ETERNAL IDOL – Una nuova pelle

Pubblicato il 08/12/2016 da

Con gli Hollow Haze congelati a seguito del per certi versi tentennante “Memories Of An Ancient Time”, i due vecchi volponi Nick Savio e Camillo Colleluori si imbarcano decisi verso una nuova sfida. Raccogliendo i quattro quinti della formazione dell’ottimo “Countdown To Revenge” e aggiungendovi l’indaffaratissimo Andy Buratto al basso e la dotata Giorgia Colleluori al microfono, i due compagni si sono quindi preparati a puntino per ributtarsi sul mercato col nuovo monicker di Eternal Idol, forti peraltro del convincente debutto “The Unrevealed Secret”. Proprio col batterista Colleluori parliamo della genesi e del futuro di questa nuova creatura.

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CI PARLATE DELLA GENESI DI QUESTA NUOVA BAND? LE SIMILITUDINI CON LA FORMAZIONE DEGLI HOLLOW HAZE DI “COUNTDOWN TO REVENGE” SONO FORTI, E IN PIÙ ABBIAMO GIORGIA ALLA SECONDA VOCE, CHE È LA ATTUALE CANTANTE DELLA STESSA BAND… CI CONFERMI CHE GLI HOLLOW HAZE SONO IN PAUSA?
Camillo Colleluori
: “Sì, come specificato anche nel comunicato della Frontiers, gli Eternal Idol nascono proprio come evoluzione degli Hollow Haze. Gli Hollow Haze in quanto tali in effetti non esistono più. E’ quindi evidente che ci siano forti similitudini, soprattutto se teniamo conto che appunto la line-up è del tutto simile a quella presente su ‘Countdown To Revenge’. Giorgia, mia figlia, è invece entrata in formazione subito dopo ‘Memories Of An Ancient Time’, quando avevamo bisogno di una formazione stabile a scopi di promozione. Va detto anche al riguardo che comunque siamo rimasti in contatto sempre con Fabio, il quale tra l’altro ha anche composto le line vocali per la canzone ‘Moaat’, registrata poi però da Mats Leven. Per tornare alla tua domanda riguardo la genesi della band, qualche tempo fa, parlando proprio con Fabio, si rifletteva sul come dal nostro punto di vista ‘Countdown To Revenge’ fosse un disco che non ha ricevuto visibilità sufficiente ad essere apprezzato a dovere. Decidemmo quindi che ci sarebbe piaciuto dare un seguito a quell’esperienza e da lì in avanti si è iniziato a pensare ad un come rendere questo possibile. Fu Nick (Savio, chitarrista, ndR) ad avere l’idea delle due voci, che coniugavano la presente Giorgia con il nostro amico Fabio. Detto questo, possiamo affermare che gli Eternal Idol siano quindi una band del tutto nuova, con una sua precisa identità stilistica”.

E COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON ANDY BURATTO? E’ PENSO UNO DEI BASSISTI PENSO PIÙ IMPEGNATI D’ITALIA, CONTANDO LE SUE MILITANZE DA MEMBRO EFFETTIVO CON SECRET SPHERE, HELL IN THE CLUB, ETC…
“Andy e Nick sono amici di vecchia data. Dopo tante esperienze nell’ambito di varie band, ognuno di noi ha capito una cosa fondamentale: che trovare l’alchimia umana e musicale fra quattro o cinque musicisti è una delle cose più difficili che ci sia. Vedi, quando ti trovi a pianificare un progetto con degli obiettivi come gli Eternal Idol, non puoi certo permetterti di andare alla cieca. E’ necessario contare su persone affidabili e professionali, oltre che professioniste. In quest’ottica Andy è stato il nostro primo pensiero. E ti dirò, siamo convinti di aver fatto la scelta migliore che potessimo fare!”.

HAI PARLATO DI OBIETTIVI, QUINDI TI CHIEDO: CON QUALI OBIETTIVI SI È FORMATA QUESTA NUOVA BAND? A CHE COSA PUNTANO VERAMENTE GLI ETERNAL IDOL?
“A questa domanda ho già parzialmente risposto in precedenza, abbiamo degli obiettivi chiari. Non mi sento però di dire che gli Eternal Idol ‘puntino a qualcosa’, almeno non a livello di rigida pianificazione. La nostra storia si è evoluta in un modo specifico che vogliamo continuare a perseguire. Continuiamo cioè a fare ciò che ci sembra più naturale e ciò che ci piace fare. Penso comunque che la situazione che abbiamo adesso sia la più soddisfacente di sempre. C’è un grande entusiasmo che immagino si senta nella cura che abbiamo messo nel nostro lavoro. Non c’è un piano preciso, ma siamo fiduciosi nel presente e nei nostri mezzi”.

