EXHUMED – Reborn In Gore

Pubblicato il 14/08/2011 da

Il ritorno degli Exhumed dopo otto anni trascorsi lontani dalle scene ci ha regalato un ottimo nuovo disco in “All Guts, No Glory”, da poche settimane disponibile su Relapse Records. È stato quindi più che mai il caso di mettersi in contatto con il leader dei death-grinders americani, Matt Harvey, in modo da saperne di più su questo loro già apprezzatissimo come-back. Partendo proprio dalle varie fasi che hanno portato al loro ritorno, nell’intervista che segue abbiamo sviscerato altri retroscena e soddisfatto qualche altra piccola curiosità sul quartetto californiano.

COME È NATA L’IDEA DI RESUSCITARE GLI EXHUMED DOPO OTTO ANNI DI PAUSA?
“Tutto nasce essenzialmente dal mio amore per questa musica. In un momento di crisi ho provato a prenderne le distanze e a dedicarmi ad altro, ma alla lunga non ho potuto resistere. È bastato ritrovarsi in sala prove con dei vecchi amici per riaccendere la fiamma. Dopo quel giorno abbiamo iniziato a scambiarci email e a comporre musica separatamente e nel giro di pochi mesi ci siamo ritrovati con un nuovo album degli Exhumed. Una email alla Relapse ha risolto il problema del contratto e di lì a poco sono arrivate offerte per suonare dal vivo”.

CHE COSA È SUCCESSO ESATTAMENTE DOPO LA PUBBLICAZIONE DI “ANATOMY IS DESTINY”? QUALI SONO I MOTIVI CHE TI PORTARONO A CHIUDERE MOMENTANEAMENTE IL CAPITOLO EXHUMED?
“Con ‘Anatomy Is Destiny’ provammo a fare il cosiddetto ‘botto’: produzione ed esecuzione più curate sul disco, una grande campagna pubblicitaria, date live come se piovessero… Poi però la lineup si sfaldò per la troppa pressione che questo nuovo modo di vedere la band aveva portato su di noi. In fin dei conti, suonando il nostro tipo di musica, era ed è praticamente impossibile raggiungere una vera stabilità finanziaria. Ci stavamo ammazzando per dei risultati che, tutto sommato, erano poca cosa. Ero ossessionato dal compiere questo salto di qualità, ma alla fine mi ritrovai con un pugno di mosche. Fu un periodo molto stressante e in breve tempo mi ritrovai a fare i conti con una sorta di crisi di identità: avevo 30 anni e pensavo di non aver concluso niente nella mia vita. Così presi la decisione di chiudere con la musica a a questi livelli: trovai un lavoro ‘normale’ e iniziai a condurre una vita come tante”.

FINO A QUANDO…
“Fino a quando mi sono reso conto che c’era gente a cui effettivamente importava qualcosa degli Exhumed! A un certo punto mi sono trasferito alle Hawaii e laggiù non c’è voluto molto affinchè diventassi amico con quelle poche persone che da quelle parti ascoltano metal. Uscivamo a bere qualcosa o parlavamo di musica e ogni volta mi veniva posta la stessa domanda: ‘Perchè non suoni più con gli Exhumed?’. Pensavo di essermi lasciato alle spalle quell’avventura, ma gradualmente ho iniziato a rendermi conto che l’amarezza era sparita e che non c’era più motivo di lasciare seppellito questo mio passato. Così, come ti dicevo, una volta tornato in California ho iniziato a suonare con degli amici e in breve tempo siamo giunti alla conclusione che valeva la pena resuscitare la band”.

IMMAGINO CHE CERCHERAI IN OGNI MODO DI NON RIPETERE GLI ERRORI DEL PASSATO…
“Assolutamente. Ora vi è tutt’altro spirito in seno alla band: componiamo con calma e senza scadenze, andiamo in tour solo quando le nostre vite private ce lo permettono e se uno di noi non può proprio venire, allora troviamo un sostituto. Nessun dramma. Siamo qui per divertirci, nulla di più. È infatti stato un piacere realizzare il nuovo album: non abbiamo sentito alcuna pressione e ci siamo divertiti per tutto l’arco del processo”.

PRESENTACI ALLORA IL NUOVO “ALL GUTS, NO GLORY”…
“È un disco Exhumed al 100%. Abbiamo mantenuto l’impatto di ‘Anatomy Is Destiny’, ma abbiamo deciso di tornare alle strutture dei vecchi dischi, cercando di non indugiare troppo in ripetizioni o tecnicismi. È un lavoro diretto, in cui le influenze thrash e old school death metal vengono particolarmente a galla. Del resto, abbiamo sempre suonato questo genere di metal estremo vecchio stampo… solo con ‘Anatomy Is Destiny’ avevamo concepito qualcosa di più raffinato. Ho espressamente chiesto a Danny, che è un batterista fenomenale, di lasciare da parte la sua inventiva e le sue influenze jazz e di andare dritto al sodo. Per questo disco era necessario avere un’attitudine di questo tipo”.

