EMPTINESS – Il nulla che divora tutto

Pubblicato il 01/10/2014 da

 Non sono passati neanche due anni dal terrificane “Error” che i death metaller belgi Emptiness sono già tornati, con uno dei dischi avantgarde death metal più contorti e incomprensibili di sempre. Tuttavia, come spiega anche la band stessa, “Nothing But the Whole” è anche un lavoro non privo di sorprendenti melodie e una sinistra ariosità. Per capirne di più siamo andati a bussare un’altra volta alla porta del leader indiscusso della band, il bassista e cantante Phorgath, (il quale milita anche negli Enthroned) che ci ha spiegato che il disco è una sorta di concept su un ordine retroverso, uno sguardo concettuale diverso verso l’entropia e il chaos che vengono visti dal punto di vista dell’ordine totale – un’illusione destinata presto a scomparire in un orrore di chaos totale. Sorprendentemente la band ha saputo magnificamente tradurre il concept in musica presentandoci un lavoro che trasuda insensatezza e delirio ma che si mostra spesso e volentieri approcciable e seducente. Insomma, siamo al cospetto di una band che di riconferma leader di personalità e innovazione nel death metal, una entità che sembra quasi sempre impossibile non interpellare per cercar di capire qualcosa di nuovo sulla loro assurda e preziosissima musica.

emptiness - band 2 - 2014

NON E’ PASSATO MOLTO TEMPO TRA “ERROR” E “NOTHING BUT THE WHOLE”, AVEVATE FRETTA DI FARE UN ALTRO DISCO IL PRIMA POSSIBILE?
“Non sento di aver fatto le cose con fretta. Alla fine sono passati due anni tra i due dischi, un lasso di tempo abbastanza normale. Però c’è stata una presa di posizione collettiva di voler mantenere la band attiva il più possibile e in costante movimento per non permettere alla stagnazione di sub-entrare e per poter mantenere gli Emptiness una priorità, quello si. Forse è per questo che i due dischi sono usciti a distanza ravvicinata”.

COME MAI IL TITOLO “NOTHING BUT THE WHOLE”? E QUALI ALTRI TEMI ESPLORA IL DISCO?
“Credo il titolo significhi la facilità con la quale si possano dare spiegazioni alle cose, dare un senso al tutto in vari ambiti della vita, e come questo ‘tutto’ possa però essere capovolto e come si possa anche vedere il chaos in tutto, e non significato e ordine. Il nulla è tutto e viceversa. Noi esseri umani cerchiamo un codice, dei significati, in realtà spesso stiamo solo cercando di organizzare l’inorganizzabile”.

DIRESTI CHE E’ STATO UN DISCO FACILE O DIFFICILE DA CREARE? COME E’ STATO IL PROCESSO DI SCRITTURA?
“E’ stato un disco molto divertente da fare e tutti hanno dato il massimo. Però se consideri quanto il disco sia strano e astratto ti renderai anche conto che la sua creazione non sempre è stata una cosa semplice. E’ stato un processo lungo e laborioso prendendo tutto in considerazione. E’ stato necessario mantenere l’ispirazione e la concentrazione sempre ad alti livelli. Non certo una cosa semplice. Ma noi ci abbiamo dato dentro con convinzione, cercando di dare il massimo, e alla fine nell’arco di sei mesi quello che avevamo in testa è uscito fuori su nastro, per cui, gran bel risultato devo dire”.

AVETE USATO QUALCHE STRUMENTO PARTICOLARE O TECNICA DI REGISTRAZIONE “STRANA” COME AVEVATE FATTO SU “ERROR” ANCHE PER QUESTO DISCO?
“Credo che questo disco sia inusuale per i modi con cui il suono è stato cercato e trovato. Se ci fai caso e ascolti il disco attentamente ti accorgerai che il suono di ogni strumento cambia costantemente nel disco, e esce  diverso alla fine da come era iniziato. E’ una produzione molto viva e cangiante che cerca anch’essa di veicolare chaos e entropia, proprio come nelle tematiche che ti menzionavo prima. Cerchiamo di prendere l’ascoltatore in contropiede tanto col suono quanto nel modo di comporre”.

LA SCELTA DI FARE UN DISCO DEATH METAL MOLTO STRANO E INUSUALE E’ STATA UNA DECISIONE PONDERATA E DECISA A TAVOLINO O IL DISCO E’ SEMPLICEMENTE VENUTO COSI’ “DA SE’”?
“Il disco è stato scritto e registrato senza inibizioni. Avevamo delle idee e le abbiamo spinte alle loro estreme conseguenze. A noi piace lasciare il pubblico perplesso, ma non vogliamo risultare eccentrici o fuori di testa, solo molto creativi con ciò che facciamo. Non vogliamo che la nostra musica sia solo non-senso. Vogliamo che la gente capisca che questa band non è una allucinazione, ma è una cosa vera. Credo che in generale, cerchiamo solo di fare musica con personalità e creare qualcosa di inaccessibile che vada scoperto”.

