EYECONOCLAST – Diversità ed evoluzione

Pubblicato il 14/07/2013 da

Metalitalia.com segue gli Eyeconoclast sin dagli esordi ed ha quindi sempre assistito da vicino alle peripezie dei death-thrasher capitolini, che, nonostante un’ottima vena compositiva, hanno sempre fatto un po’ fatica ad emergere, fra scarso appoggio da parte della casa discografica di turno e alcuni cambi di formazione. Ora accasati presso la nota Prosthetic Records e con una lineup solida, i Nostri hanno dato alle stampe “Drones Of The Awakening”, album molto ben accolto da fan e critica, che li sta rapidamente portando all’attenzione di un pubblico più ampio. Tornati di recente da alcune date live di spalla ai Cryptopsy, i ragazzi di Roma sembrano insomma più carichi che mai e pronti a recuperare il tempo perduto. Li riaccogliamo sulle nostre pagine con la seguente intervista, alla quale hanno risposto al completo e da vera squadra. A voi il batterista Mauro Mercurio, il bassista Paolo Ballarotto, il cantante Giuseppe Di Giorgio e i chitarristi Stefano Morabito e Alessio Cosenza.

Eyeconoclast - band - 2012

“DRONES OF THE AWAKENING” ARRIVA NEI NEGOZI DOPO TANTI ANNI DI ASSENZA, INTERROTTI SOLO DALL’USCITA DELL’EP “SHARPENING OUR BLADES ON THE MAINSTREAM”. COME CI SI SENTE A VEDERE IL FRUTTO DI ANNI DI LAVORO FINALMENTE PUBBLICATO?
Mauro: “Siamo molto felici dell’uscita del disco e allo stesso tempo molto soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto. Il gruppo è stato fermo perché la line-up ha avuto diversi cambiamenti. In primis è entrato Paolo Ballarotto al basso, che è andato bene da subito. Oltre ad essere un ottimo bassista si dà molto da fare anche in sede organizzativa live del gruppo. Successivamente abbiamo trovato un cantante stabile; quasi inaspettatamente, dato che proprio l’alternanza di diversi cantanti ci ha fatto perdere molto tempo. In Giuseppe abbiamo trovato la persona giusta! Con questa line-up è stato facile comporre ed abbiamo dato il 100% di noi stessi”.

COME DESCRIVERESTE “DRONES…” A CHI ANCORA NON VI CONOSCE O A COLORO CHE SONO RIMASTI AI VOSTRI PRIMI LAVORI?
Mauro: “La nostra proposta vuole unire gli stilemi del death e del thrash metal, velocità e potenza.. ovviamente la priorità è dare un senso alle canzoni, senza scadere in virtuosismi inutili. Rispetto al passato, posso dire che c’è un’estremizzazione di tutti i tratti salienti di ‘Unassigned Death Chapter’, ossia è un album più veloce, estremo e melodico”.

“DRONES…” SEGNA APPUNTO L’ESORDIO UFFICIALE DEL NUOVO CANTANTE GIUSEPPE DI GIORGIO. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LUI? DIREI CHE SIA RIUSCITO A NON FAR RIMPIANGERE SYNDER…
Mauro: “Trovare un cantante valido è stato molto difficile, soprattutto per la difficoltà tecnica delle metriche. Devo dire che siamo molto soddisfatti della prova in studio di Giuseppe; anzi, la velocità con cui è entrato in sintonia col resto del gruppo ci ha fatto rimpiangere il fatto di non averlo trovato prima! Giuseppe è sempre stato un nostro grande fan, lo avevamo già conosciuto personalmente e apprezzato la sua voce in sede live, quindi diciamo che il suo provino è stato un passo obbligato. Ci siamo trovati bene già dalla prima prova, sia a livello tecnico che personale. Praticamente era in pianta stabile dopo una sola prova”.

SIETE NATI IN UN PERIODO IN CUI UN CERTO TIPO DI THRASH-DEATH METAL ERA PARECCHIO IN VOGA. OGGI PERÒ QUELLA SCENA, IN PARTICOLARE QUELLA SVEDESE, PARE QUASI DEL TUTTO SCOMPARSA O ADDORMENTATA. CHE COSA VI HA FATTO INNAMORARE DI QUEL FILONE IN PRIMO LUOGO? E OGGI VI RITENETE GLI EREDI DEI VARI THE CROWN, DEFLESHED, ECC.?
Paolo: “Ci siamo innamorati di gruppi come Dissection, The Crown, Immortal, Edge of Sanity, Satyricon (e via dicendo…) senza un motivo preciso, credo ci piacessero e basta. Non è che ci riteniamo gli eredi, figurati.. da una parte sicuramente abbiamo assimilato un certo modo di intendere la musica che suoniamo, ma d’altro canto abbiamo riff più complessi, dei tempi più spinti e intrecci melodici totalmente differenti dai gruppi che hai citato”.

