EMPYRIOS – La distruZIONe

Pubblicato il 11/08/2013 da

Uno dei dischi più interessanti del 2013, ad oggi, scritto da una formazione italiana è di certo “Zion”, il nuovo lavoro dei riminesi Empyrios, ottimo esempio di preparazione tecnica eccellente unita ad un gran gusto compositivo, poche limitazioni stilistiche di sorta e un coraggio esemplare nel voler mantenere vivo il progetto nonostante gli svariati impegni che coinvolgono, in altre realtà attive, i quattro membri della formazione nostrana. Silvio Mancini, Simone Mularoni, Simone Bertozzi e Dario Ciccioni si meritano più di un semplice ascolto, una volta approcciatisi a “Zion”, in quanto trattasi sicuramente del miglior episodio di una carriera in crescendo e che ora rischia anche di esplodere, commercialmente parlando. E’ quasi un peccato quindi, in un certo senso, dover avere a che fare con le attività parallele dei vari DGM, Mnemic e The Modern Age Slavery, attività che rischiano di togliere agli Empyrios del tempo prezioso. La band è comunque professionale e ben avviata, esperta e capace: non ci resta altro da fare, per saperne di più, che dar lei la parola, più precisamente al chitarrista Simone Mularoni e al batterista Dario Ciccioni…

Empyrios - intervista band - 2013

CIAO RAGAZZI! FINALMENTE GLI EMPYRIOS SONO TORNATI SULLE SCENE CON DEL MATERIALE INEDITO ED UN ALBUM INCREDIBILE, “ZION”. CI RACCONTATE COSA AVETE COMBINATO IN QUESTI ULTIMI ANNI? IO VI HO VISTO DAL VIVO L’ANNO SCORSO AL LEGEND 54 DI MILANO E I VOSTRI NOMI GIRANO PER GLI ALTRI VOSTRI PROGETTI, MA DITECI UN PO’…
Simone: “Ciao a voi! E’ sempre un piacere tornare su queste pagine, soprattutto quando si ricevono dei complimenti! Il disco ha in verità avuto una gestazione lunghissima, ma non tanto come songwriting (che era già chiuso alla fine del 2010!), bensì come produzione/registrazione… Uno dei tanti motivi è sicuramente il mio poco tempo a disposizione per via degli impegni in studio che hanno di volta in volta rimandato la chiusura dell’album, fino a quando abbiamo deciso che si era aspettato decisamente troppo! Aggiungici i mille progetti paralleli/impegni musicali di ognuno di noi ed ecco che una cosa ‘semplice’ è diventata più che complessa…”.

I VOSTRI PRECEDENTI ALBUM, “AND THE REST IS SILENCE” E “THE GLORIOUS SICKNESS”, MI AVEVANO BENE IMPRESSIONATO MA AMMETTO CHE, IN ENTRAMBI I CASI, RESTAVA UN NON SO CHE DI DISATTESO, FORSE RECUPERATO OGGIGIORNO DALLA SENSAZIONE DI ACCESSIBILITA’ CHE TRASMETTE “ZION”. QUALI ERANO I VOSTRI OBIETTIVI IN FASE DI COMPOSIZIONE? PENSATE DI AVERLI RAGGIUNTI? OPPURE IL SONGWRITING E’ STATO PIU’ SPONTANEO CHE PREMEDITATO?
Simone: “Prima di tutto vorrei precisare che ‘And The Rest Is Silence’ (il nostro primo disco) è più che altro un ‘demo’ che è stato poi pubblicato, ma non ha avuto l’attenzione che hanno invece avuto i lavori successivi. Inoltre la line-up era differente, quindi tutti noi consideriamo ‘The Glorious Sickness’ come il vero primo album degli Empyrios. La verità comunque è che non abbiamo assolutamente pensato a come dovessero essere i brani, e questi sono stati scritti di getto esattamente come li avevamo in mente; forse l’unico obiettivo era quello di avere un disco un po’ meno ‘in faccia-classico’, prediligendo un sound un po’ più ricercato e maturo, sia nella produzione che negli arrangiamenti. Ma tutto questo era più che altro una linea-guida, non si pensi che nel disco non siano presenti brani tirati! Aggiungici il fatto che i tre dischi sono stati composti nell’arco di più di dieci anni, quindi è normale che le influenze e l’ispirazione di ognuno di noi siano cambiate nel tempo…”.