RIGUARDO IL MONIKER DELLA BAND, SE POSSO PERMETTERMI È UN NOME MOLTO EVOCATIVO MA ANCHE ‘SCOMODO’ DA CERCARE SUI MOTORI. SCRIVENDO SOLO ‘ETERNAL IDOL’ I PRIMI RISULTATI CHE SI TROVANO RIGUARDANO TUTTI L’ALBUM DEI BLACK SABBATH CON MARTIN ALLA VOCE… NON PENSATE CHE LA COSA POSSA IN QUALCHE MODO TOGLIERVI VISIBILITÀ?
“Mah, può essere che tu abbia ragione. Il punto è che Eternal Idol era il nome perfetto per la band, per svariati motivi. E’ evidente che se uno clicca il nome Eternal Idol non conoscendo la band, probabilmente sta cercando il disco dei Sabbath! Ma la visibilità non credo dipenda più di tanto dalla casualità dei motori di ricerca: vogliamo conquistarci la visibilità con la nostra musica. E non voglio neanche star qui a citare quante band hanno avuto nomi derivati da titoli di brani famosi o album storici, non è una cosa nuova. A noi piace pensare, comunque, che la musica sia ancora la motivazione delle cose”.

ALLORA RIGIRO LA DOMANDA: CI RACCONTI COME È NATO IL MONIKER? E’ COMUNQUE LEGATO ALL’ALBUM DI CUI PARLAVAMO PRIMA?
“Sì, questo sì. Io e Nick abbiamo iniziato la nostra collaborazione artistica un bel po’ di anni fa. Provenivamo da ambienti musicali e da ascolti un po’ diversi, tuttavia la cosa che ci accomunava era la passione proprio per i tre dischi dei Black Sabbath dell’era Martin. Anni dopo, l’idolo eterno cui abbiamo voluto far riferimento nella nostra nuova avventura artistica è proprio la fedeltà all’attitudine con cui abbiamo sempre affrontato il nostro lavoro…. Fedeltà a noi stessi non è ottusa coerenza, ma piuttosto la determinazione nel registrare in questo preciso momento il nostro disco preferito. Poi, certo, ‘Eternal Idol’, è appunto anche il titolo di uno dei nostri dischi preferiti di sempre e non potevamo chiamarci diversamente, no?”.

IL GENERE DI RIFERIMENTO DIREI CHE È UN HEAVY MELODICO CON FORTI ACCENTI SINFONICI E POWER. I VOSTRI BACKGROUND SONO PERÒ LEGGERMENTE DIVERSI. A PARTE FABIO LIONE CHE VIENE PROPRIO DA QUEL GENERE, NEL PASSATO DELLA MAGGIOR PARTE DI VOI C’È SOPRATTUTTO L’HEAVY METAL PIÙ CLASSICO… PENSATE PERÒ CHE QUESTA FORMULA MUSICALE VI RAPPRESENTI TUTTI?
“Molto spesso la connotazione del termine power metal, porta immediatamente a pensare alle band tedesche più o meno derivative degli Helloween. Di fatto io e Nick non abbiamo quel tipo di gusto, anzi traiamo ispirazione da ciò che è antecedente l’avvento del power tedesco. Personalmente il power che intendo io è quello di Rainbow e Malmsteen. Per me il power metal è Yngwie! E’ chiaro quindi che si possa parlare nel caso della nostra musica sia di power metal che di heavy classico. E’ un discorso che non vale però per Fabio, che è un’icona di quel genere. Penso però che anche i suoi fan avranno la possibilità di ascoltare una vena nuova di Fabio che a me pare abbastanza diversa da quella che si può sentire nei suoi altri lavori storici. Su quest’album Mr. Lione ha tra l’altro composto interamente tre brani arrangiati poi da Nick, quindi credo che questo renda tutto molto interessante anche per i suoi fan!”.

CHI SI OCCUPA QUINDI DELLA COMPOSIZIONE DEI VARI BRANI E COME SONO NATI IN LINEA GENERALE I VARI PEZZI DI “THE UNREVEALED SECRET”?
“Il lavoro di composizione è affidato quasi tutto a Nick. Come ti accennavo nella risposta precedente anche Fabio è stato però protagonista scrivendo tre degli undici brani. Tornando alla tua domanda posta in apertura, penso che avere un solo compositore principale connoti fortemente l’identità di una band. Chiaro quindi che alcune affinità con gli Hollow Haze dell’ultimo periodo si sentano”.

COME È STATO LAVORARE ALLA FUSIONE TRA LE LINEE VOCALI DI FABIO E GIORGIA? EPICA, AMARANTHE E ALTRI GRUPPI CON LA DOPPIA VOCE SFRUTTANO L’EFFETTO D’IMPATTO DATO DALLA CONTRAPPOSIZIONE TRA TIMBRICHE DIVERSE, IN GENERE GROWL E VOCE FEMMINILE. VOI NON LO FATE, E GIOCATE INVECE SU LINEE VOCALI FUSE TRA LORO, MELODICAMENTE PIUTTOSTO SIMILI. DA DOVE PROVIENE QUESTA SCELTA?
“Ovviamente in fase di composizione è fondamentale tenere a mente le caratteristiche dei due cantanti. Capisci bene come due voci come quelle di Fabio e Giorgia non si prestino per quel tipo di soluzione di cui parli tu. Noi siamo una band molto song-oriented, e per noi è fondamentale che le linee di una canzone risultino organicamente interagenti. Più che l’impatto, insomma, cerchiamo una bella composizione. Mi rendo conto che forse questo è un concetto più pop che metal, e che per certi versi parlare di bella composizione apre più obiezioni che certezze… Ma detto ciò la nostra grande scommessa è stata questo particolare amalgama tra le due voci. E’ inutile dire che siamo entusiasti del risultato finale!”.