SUL NUOVO ALBUM È INOLTRE PRESENTE PROPRIO UNA COVER DEI THE CROWN. SPIEGATECI I MOTIVI DI QUESTA SCELTA, CHE ALCUNI POTREBBERO REPUTARE OVVIA…
Paolo: “Hai in mente quando stai talmente in fissa con un gruppo che suonare i pezzi a casa da solo non ti dà più alcuna soddisfazione? Ecco. Volevamo fare un tributo ad una band che non fosse inflazionata, non volevamo fare la solita cover per alzare le visualizzazioni su YouTube. Così abbiamo stilato una rosa di nomi e alla fine la scelta è ricaduta sui The Crown”.

TORNANDO INVECE AL VOSTRO MATERIALE, QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE SECONDO VOI NON DEVONO ASSOLUTAMENTE MANCARE IN UN BRANO DEGLI EYECONOCLAST?
Stefano: “Ottima domanda. Credo che le melodie incastrate su ritmiche particolari, i cambi armonici e i tempi serrati siano il trademark della band. Il testo invece deve proiettare nella mente un’immagine particolare, incastrarsi in modo interessante e libero ritmicamente rispetto alla musica. Infine il brano non deve avere una chiave di lettura immediata e semplice, ma deve essere apprezzato dopo molti ascolti. Questa è una scelta che va palesemente contro le ultime uscite e l’attuale mercato metal, ma poco ci importa”.

ESISTE UN BRANO CHE CONSIDERATE IL VERO MANIFESTO DEGLI EYECONOCLAST? QUAL È INVECE, SECONDO VOI, IL PEGGIOR PEZZO CHE AVETE PUBBLICATO?
Alessio: “I nostri pezzi sono frutto di ore ed ore di lavoro in fase di composizione: ragioniamo su ogni singolo riff e arrangiamento. Non lasciamo nulla al caso e posso assicurarti che abbiamo scartato (a volte piangendo) soluzioni molto valide perché non avevano ‘il giusto posto’ nella canzone. Di conseguenza, il pezzo peggiore che abbiamo scritto è ancora inedito! Il vero manifesto non lo so, non ci abbiamo mai pensato.. sicuramente ‘Sharpening Our Blades On The Mainstream’ ha un valore particolare per noi e dal vivo è tra le più apprezzate. Potrebbe essere questa”.

LE ATMOSFERE DEI VOSTRI DISCHI RIMANDANO AD AMBIENTAZIONI FUTURISTICHE E “CYBER”. DA DOVE NASCE QUESTO ELEMENTO? AVETE MAI PENSATO DI ESALTARLO ULTERIORMENTE CON TASTIERE, SAMPLE O UN’EFFETTISTICA PIÙ FREQUENTE?
Paolo: “No, sarebbe gay”.
Giuseppe: “Ricondurre l’elemento ‘cyber’ al semplice utilizzo delle tastiere sarebbe troppo semplice, preferiamo mantenere un approccio guitar-oriented e condire il tutto con testi e artwork futuristici. Quella dei testi ‘cyber’ è una scelta precisa, tutto l’album ha infatti come tema principale i concetti di transhumanism e posthumanism, che vengono utilizzati per parlare dell’attuale situazione dell’uomo e del suo perenne bisogno di intrappolarsi nei muri della società da lui stesso creata al punto da controllare ogni minimo aspetto della sua vita. Questo si rispecchia nell’artwork di ‘Drones..’, dove c’è un mecha che, divenuto senziente, sventra il corpo dell’uomo che un tempo lo controllava. Una chiara metafora della società che schiaccia l’uomo che l’ha creata”.