IN QUESTI ULTIMI ANNI, E’ USCITA ALLO SCOPERTO LA COSIDDETTA CORRENTE DJENT, CON TESSERACT E PERIPHERY QUALI PRINCIPALI ESPONENTI, CORRENTE CHE ALTRO NON E’ CHE UN RIPRENDERE LE TECNICHE CHITARRISTICHE INTRODOTTE DAI MESHUGGAH E INSERIRLE IN UN CONTESTO, SOPRATTUTTO VOCALE, PIU’ MELODICO. DEVO DIRE CHE QUALCHE ACCENNO A TALI SONORITA’ IN “ZION” SI SENTE, SEMPRE RICORDANDO CHE FIN DAGLI ALBORI DEGLI EMPYRIOS I MESHUGGAH SONO STATI UN’ISPIRAZIONE. MI SBAGLIO? COSA NE PENSATE?
Simone: “C’è sicuramente l’influenza cosiddetta ‘djent’ in molte parti del disco, ma se proprio devo ammetterlo ti dico che è tutta farina del sacco dei Meshuggah… Personalmente (ma penso di parlare anche per gli altri nella band) credo che nessuno segue o ha mai seguito Periphery e soci, quindi, come hai detto tu, abbiamo semplicemente preso qualcosa in più dai padri fondatori del genere, cercando di integrarlo nel nostro sound. Le voci melodiche le abbiamo sempre avute dall’inizio, quindi non è cambiato poi così tanto!”.

PER QUANTO CONCERNE LE PARTI ELETTRONICHE, SEMBRA CHE ABBIANO PORTATO UNA VENTATA DI MODERNITA’ AD UNO STILE CHE GIA’ NON AVEVA PAURA DI MISCHIARE CLASSICO (NEVERMORE, ASSOLI, VOCE PULITA) CON ATTUALE (MESHUGGAH, FEAR FACTORY, SONORITA’ SINCOPATE), FINANCO USANDO CAMPIONAMENTI VICINI ALLA DUBSTEP. CHI HA DECISO DI CAMBIARE APPROCCIO SOTTO QUESTO PUNTO DI VISTA? COME AVETE SVILUPPATO LE IDEE?
Simone: “Di sicuro l’influenza su certe sonorità elettroniche è dovuta in maggior parte a Dario e Sym (Simone Bertozzi, basso, ndR), che seguono o hanno seguito tanto la nuova corrente dubstep e soci, mentre io sono quello più ‘tradizionale’ in quel senso… Adoro però cercare di mischiare il più possibile le sonorità che penso si sposino bene, e visto che nessuno ha mai scritto un libro di regole per scrivere un pezzo heavy metal, non vedo perché non posso mischiare assoli alla Malmsteen con elettroniche alla Fear Factory! L’importante è cercare di farlo con più gusto possibile, ed in questo la maggior parte del merito va sicuramente a Dualized, che ha realizzato (come del resto in ‘The Glorious Sickness’) gran parte delle elettroniche presenti nel disco”.

A PARTE L’AMMODERNAMENTO DEL SOUND, CREDO CHE I PUNTI DI FORZA DI “ZION” SIANO COMUNQUE LA VOSTRA INCREDIBILE PERIZIA STRUMENTALE, LA PRODUZIONE PAZZESCA E LA VOCE DI SILVIO MANCINI, MAI COME IN QUESTO LAVORO RIVELATASI ISPIRATA, SOPRATTUTTO NELLA RICERCA DI MELODIE VOCALI DAVVERO COINVOLGENTI. CI PARLATE UN PO’ DI QUESTI TRE ASPETTI DEL NUOVO DISCO?
Simone: “Con molto piacere! Come forse saprai, dopo tanti anni trascorsi a svolgere questo lavoro, ho da qualche anno aperto i miei studi di registrazione (i Domination Studio); e, dopo aver lavorato con centinaia di band in più di dieci anni, non riesco proprio a dare in mano a qualcun altro il controllo sulla produzione, perciò ci tenevo che ogni minimo aspetto venisse curato al massimo! Inoltre è stato abbastanza semplice, visto che ormai so bene già dall’inizio come vorrei che suonasse un mio album, quindi i tempi di realizzazione sono veramente brevi una volta iniziato il tutto! Parlando delle voci e delle linee vocali, questa volta è semplicemente stato totalmente diverso dalle altre: mentre in passato ero più ‘dittatoriale’ nella composizione (anche delle voci, quindi), in questo disco ho voluto lasciare Silvio quasi totalmente libero di creare le linee che sentisse più ‘sue’ e di conseguenza la performance è stata più ispirata e brillante! Per quanto riguarda invece quello che tu citi come ‘perizia strumentale’, be’, cerchiamo solo di suonare al meglio possibile e di non scrivere cose che non siamo in grado di suonare al 100%, in modo che ogni riff ed ogni concerto siano al top della resa”.

