Tra i gruppi più prolifici della scena metal italiana e sicuramente tra le formazioni che nel corso del tempo hanno saputo mantenere costantemente alto il livello delle loro pubblicazioni, gli Elvenking hanno da poco rilasciato “The Pagan Manifesto”, a nostro giudizio il loro lavoro più maturo e riuscito. La band sembra infatti aver trovato il giusto bilanciamento tra potenza, velocità, melodia, espressività e folklore, componenti che nel corso della sua discografia avevano trovato più o meno spazio a seconda dell’album che ci si trovava ad ascoltare e che ora invece sono stati fusi alla perfezione. Abbiamo parlato di questo nuovo lavoro e di altri aspetti degli Elvenking con il cantante Damna.
BENE DAMNA, INIZIAMO DAL NUOVO “THE PAGAN MANIFESTO”, CHE A MIO AVVISO SEGNA UN RITORNO PIÙ MARCATO VERSO IL POWER METAL RISPETTO AL PRECEDENTE “ERA”.
“Sono daccordo! Vedi, sentivamo proprio il bisogno di tornare su quelle coordinate che erano un po’ la base per gli Elvenking. Questo ritorno era già iniziato con ‘Era’ e poi si è sviluppato con ‘The Pagan Manifesto’.
HO NOTATO UN BILANCIAMENTO TRA PARTI POWER, FOLK E COMUNQUE LA PRESENZA DI QUEL TAGLIO MELODICO CHE AVEVATE SVILUPPATO CON “RED SILENT TIDES”. POSSIAMO DIRE CHE “THE PAGAN MANIFESTO” SIA L’ALBUM PIÙ COMPLETO MAI FATTO DAGLI ELVENKING?
“Sì. Sai, nel corso degli anni abbiamo sperimentato un po’ e a un certo punto abbiamo anche forse estremizzato la parte melodica. Quest album è sì un ritorno alle origini ma è anche una somma di tutte le caratteristiche del nostro sound che amiamo e dunque anche di questa componente molto melodica”.
VEDO DAI CREDITS CHE LA COMPOSIZIONE È TUTTA A CURA TUA E DI AYDAN. VUOI RACCONTARCI COME NASCONO I NUOVI PEZZI DEGLI ELVENKING?
“Con questo disco siamo tornati a lavorare come un tempo, ossia ci siamo trovati un sacco di volte e abbiamo messo sul piatto tutte le idee che ognuno di noi aveva raccolto nel corso dei mesi. Abbiamo rivisto assieme, secondo per secondo, tutta la musica presente sull’album. Questo era il modus operandi che avevamo inizialmente, poi nel corso degli anni, vuoi per mancanza di tempo o per altri motivi, ci siamo distaccati da questo modo di comporre e facevamo ognuno per conto nostro, per poi tirare le somme in sala prove”.
SUL PEZZO “KING OF THE ELVES” È PRESENTE COME OSPITE AMANDA SOMERVILLE NOTA PER I SUOI LAVORI CON TRILLIUM E SOPRATTUTTO AVANTASIA. DA DOVE NASCE QUESTA COLLABORAZIONE?
“‘King Of The Elves’ è un pezzo da tredici minuti che rappresenta la somma totale del nostro sound. Avevamo questa parte acustica nel mezzo e abbiamo pensato ad Amanda che ha veramente una bellissima voce. Da poco abbiamo una nuova booking agency, la All Access, la quale è in contatto con Avantasia”.
PARLANDO APPUNTO DI VOCI, HO NOTATO UNA MAGGIOR ESPRESSIVITÀ DEL TUO CANTATO. IN TUTTA ONESTÀ, QUELLO CHE HO NOTATO VARIE VOLTE NEI VOSTRI ALBUM, È CHE OGNI TANTO A MIO AVVISO TENDEVI A SPINGERE UN PO’ TROPPO IN ALTO. QUESTA VOLTA INVECE HO TROVATO LA TUA PROVA NON SOLO PIÙ ESPRESSIVA MA ANCHE PIÙ BILANCIATA RISPETTO AL TUO TIPO DI VOCE. E’ FRUTTO DI UN LAVORO DIVERSO SULLE LINEE VOCALI?