IL DISCO È STATO PRODOTTO DAL VOSTRO CHITARRISTA STEFANO “SAUL” MORABITO, CHE CON IL SUO STUDIO È ORMAI MOLTO NOTO NEGLI AMBIENTI DEATH METAL. QUALI SONO I PRO E I CONTRO DI AVERE IL PROPRIO PRODUTTORE PARTE INTEGRANTE DEL GRUPPO?
Mauro: “Fare un disco con Stefano dietro al mixer ormai è una garanzia… A mio parere si è superato con ‘Drones…’! I pro sono ovviamente che, se parliamo di lui in quanto fonico, i dischi suoneranno sempre bene. In ottica musicista, invece, che ci proporrà sempre riff bestiali! Di contro direi uno solo…  essendo il nostro chitarrista non può farci da fonico in sede live!”.
Alessio: “Parlando del lato tecnico della produzione, fare squadra con Stefano ci garantisce la sua competenza nel mixaggio dei pezzi e nella scelta dei suoni. Questo significa avere un fonico che sa come dovrà suonare l’album ancora prima di registrare una sola nota! Inoltre, un professionista come lui ti ‘fa le pulci’ sull’esecuzione in sede di registrazione, con i risultati che puoi ascoltare sull’album!”.

È ORMAI DA TEMPO CHE VI MANTENETE SU BUONI, SE NON OTTIMI, LIVELLI. EPPURE IL NOME EYECONOCLAST STA INIZIANDO AD EMERGERE SOLO ADESSO. AVETE DEI RIMPIANTI? AD ESEMPIO, QUANTO È STATO DIFFICILE TROVARE UN CONTRATTO DISCOGRAFICO DEGNO DI QUESTO NOME?
Mauro: “Sta iniziando ad emergere solo adesso perché ora abbiamo un’ottima etichetta che ci supporta! Prima era impensabile… Prosthetic Records ci ha dato tutti i mezzi per rendere possibile il disco, è un’ottima label! Rimpianti ce ne sono, ma non per nostra volontà! I vari cambiamenti di line-up ci hanno fatto perdere molto tempo. Adesso le cose stanno diversamente: siamo un gruppo affiatato, con esperienza alle spalle e voglia di fare. Nel nostro piccolo puntiamo a comporre belle canzoni”.

SIETE DA POCO RIENTRATI DA UN MINI-TOUR DI SPALLA AI CRYPTOPSY, FRA GLI ALTRI. COME SONO ANDATI QUESTI CONCERTI? E QUANTO È IMPORTANTE LA DIMENSIONE LIVE PER GLI EYECONOCLAST?
Paolo: “E’ infinitamente importante. Al giorno d’oggi dove tutti registrano – e tutti correggono – l’unico modo per sentire ‘veramente’ un gruppo è dal vivo. Certo, va considerato che siamo nel terzo mondo della musica e un locale con un fonico degno di questo nome è più raro di una mosca bianca. In tour comunque siamo stati fortunati da entrambi i punti di vista, abbiamo suonato in buoni, se non ottimi, locali e siamo stati seguiti dal nostro tour manager che è un fonico veramente in gamba. Per il resto è andato quasi tutto per il meglio, c’è stata molta affluenza, siamo stati accolti sempre con headbanging e movimento da parte del pubblico e ci siamo trovati altrettanto bene con gli altri gruppi”.

QUALI PIANI AVETE PER IL PROSSIMO FUTURO? STATE GIA’ PENSANDO A DEL NUOVO MATERIALE? CI SARANNO DELLE SVOLTE DAL PUNTO DI VISTA STILISTICO? QUALI?
Stefano: “Sì, ci sono diverse ‘proto-canzoni’ in cantiere e lo stile più o meno sarà quello. Forse ci saranno innesti un pochino più ‘epici’ (non nel senso vichingo del termine). Penso che il prossimo disco sarà una figata!”.

QUAL È, PER CONCLUDERE, L’ASPETTO MIGLIORE DEL FAR PARTE DEGLI EYECONOCLAST?
Mauro: “Personalmente, il fatto che siamo tutti amici e che ci divertiamo molto in tutti i live. Un gruppo deve essere in primis in sintonia e suonare per passione senza troppi arrivismi”.
Alessio: “La sicurezza di suonare in un gruppo che fa produzioni coerenti nello stile e che sicuramente si evolverà nel tempo, senza snaturarsi”.

GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA! LE ULTIME PAROLE FAMOSE?
Mauro: “Grazie a te e a tutti quelli che ci supportano! Ci si vede on stage! Vi lascio i vari link per essere sempre aggiornati sulle nostre attività live:

https://www.facebook.com/eyeconoclast
http://www.eyeconoclast.it/“.

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