EMBRYO – Nuova nascita

Pubblicato il 24/06/2015 da

I cremonesi Embryo hanno finalmente spiccato il volo o, per giocare frivolamente con il loro monicker, hanno infine visto la luce. Dopo una cospicua gavetta nell’underground della musica estrema italiana, che ha portato alla pubblicazione dei loro primi due lavori, ecco il salto di qualità con il nuovo, e omonimo, terzo album. Un disco che denota una maturazione completa, un passaggio da crisalide a farfalla che non può lasciare indifferenti. E, a testimonianza di questo deciso balzo in avanti, ecco poi una serie di tour europei, passati e futuri, a supporto di formazioni di genere già affermate e/o storiche. Per cui ci è sembrato il minimo, al netto di queste considerazioni e all’alba di una fase importante della carriera del quintetto lombardo, andare a tastare il polso ai ragazzi. Il chitarrista Eugenio Sambasile risponde alle nostre curiosità…

Embryo - intervista - 2015
CIAO EUGENIO! GLI EMBRYO ARRIVANO AL TERZO FULL-LENGTH ALBUM E FINALMENTE E’ LA VOLTA DI COMPARIRE SULLE NOSTRE PAGINE WEB. TI VA DI RIASSUMERE BREVEMENTE LA STORIA DELLA BAND E LE SUE PRINCIPALI VICISSITUDINI?
“Ciao! Gli Embryo si sono formati nel 2000, ma nei primi anni non siamo mai stati molto ambiziosi, eravamo poco più che ragazzini e volevamo solo suonare. Le cose sono cambiate nel periodo 2004/2005, durante la stesura del primo album ‘Chaotic Age’: ci siamo dedicati seriamente al progetto, rendendoci conto di aver delle buone capacità e voglia di metterci in gioco, abbiamo deciso di provare ad intraprendere un cammino diverso, un cammino più ambizioso. Dopo la prima prova in studio, il vero passo in avanti lo abbiamo fatto con il disco successivo: nel 2009 abbiamo registrato ‘No God Slave’ ed è stato tutto diverso, dalla composizione in sala prove alla registrazione vera e propria. Non ci siamo limitati a scrivere canzoni ma abbiamo cercato di trovare il nostro stile; proseguendo su questa strada siamo maturati e, nel 2012, abbiamo cominciato la stesura dei brani di ‘Embryo’, che poi abbiamo registrato nel 2014 ai Domination Studio. Nel corso degli anni abbiamo vissuto parecchie vicissitudini, come tutte le band credo, ma due in particolare hanno gravato fortemente sui progetti della band. Dopo le registrazioni di ‘No God Slave’ eravamo elettrizzati, volevamo promuovere al meglio il disco, andare in tour e fare più cose possibili…sapevamo di aver fatto un buon lavoro. Purtroppo, ultimate le registrazioni, Stefano (batteria) ci lasciò a piedi. Non avendo trovato un sostituto in tempi brevi, non siamo riusciti a portare avanti la promozione live di quell’album; è stato decisamente dannoso per la band, non solo per la promozione mancata ma anche economicamente. Sempre in quel periodo, l’etichetta che ci ha distribuito non ha lavorato come promesso, ad un certo punto non rispondeva nemmeno più alle mail e dopo poco è fallita…ancora oggi non siamo riusciti ad avere notizie a riguardo…”.

