EVOCATION – From the Underground and Below

Pubblicato il 13/11/2007 da
 
 
A più di quindici anni dalla sua prima esplosione, la scena death metal svedese non smette di regalarci nuovi talenti e band che meritano di essere scoperte e ascoltate. Reduci da una pausa durata ben tredici (13) anni, gli Evocation – vera e propria promessa della scena dei primi anni Novanta – sono piombati sul mercato qualche mese fa con un ottimo esempio di old school death metal tagliente e melodico, “Tales From The Tomb”, il loro primo full-length album. Un disco in grado di entusiasmare sia i fan dei Dismember, che quelli degli At The Gates… old school death metal svedese della miglior specie, insomma! Ne abbiamo parlato con il frontman Thomas Josefsson!
 

 
 
 
LA BAND VENNE ORIGINARIAMENTE FORMATA NEI PRIMI ANNI NOVANTA, MA IL VOSTRO ALBUM DI DEBUTTO E’ STATO PUBBLICATO SOLO QUEST’ANNO! TUTTO CIO’ E’ PAZZESCO, SPECIALMENTE PERCHE’ IL VOSTRO DEATH METAL ERA ED E’ DI QUALITA’! CHE COSA E’ SUCCESSO NEL 1993, THOMAS?
“Ci siamo persi da qualche parte fra l’avere troppe influenze e l’avere troppa foga di fare! In quel periodo ci impegnammo tantissimo e accaddero molte cose. Venivamo tutti da esperienze in altre band ed eravamo davvero concentrati. Però credo che fossimo un poco in ritardo. Tutto il movimento esplose poco prima dell’uscita del nostro primo demo, ‘The Ancient Gate’. Nuove band spuntavano da ogni dove e l’unica cosa che contava era l’originalità. Le label stavano prendendo d’assalto l’underground: solo noi ricevemmo offerte da Osmose, Black Mark, Roadrunner, No Fashion e Relapse! Ovviamente tutte desideravamo ascoltare dei nuovi pezzi, così ci mettemmo a lavorare ancora più sodo, ma c’era chi voleva suonare più veloce, chi lento e addirittura chi voleva influenze psichedeliche! Realizzammo il ‘Promo 92’ e, se lo ascolti, ti puoi facilmente rendere conto che eravamo affamati: c’è di tutto in quei pezzi… non puoi quasi respirare durante l’ascolto. Diventammo molto più tecnici e veloci e tutte quelle influenze distrussero l’originaria struttura della nostra musica. Perdemmo totalmente di vista lo scopo originale della band e di lì a poco iniziammo a dedicarci ad altri progetti o anche ad altri interessi che nulla avevano a che fare con la musica. Oggi le cose sono ben diverse… suoniamo solo per divertirci e per stare bene fra noi, non ci interessa se la musica piace a una major o a una label minuscola. Le nostre vite hanno altre priorità, ma è bello ritrovarsi ogni tanto per suonare death metal… viviamo tutto con molta serenità e se a qualcuno ciò che facciamo piace, quello è soltanto un ottimo bonus aggiuntivo!”.
 
 
CHE COSA AVETE FATTO DI PRECISO TRA IL 1993 E IL 2005, ANNO DELLA VOSTRA RESURREZIONE?
“Dopo lo split degli Evocation sono accadute moltissime cose. Vesa iniziò a suonare in una band chiamata Stoneflow e di lì a poco entrò a far parte dei Cemetary/Sundown. Janne dsi unì a una hardcore band chiamata Grip Shift (nel ’92 quello che voleva andare veloce ovviamente era lui!). Marko entrò a far parte di un gruppo crust punk finlandese chiamato Rajoitus, nel quale, ad oggi, canta anche il primissimo vocalist degli Evocation, Jani Karvola. Quest’ultimo tenne uno show e prese parte a un paio di prove con noi… io all’epoca suonavo il basso. Comunque, venendo ai restanti membri della band, Christian si unì ai Lake of Tears, mentre io seguii Vesa nei Cemetary/Sundown. Abbiamo ridato vita alla band nel 2005 in seguito al buon successo riscosso dalla raccolta di nostri demo pubblicata dalla Merciless Records. Ci siamo sentiti davvero entusiasti… è stato come venire ricompensati dopo il duro lavoro che avevamo fatto ai tempi! Janne, Marko e Vesa si sono ritrovati per qualche birra e, una volta ubriachi, sono giunti alla conclusione che valeva la pena di riprovarci! Hanno noleggiato della strumentazione, hanno provato un paio di volte e poi mi hanno telefonato per comunicarmi la notizia (ero in vacanza all’epoca). Ovviamente, non ho detto di no…”.
 
