Per iniziare col botto la nuova annata metallica, gli Epica ci hanno regalato il tanto atteso “Omega”, disco che abbiamo prima trattato dettagliatamente anche tramite un track-by-track. Un lavoro che sembra stia ricevendo pareri positivi un po’ dappertutto, ed in particolare dai fan del gruppo olandese, sempre capace di unire tante diverse influenze all’interno del proprio sound fatto di orchestrazioni bombastiche, riff potenti e melodie raffinate. Non potevamo certo lasciarci sfuggire una telefonata con Simone Simons, elegante frontwoman che si è dimostrata disponibilissima – e in alcuni casi quasi emozionata – nel rispondere alle nostre domande su questa nuova release ed in generale sulla sua carriera di cantante.
CIAO SIMONE! “OMEGA” ARRIVA DOPO CINQUE ANNI DAL VOSTRO DISCO PRECEDENTE, “THE HOLOGRAPHIC PRINCIPLE”. AVETE AVUTO UNA PAUSA INUSUALE. COME AVETE TRASCORSO QUESTO PERIODO, DOPO TANTI ANNI DURANTE I QUALI CONTINUAVATE CON LA SOLITA ROUTINE FATTA DI DISCO E TOUR?
– Sì, per la prima volta abbiamo avuto un break molto lungo! Abbiamo comunque continuato a lavorare su alcuni aspetti della band per i quali solitamente non riusciamo a ritagliarci dello spazio, ad esempio scrivere una biografia. In generale ho avuto più tempo per stare a casa restando a contatto con la famiglia e gli amici, ne sentivo il bisogno!
A CAUSA DEL VIRUS AVETE DOVUTO POSTICIPARE LA PUBBLICAZIONE DEL DISCO. COS’HA CAMBIATO LA PANDEMIA RISPETTO AL VOSTRO CLASSICO PROCESSO DI REGISTRAZIONE?
– Quando sei in una band come gli Epica devi programmare tutto con largo anticipo. Stavolta a causa della pandemia abbiamo dovuto rischedulare tutto a partire dal tour che avevamo fissato. Sono state riprogrammate alcune cose proprio all’ultimo perchè tutte le notizie arrivavano così in fretta, ma siamo stati bravi a trovare velocemente delle soluzioni. Per fortuna Mark è riuscito giusto in tempo a registrare le parti con l’orchestra, visto che dal giorno successivo avremmo dovuto interrompere tutto e posticipare chissà a quando. Mentre per quanto riguarda lo studio di registrazione abbiamo cambiato i piani iniziali, lavorando ognuno per conto proprio. Io ho registrato le mie parti andando a lavoro giornalmente in uno studio di registrazione all’interno della mia città. E’ stato un modo diverso di affrontare le cose, una situazione strana visto che mi recavo a lavoro a piedi e tornavo a dormire nel mio letto ogni sera!
“OMEGA” SUONA AL 100% EPICA, MA L’IMPRESSIONE E’ CHE ABBIATE DECISO DI RENDERE I BRANI UN PO’ PIU’ IMMEDIATI, ORECCHIABILI E MENO COMPLESSI RISPETTO ALLE ULTIME PRODUZIONI. ERA IL VOSTRO OBIETTIVO INIZIALE? QUALI SONO I MAGGIORI CAMBIAMENTI CHE SECONDO TE POSSIAMO RISCONTRARE IN “OMEGA” RISPETTO AL PASSATO? COME AVETE LAVORATO NEL PROCESSO DI SONGWRITING QUESTA VOLTA?
– Dopo la pubblicazione di ogni disco ci piace fermarci un attimo ad analizzarlo, cercando di capire dove possiamo migliorare. Impariamo da ogni esperienza e capiamo cosa è meglio fare. Vogliamo sempre ottenere il miglior risultato possibile. Siamo migliorati sia individualmente e come band album dopo album, analizziamo la nostra musica e cercando di crescere in ogni aspetto. “The Holographic Principle” è stato un album molto potente e complesso. Per “Omega” volevamo fare un passo indietro. Abbiamo utilizzato una vera orchestra e abbiamo iniziato prima a lavorare sulle linee vocali cambiato l’approccio nel songwriting. Se in passato veniva registrato il brano in una versione demo sulla quale successivamente si lavorava sulle voci, stavolta siamo partiti prima dalle melodie vocali. La nostra musica è sempre in divenire, lasciamo spazio ad ogni influenza che ognuno di noi ha e siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto con “Omega”. Penso che musicalmente e per quanto riguarda il lavoro sulle liriche questo sia il disco più maturo degli Epica e ne andiamo molto fieri.