INFATTI, SE NON ERRO, DALLA REALIZZAZIONE DI “NO GOD SLAVE” A QUELLA DI “EMBRYO” AVETE CAMBIATO LA SEZIONE RITMICA, CON GLI INGRESSI DI NICOLA IAZZI AL BASSO E ENEA PASSARELLA ALLA BATTERIA, PASSANDO PER DAVID FOLCHITTO (STORMLORD) PER I LIVE E FRANCESCO PAOLI (FLESHGOD APOCALYPSE) PER LE REGISTRAZIONI. VUOI SPIEGARCI COME SONO AVVENUTI TUTTI QUESTI AVVICENDAMENTI E COME LI AVETE VISSUTI DALL’INTERNO?
“Esatto, la sezione ritmica è completamente diversa. Fino ad ora non siamo mai riusciti ad avere un bassista che entrasse a pieno nello stile della band, molti di quelli che abbiamo provato erano troppo distanti dal sound che stavamo cercando, tant’è che ho anche pensato di registrare io le parti di basso per ‘Embryo’. Poi ho ricevuto una telefonata da Andrea (ex-membro della band e caro amico), lui mi ha parlato di Nicola, mi diceva che era interessato ad entrare nel gruppo… Ho pensato che si trattasse di un altro buco nell’acqua, ma ho voluto ascoltarlo e allora abbiamo provato Nicola. Dalla prima nota che ha suonato, abbiamo capito di aver trovato quello che stavamo cercando, Nicola è stato fondamentale nelle registrazioni del nuovo lavoro. Il passaggio dei batteristi è invece più complesso: ad un anno dall’uscita di ‘No God Slave’, Stefano era rientrato nella band, per poi mollarci – ancora! – durante la stesura di ‘Embryo’. A quel punto eravamo – ancora! – in una brutta situazione, in quanto avevamo lo studio già prenotato per le registrazioni del disco ed alcuni live estivi confermati, tra cui Masters of Rock e Total Metal Fest. Non ci siamo fatti prendere dallo sconforto, però, io ero sicuro di avere tra le mani dei pezzi importanti, dovevo solo trovare le persone giuste con cui collaborare. Abbiamo provato tantissimi batteristi senza trovare quello giusto, finché ho provato a scrivere a Francesco Paoli facendogli la mia proposta. Dopo aver ascoltato la pre-produzione dei nuovi brani, Francesco ha accettato di lavorare con noi; a quel punto eravamo a posto per il disco, ma ci mancava un drummer per i live. E’ nata così la collaborazione con David Folchitto. David è un professionista, ha preparato perfettamente i concerti e ci ha accompagnato nel recente tour nell’est Europa. La band aveva però bisogno di un batterista in pianta stabile e David non poteva essere dei nostri al 100% per via dei suoi mille impegni. Abbiamo conosciuto Enea nel luglio 2014, ha suonato con noi al Total Metal Fest: Federico Paulovich (batterista dei Destrage) al tempo ci consigliò di contattarlo, siccome David era impegnato in Germania e a noi serviva un batterista per quel live. Abbiamo poi corteggiato Enea per mesi dopo quel concerto ed ora siamo felicissimi di averlo in line-up. Dall’interno abbiamo vissuto tutti questi cambiamenti come delle importanti esperienze, abbiamo imparato molto trasformando momenti negativi in positivi, abbiamo collaborato con i migliori batteristi italiani e siamo orgogliosi del rapporto che si è instaurato tra di noi”.

IL TITOLO “EMBRYO”, COME IL NOME DELLA BAND, DONA AL NUOVO DISCO UNA PROSPETTIVA QUASI DI ‘RIPARTENZA’ PER VOI. MA IN REALTA’ COME MAI LA SCELTA E’ CADUTA SUL TITOLO OMONIMO? E’ IN RELAZIONE ALLE LYRICS O COS’ALTRO?
“Abbiamo deciso di intolare il disco ‘Embryo’ perché è il disco che più ci rappresenta. In questo album abbiamo trovato il punto di svolta. Ci identifichiamo in tutto e per tutto con questi brani e con questo sound, ‘Embryo’ è il disco che volevamo fare, siamo molto soddisfatti di questo ultimo lavoro ed è questo il motivo per cui gli abbiamo dato il nome della band: noi siamo gli Embryo ed ‘Embryo’ è ciò che noi siamo”.

PASSANDO AL TEMA LYRICS, QUALI SONO GLI ARGOMENTI CHE SOLITAMENTE TRATTATE E QUALI QUELLI PIU’ STRETTAMENTE LEGATI AL NUOVO ALBUM? E QUALE SIGNIFICATO HA LA COPERTINA REALIZZATA?
“Le lyrics sono prettamente introspettive, tutti i testi vengono scritti da Roberto (Pasolini, vocalist, ndR), ed in questo caso si tratta di una riflessione personale sull’esistenza ed un piccolo bilancio di un percorso interiore di molti anni, anni che lo hanno portato ad arrivare alla condizione attuale. Ci sono amarezza, disillusione e tanta rabbia, ma i testi possono essere interpretati da chiunque abbia voglia di confrontarsi con questi sentimenti. La cover del disco unisce tutti i sentimenti descritti: ci sono delle parti organiche legate tra loro, raffigura il nostro sound, nell’immagine si possono vedere degli ingranaggi associabili ai riff meccanici di chitarra ed il colore che abbiamo deciso di utilizzare lo associamo alle sonorità cupe delle tastiere. Fondamentalmente la cover può in qualche modo raccontare quello che ci si può aspettare ascoltando il disco”.