PARLIAMO DELLE LYRICS. UN TITOLO COME “ZION” RIPORTA ALLA MENTE SIA UN APPROCCIO STORICO-RELIGIOSO ALLE TEMATICHE, SIA UNO PIU’ FANTASCIENTIFICO E CINEMATOGRAFICO, CON IL RICHIAMO ALL’ULTIMA CITTA’ DEGLI UOMINI PRESENTE NELLA TRILOGIA DI “MATRIX”. IN QUALE SENSO CI DOBBIAMO ORIENTARE? SI TRATTA DI UN CONCEPT? E QUALI COLLEGAMENTI HA IL TITOLO CON LA COVER, PIUTTOSTO ENIGMATICA?
Dario: “Pur non essendo propriamente un concept album, c’è un filo che lega tutti i brani. Anche se ‘Zion’ può essere interpretato come un concetto religioso o può giustamente ricordare ‘Matrix’, abbiamo utilizzato questo termine come metonimia per descrivere uno stato mentale. Rifacendoci alla cosmologia e alle teorie sulla fine dell’universo, abbiamo paragonato la razza umana odierna e la sua espansione incontrollata a quella dei corpi celesti, ipotizzando che, esattamente come l’universo, possano un giorno raggiungere uno stato di massima espansione per poi iniziare un’inesorabile contrazione. Durante questo viaggio a ritroso verso l’origine, gli uomini si libereranno di tutte le catene che li rendono vulnerabili, dalla fede religiosa alla paura della morte, fino a collidere in un nucleo primordiale e ripartire da zero per una nuova espansione. A partire da questo concetto piuttosto cervellotico, Silvio ha elaborato un’illustrazione che simboleggia la frattura del sistema, una geometria interrotta e asimmetrica che converge su un unico punto”.

DOMANDA SECCA, TRE NOMI: DITECI IL BRANO RAPPRESENTATIVO PER OGNUNO DEI VOSTRI LAVORI COMPOSTI FINORA E PERCHE’ LO CONSIDERATE TALE.
Simone e Dario: “‘And The Rest Is Silence’ = ‘The Ruiner’: più che per motivi musicali, ricordo l’emozione di quattro ventenni che provavano questo brano in sala prove… great memories!
‘The Glorious Sickness’ = ‘The Eve Arose’: brano sicuramente più rappresentativo del precedente album e forse più conosciuto per via del nostro primo videoclip!
‘Zion’ – ‘Nescience’: prima traccia del disco e prima traccia composta per l’album. Penso sia veramente la summa di quello che facciamo…riff à la Fear Factory, elettronica bella presente, ritornelli melodici il più epico possibile e assoli a più non posso!”.

PROGRAMMI PER L’ATTIVITA’ DAL VIVO? BOLLE QUALCOSA IN PENTOLA?
Simone: “Sicuramente. Il nostro drummer, Dario, si è da poco trasferito a New York, quindi come puoi immaginare è molto più difficile organizzare live ed eventi! Abbiamo da poco suonato al mitico PPM Festival in Belgio in compagnia di decine di grandissimi gruppi, e ora stiamo cercando di pianificare le date di supporto al nuovo disco, sicuramente non prima della fine dell’estate…ma certamente non spariremo!”.

TRA DGM, THE MODERN AGE SLAVERY, MNEMIC, EMPTY TREMOR, AVETE BRACCIA E TESTE IMMERSE IN TANTI ALTRI PROGETTI. CI FATE UN BREVE RIEPILOGO DI COME VA? E QUESTI MOLTEPLICI IMPEGNI QUANTO E COME INFLUISCONO SULLA CONTINUITA’ DI CARRIERA DEGLI EMPYRIOS?
Simone: “E’ proprio anche per via di tutti questi impegni che il disco è stato posticipato per così tanto tempo: io personalmente, oltre allo studio, ho pubblicato il DVD live dei DGM, il nuovo album ‘Momentum’ e fatto tante date insieme al tour con i Symphony X; stessa cosa vale per l’altro Simone, con un nuovo disco sia con The Modern Age Slavery che con Mnemic e relativi tour, sia in Europa che in Australia! Dario ha solo registrato il nuovo album Empty Tremor, ma ha sostenuto l’attività live e in studio con Oliver Hartmann. Quindi incastrare gli impegni e le date di tutti è stata veramente un’impresa! Ma non essendo i Metallica, abbiamo deciso di aspettare finché non fossimo soddisfatti al 100% dell’album prima di pubblicarlo!”.

OK, E’ TUTTO! VI RINGRAZIO PER LA DISPONIBILITA’, RAGAZZI, E A PRESTO! CONCLUDETE PURE L’INTERVISTA COME PREFERITE…
Simone: “Grazie a voi per la bella intervista. Ascoltate, scaricate, comprate ‘Zion’ e se vi piace supportateci! Il feedback dei fan è quello che spinge tutti noi ad andare avanti!”.

2 commenti
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