 
RIMPIANGETE DI NON AVER VISSUTO A PIENO IL PERIODO D’ORO DELLA SCENA DEATH METAL SVEDESE?
“Ne abbiamo parlato spesso fra di noi, ma siamo tutti giunti alla conclusione che è stato meglio così. Se avessimo continuato con la band all’epoca, saremmo finiti senz’altro a litigare ogni giorno su quale direzione prendere e ci saremmo esauriti. Inoltre un nostro primo eventuale full-length sarebbe arrivato nei negozi troppo tardi rispetto a quelli delle grandi band della scena. E poi sappiamo tutti che di lì a poco il black metal avrebbe preso il sopravvento e avrebbe spazzato via buona parte della scena che conoscevamo. Insomma, sarebbe stato difficile sopravvivere ad alti livelli. Non rimpiangiamo dunque quasi nulla di ciò che abbiamo fatto in quegli anni”.
 
 
PARLIAMO ORA DEL VOSTRO PRIMO ALBUM, “TALES FROM THE TOMB”! SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE?
“Assolutamente sì! Considerando che erano passati tredici anni dalla nostra ultima prova quandpo abbiamo iniziato a scriverlo, non si può non essere contenti. Siamo veramente affamati al giorno d’oggi, ma allo stesso tempo sappiamo come affrontare il music business… è un’ottima sensazione. Riusciamo a comporre materiale di frequente e con molta naturalezza. Per me siamo davvero maturati in tutti questi anni: i miei testi nel 1992 facevamo schifo, mentre oggi mi soddisfano pienamente… credo di essere diventato un buono scrittore. ‘Tales From The Tomb’ è la cosa migliore che sia accaduta nella nostra vita negli ultimi tempi: ci abbiamo messo tutto noi stessi e siamo felicissimi di sapere che è un album che sta piacendo tanto. Sembra che ogni fan abbia un suo brano preferito e ciò significa che la tracklist è molto solida”.
 
 
I BRANI DELL’ALBUM SONO TUTTI NUOVI O AVETE RECUPERATO QUALCOSA DALLE PRIMISSIME REGISTRAZIONI?
“Tutte le song sono nuove, eccetto ‘Veils Were Blown’, che per quanto mi riguarda è il nostro pezzo migliore degli esordi. Rispetto alla versione contenuta nel ‘Promo 92’ non abbiamo modificato nulla… solo le ritmiche sono state aggiustate… nel senso che oggi Janne va a tempo per tutto il pezzo (ride, ndR)!. Inolre c’è un vecchio riff nella traccia ‘From Menace To Mayhem’. Il resto di ‘Tales From The Tomb’ è invece stato scritto e arrangiato di recente da un gruppo di ragazzi che è felicissimo di ritrovarsi per qualche birra e per strimpellare!”.
 
 
VOI SIETE ORIGINARI DELLA ZONA DI GOTHENBURG, EPPURE IL VOSTRO SOUND E’ PER LO PIU’ DEVOTO ALLA SCENA DI STOCCOLMA! COME LO SPIEGHI?
“Stoccolma… quando penso a quella città mi vengono i brividi. Fu il motivo per cui decidemmo di iniziare a suonare… quella scena diede vita a tutto. Prova a pensare a band come Dismember, Entombed, Unleashed, primi Carbonized e Grave… all’epoca quei ragazzi distruggevano tutto e tutti, erano inarrestabili. E alcune di loro lo fanno ancora oggi! Inoltre a Stoccolma c’erano i famosi studio Sunlight di sua maestà Tomas Skogsberg. Insomma, all’epoca era difficile non venire influenzati da tale scena”.
 