PASSANDO ALLA MUSICA, INVECE, PARE PROPRIO CHE CON QUESTO ULTIMO ALBUM ABBIATE TROVATO, COME TU HAI GIA’ ANTICIPATO, IL BANDOLO DELLA MATASSA DEL VOSTRO SOUND, ORMAI MATURATO SU LIVELLI INTERNAZIONALI E CON BUONE DOSI DI PERSONALITA’. SOTTO QUALI ASPETTI AVETE LAVORATO DI PIU’ IN SEDE DI SONGWRITING E QUAL E’ STATO L’APPROCCIO DELLA BAND ALLA COMPOSIZIONE?
“Abbiamo lavorato intensamente seguendo uno schema preciso, non abbiamo tralasciato nulla, ogni singolo riff, ogni arrangiamento…abbiamo esaminato con cura maniacale ogni aspetto di ogni brano. I pezzi sono stati composti tutti da me, partendo dalla chitarra: ho registrato tutte le parti dello strumento, poi abbiamo arrangiato il mio materiale mettendo i primi suoni di tastiera. Questo percorso è stato fatto e rifatto più volte, abbiamo voluto inserire le tastiere prima del basso per poter poi avere più scelta su ciò che avrebbe suonato Nicola; in alcuni casi il basso accompagna i tappeti sonori delle tastiere mantenendo però le pennate ritmiche della chitarra, creando così un muro sonoro più spesso ed articolato. Abbiamo scritto a computer una piccola linea-guida di batteria per avere un’idea dei tempi da utilizzare, ed una volta messa a fuoco la direzione ritmico-sonora il lavoro di finalizzare il tutto è toccato a Simone (Solla, tastierista, ndR). Ci siamo concentrati molto, oltre che sulla precisione tecnica ed esecutiva, sui suoni delle tastiere, e Simone è stato fondamentale in ogni brano, riuscendo a creare un sound ricco ma mai invadente. I testi sono arrivati alla fine, anche in questo caso avendo già le tastiere ben affinate prima di inserire le lyrics, in modo da dare a Roberto maggiore fonte di ispirazione”.

IL VOSTRO STILE E’ SIA BRUTALE, SIA TECNICO, SIA MELODICO, ALMENO SOTTO IL PROFILO STRUMENTALE, DOVE UNITE IL SUONO OLD-SCHOOL E NINETIES DEL DEATH E DEL CYBER-THRASH METAL ALL’APPROCCIO PIU’ MODERNO DOVUTO ALL’USO DELLE KEYBOARDS. EPPURE VOCALMENTE SIETE ASSOLUTAMENTE STOLIDI E CONCENTRATI SOLO SULL’USO DEL GROWL. COME MAI QUESTA SCELTA? E AVETE MAI PENSATO DI INSERIRE CLEAN VOCALS IN QUALCHE BRANO?
“Mai pensato di inserire clean vocals, amiamo il growl di Roberto. Ci piace sperimentare suoni moderni, lavorare sulle linee del cyber-thrash, esplorare suoni elettronici, anche industrial…ma sempre attenendoci a ciò che più amiamo suonare: death metal. Non è nel nostro stile utilizzare voci melodiche, la brutalità delle nostre lyrics colpisce a volto scoperto, vogliamo che sia così, non abbiamo mai amato le voci pulite”.

