ELVENKING – Toglietevi Il Paraocchi

Pubblicato il 28/11/2010 da

“Red Silent Tides”, l’ultimo lavoro targato Elvenking, ha portato alla band una lunga scia di commenti, molti a favore e molti contro. Da un lato chi ha valorizzato la buona proposta musicale e le idee fresche di un disco brillante come questo e dall’altro chi invece non ha digerito l’ammorbidimento di una proposta musicale ora più accessibile, melodica e incline all’hard rock. E non sono mancate anche critiche al look della band, definito da molti troppo “da ragazzini” o “troppo poco metal”. Dopo esserci  schierati tra i sostenitori in sede di recensione di “Red Silent Tides”, abbiamo posto direttamente ad Aydan (chitarra), Zender (batteria) e Gorlan (basso) anche qualche quesito sollevato da chi invece non ha apprezzato il nuovo corso della band.

 

 
 
BENE RAGAZZI, QUALI SONO STATE LE PRIME REAZIONI E I PRIMI COMMENTI A L NUOVO “RED SILENT TIDES” DA PARTE DELLA STAMPA?
Aydan: “Ottimi, non abbiamo mai avuto così tanti riscontri positivi soprattutto dalla stampa estera che in passato non ci aveva trattato benissimo. Questa volta invece le recensioni sono ottime”.

COME HO INDICATO ANCHE SULLA RECENSIONE, IL NUOVO ALBUM, OLTRE AD ESSERE UN BUON LAVORO, HA A MIO AVVISO UN APPROCCIO PIÙ MELODICO E COMMERCIALE RISPETTO AI PRECEDENTI. SIETE DACCORDO?

Aydan: “Quando si parla di ‘commerciale’ nel metal mi viene sempre un po’ da ridere. Questo perché commerciale dovrebbe significare più vendite e invece nel metal quando proponi una cosa più melodica, la gente ti critica. A volte quindi è l’opposto: fai qualcosa di più accessibile e vieni attaccato da una buona parte di fan”.

DUNQUE DICI CHE QUESTO APPROCCIO PIÙ ACCESSIBILE NON VI PERMETTERÀ DI VENDERE DI PIÙ O AMPLIARE LA FASCIA DI FAN?
Gorlan: “Potrebbe essere ma diciamo che magari piuttosto che ampliare, prenderemo una fascia diversa di fan”.
Aydan: “Di sicuro ne perderemo alcuni ma purtroppo siamo costretti a fare quello che ci sentiamo di fare. Non siamo una band che pianifica le cose a tavolino e non rischia”.

QUESTO CAMBIAMENTO NEL VOSTRO SOUND DUNQUE NON È STATA UNA SCELTA?

Aydan: “Ce ne siamo accorti alla fine del processo di composizione e, vedendo che il materiale aveva un taglio più hard rock, abbiamo scelto un produttore come Dennis Ward che potesse sottolineare ancora di più questo aspetto. Alla fine l’intero lavoro è risultato più melodico, più hard rock”.

VI SIETE TROVATI BENE CON DENNIS WARD?
Zender: “Decisamente. È stato molto impegnativo e ci ha messo alla prova, viste le molte cose che non conoscevamo a livello di esecuzione e di suoni. È stata quindi un’esperienza importante e fomativa.
Gorlan: “È stata anche la prima volta che un produttore ci ha seguito dall’inizio della registrazione fino al mixaggio, per cui alla fine il prodotto è risultato più compatto rispetto ai precedenti”.

COME DITE, ‘RED SILENT TIDES’ SPOSTA IL TIRO SU TERRITORI PIÙ HARD ROCK. COSA HA GUIDATO QUESTO CAMBIAMENTO? I VOSTRI GUSTI MUSICALI ATTUALI?

Aydan: “Vedi, il problema è che siamo un po’ vecchiotti (risate, ndr). No in realtà penso che questo sia l’album più vicino alle nostre influenze e ai nostri ascolti di quando siamo cresciuti. Chi infatti ha iniziato ad ascoltare metal dopo il ’94 o ’95, potrebbe non capire le differenti influenze che noi abbiamo avuto ascoltando questo genere dai primissimi anni ’90, quando c’erano anche gruppi hard rock come Guns n’ Roses o Bon Jovi. I nostri primi ascolti dunque non erano solo metal tadizionale”.
Zender: “La gente si sofferma sempre sul genere che proponi ma credo che in dieci anni siamo riusciti a creare uno stile nostro e riconoscibile, indipendentemente che il pezzo proposto sia folk, metal, thrash o hard rock. Le nostre influenze e le nostre capacità d’esecuzione sono sempre messe al servizio della canzone”.

NON VI IDENTIFICATE IN UN PARTICOLARE GENERE DUNQUE?

Zender: “No perché noi siamo come i normali ascoltatori: i nostri gusti cambiano e si evolvono, solo che la gente dovrebbe capire che questi cambiamenti si riflettono anche nella musica che facciamo”.
Aydan: “Tra l’altro ogni volta che esce un nostro nuovo album veniamo criticati perché non è simile al precedente… ‘The Scythe’ era troppo pesante, ‘Red Silent Tides’ è troppo melodico…”

“TWO TRAGIC POETS” NON AVEVA LE CHITARRE…
Aydan: “Esatto! (risate generali, ndr) Siamo preparati dunque alle critiche”.

CRITICHE CHE ARRIVANO IN CHE MODO? DA CHI? DAI FAN O DALLA STAMPA?

