EMPTINESS – Un’insopportabile tomba di rumore

Pubblicato il 25/10/2012 da

Metalitalia.com stavolta è volata fino in Belgio a cercare una delle band death metal più misteriose e assurde apparse nell’undeground estremo europeo degli ultimi anni. Non sono certo tipi in vista e che amano i riflettori, gli Emptiness. Pochi tour, identità celate, poche parole e tanta ambiguità. Ma sono tutti tratti questi, che anche se poco appaganti sotto l’aspetto del gossip e del sensazionalismo, scaturiscono sempre e soltanto da personalità perennemente votate al duro lavoro e guidate da un’etica artistica certosina e reclusa che su disco assicura sempre risultati travolgenti. Ne è un chiaro esempio “Error” un disco assurdo per la visione artistica che veicola e allucinante per il sound rivoluzionario che sfoggia, che trasuda genio da ogni poro e che ha forse reso gli Emptiness una di quelle band destinate a riscrivere il libro del death metal. Gli Emptiness sono dunque una di quelle band che mostrano un genio criptico e schivo e stimolano domande a non finire, inevitabile dunque non tentare di andarli a scovare a casa loro, in Belgio, per cercare di carpire qualcosa in più sulla misteriosa natura di questa “creatura” sonica abominevole. Ci ha riposto Phorgath, bassista e cantante della band, e proprietario e “ingegnere capo” dei Blackout Studios, uno che fa tutto da solo, insomma, che non ha bisogno di niente e di nessuno e che è votato unicamente alla pura sostanza…

CIAO PHORGATH, POTRESTI INTRODURCI GLI EMPTINESS E SPIEGARCI BREVEMENTE LA STORIA DELLA BAND E LA FILOSOFIA CHE VI E’ DIETRO?
“Gli Emptiness sono una band sepolta viva. Sepolta nelle tenebre. Per oltre dieci anni abbiamo delineato i contorni di una realtà morta e vuota. Siamo il nulla che masturba l’infinito. Ogni valore umano è dissolto in questa realtà, e ogni pensiero soppresso. Io ho dato vita alla band in origine con Neraath, abbiamo sempre cercato di fare qualcosa di estremamente personale. Diciamo che in generale stiamo come in trip perenne, vogliamo costantemente sentire l’infinito attorno a noi creando il nulla più totale”.

CHE SUONO AVEVANO GLI EMPTINESS DEGLI ALBORI? QUALI SONO SECONDO TE LE DIFFERENZE MAGGIORI RISPETTO AL PRESENTE?
“Siamo sempre stati una band pesantissima, fin dagli esordi. Voci gutturali, composizioni opprimenti. Non credo sia molto diverso da quello che facciamo oggi. Semplicemente oggi abbiano una conoscenza e consapevolezza di ciò che facciamo ben più grande di quella che avevamo agli esordi. Abbiamo anche più esperienza per quanto riguarda i suoni, le tecniche di produzione, l’attrezzatura, eccetera, ed è per noi oggi più facile rappresentare ciò che abbiamo in mente nella realtà e trasformare in suono ciò che abbiamo dentro di noi. Il nostro primo album è tutt’altro che perfetto ma in esso è certamente già riconoscibile il nostro suono e la nostra visione. Siamo fieri di quel debutto e consigliamo a tutti coloro che hanno apprezzato il nostro ultimo album ‘Error’ di andarsi a sentire quel nostro primo album”.

TUTTAVIA SIETE UNA BAND CHE IN APPENA UNA MANCIATA DI RELEASE HA MOSTRATO UNA EVOLUZIONE SORPRENDENTE. DOVE PENSATE DI ESSERE DIRETTI MUSICALMENTE?
“‘Oblivion’, il nostro secondo album, è più basato sulla potenza e sulla nitidezza del suono. Ha un suono più limpido e tagliente degli altri due lavori. La produzione è molto più vicina ai tipi di sonorità che si sentono comunemente in questo genere di musica heavy oggigiorno. Credo che stavamo cercando di superarci più come produttori che come band con quel disco e stavamo dunque investendo molto di più in termini di missaggio, e solo dopo abbiamo prestato attenzione all’aspetto tecnico e alla composizione del disco. Il primo e l’ultimo disco invece si assomigliano di più ma sono anche essi molto diversi. Siamo in costante evoluzione, e cerchiamo sempre di rinnovarci. Non siamo a nostro agio nella ripetitività, ma stiamo anche cercando di sviluppare una nostra identità”.

