ELUVEITIE – Sangue Elvetico

Pubblicato il 08/04/2012 da

Da molti amati e seguiti, da altri ignorati o criticati per la loro staticità stilistica, gli svizzeri Eluveitie hanno comunque dimostrato di saper apportare qualcosa di personale nel panorama metal. Il loro “New Wave Of Folk Metal” è un death metal melodico con forti influenze dalla musica tradizionale celtica e testi in lingua antica che traggono ispirazione dalla storia dai popoli che millenni fa abitavano l’europa centrale. Una formula decisamente affascinante che ha permesso a questa band di diffondere sempre più la propria proposta musicale attraverso un notevole ruolino di marcia dal punto di vista discografico (cinque full length in sette anni) e un’intensa attività live. Poco dopo la pubblicazione del nuovo e discreto album “Helvetios”, basato sulla storia degli elvezi e le battaglie che portarono alla loro sottomissione da parte dei romani, abbiamo scambiato due chiacchere con il frontman e leader Chrigel Glanzmann.

BENE CHRIGEL, VUOI INTRODURCI BREVEMENTE IL NUOVO “HELVETIOS”?
“È un concept albumn che narra le vicende legate alle guerre galliche (58-50 a.C) dal punto di vista dei galli”.

PRIMA DI METTERE IL CD NEL LETTORE, LA COSA CHE SI NOTA E’ CHE QUESTA VOLTA LA COPERTINA È STILISTICAMENTE DIFFERENTE RISPETTO AI PRECEDENTI ALBUM. QUAL’È IL SIGNIFICATO DI QUESTO SIMBOLO?
“Il simbolo semplicemente rappresenta la tribù gallica degli Elvezi. È un ornamento tradizionale gallico ritrovato durante degli scavi archeologici in quella che oggi è la Svizzera centrale. Era intagliato su di una fibbia dorata. C’è una ragione per la quale la copertina dell’album è così semplice questa volta. Il fronte e il retro della copertina appaiono come se fossero il fronte e il retro di un libro, mentre l’interno del libretto è più simile ad una collezione fotografica. L’idea alla base dell’artwork di ‘Helvetios’ era una raccolta di immagini realizzata come se fotografi come André Kertész o Henri Cartier-Bresson fossero stati presenti 2000 anni fa e avessero documentato gli eventi con le loro macchine fotografiche. Per questo abbiamo lavorato di nuovo con il fotografo Manuel Vargas. E’ stato impegnato sul progetto ‘Helvetios’ per diversi mesi, dal momento che ha viaggiato molto, visitando e fotografando i veri scenari in cui avvennero le guerre galliche”.

PER QUANTO RIGUARDA INVECE IL LATO MUSICALE, AVETE RIADATTATO QUALCHE BRANO TRADIZIONALE? AD ESEMPIO HO NOTATO CHE LA PRIMA PARTE DI “A ROSE FOR EPONA” HA LO STESSO GIRO MELODICO DI “METROPOLICE” DEI BLOOD STAIN CHILD…
“Certo, questo fa parte dell’idea musicale degli Eluveitie. La nostra musica è 100% melodic death metal e 100% folk celtica tradizionale. Dunque su ‘Helvetios’ come su ogni altro nostro album abbiamo intessuto brani celtici tradizionali nella nostra musica. Ad esempio il ‘solo’ di flauto al centro di ‘Meet The Enemy’ è un motivo tradizionale irlandese”.

QUALI STRUMENTI TRADIZIONALI AVETE USATO QUESTA VOLTA?
“A parte i soliti, ne abbiamo usati alcuni che non avevamo mai utilizzato, ad esempio l’arpa bardica celtica. Tempo fa acquistai un’arpa bardica e iniziai ad imparare a suonarla. ‘Helvetios’ è il primo album su cui la suono, e in particolare su ‘A rose For Epona’, ‘Alesia’ e ‘Tullianum’. Su questo disco abbiamo inoltre alcuni ospiti come Fredy Schnyder dei Nucleus Torn che ha suonato l’Hammered Dulcimer (come già aveva fatto per ‘Evocation I’), mentre la nostra ex ghirondista, Sarah Wauquiez, su un pezzo ha suonato lo Zugerörgeli, una fisarmonica tradizionale elvetica”.

CI SONO ANCHE ALCUNI CANTANTI OSPITI SU “HELVETIOS”. VUOI PRESENTARCELI?
“Innanzitutto ci sono le narrazioni a cura dell’attore scozzese Alexander Morton, conosciuto ad esempio per il film ‘Valhalla Rising – Regno di sangue’. Inoltre sul pezzo ‘Scorched Earth’ c’è Christoph Pelgen, un cantante ‘gwerz’ che è uno stile bretone che può ricordare un lamento. Canta nella folk band bretone La Marmotte ma ha anche cantato con Blackmore’s Night, Qntal, L’Ham de Foc e molti altri”.