SI HA QUASI LA SENSAZIONE CHE IL DEATH METAL SI “SMARRISCA” E SI PERDA IN QUESTO DISCO, CHE NE PENSI?
“‘Death Metal’ è solo una etichetta per creare una categoria mentale. Chi supera tali nozioni in realtà troverà il disco di facile ascolto e molto sensato. E’ un disco estremo senza esserlo, melodico ma senza melodie, e così via. E’ una spirale di emozioni e sensazioni concatenate e fuse insieme e alla fine disintegrate. Il disco non va visto inserito in un genere o non se ne esce più”.

QUALI VOSTRE INFLUENZE HANNO GIOCATO UN RUOLO DI MAGGIOR RILIEVO NEL RISULTATO FINALE?
“L’influenza primaria è stata quel ritmo e quel chaos di cui ti parlavo prima, che chiamiamo ‘verità’. Tutte le interazioni di essa ci hanno fatto capire che il disco non poteva essere ‘bloccato’ da un solo tipo di suono ma che doveva evolvere e lasciarsi andare, e che la produzione doveva essere tutto tranne che sterile. Un’altra influenza primaria sono state tante band ‘pop’ che hanno un suono melodico e piacevole ma anche una faccia nascosta. Mi hanno fatto capire che è possibile fare muisca fluida e avvolgente e anche piacevole, senza sacrificare nulla in bruttezza. Alcune band hip-hop mi hanno mostrato cose davvero interessanti sul ‘flow’, su come la musica possa scorrere e articolarsi, e come possa essere incentrata sul groove e il ritmo”.

INFATTI A TRATTI IL DISCO PARE PROPRIO ARIOSO E “PLACIDO” QUASI…
“Esatto. Ci piace mantenere una frustrazione di fondo nella nostra musica, e cerchiamo sempre di modellare e deformare, dare il senso che un qualcosa si stia compiendo, per poi annullarlo e distruggerlo, senza preavviso. La nostra musica è una marcia inesorbaile e inarrestabile verso l’ignoto, e questo ignoto deve essere fatto soprattutto di imprevdibilità, melodia, grazia e quiete incluse. Secondo noi se ottieni ciò che vuoi senza fatica, non ottieni alcun piacere. Per questo noi, una band death metal, potevamo fare un disco death metal e voi lo avreste apprezzato solo a metà, per cui abbiamo fatto un disco tutto strano e deforme che non ha alcun senso apparente. Vi facciamo un favore  se faticate a capire”.

CREDI CHE UN DISCO COSI’ INISUALE E SPERIMENTALE SIA UN NUOVO CORSO PER VOI, O SOLO UN ESPERIMENTO ISOLATO?
“Nessun nuovo corso, non faremo mai due dischi identici. Non è proprpio nel DNA di questa band fare dischi simili tra loro”.

SEI FELICE DEL RISULTATO FINALE O CI SONO COSE DEL DISCHO CHE CAMBIERESTI COL SENNO DI POI
“Ora si, ma ci è voluto del tempo a raggiungere un mix finale e definitivo. Il proprietario della Dark Descent deve aver pensato che siamo pazzi. Gli abbiamo ripetuto cento volte ‘ecco, questo stavolta è il mix finale, non cambieremo più idea’ – e poi il giorno dopo gliene mandavamo un altro diverso e corretto (ride, ndR)”.

DELLA COPERTINA INVECE CHE CI DICI?
“E’ una foto manipolata e assemblata da Olve, il nostro chitarrista. Cerchiamo sempre di ‘illustrare’ i nostri dischi con le copertine, non sono mai casuali. In questo caso funziona: vedi benissimo cosa sia, ma non ne capisci la ‘deformazione’”.

TU SUONI ANCHE NEGLI ENTHRONED. GLI ALTRI MEMBRI DEGLI EMPTINESS INVECE HANNO ANCHE LORO ALTRE BAND?
“Jonas Sanders suona anche nei Pro-Pain e fa il session man per varie altre band a seconda della necessità. Phil invece ha una carriera solista a Londra dove vive, e ha anche una band grunge stanziata là”.

CHE PIANI AVETE PER L’IMMEDIATO FUTURO?
“Il primo obiettivo è di fare qualche data per mostrare il disco alla gente in sede live. Visto che pare che alla gente sia piaciuto, ci sembra una buona idea. Stiamo anche lavorando ad un video, che sarà composto da riprese dal vivo. Credo che sarà una figata, abbiamo organizzato un evento privato in un vecchio cinema squattato. Inoltre stiamo anche lavorando ad un corto che speriamo di pubblicare a fine anno”.

CHE BAND TI SONO PIACIUTE DI RECENTE? CHE CI CONSIGLI?
“Io ho personalmente registrato i nuovi album di alcune ottime band di recente: Cult of Erinyes, Dehuman, Nyx, Horncrowned e Lvcifyer. Invece nel tempo libero di recente ho ascoltato un sacco di Beach House, Inquisition, e Connan Mockasin”.

GRAZIE PHORGATH, ALLA PROSSIMA!
“Grazie a voi ragazzi, per il continuo supporto che ci date!”.

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