LA TRACKLIST DI “OMEGA” E’ MOLTO SOLIDA MA SE DEVO SCEGLIERE UNA CANZONE VADO SU “THE SKELETON KEY” CON IL SUO TOCCO GOTICO E PROGRESSIVO. PUOI DIRCI QUALCOSA SU QUESTO BRANO? QUALI SONO I PEZZI CHE NON VEDI L’ORA DI RIPROPORRE ON STAGE?
– Adoro anch’io “The Skeleton Key”! E’ un brano scritto inizialmente da Rob (Van Der Loo, bassista della band, ndr) prima che ci lavorassimo insieme come band. Sono subito stata catturata dalla sua melodia e spinta da questa carica, scrivere le linee vocali è stato immediato.
Altri brani che adoro moltissimo in questo disco sono sicuramente “Code Of Life”, “Freedom”, “Rivers” e “Kingdom Of Heaven”.
AVETE SCRITTO TANTE BALLATE IMPORTANTI IN PASSATO E NON E’ FACILE RIPETERSI AD ALTI LIVELLI, CON I FAN CHE FANNO SEMPRE MOLTI CONFRONTI. COME VI APPROCCIATE PER COMPORRE UNA NUOVA BALLAD E QUALI SONO I SENTIMENTI CHE VOLETE TRASMETTERE ALL’ASCOLTATORE?
– Mi piace sempre molto comporre e cantare le nostre ballate. Generalmente rispetto ad altri tipi di canzoni c’è più spazio per la voce. Anche questo è un brano scritto da Rob al quale poi ho lavorato in modo molto naturale sui testi. Quello che è importante per me è trasmettere emozioni, certamente in ogni brano, ma in particolare quando ci concentriamo sui pezzi più lenti. Adoro “Rivers” ed il suo mood malinconico, non a caso è stato il terzo singolo scelto per la promozione di “Omega”.
IN UNA SOCIETA’ COME QUELLA ATTUALE L’IMPATTO VISIVO E’ SEMPRE PIU’ IMPORTANTE ED ANCHE SE E’ TRISTE DA DIRE, LA PRESSIONE SU VOI ARTISTE FEMMINILI E’ MOLTO PESANTE E SOTTO GLI OCCHI ATTENTI DEI FAN. QUANTO E’ IMPORTANTE QUESTO ASPETTO PER IL SUCCESSO DEGLI EPICA?
– Fa parte del business ed è una cosa che coinvolge anche i cantanti maschili, ma effettivamente noi donne siamo maggiormente sotto pressione per quanto riguarda questo aspetto. I fan fanno molti paragoni tra noi donne. E rispetto ai nostri colleghi maschi sembra sia necessario nascondere i segni dell’età. In effetti quando suoniamo dal vivo dobbiamo curare molto questo aspetto ma credo che alla fine dei conti è la musica ciò che conta e quello arriva dritta al cuore. Almeno io da ascoltatrice non do importanza all’aspetto di chi suona o canta. mi interessa solamente la loro proposta musicale.
HAI UNA FORTE PASSIONE PER LA MODA, IL MAKEUP E TUTTO QUESTO QUELLO CHE CI RUOTA ATTORNO. OLTRE A PENSARE AL TUO LOOK, TI OCCUPI ANCHE DI DARE QUALCHE CONSIGLIO AI TUOI COMPAGNI?
– (Risate, ndr) Mi piace lavorare con loro anche su questo aspetto, dando qualche indicazione soprattutto sui loro capelli e in generale mi diverto a dare consigli sia per quanto riguarda il look che per qualche accorgimento durante le sessioni fotografiche o nella registrazione dei nostri videoclip. Mi diverte andare a far shopping con qualcuno aiutandolo a trovare dei vestiti con i quali lui si senta bene e si piaccia. Ricordo che per il disco “Design Your Universe” andammo a fare shopping tutti assieme e fu molto divertente.
GLI EPICA HANNO INIZIATO COME UNA CLASSICA SYMPHONIC METAL BAND MA SONO DIVENTATI PRESTO UN RIFERIMENTO ALL’INTERNO DELLA SCENA, COSTRUENDO UN SOUND UNICO E PERSONALE. COSA PUOI DIRCI DELLA VOSTRA VISIONE E DI TUTTE QUELLE BAND CHE PRENDONO LA VOSTRA MUSICA COME ISPIRAZIONE?