“Rispetto all’album precedente, ‘Era’, ho cambiato approccio e mi sono riavvicinato al modo di lavorare di ‘Red Silent Tides’, album che avevamo registrato con Dennis Ward e lui mi ha lasciato un bagaglio di esperienza veramente notevole. Su ‘Era’ mi ero approcciato alle parti vocali con più spontaneità e la cosa forse non è stata apprezzata da molti. Questo in effetti è un genere in cui probabilmente ci vogliono dei ‘binari’ e, anche se questa è una cosa che faccio fatica a mandare giù perchè mi piace la libertà, su ‘The Pagan Manifesto’ sono tornato a lavorare in modo più mirato e meno spontaneo”.
PER QUANTO RIGUARDA INVECE LE PARTI IN GROWL, VEDO CHE SONO STATE CANTATE DAL VOSTRO EX-CHITARRISTA, JARPEN. COME MAI QUESTA SCELTA?
“Lui ha sempre cantato growl sui primi album e quando abbiamo visto che su due pezzi di ‘The Pagan Manifesto’ avevamo delle parti cantate in questo modo, scherzando abbiamo detto: ‘ci vorrebbe Jarpen’. Abbiamo chiesto a lui se fosse disposto e ha accettato. È un altro punto di contatto con il passato e una dimostrazione che i membri che hanno suonato negli Elvenking sono sempre e comunque parte di un unico circolo”.
“WYRD” È IL VOSTRO UNICO ALBUM SU CUI NON CANTI TU. AVETE MAI PENSATO DI RIREGISTRARLO CON TE ALLA VOCE?
“Sì, certo, lo pensiamo sempre e riceviamo in continuazione richieste in tal senso da parte dei fan. Abbiamo già riregistrato alcuni pezzi di quell’album come bonus track ma il nostro obbiettivo è sicuramente riregistrare almeno ‘A Poem For the Firmament’, l’ultima traccia del lavoro nonchè uno dei capisaldi dei primi Elvenking”.
TORNIAMO UN ATTIMO SUL NUOVO ALBUM. VUOI DIRCI DI COSA TRATTANO I TESTI DI “THE PAGAN MANIFESTO”?
“Anche da questo punto di vista siamo tornati alle origini o quantomeno a quelle chiavi di lettura proprie del nostro messaggio originale. Trattiamo il paganesimo, non visto come cosa religiosa ma semmai come una filosofia di vita, l’essere fieri di essere diversi rispetto alla massa”.
LE REGISTRAZIONI DELL’ALBUM SI SONO SVOLTE AI DOMINATION STUDIOS DI SAN MARINO. COME MAI QUESTA SCELTA E IN CHE MODO HA INFLUITO SUL RISULTATO FINALE?
“Innanzitutto avevamo necessità di fare un disco in Italia, dopo tanto viaggiare per studi in giro per l’Europa. Questa volta volevamo fare le cose più con calma e prenderci tutto il tempo necessario. Essendo più vicini, a livello logostico è molto meno impegnativo. Abbiamo ascoltato un po’ di lavori di Simone Mularoni e dei Domination Studios e ci siamo convinti. Credo che in Italia sia uno dei migliori studi per quanto riguarda il metal. Lo abbiamo chiamato e gli abbiamo spiegato quale era la nostra idea, forse un po’ diversa da quello a cui lui era abituato ma è stato contento di impegnarsi con queste sonorità. Siamo molto soddisfatti. E’ sicuramente una delle migliori produzioni che abbiamo avuto”.
PARLANDO DELLA VOSTRA CARRIERA, AD OGGI QUAL È L’ALBUM DEGLI ELVENKING CHE HA RISCOSSO MAGGIOR SUCCESSO?