LA PRESENZA DI FRANCESCO PAOLI COME SESSIONMAN ALLA BATTERIA QUANTO HA CONTRIBUITO A PLASMARE IL NUOVO DISCO “EMBRYO”? ESSENDO ANCHE LUI COMPOSITORE, IN CHE MODO VI HA SUPPORTATO? HA CREATO LUI I PATTERN DI BATTERIA OPPURE HA CONTRIBUITO SOLO A LIVELLO MARGINALE?
“Be’, abbiamo inviato a Francesco tutti i brani con delle linee-guida di batteria scritte a computer, ma fin da subito ha avuto carta bianca in merito alle parti. Si è messo in gioco con noi ed ha sperimentato cose che solitamente non suona con i Fleshgod. Tutti i pattern sono stati creati e suonati da lui, è un grande professionista ed un ottimo compositore: ricordo che nel periodo della stesura passavamo nottate intere ad inviarci materiale via mail e, come noi, anche lui è stato molto meticoloso in ogni dettaglio…dalle sezioni di batteria alla scelta dei microfoni per registrare, con tutto quello che ci va in mezzo. La sua presenza ha contribuito molto al risultato finale”.

LA SCENA DEATH METAL (O COMUNQUE QUELLA ESTREMA IN GENERALE) ITALIANA NEGLI ULTIMI ANNI HA SFORNATO BAND DI TUTTO RISPETTO E SOPRATTUTTO CHE SONO RIUSCITE ANCHE A SFONDARE IN EUROPA E NEGLI USA. LA SITUAZIONE, SE PARAGONATA SOLO A DIECI ANNI FA, E’ NETTAMENTE MIGLIORATA, DUNQUE. A COSA PENSI SIA DOVUTO QUESTO EXPLOIT NOSTRANO? C’ENTRA IN QUALCHE MODO IL DIVERSO APPROCCIO AL MERCATO DISCOGRAFICO DEGLI ULTIMI ANNI OPPURE E’ PIU’ IMPUTABILE AL BISOGNO DELLE BAND DI ANDARE IN TOUR PER SOPPERIRE ALLE DIMINUITE VENDITE DI DISCHI (IPOTESI STRETTAMENTE CONNESSE, FRA L’ALTRO)?
“Sicuramente la diminuzione delle vendite dei dischi ha inciso fortemente, ma quello credo che vada a danneggiare qualsiasi genere, non solo quello estremo. Penso che il punto fondamentale sia proprio la qualità delle band: oggi in Italia possiamo vantare band che non hanno nulla da invidiare a quelle scandinave o americane, negli ultimi anni è stata presa una direzione diversa, i gruppi hanno cominciato a curare il songwriting ed il sound, in studio e dal vivo. La situazione è migliorata molto grazie a quelle band che hanno spaccato il culo, su disco e su palco”.

IL PROSSIMO MESE DI MAGGIO (l’intervista si è tenuta nella seconda metà di aprile) SARA’ PER VOI DAVVERO PIENO: VI ASPETTA INFATTI UN LUNGO TOUR EUROPEO ASSIEME A MELECHESH, KEEP OF KALESSIN E TRIBULATION, UN’OCCASIONE DAVVERO GHIOTTA PER FAR CRESCERE IL NOME EMBRYO DOVE CONTA. COME VI STATE PREPARANDO PER L’EVENTO E CON QUALE SPIRITO LO AFFRONTATE?
“Maggio sarà decisamente un mese intenso, è la prima volta che affrontiamo un tour così lungo. Stiamo lavorando molto sullo show, non lasceremo nulla al caso, in sala prove prepariamo più scalette e poi suoniamo il tutto per capire quale sia la migliore, la scelta dei brani è la cosa fondamentale. Ci stiamo inoltre concentrando molto sul look e sulla presenza scenica, vogliamo che il nostro spettacolo lasci il segno. Siamo carichi, sicuramente ci divertiremo molto, ma affronteremo questi venticinque concerti in un mese serenamente, con serietà e professionalità”.

BENE, EUGENIO, E’ TUTTO. TI RINGRAZIO E TERMINA PURE L’INTERVISTA A TUO PIACIMENTO…
“Prima di tutto ringrazio te e tutto lo staff di Metalitalia.com per questa intervista e per l’interesse nella band. Ai lettori che già ci conoscono e ci seguono voglio dire di continuare a farlo, mentre chi non ci conosce potrebbe avvicinarsi a noi ora ascoltando il nostro nuovo album, potrebbe essere davvero una gradita sorpresa. Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto!”.

 

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