– E’ un immenso complimento per noi! Ma il mio consiglio è che ogni band scelga la sua strada e lavori duro per trovare un proprio sound senza ripetere le stesse cose all’infinito. Tutto ciò ci rende orgogliosi, siamo partiti anche noi come una giovane band inesperta, ma pian piano e con attitudine e rispetto ci siamo fatti strada e ti assicuro che non è stato facile. Ognuno di noi ha tante influenze diverse e siamo riusciti e cerchiamo di dare spazio ad ogni aspetto della musica.
ANNO DOPO ANNO SEI DIVENTATA UN PUNTO DI RIFERIMENTO ED UNA DELLE CANTANTI PIU’ FAMOSE ED APPREZZATE ALL’INTERNO DELLA SCENA METAL, UNA TOTALE ISPIRAZIONE PER TANTISSIME CANTANTI IN TUTTO IL MONDO. QUANTO CONTA IL TALENTO E QUANTO LA PASSIONE E L’IMPEGNO CHE CI HAI MESSO PER CRESCERE E MIGLIORARE?
– E’ una combinazione di questi aspetti. Devi lavorare duro, essere costante, credere in te stesso e avere il giusto supporto attorno a te. Perchè senza gli Epica non sarei qui. Siamo tutti bravi individualmente ma è solo come squadra che riusciamo a dare il meglio. Sono stata fortunata nel trovarmi nel posto giusto al momento giusto. Se ripenso agli inizi mi viene da sorridere. Ero molto giovane e non avevo alcuna esperienza. Ero una studentessa che viveva coi propri genitori, molto timida e non credevo sarei mai potuta essere una vera cantante, non credevo in me stessa. Ma Mark (Jansen chitarrista e fondatore della band, ndr) mi ha trasmesso fiducia. Era necessario che uscissi un po’ dalla mia ‘comfort zone’ e mi sono messa in discussione. Forse al giorno d’oggi con internet si ha un grande aiuto nel creare musica anche a distanza o nel farsi conoscere con YouTube e altre piattaforme, ma se ci fosse stato tutto questo ai miei tempi forse non avrei mai conosciuto Mark e oggi non saremo qui.
NON VEDIAMO L’ORA DI RIVEDERVI IN ITALIA. IL VOSTRO TOUR E’ STATO POSTICIPATO MA I VOSTRI FAN VI ASPETTANO. GLI EPICA POSSONO VANTARE UN GRAN SEGUITO NEL NOSTRO PAESE CON SHOW CHE FINIVANO SPESSO SOLD-OUT. COME PUOI DESCRIVE IL VOSTRO RAPPORTO CON L’ITALIA?
– Amo l’Italia! Penso sia un gran paese, con bella gente e avete del cibo magnifico! Sono stata in vacanza per la prima volta al Lago di Garda un paio di anni fa e sono stata benissimo. Il pubblico lì è caldo e per noi è sempre un piacere suonare li. E poi Mark ha un rapporto speciale col vostro paese, vive in Sicilia da qualche tempo e parla anche qualche parola in italiano. E una delle mie migliori amiche è Cristina Scabbia dei Lacuna Coil!
SO’ CHE MOLTI ANNI FA TI SEI INNAMORATA DI UN DISCO CHE SI INTITOLA “OCEANBORN”, CONFERMI? QUALI SONO IN GENERALE I TUOI DISCHI PREFERITI? TI CONCEDO DI MENZIONARE ANCHE UN DISCO DEGLI EPICA!
– (Risate, Ndr) Beh sicuramente degli Epica i miei preferiti sono “Design Your Universe” e “The Quantum Enigma” ma anche “Omega”. Il mio primo ragazzo ascoltava black metal, così il mio battesimo con questa musica l’ho avuto con band come Old Man’s Child, Dimmu Borgir e Cradle Of Filth, quindi ”Cruelty And The Beast” è un disco importante per me. Poi ho scoperto i Nightwish che ho adorato con “Angel Fall First” e appunto “Oceanborn”. Adoro “Absolution” dei Muse, “Mutter” dei Rammstein, “Mandylion” dei The Gathering… Ce ne sono moltissimi altri, come “Judgment” degli Anathema, ma quest’ultimo mi rende sempre molto triste e rischia di farmi scendere qualche lacrimuccia (risate, ndr).