Aydan: “Dai fan. Dalla stampa non è un probema, perché solitamente il giornalista che ascolta il disco, cerca anche di capirlo e dunque se arriva una stroncatura, ne prendiamo atto e la accettiamo. Questo ovviamente a meno che il giornalista di turno non odi il tipo di musica che proponiamo, in tal caso forse sarebbe stato meglio se non avesse recensito lui il disco. Comunque al di là delle critiche ogni nostro album vende più del precedente e ai nostri concerti c’è sempre più gente, dunque significa che ci sono sempre più nuovi fan”.

IN MOLTI HANNO CRITICATO ANCHE IL VOSTRO LOOK ATTUALE E ALCUNI DOPO AVER VISTO IL VIDEO DI “THE CABAL” HANNO ADDIRITTURA PARLATO DI LOOK “EMO”…
Aydan: “Ma il metal non dovrebbe essere un movimento che non guarda queste cose? Meno male… Si dice che per il pubblico metal conti solo la buona musica invece alla fine è come tutti gli altri”.

UN’ALTRA COSA CHE HO NOTATO DI RED SILENT TIDES È CHE AVETE COMPLETAMENTE ABBANDONATO LE VOCI  IN GROWL…
Zender: “Anche questa non è stata una cosa pianificata. Dopo aver composto i pezzi ci siamo accorti che non c’era neanche un pezzo in growl”.
Aydan: “Ce ne accorgiamo sempre alla fine. Abbiamo notato che non c’era un pezzo con voce in growl o una canzone lunga… Che dovevamo fare? Aggiungerle solo perchè qualcuno se le aspetta? No, saremmo andati contro noi stessi solo per accontentare qualcuno e non sarebbe stato giusto. Ovvio che qualcuno non ne sarà contento ma in futuro utilizzeremo ancora questi elementi se ce ne sarà la necessità”.

DUNQUE IL VOSTRO SOUND POTREBBE CAMBIARE DI NUOVO?

Aydan: “Di sicuro il prossimo album avrà un sound ancora diverso”.
Zender: “Non sappiamo in che direzione, lo scopriremo”.

SU ‘RED SILENT TIDES’ ANCHE LE PARTI DI VIOLINO SEMBRANO ESSERE STATE MESSE PIUTTOSTO IN SECONDO PIANO… E’ SOLO UNA QUESTIONE DI MIXAGGIO?

Aydan: “Assolutamente sì, perchè se noti, il violino è presente in maniera costante su tutti i pezzi. E’ stato solo amalgamato in maniera che non spiccasse rispetto al resto, anche perchè le due chitarre sono più presenti”.

DIFATTI VENDENDOVI DAL VIVO IL VIOLINO SUI PEZZI NUOVI E’ MOLTO PIU’ PRESENTE…

Gorlan: “E’ stata una scelta del produttore, il quale aveva in mente un certo tipo di prodotto finito e dunque ha messo un po’ in secondo piano il violino”.

VOLETE INVECE SVELARCI IL SIGNIFICATO DI TITOLO E COPERTINA?

Aydan: “Riflettono i testi del disco, che sono molto emozionali e personali. Tutte le tematiche sono infatti legate a momenti particolarmente difficili che ognuno di noi ha passato negli ultimi tempi come ad esempio perdite di persone care. Questo si è anche riversato nella musica tramite dei testi molto tristi e oscuri che si contrappongono però ad una musica per certi versi positiva e solare che faccia da antidoto o mezzo per uscire da questi momenti difficili. La copertina con una barca persa in un mare rosso rappresenta dunque i nostri sogni, i nostri incubi e paure e cerca una direzione indicata dal faro. Resta da capire se questa è la direzione giusta da prendere e se porterà a qualcosa di positivo”.

C’E’ QUALCHE PEZZO DEL NUOVO ALBUM CHE A LIVELLO DI TEMATICHE RITENETE PIU’ IMPORTANTE DI ALTRI?
Aydan: “Uno dei più importanti è ‘The Cabal’ che è dedicato ad una persona che Damna ha perso”.

SI E’ OCCUPATO LUI DEI TESTI?
Aydan: “Io e lui a seconda delle canzoni”.

ORA TERRETE DIVERSE DATE LIVE, AVETE IN PROGRAMMA LA REGISTRAZIONE DI UN DVD?
Zender: “Non a breve, vedremo più avanti se sarà possibile farlo in occasione di alcune date da headliner”.

COM’E’ IL VOSTRO SEGUITO ALL’ESTERO, IN GERMANIA IN PARTICOLARE?

Aydan: “Molto buono, molto meglio che in Italia”.

COME MAI SECONDO VOI?
Aydan: “Bella domanda, chi vuole rispondere? (risate, ndr)
Zender: “Perchè all’estero i gruppi per loro stranieri hanno più appeal, credo. Come noi lo facciamo verso di loro, loro lo fanno verso di noi”.
Aydan: “Sì solo che all’estero, a differenza che qui in Italia, supportano molto anche i loro gruppi nazionali… Mentre in Germania suoniamo al Summer Breeze, negli USA al Prog Power o altri in Inghilterra, Russia o Israele, qui in Italia si fatica a fuonare in qualche festival di nome”.

RIUSCITE A VIVERE DI MUSICA O AVETE ALTRI LAVORI?
(La risposta è piuttosto evidente dai sorrisi sul volto dei ragazzi, ndr)

OK, CHE LAVORO FATE?
Zender: “Io faccio il falegname”
Aydan: “Io sono un architetto”
Gorlan: “Anche io sono un architetto, io e Aydan lavoriamo assieme”.
Zender: “… e guadagnamo i soldi che poi reinvestiamo nella musica…” (risate, ndr)

VOLETE AGGIUNGERE ALTRO PER I VOSTRI FAN?
Aydan: “Spero che i lettori apprezzino il nuovo album e lo ascoltino senza paraocchi e senza le solite aspettative. Ciao a tutti!”

 

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