DI CHE PARLA “ERROR”? COPRE QUALCHE TEMA IN PARTICOLARE?
“‘Error’, in poche parole, tratta del momento stesso in cui l’uomo si confronta con la propria contingenza. Ma tutto il rumore, le atmosfere, e suoni che creiamo sono concepiti come al di fuori della dimensione umana. Sono alieni e rappresentano un qualcosa molto più grande, una verità inconfutabile secondo cui l’uomo non è nulla e in cui non è il benvenuto. I testi al contrario sono la voce dell’uomo messo difronte ad una realtà così agghiacciante, il suo urlo impotente”.

QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE MAGGIORI? CHI HA ISPIRATO MAGGIORMENTE LA VOSTRA MUSICA?
“Musicalmente parlando, abbiamo iniziato la band era probabilmente influenzata da band storiche come i Bolt Thrower, i Napalm Death, gli Emperor, i Morbid Angel, i Mayhem, eccetera. Ma siamo tutti musicalmente molto aperti e di larghe vedute, e ascoltiamo la roba più disparata. Io per esempio ascolto molta musica classica, pop, rock, hip-hop eccetera, tutta roba che mi ha influenzato parecchio. So dove sono le mie radici, ma so anche che si può trovare il genio in ogni genere di musica esistente. Sarebbe un peccato non poter imparare quelle lezioni e sfruttarle, solo per la semplice avversione o sentimento di appartenenza ad un genere piuttosto che ad un altro”.

MAGARI NON INTENZIONALMENTE, MA “ERROR” MOSTRA TANTISSIME INFLUENZE CHE SEMBRANO PROVENIRE DAL MONDO DEL NOISE ROCK, SEI DACCORDO?
“Daccordo al 100%. Infatti, con la predominante componente noise che abbiamo sviluppato, noi cerchiamo di fa sembrare gli Emptiness più una creatura che ha una vita tutta sua piuttosto che una band formata da vari strumenti a se stanti. Nella fase di missaggio poi lavoriamo tanto quanto nella fase di scrittura e registrazione. Aggiungiamo suoni ed effetti, manipoliamo i livelli e suoni in maniera tale da enfatizzare il caos e il disordine del disco quanto più possibile. Per esempio, una traccia aggiuntiva di  basso piccolo (una sorta di piccola chitarra con corde da basso, ndR) distorto è stato aggiunto all’intero album per enfatizzare il senso di gonfiore e immensità del disco. Inoltre in un certo senso, il lavoro nel suo complesso è molto rock. Per esempio sulle chitarre c’è meno distorsione di quello si potrebbe pensare. In realtà maltrattiamo le corde e suoniamo più intensamente per generare pesantezza. In questo modo si ottiene un’aggressività che suona più reale e incasinata. Comunque sia, ogni suono che si sente è generato da noi stessi, non abbiamo usato alcun sample o campionamento di sorta. E infine, le registrazioni, sempre per apparire più reali, non sono mai state aggiustate o sistemate. Tutto quello che si sente è ciò che abbiamo suonato”.

E’ SOLO UNA COINCIDENZA, O IL VOSTRO SOUND RONZANTE E DISSONANTE E’ ANCHE IN PARTE INFLUENZATO DAI GODFLESH?
“Non credo direttamente, ma trovo il parallelismo molto intrigante. Tornerò a sentire un loro album per cercare di capire meglio cosa intendi”.

CHE ALTRO PUOI DIRCI SUL SOUND VERAMENTE ASSURDO CHE CARATTERIZZA “ERROR”?
“Abbiamo registrato tutto dal vivo, come se fossimo in sala prove, dunque tutti nella stessa stanza e con gli ampli accesi, eccetto per le voci. E’ stata una scelta artistica. Potevamo fare come ci pare, ma era la soluzione più sensata per ottenere quel sound schifoso che senti. Per farti capire quanto il suono di questo album sua ricercato, ti dico che il disco in realtà era stato già interamente registrato in un altro modo, ma visto che non eravamo del tutto soddisfatti lo abbiamo ri-registrato da capo usando un approccio diverso. Cazzo, è stata una decisione difficile buttare via tutto e ricominciare da zero, ma registrare dal vivo e ri-arrangiare il tutto per adattare la musica alla nuova dimensione live alla fine ha pagato, eccome”.

