Anche se il sottoscritto non ha avuto la gioia di assistere alloshow dei fenomeni dell’hardcore in quel di Bologna, è sembratonecessario raggiungere almeno telefonicamente una delle band piùoriginali e interessanti che arrivano dalla scena hardcore ‘evoluta’.Un confuso Andrew Williams, chitarrista della band probabilmente appenabuttato giù dal tour bus, ci racconta chi sono i cinque ragazzi diBuffalo che tanto ci piace osservare dal vivo nelle allucinantievoluzioni in bilico tra rock, hardcore e il tocco magico di chi sacosa vuole ottenere da un locale zeppo di kid scatenati. Il microfonoa Andy…
DA DOVE E’ SALTATO FUORI IL NOME DELLA BAND?
“Eravamo solo dei piccoli brufolosi ragazzini che ascoltavano metal e quando mettemmo in piedi una band eravamo ogni sera a pensare al nome più figo che potessimo scovare per il nostro gruppo, un nome di cui non ci si possa stancare… Ogni volta era un ‘die, yeah!’, come se ce l’avessimo fatta, ma il giorno dopo eravamo costantemente al punto di partenza. Alla fine ci siamo tenuti questo, che fondamentalmente non ha alcun senso”.
Gli Every time i die sono poco conosciuti dal pubblico italiano, vuoi descriverne il suono?
“E’ molto difficile risponderti a parole. Iniziammo a suonare molto molto giovani e cercammo semplicemente di tirare fuori un suono il più originale possibile, che ci differenziasse dalle restanti band al 110%, un suono fresco, incredibilmente nuovo e potente che mischiasse rock e musica heavy in egual misura. E’ sempre stato l’obiettivo che abbiamo perseguito sino alle registrazione del nostro nuovo ‘Gutter Phenomenon’, in uscita ad agosto… non ti anticipo nulla, chi non ci ha mai sentito ne rimarrà decisamente sorpreso”.
“Non ricordo quando iniziammo a comporre musica, ma sin dagli inizi tentammo sempre di migliorarci, di tirare fuori un album che fosse decisamente migliore del precedente. L’unica influenza determinante nella stesura dell’album siamo noi stessi, così come da noi stessi viene lo stimolo per andare avanti. Penso che per essere pronti a comporre un nuovo lavoro si debba arrivare ad odiare il precedente, in un certo senso. Dopo innumerevoli live e numerosi ascolti del nostro disco è naturale vagliare quello che si ama e quello che nessuno vuole riproporre del proprio sound”.
IN PASSATO AVETE COLLABORATO CON ADAM D. DEI KILLSWITCH ENGAGE, CON CUI STASERA DIVIDETE IL PALCO. COME E’ SATO AVERLO COME PRODUTTORE?
“Adam è un pazzo furioso, abbiamo avuto l’onore di averlo come producer e ha svolto un lavoro decisamente ottimo sulla nostra band che non era che agli esordi. Ora che sta diventando una ‘huge fuckin’ superstar’ non possiamo che essere felici di averlo ancora tra le scatole! Non è escluso che collaboreremo di nuovo con lui in sala, ovviamente”.
MI E’ CAPITATO DI VEDERE IL VOSTRO VIDEO DI MAGGIOR SUCCESSO, “EBOLARAMA”, LO TROVO VERAMENTE ECCEZIONALE (IL VIDEO RITRAE LA BAND SUONARE SCALMANANDOSI NEL MEZZO DI UNA PISTA DI PATTINAGGIO A ROTELLE MENTRE I PATTINATORI PASSANO LORO A POCHI MILLIMETRI), COME E’ NATO IL CONCEPT?
“E’ stata un idea di un nostro amico regista, che ci siamo sentiti di appoggiare in pieno anche se all’inizio può apparire decisamente stupida. Il ragazzo ha dimostrato di saperci fare alla grande e noi ci abbiamo dato dentro a più non posso divertendoci come matti in questo party di circa sette ore, facendoci anche un gran male a volte. Il risultato è davvero divertente, è finito anche nei migliori video di Headbanger’s Ball e la gente ne parla tutt’ ora, lo amo decisamente”.
“E’ stata un idea di un nostro amico regista, che ci siamo sentiti di appoggiare in pieno anche se all’inizio può apparire decisamente stupida. Il ragazzo ha dimostrato di saperci fare alla grande e noi ci abbiamo dato dentro a più non posso divertendoci come matti in questo party di circa sette ore, facendoci anche un gran male a volte. Il risultato è davvero divertente, è finito anche nei migliori video di Headbanger’s Ball e la gente ne parla tutt’ ora, lo amo decisamente”.
AVETE GIA’ PROGETTI PER IL VIDEO APRIPISTA DI “GUTTER PHENOMENON”?