“Senza contare la crisi e il crollo filsiologico mondiale della vendita di CD, il disco che ha venduto di più è stato ‘The Winter Wake’. Poi non sapremo mai quanto un disco come ad esempio ‘Era’ avrebbe potuto vednere nel 2005…”.
CERTO, I PERIODI NON SONO PARAGONABILI E LA DOMANDA ERA PIÙ RIVOLTA A QUALE ALBUM I FAN SONO PIÙ AFFEZIONATI SECONDO TE.
“Probabilmente è lo stesso disco, perchè contiene dei pezzi che hanno fatto decollare la band. Poi anche altri album di sicuro sono stati importanti per la crescita del gruppo, ma ‘The Winter Wake’ è quello che ha fatto breccia”.
DOPO OTTO ALBUM…
“Non è ora di finirla?! (risate, ndR)”.
OK… DOPO OTTO ALBUM NON CREDETE SIA ARRIVATO IL MOMENTO PER UN LIVE CD O DVD?
“Certo, questa come la riregistrazione di ‘Wyrd’ è un’altra delle cose che ci piacerebbe molto fare. Anche in questo caso si tratta di un lavoro impegnativo, per il quale serve un certo budget e bisogna parlarne con l’etichetta. Questo in effetti potrebbe essere il momento giusto per farlo, visto inoltre che la band ha un’ottima intesa sul palco”.
PARLANDO DI DATE LIVE, FARETE ANCHE UN TOUR OLTRE ALLE DATE SINGOLE CHE AVETE GIÀ CONFERMATO, COME AD ESEMPIO IL LANGHE ROCK FEST E L’AGGLUTINATION?
“Quest’estate facciamo quelle che io chiamerei delle ‘date di riscaldamento’, che arrivano dopo al tour con Gamma Ray e Rhapsody Of Fire che abbiamo fatto nei mesi scorsi. Poi, in autunno e inverno vedremo di organizzarci per un tour o comunque altre date live”.
LO SCORSO ANNO AVETE FATTO UN TOUR CON I SECRET SPHERE, UNA COSA PARTICOLARE PERCHÈ AVETE PROPOSTO UN PACCHETTO INTERESSANTE AL PREZZO POPOLARE DI 10 EURO. COME È STATA ACCOLTA QUESTA INIZIATIVA DAI FAN?
“In realtà io speravo meglio. Speravo che i fan volessero partecipare in maggior numero ad una serata così, invece ammetto di essere rimasto un po’ deluso. Le due band sono infatti in giro da molto tempo e mi aspettavo di più, anche perchè ci sono state serate con solo noi o con solo i Secret Sphere che hanno avuto un’affluenza maggiore. Non so, qualcosa non deve aver funzionato al meglio. Forse il periodo non era quello giusto”.
TRA LE VOSTRE ESPERIENZE LIVE C’È ANCHE LO SHOW CHE AVETE TENUTO IN RUSSIA CON L’EX CANTANTE DEGLI SKYCLAD, MARTIN WALKYIER, A FEBBRAIO 2013. VUOI PARLARCI DI QUESTO EVENTO?
“L’esperienza in Russia e anche una in Olanda, sono state ottime. Abbiamo eseguito con lui alla voce i pezzi degli Skyclad. Poi però dovevano esserci altre date, che non sono state fatte e lui ci ha accusato… ci spiace perchè lo ammiriamo molto come artista e per quello che ha fatto con gli Skyclad. Purtroppo è andata così e quindi non credo che si ripeterà questa esperienza”.
RIGUARDO ALLA TUA ALTRA BAND, GLI HELL IN THE CLUB, HAI QUALCHE NOVITÀ?
“Certo! L’album è pronto, finalmente, dopo una lunga gestazione. Abbiamo registrato anche questo disco con Simone Mularoni e a breve vi daremo altri aggiornamenti!”.