IL SUONO DI “ERROR” E’ TALMENTE ARTICOLATO ED ASSURDO CHE APPARE QUASI CHE LA RICERCA DEL SUONO, NEGLI SFORZI PER OTTENERLO, ABBIA TRAVALICATO LA COMPOSIZIONE. SEI D’ACCORDO?
“E’ vero, la produzione è stata tutto per questo lavoro. Abbiamo fatto talmente tante decisioni difficili in fase di produzione, tante delle quali sapevamo avrebbero avuto un impatto drammatico sul sound finale del disco. Forse oscura il resto ma lavorare così intensamente sui suoni è stato essenziale per creare quell’universo opprimente che alla fine è ‘Error'”.

I SUONI SONO TALMENTE AMALGAMATI, COMPLESSI E STRATIFICATI CHE CON “ERROR” SEMBRA ABBIATE ANCHE OFFUSCATO LA LINEA TRA BLACK METAL E DEATH METAL, E NON SI CAPISCE PIU’ COSA SIA COSA…
“Il death metal e il black metal sono entrambi componenti essenziali della nostra musica e ciò che ha forgiato il nostro immaginario musicale agli esordi, e dopo tutti questi anni passati a sperimentare, deformare, sfigurare e stravolgere, abbiamo preso entrambe le cose e li abbiamo trasformati in un’ulteriore rivoltante entità tutta nostra”.

PENSI CHE VI STATE ALLONTANANDO DAL BLACK METAL E DAL DEATH METAL, O CERCATE COMUNQUE DI RIMANERE BEN SALDI CON I PIEDI NEL MONDO DEL METAL ESTREMO?
“Non lo so, già abbiamo parecchie idee per il futuro, ma la direzione da prendere non è ancora del tutto chiara. Fin’ora abbiamo fatto un disco ogni quattro anni, in media, e ora abbiamo intenzione di pensare di meno ed agire di più e forse pubblicare qualcosa di nuovo in tempi più stretti. Ma mai sacrificando la qualità, come sempre. Registreremo una bonus track a breve da includere nella versione vinile di ‘Error’, sarà senz’altro un indicatore, poi si vedrà”.

SIETE IN GRADO DI RIPRODURRE IL SUONO MOSTRUOSO DI “ERROR” DAL VIVO, O E’ STATO SOLAMENTE CONCEPITO COME UN LAVORO DI STUDIO?
“Ci stiamo lavorando per trovare un verso in questo senso. Usiamo la stessa strumentazione che usiamo in studio per i nostri show e il fatto che abbiamo registrato il lavoro dal vivo dovrebbe aiutarci parecchio visto che in fin dei conti ciò che si sente su ‘Error’ alla fine è il sound che abbiamo dal vivo”.

STAVO GIUSTO PER CHIEDERTELO, CHE STRUMENTAZIONE USATE, E QUANTO PESA QUESTO FATTORE NELLA VOSTRA MUSICA?
“Nulla di trascendentale, una Gibson SG e una Fender Stratocaster sono le chitarre, un basso Musicman a quattro corde, e un basso piccolo Ibanez. Le chitarre usano quattro ampli allo stesso tempo, Mesa, THD, Marshall, e Peavey. Solo che ognuno di noi fa cose differenti mentre suoniamo, per cui, per assurdo, la stessa band che usa la nostra stessa esatta strumentazione avrebbe comunque un sound completamente diverso. Il nostro sound dunque è per il 25% attitudine e risorse materiali, e per il 75% puro pensiero”.