 
C’E’ COMUNQUE DELLA MELODIA NEI VOSTRI PEZZI… ANCHE I PRIMI AT THE GATES SEMBRANO ESSERE UNA DELLE VOSTRE INFLUENZE.
“Gli At The Gates spaccavano il culo… sono certamente una delle nostre influenze. Anche gli Eucharist, ma loro li scoprimmo abbastanza tardi. Gli Evocation hanno sempre suonato death metal crudo e brutale, ma hanno sempre avuto un certo senso per la melodia. E’ un po’ la caratteristica del metal svedese, a ben vedere”.
 
 
LA COPERTINA DELL’ALBUM E’ FANTASTICA! L’Artista OVVIAMENTE E’ DAN SEAGRAVE… IMMAGINO LO ABBIATE SCELTO PER LE SUE COPERTINE DI ENTOMBED E DISMEMBER, FRA GLI ALTRI…
“Ci siamo detti: ‘Se dobbiamo intraprendere un viaggio nel tempo, facciamolo bene o non facciamolo proprio’. Dan Seagrave è il solo artista che conosco che abbia realizzato copertine solo ed esclusivamente per album death metal. Ci sono tanti grandi disegnatori in giro, ma Dan Seagrave è l’artista death metal per eccellenza. Non ha mai disegnato la copertina di un album di un altro genere! Tutti i suoi lavori sono affascinanti, puoi passare intere ore a osservarli e ogni volta scoprirai qualcosa di nuovo”.
 
 
SEGUITE L’ATTUALE SCENA METAL? C’E’ QUALCOSA CHE VI ENTUSIASMA?
“Ho sempre meno tempo per ascoltare con attenzione i nuovi album. Mi pare che le giovani band abbiano tutte una gran tecnica, ma spesso prestano poca attenzione alla struttura delle canzoni e al groove. Non so, forse sto diventando vecchio (ride, ndR)!”.
 
 
QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO? UN NUOVO ALBUM NEL 2021 O DOVREMO ASPETTARE PER UN PERIODO PIU’ BREVE?
“Non preoccuparti, amico, ad oggi abbiamo già undici nuovi brani pronti e contiamo di entrare in studio entro poche settimane! Il nuovo album verrà pubblicato l’anno prossimo, forse in estate, quindi nessuno dovrà aspettare a lungo! L’energia, l’atmosfera e la fame sono più forti che mai e siamo più che felici di quanto sta uscendo fuori… c’è anche la partecipazione di uno special guest di cui al momento non posso fare il nome. Comunque a breve verrete investiti da una nuova tempesta”.
 
 
SUL FRONTE LIVE COME VI STATE MUOVENDO?
“Stiamo programmando molti concerti, amiamo suonare live. Non possiamo imbarcarci in tour più lunghi di un paio di settimane perchè abbiamo un lavoro e delle famiglie da mantenere, ma faremo il massimo per coprire quanti più territori possibile. Abbiamo di recente suonato a Gothenburg con gli Entombed e il 29 dicembre saremo in Germania al The Devil’s Revenge festival con Destruction e Gorefest, tra gli altri. Ma c’è tanto altro in cantiere… stiamo arrivando!”.
 
OK, GRAZIE PER L’INTERVISTA, THOMAS…
“Grazie mille a tutti voi! Spero che gli Evocation possano trovare terreno fertile in Italia.,. ci piacerebbe venire a suonare da voi e divertirci tutti insieme! Nel frattempo supportate il porno e il vostro fidato spacciatore di erba!”.
 
 
 
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