soddisfazione di un tour europeo, ma non obbligatoriamente un tour unico. Pensiamo piuttosto a periodi più brevi per ottimizzare al massimo le risorse”.
Mick Montaguti: “Europa? Ma non limitiamoci all’Europa (ride, ndR)! Fino ad ora abbiamo suonato tanto in Italia. Abbiamo un certo pubblico qui, ma anche fuori ci sono tantissimi fan che vorrebbero vederci live. Noi poi suoniamo apposta per stare su un palco. Non chiediamo altro!”.
CHI E’ OGGI IL FAN MEDIO DEGLI ELECTROCUTION? AVETE NOTATO UN RICAMBIO NEL VOSTRO PUBBLICO? OPPURE LA MAGGIOR PARTE DI COLORO CHE VI SEGUONO SONO REDUCI DEGLI ANNI NOVANTA?
Neil Grotti: “Ero fan degli Electrocution negli Anni ’90, ora me li andrei a vedere volentieri. Vedo tanti reduci ma anche tante nuove leve. La bella cosa è che, in questo genere, vedo ancora passione ed atmosfera: a volte mi ricorda quando ero ragazzino e si respirava un’aria tutta underground. Il nostro pubblico spacca tutto, è presente e con la voglia di vivere la scena”.
Mick Montaguti: “Inizialmente ero convinto che il nostro pubblico fosse composto principalmente dallo zoccolo duro del metal storico. Tramite il web e suonando in giro, invece, ci siamo resi conto che il nostro pubblico è variegato e va dai teenager ai deathster di vecchia data. Sono proprio contento che la nostra musica regga il confronto del tempo e questo è uno sprone molto grande per noi. Avere un pubblico caldo che ci vuole live fa sì che la nostra musica non rimanga chiusa in studio”.
NOTATE UNA DIFFERENZA FRA IL MODO IN CUI GLI ASCOLTATORI SI APPROCCIANO AD UN GRUPPO/DISCO OGGI E L’ATTITUDINE CHE CONTRADDISTINGUEVA I METAL FAN OLTRE VENT’ANNI FA?
Mick Montaguti: “Cambiano i mezzi, la tecnologia, ma l’attitudine di approccio all’ascolto non credo che sia cambiata sostanzialmente. Quello che può essere cambiato è ben altro, ma non voglio entrare in argomentazioni ormai trite e ritrite sulla salute della scena metal italiana”.
DOVE VEDETE GLI ELECTROCUTION FRA CINQUE ANNI?
Mick Montaguti e Neil Grotti: “Su di un palco a dare l’anima e a far sanguinare i timpani (risate, ndR)!”.
Vellacifer: “Vedo gli Electrocution sui festival migliori d’Europa. Stiamo lavorando anche su quel fronte. Il made in italy sta riscuotendo successo e noi, assieme alle altre band, abbiamo seria intenzione di mettere tutto a ferro e fuoco!”.
Alessio Terzi: “Ho grandi aspettative per il futuro degli Electrocution. Siamo tutti molto motivati ed appassionati. In particolare rispetto moltissimo il modo in cui Mick sia affezionato a questo progetto, che ha fatto nascere e ha portato avanti. Con questa carica penso che ci siano i giusti presupposti per andare sempre oltre!”.