QUALI SONO GLI INGREDIENTI PER CONFEZIONARE UNA BUONA EXHUMED SONG?
“Il criterio è lo stesso alla base di una buona canzone rock o pop: prima di tutto, deve essere catchy. Ci devono essere dei riff o delle melodie in grado di imprimersi in breve tempo nella mente di chi ascolta. Poi non deve essere veloce solo per il gusto di esserlo: l’importante è mantenere aggressività e intensità, indipendetemente dai tempi su cui viaggiano le ritmiche. Infine non deve perdersi in troppi orpelli… è vitale che il brano non contenga riff o parti inutili. Non ci interessa risultare tecnici o cervellotici”.

SEI ANCHE IL PRINCIPALE COMPOSITORE DEI DEKAPITATOR: COME TI COMPORTI QUANDO SCRIVI UN NUOVO RIFF? COME FAI A DECIDERE SE USARLO PER QUESTI ULTIMI O SE RISERVARLO PER GLI EXHUMED?
“Beh, i Dekapitator sono molto più vicini al thrash e a certo heavy metal rispetto agli Exhumed, quindi per loro sono solito riservare la mia anima più ‘classica’. Diciamo che le influenze primarie per loro vanno dal thrash tedesco e della Bay Area a gruppi come Exciter e Anvil, passando ovviamente per i classici Judas Priest e Iron Maiden. Invece gli Exhumed sono un vero frullato di tutto ciò che è estremo. D’altronde, sono cresciuto ascoltando il vecchio thrash, ma anche grossissime dosi di death metal, grindcore, powerviolence e hardcore”.

QUALI BAND DEFINIRESTI FONDAMENTALI PER LA TUA CRESCITA MUSICALE?
“Una domanda del genere mi mette in seria difficoltà perchè potrei andare avanti per un’ora! Comunque ci provo, dopo tutto mi piace compilare queste liste! Allora, come band assolutamente fondamentali direi Autopsy, Dark Angel, Carcass, Exodus e primi Pestilence. Poi ho sempre avuto una passione per certe thrash metal band molto estreme, come Devastation (TX), Incubus, Massacra, Razor e Merciless… questo è forse il mio sottogenere preferito in assoluto! Ma, alla fine, tutto l’ambiente hard rock e metal degli anni ’80 e dei primi ’90 mi ha regalato tanto… parlo di AC/DC, Thin Lizzy e Van Halen tanto quanto ascolto Terrorizer o Carnage”.

PENSAVO AVRESTI CITATO SOLO I CARCASS!
“È quello che si aspettano tutti (risate, ndR)! Intendiamoci, adoro i Carcass… del resto, il sound degli Exhumed parla chiaro. Ma è anche vero che ho sempre ascoltato tanto altro. Del resto, sono convinto di avere le loro stesse influenze e di essere cresciuto con gli stessi ascolti… siamo praticamente coetanei, d’altra parte. I Carcass comunque restano una delle mie band preferite, hanno confezionato album epocali e continuano a influenzare decine di band pur non essendo sostanzialmente più attivi”.

PER NON PARLARE DEL LORO IMMAGINARIO GORE/SANITARIO…
“Assolutamente! Un altro tipo di influenza che non va affatto sottovalutato. Sono stati i capostipiti di un genere musicale sotto ogni singolo aspetto. Noi abbiamo sempre evitato i paroloni da libro di medicina perchè non siamo in grado di pronunciarli, ma il gore e tutto ciò che vi ruota attorno sono una parte essenziale della proposta Exhumed”.

E DI BAND RECENTI COSA MI DICI? NE APPREZZI QUALCUNA IN PARTICOLARE?
“Senza dubbio i Landmine Marathon, sono tra i miei preferiti ultimamente. Non a caso, abbiamo registrato buona parte del nuovo album negli studi del loro chitarrista, Ryan Butler. Poi adoro i Funebrarum, che non sono assolutamente nuovi, ma che stanno iniziando a riscuotere un po’ di successo solo negli ultimi tempi. Sono un loro grande fan”.

SIETE STATI IN TOUR IN EUROPA CON GLI ATHEIST RECENTEMENTE. UNO STRANO BILL… TECNICA E AVANGUARDIA CONTRO IGNORANZA VECCHIA SCUOLA! COME È NATA QUESTA IDEA?
“Ci siamo resi conto che saremmo stati in tour negli stessi posti durante lo stesso periodo. Sarebbe stato stupido non unire le forze e cercare di portare qualche ascoltatore in più gli uni agli altri. E poi sono gente simpatica… meglio andare in tour con loro piuttosto che con qualcuno che non conosci e che magari può causare problemi. Come ti dicevo, ora siamo qui soltanto per divertirci… tutte le altre considerazioni vengono dopo!”.

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