“Ci sono un milione di idee sul tavolo, vogliamo suonare in acqua, in mezzo alle fiamme… abbiamo davvero molte idee per la testa ma non abbiamo ancora deciso nulla di definitivo”.
UN SACCO DI MAJOR STANNO GUARDANDO VERSO
“E’ innegabile che al giorno d’oggi la scena e gli ETID sono oggetto di attenzioni maggiori, ma la crescita della band è stata graduale, così come l’evoluzione del suono e il raggiungimento di un contratto con una etichetta come la Ferret che ci supporta pienamente, conoscendo appieno il genere a cui ci avviciniamo in maniera maggiore. Oggi tutti cercano la ‘next big thing’, ovviamente solo per sfruttare la situazione. Non è il nostro caso allo stato attuale delle cose, non ci interessa immediatamente”.
I VOSTRI SHOW SONO DANNATAMENTE INTENSI, COSA TI PASSA PER LA TESTA PRIMA DI SALTARE ON STAGE?
“Mah… onestamente non è che faccia più di tanto, appena prima di saltare sul palco esamino dettagliatamente tutta la strumentazione per controllare che nulla sia fuori posto, mi faccio due risate con la band e la crew, tento di rilassarmi. Fondamentalmente mi preoccupo solo che la mia chitarra funzioni a dovere (ride, ndR)”.
PENSI CHE GLI EVERY TIE I DIE POSSANO ESSERE CONSIDERATI HARDCORE?
“Non nel senso stretto del termine, il genere èmolto chiuso e caratterizzato da regole e cliché ben precisi e noi,come ti ho già raccontato, non ci interessa avere a che fare con laroutine. Facciamo musica per catturare l’attenzione dei kid, musica cevi entri nel cervello e nell’animo, non ci interessa essere inseritinel genere che tira o che va di moda per vendere più dischi, tutto ciòè totalmente effimero e sconclusionato”.
SIETE NELLA SCALETTA DEL SOUNDS OF THE UNDERGROUND TOUR QUEST’ANNO, MENTRE L’ANNO SCORSO AVETE GIRATO L’AMERICA CON L’OZZFEST. QUALE MANIFESTAZIONE PREFERISCI?
“Suonare all’Ozzfest è una esperienza davvero… assurda. Ci sarebbero talmente tanti aneddoti da raccontare, talmente tanti ricordi da trascrivere che ci vorrebbe un libro, è stata la migliore esperienza della mia vita. Il bill del Sounds Of The Underground è anche esso eccezionale, mi auguro di divertirmi parecchio anche quest’estate, d’altronde ci divertiamo sempre in tour!”.
CON QUALE BAND VI SIETE DIVERTITI MAGGIORMENTE IN TOUR?
“Sicuramente gli Eighteen Visions sono nella lista. The Bronx, sicuramente. Uhm, i Killswitch Engage sono delle canaglie. Ci sono gli American Nightmare, li conosci?”.
“Lo sapevo, devi ascoltarli! Loro, comunque”.
SIETE SEMPRE IN TOUR, COME VEDI QUESTO NUOVO CAPITOLO DELLA BAND A LIVELLO EVOLUTIVO? STATE DIVENTANDO MATURI O RIMARRETE SEMPRE GLI STESSI?
“Saremo i soliti selvaggi, te lo assicuro, perché è semplicemente quello che siamo e saremo sempre. L’unica cosa seria in questa band è la musica, per il resto siamo dei cartoni animati, ci piace cazzeggiare e fare i coglioni… I tour ci hanno solo avvicinato come amici, questi ragazzi sono la mia famiglia”.
TRE DISCHI CHE ADORI AL MOMENTO…
“Hellacopters… Clutch… Uhm, poi mi piace molto il nuovo dei Meshuggah!”.
CHE MI DICI DELLA COVER DI “I USED TO LOVER” CHE AVETE REGISTRATO PER IL TRIBUTO AI GUNS?
“Be’, i Guns sono una band seminale, non c’è bisogno che uno come me si dilunghi a descivere quanto sono stati influenti nel mondo del rock. Quando si è presentata l’occasione di suonare sul tributo assieme alle band che maggiormente apprezzo (il tributo si intitola ‘Bring You To Your Knees’ e vede band quali Eighteen Visions, Dillinger Escape Plan e molti altri deturpare le song dei Guns ‘N Roses. Consigliatissimo,ndR) abbiamo accettato al volo, penso che il risultato sia stato veramente soddisfacente”.
QUALCOSA DA DIRE AI LETTORI DI METALITALIA.COM?
“‘Gutter Phenomenon’ esce il 23 Agosto. Ragazzi, venite al nostro show, non ve ne pentirete, cazzo!”.