Per la seconda volta ci sediamo al tavolino con Rob Rolfe, scatenato batterista degli Enter Shikari, formazione ‘alternative’ che continua a fondere il post-core alla dance più attuale. Il gruppo, fresco della pubblicazione del secondo album “Common Dreads”, non smette di riscuotere consensi in giro per l’Europa, dopo aver consolidato la sua fama folgorante nel Regno Unito. E’ quasi un problema costringere al tavolino l’artista, un vero e proprio vulcano di energia che spaventerà i presenti con dei petardi lanciati fuori dal tour bus…
VUOI SPIEGARCI IL SIGNIFICATO DEL TITOLO DELL’ALBUM, “COMMON DREADS”?
“E’ un titolo che cerca di unificare il mondo intero nei confronti di argomenti in cui tutti sono coinvolti, come povertà, la guerra, i cambiamenti climatici, la crisi economica. Il messaggio è semplice: vogliamo far riflettere quanto sia ridicolo farsi la guerra quando potremmo collaborare per risolvere queste minacce comuni”.
COM’E’ STATO LAVORARE AL VOSTRO SECONDO ALBUM IN STUDIO?
“Tutti continuano a parlarci dell’importanza del secondo album, ma non abbiamo sentito una pressione particolare! Quando siamo entrati in studio e abbiamo cominciato a scrivere eravamo consapevoli di essere in possesso di più della metà del materiale necessario. Dalla pubblicazione del nostro primo album abbiamo ascoltato davvero molta roba, l’ispirazione che ci girava attorno era tanta che volevamo solo acchiapparla e metterla su disco. Ci siamo trovati con 20 canzoni, e siamo stati costretti a sceglierne 12. Avere una base di fan leale come la nostra inoltre ci ha reso ancor più sereni. Quando scriviamo lo facciamo per noi stessi, non pensiamo alla radio o a MTV, e nemmeno a cosa potrebbero pensare i nostri ascoltatori. Soddisfare in primo luogo se stessi penso sia il modo migliore per lavorare, ascoltare qualsiasi fonte esterna non ti permetterà di avere un buon risultato. L’unica pressione che abbiamo riscontrato è stata quella nei confronti dei limiti di tempo. Sei/sette mesi non sono tantissimi come si può pensare”.
NEMMENO POCHI PER QUANTO SENTO DI SOLITO…
“…abbiamo registrato il nostro debutto in due settimane, c’è stata una gran differenza non lo nego!”.
PUOI CITARE QUALCHE GRUPPO O ARTISTA CHE VI HA INFLUENZATO NEGLI ULTIMI TEMPI?
“Non sono vere e proprie band o artisti ma generi musicali. Parlo di dubstep e drum n’ bass, una grande influenza su questo nostro ultimo album. Negli ultimi anni la dance è progredita davvero tanto, a differenza della musica rock, che non è riuscita a fare altrettanto. Abbiamo quindi inserito quegli elementi di generi diversi dal rock nella nostra musica, per quanto possibile”.
QUANDO SUONATE DAL VIVO CAMBIATE MAI LE VOSTRE CANZONI, NEGLI ARRANGIAMENTI DANCE?
“Spesso una canzone suona diversa alla fine del tour rispetto a come suonava all’inizio. Nulla di rivoluzionario, ma mano a mano che la suoniamo possiamo riempire qualche vuoto qua e là. Anche quando lo registriamo non possiamo dire che un pezzo è del tutto completo”.
CHI E’ L’ELEMENTO PIU’ NOIOSO DEGLI ENTER SHIKARI IN TOUR?
“Sappiamo come prenderci oramai, se qualcuno diventa noioso abbiamo imparato come trattarlo. Siamo cresciuti assieme e di nuovo ora siamo sempre assieme. Non posso dire di nessuno in particolare… probabilmente gli altri direbbero che sono io ad annoiarli, sono il più chiassoso!”.
E’ DURA STARE IN TOUR IN CONTINUAZIONE?
“Mi piace. Quando sono a casa sono contento, ma una volta salutati i cari e passato del tempo con loro bastano due o tre giorni che mi annoio, non vedo l’ora di ripartire”.
VI PIACCIONO I SOCIAL NETWORK, CON ESSI TENETE I CONTATTI COI VOSTRI FAN?
“Ci spendiamo un sacco di tempo, in tour o in studio cerchiamo di essere sempre presenti su internet mettendo aggiornamenti, video o foto. Alcuni di noi stanno tutto il giorno su Twitter, non c’è bisogno che vi dica chi, potete scoprirlo da voi”.
OLTRE A SEGUIRE LA SCENA DANCE SIETE SPESSO ASSOCIATI A QUELLA METAL: QUAL’E’ IL GRUPPO CHE TI PIACE DI PIU’?
“Mi piace l’hardcore più che il metal, i Sick Of It All sono uno dei miei gruppi preferiti. Anni fa mio fratello mi fece sentire ‘Scratch The Surface’ e rimasi folgorato, dall’impatto, dal modo di cantare. La musica trasmette energia, ti vien voglia di saltare in giro, agitarti”.
QUAL’E’ LA COSA PEGGIORE CHE LA STAMPA HA DETTO DI VOI?
“Ho letto cose brutte su NME. Il sito ci ha recensito bene, ma la rivista ci ha massacrato… pazienza!”.
IL MIGLIOR TRAGUARDO CHE GLI ENTER SHIKARI HANNO RAGGIUNTO?
“’Common Dreads’ è il nostro miglior traguardo. Siamo davvero soddisfatti del nostro secondo disco. Non sto dicendo che è il nostro album migliore, ma è di sicuro il meglio che avessimo potuto creare nel nostro passato recente”.
QUALCUNO DICE CHE VI PIACE METTERE IN GIRO STRANE VOCI SULLA BAND, E’ VERO?
“(Ride, ndR) E’ vero, ma è colpa vostra, dei media. E’ una reazione alle solite domande, a cui dobbiamo rispondere tantissime volte. L’esempio perfetto è ‘da dove viene il vostro nome?’. Ci siamo inventati le risposte più fantasiose. Una volta siamo riusciti a mettere in giro la voce che avremmo collaborato con Will Smith, quello è stato davvero uno scherzo ben riuscito!”.
TI PIACE IL CLUB DOVE SUONERETE STASERA? SARA’ UNO SHOW MOLTO INTIMO, E SOLD OUT!
“Adoro i posti cosi, non vedo l’ora di stasera, tra l’altro l’acustica non è malaccio, mi hanno detto che è un club dance, perfetto per noi. La cosa assurda è il backstage però. C’è una stanza occupata da un tavolino. Non ci sta nient’altro (ride, ndR)! Sono sicuro che ci divertiremo!”.