C’È UNA QUALCHE LINEA CHE SEGUITE PER STENDERE LE LIRICHE O ESSE SEGUONO SOLO L’ISPIRAZIONE DEL MOMENTO? OGNUNO DEI DUE CANTANTI SCRIVE DA SÉ LE PROPRIE LINEE VOCALI O I PROPRI TESTI?
“In genere le linee le compone Fabio, improvvisando sui vari brani. Ti confesso che alcune volte la sua prima intuizione è quella definitiva, dimostrando in questo un talento raro e cristallino. Autenticamente fuori dal comune. Poi parlando di voci, va da se che il cantante rende ‘sua’ la linea secondo le proprie caratteristiche. Nonostante la giovanissima età, Giorgia è riuscita infatti a personalizzare in modo efficacissimo le soluzioni che le venivano proposte. Credo che chiunque voglia collocarla in qualche cliché della cantante metal attuale avrebbe delle grosse difficoltà. La cosa che personalmente amo di più di questo lavoro è proprio il fatto che credo sia evidente l’originalità risiedente in questa doppia vocalità. Per quanto riguarda l’aspetto lirico invece l’apporto è dato da entrambi e si sviluppa su una sorta di concept riguardante i sette peccati capitali, almeno apparentemente”.

PARTITE DIRETTAMENTE NEL ROSTER FRONTIERS, SEMPRE PIÙ LANCIATA IN CAMPO MELODICO. C’ERANO ACCORDI PRECEDENTI? IL PROGETTO PER ETERNAL IDOL NASCE DA VOI O È IN QUALCHE MODO UN IDEA CHE PARTE DA PERUGINO, DEL VECCHIO E L’ENTOURAGE CLASSICO DELLA LABEL?
“Il contatto con Frontiers è avvenuto tramite Fabio. La proposta di un suo progetto nuovo con caratteristiche molto diverse dai suoi trascorsi ha riscosso interesse. E’ la prima band in cui lui divide il ruolo di singer principale, peraltro con una voce femminile, peraltro assolutamente sconosciuta. Siamo felicissimi di aver avuto la fiducia di una label come Frontiers. Da parte nostra siamo assolutamente convinti di aver prodotto un lavoro di qualità”.

LA PROMOZIONE IMMAGINO SARÀ UN’ELEMENTO SU CUI PUNTERETE MOLTO… COME VI MUOVERETE NEI PROSSIMI MESI AL RIGUARDO? SONO GIÀ PREVISTE DATE O TOUR?
“Stiamo ricevendo numerose richieste da parte di promoters. Per adesso Frontiers ha pubblicato una prima tranche di concerti che partirà da fine Gennaio e che ci vedranno on stage in Italia e Spagna. La situazione è in evoluzione. Teniamo presente che al momento non è ancora uscito il disco! Noi siamo pronti a partire, però”.

SIETE QUASI TUTTI VETERANI DELLA SCENA METAL ITALIANA. LIONE ENTRA IN GIOCO NEL 1996 CON I LABYRINTH, MENTRE NICK SI VEDE SUL TERZO DISCO DEI WHITE SKULL NEL 1999… COSA SPINGE MUSICISTI ESPERTI CON UNA CARRIERA AFFERMATA A CERCARE UNA SFIDA NUOVA COMINCIANDO DA ZERO COME CON ETERNAL IDOL?
“La sensazione di aver qualcosa da dire, e la capacità di proporla. Vedere inoltre dell’interesse in un progetto artistico da parte di persone che ti sostengono e investono sul tuo lavoro per noi è la chiusura del cerchio. Gambe in spalla e via!”.

COME VEDETE LA SCENA METAL ITALIANA DI ADESSO? C’È PIÙ COESIONE E AMICIZIA RISPETTO AGLI ANNI ’90, ALLORCHÈ ESSA COMINCIAVA A FORMARSI OPPURE ORA LE COSE STANNO ANDANDO ANCHE PEGGIO?
“Ho avuto il grande piacere di partecipare al Frontiers Metal Festival.  La portata di quell’evento è una grande speranza per le potenzialità del metal nostrano. Vedere quel tipo di coinvolgimento per un concerto in cui molte band italiane hanno ricevuto quel tipo di tributo fa veramente riflettere. Ho avuto la sensazione di qualcosa di diverso dal solito. Oltre al valore intrinseco dei gruppi presenti, anche l’organizzazione strutturale si è rivelata impeccabile; e tutti i gruppi hanno suonato davanti ad un pubblico numerosissimo e partecipe. Il palco è stato veramente al top dall’inizio alla fine. Beh, sono cose che entusiasmano. Concludo dicendo che è secondo me cresciuto l’aspetto professionale della scena e sono convinto che questa sia la via migliore per far aumentare anche coesione e amicizia. Perché la qualità paga. Sempre”.

 

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