COSA ODI E AMI MAGGIORMENTE, RISPETTIVAMENTE, DELLA SCENA METAL ODIERNA E DEL BUSINESS MUSICALE IN GENERALE?
“Lo sanno anche i sassi, l’industria musicale ormai è completamente diversa da com’era qualche anno fa. La cosa che apprezzo è che oggi tutti si possono esprimere musicalmente, e tutto è accessibile grazie alla tecnologia. La cosa che mi da fastidio maggiormente invece è che la maggior parte della gente su questo pianeta che fa musica sono idioti che non abbiamo alcun bisogno di sentire. La scena metal dei ‘big’ ormai è morta. I tour sono finanziati da band supporto che spendono fino alla bancarotta per suonare prima dei loro idoli in un’arena vuota. E poi anche la produzione si sta involvendo. E’ più accessibile ma tutti vogliono avere il sound che avevano i mostri sacri dieci anni fa. E’ assurdo. Negli anni Ottanta e Novanta, le band cercavano un loro sound, che fosse loro e riconoscibile, era diverso, alla base della musica c’era sempre una ricerca finalizzata a creare un’identità. Oggi tutto ciò è sparito. La gente non va più ai concerti, giudicano le band in base ai video caricati su YouTube e non si vanno a cercare la vera esperienza diretta. I festival poi ormai sono la somma dell’omologazione musicale vigente oggi: tutti vestiti uguale per sbandierare una qualche diversità? Credo che il futuro sia ormai nelle mani delle piccole etichette e dei piccoli promoter che mettono insieme gli show che contano e in cui si può scorgere la qualità vera grazie a band che pensano con la propria testa e che sono libere da tutto. La prossima generazione secondo me sarà così, formata da gente che ha ritrovato e fondato certi valori, certamente in misura minore rispetto a quella che c’era prima dell’avvento di internet, ma comunque in maniera spontanea e fervente. La prossima generazione non si approfitterà più della stupidità delle masse e di piccole band minori bramose di visibilità come accade oggi”.

ECCO, IN QUESTO SENSO VOI COSA PREFERITE? LA VITA INTENSA DEL TOUR, O LA COMODITA’ E RILASSATEZZA DELLE VOSTRE CASE?
“Io adoro andare in tour, ma lo faccio solo quando ho la possibilità di farlo in spensieratezza e non devo preoccuparmi di nulla, come quando vado in tour con gli Enthroned, una cosa che mi ritengo molto fortunato a poter fare. Non potrei mai farlo a tempo pieno e senza la sicurezza che deriva solo da certe risorse”.

IN BELGIO COM’E’ LA SITUAZIONE DELLA MUSICA HEAVY? VI PIACE? VE NE SENTITE PARTE?
“Oltre a suonare negli Emptiness, io registro band nei miei studi di registrazione, i Blackout Studios, e dunque certamente tante band belghe vengono da me a registrare. Ne vedo parecchie di talento, tante che stanno anche raccogliendo i frutti della loro intraprendenza e duro lavoro anche al di fuori del Belgio. Di certo in questo piccolo paese sta accadendo molto, i ragazzi si danno da fare, hanno passione, e la scena si smuove. Gli Emptiness comunque non fanno parte di nulla, semplicemente diamo la nostra solidarietà alla scena, punto”.

DELLA DARK DESCENT RECORDS INVECE CHE MI DICI? COME LI AVETE TROVATI E COME VI STANNO TRATTANDO?
“Quando ho finito di missare ‘Error’ ho iniziato a contattare varie label per tastare il terreno e vedere se eravamo finiti con un prodotto appetibile tra le mani. Ad un certo punto una persona per noi fidata che lavora con un’altra etichetta affiliata con la Dark Descent ci venne a dire che erano interessati. Il giorno successivo al primo contatto hanno addirittura acconsentito a pubblicare il disco. Dopo aver effettuato qualche indagine in più sull’etichetta e aver parlato al telefono con il proprietario della Dark Descent, ho capito che avevamo trovato la persona giusta e abbiamo accettato l’invito ad unirci al loro roster. E’ una gran persona, con tanta passione e sempre pronto a prendere decisioni difficili e rischiose, non da tutti. Siamo molto soddisfatti”.

HAI ALTRO DA AGGIUNGERE?
“Sì, che apprezzo molto il vostro interesse negli Emptiness. A chi può interessare, vorrei comunicare che abbiamo realizzato dei videoclip tratti da ‘Error’, che abbiamo fatto un tour report estremamente deprimente, e che lavoriamo sempre a nuovo artwork. Il tutto è consultabile su www.emptiness.be. Grazie ancora per l’intervista”.

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