TI OCCUPI SEMRE TU DELLA SCRITTURA DEI PEZZI? COME NASCE UN PEZZO DEGLI ELUVEITIE?
“Sì, fondamentalmente sono io che scrivo sia le musiche che i testi, però non so dire ‘come’ li scrivo. Varia da pezzo a pezzo ma solitamente non è che parto da un riff e poi aggiungo melodie, parti folk o altro. Di solito tutto (folk e metal; le linee di tutti gli strumenti) prende forma nello stesso tempo. I miei pezzi in un certo senso crescono nella mia mente in maniera organica”.

IN CHE MODO LA PRODUZIONE INFLUISCE SULLA MUSICA CHE COMPONI?
“Fondamentalmente produciamo noi stessi la nostra musica. L’ultimo album è stato co-prodotto da Tommy Vetterli, un nostro amico che ha registrato e curato diverse parti ma il suo ruolo è stato solo quello di cercare di tirare fuori il meglio da ogni musicista”.

QUALCUNO DICE CHE I VOSTRI ALBUM SUONANO MOLTO SIMILI E CHE VI LIMITATE A RIPETERE UNA SORTA DI “FORMULA VINCENTE”… QUAL’E’ LA TUA RISPOSTA A QUESTA CRITICA?
“Ognuno è libero di dire quello che vuole e di fatto è un’affermazione, non una domanda, dunque non serve una risposta. Ad ogni modo non avrei nè tempo nè interesse di rispondere. Voglio dire, ognuno ha una propria opinione su ogni cosa e ci sono milioni di persone che pensano si dover commentare qualsiasi cosa. Perchè dovrei rispondere a questi commenti? Non c’è ragione di farlo. Arte e musica sono e sempre sono state/saranno una questione di gusti e di percezione. Se i nostri album suonano simili, sarà perchè li ha fatti la stessa band!” (risate, ndr)

COSA RENDE GLI ELUVEITIE DIVERSI RISPETTO ALLE ALTRE FOLK/PAGAN METAL BAND?
“Onestamente non conosco molte altre folk/pagan metal band. Non mi piace molto quel tipo di musica e personalmente non ascolto folk/pagan metal. La maggior parte dei gruppi che conosco in questo genere, li conosco perchè siamo stati in tour assieme. Ad ogni modo in generale non conosco molte (di fatto non ne conosco nessuna) metal band che come noi suonano con flauti, ghironde, cornamuse, arpe celtiche, mandola e molti altri strumenti tradizionali. Questa potrebbe essere la differenza tra noi e gli altri”.

SEI SODDISFATTO DEL SUCCESSO CHE LA BAND HA FINORA OTTENUTO?
“Sì, direi che andiamo bene!”

FAI QUALCHE ALTRO LAVORO OLTRE AL MUSICISTA?
“No, gli Eluveitie sono più del 100% il mio lavoro. Non avrei tempo per altri lavori oltre agli Eluveitie”.

SOLITAMENTE UNA BAND ITALIANA, SEBBENE MERITEVOLE, DEVE FATICARE MOLTO PER OTTENERE UN CERTO SUCCESSO SE PARAGONATA AD UNA INGLESE O TEDESCA… QUESTO SI VERIFICA ANCHE IN SVIZZERA?
“Sì, è dura. Onestamente però credi veramente che sia più facile per una band tedesca o inglese ottenere successo internazionale? Io non credo”.

VUOI DESCRIVERCI LA ATTUALE SCENA METAL UNDERGROUND SVIZZERA?
“E’ piuttosto ampia e ci sono molte ottime e innovative band. Poche di esse però riescono a suonare fuori dalla Svizzera (cosiccome fuori dalla scena underground) e pochissime di esse ottengono successo internazionale o anche solo nazionale. La ragione è che molte vedono la musica solo come un hobby. Per crescere come band, uscire allo scoperto e ottenere successo serve un impegno enorme. Sono anche necessari dei sacrifici come perdere gran parte del tempo libero o mettere in pericolo la propria la sicurezza finanziaria. Molti non si spingono a tanto. Immagino sia la stessa cosa in Italia e di fatto in molte zone dell’Europa centrale”.

ULTIMA DOMANDA: LA TUA CASA E’ IN FIAMME E PUOI SALVARE SOLO 5 CD…
(ride, ndr)”Son abbastanza sicuro che non sarebbero dei CD la prima cosa che cercherei di salvare ma se dovessi proprio scegliere, direi:
Entombed: Clandestine
– The Bothy Band: ‘Old Hag you Killed Me’
– Emperor: ‘Anthems to the Welkin at Dusk’
– Lunasa: ‘Otherworld’
– At The Gates: ‘Slaugher of the soul'”

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