I Fates Warning sono di nuovo in attività dopo nove anni di assenza dal mercato discografico. Da tempo i fan aspettavano un degno successore di “FWX” e finalmente la formazione americana ha dato vita al nuovo “Darkness In A Different Light”, disco ispirato che non delude le aspettative. Durante la data che i Fates Warning hanno tenuto a Brescia, abbiamo avuto la possibilità di incontrare il leader e chitarrista della band, Jim Matheos, per farci raccontare come la macchina si è rimessa in moto. Stanco dal concerto appena terminato, Jim Matheos si è dimostrato un musicista molto gentile e disponibile, mai si è tirato indietro di fronte alle nostre domande.
JIM, IL CONCERTO E’ APPENA TERMINATO ED I FAN SONO ENTUSIASTI DELLA VOSTRA PERFORMANCE. COME TI SENTI?
“Sono molto contento dello show, ma soprattutto fa piacere che i fan abbiano apprezzato la nostra musica. Siamo stati tanto tempo lontani dalle scene e mi è piaciuto cimentarmi nei nuovi brani di ‘Darkness In A Different Light’. Direi che la serata è andata splendidamente”.
SONO TRASCORSI BEN NOVE ANNI DAL VOSTRO ULTIMO DISCO IN STUDIO. COS’E’ SUCCESSO IN TUTTO QUESTO TEMPO?
“La verità è che dopo il nostro ultimo disco ‘FWX’ abbiamo deciso di prenderci una pausa, ma non sapevamo che sarebbe durata così tanto (ride, ndR). Ci siamo dedicati ai nostri progetti fino a quando ci siamo sentiti pronti a ritrovarci e iniziare i lavori su nuova musica. Posso dire che tutti noi eravamo molto eccitati all’idea di rimetterci al lavoro, volevamo fortemente scrivere nuovi pezzi e suonare dal vivo. In studio l’alchimia tra noi è rimasta la stessa, non sembrava nemmeno che fosse passato così tanto tempo”.
UN PAIO D’ANNI FA HAI INIZIATO A SCRIVERE NUOVA MUSICA PER I FATES WARNING, MA POI QUESTE CANZONI SONO STATE UTILIZZATE PER IL TUO PROGETTO MUSICALE INSIEME A JON ARCH. PER QUALE MOTIVO NON HAI RITENUTO I NUOVI BRANI IDONEI PER LA BAND?
“Due anni fa ho iniziato a scrivere dei nuovi pezzi che a me piacevano molto. Li ho mandati a Ray Alder perché ci cantasse sopra, ma qualcosa non ha funzionato. Ray in quel periodo era molto impegnato per motivi personali, inoltre non riusciva a sentire ‘suoi’ quei pezzi. Casualmente in quel periodo Jon Arch mi contattò per farmi sentire del materiale a cui stava lavorando e a me piacque molto. A questo punto gli ho inviato la musica che avevo scritto, gli è piaciuta e da lì è nata la nostra collaborazione. Il nostro materiale è poi finito sul disco di Arch/Matheos. Ray non era disponibile, non volevo sprecare il materiale che avevo scritto e con Jon è stato fatto un gran lavoro, un disco di cui sono ancora oggi molto fiero”.
QUANDO INVECE VI SIETE RITROVATI TUTTI MOTIVATI IN STUDIO, COME SI SONO SVOLTI I LAVORI SUL NUOVO “DARKNESS IN A DIFFERENT LIGHT”?
“Come ho accennato prima, in studio ci siamo trovati molto affiatati, anche perché con il nuovo batterista Bobby Jarzombeck suoniamo insieme ormai dal 2007, ci conosciamo e siamo riusciti a costruire un’ottima alchimia a livello personale e musicale. Mentre scrivevo i pezzi di ‘Darkness In A Different Light’, avevo in mente le parti di ogni musicista, proprio grazie all’affiatamento che si è formato fra noi. Senza voler esagerare, secondo me la formazione attuale dei Fates Warning ha raggiunto un livello di affiatamento pari a quello dei vecchi tempi”.
PERCHE’ IL VOSTRO STORICO BATTERISTA MARK ZONDER HA DECISO DI ABBANDONARE LA BAND?
“Mark voleva sperimentare qualcosa di diverso e durante questi anni di pausa si è dedicato ai suoi progetti personali. Probabilmente non era nemmeno intenzionato ad imbarcarsi in lunghi tour, per cui ha scelto di lasciare la band. Voglio rassicurare tutti, lo split è avvenuto in modo assolutamente trasparente ed amichevole, siamo tutti ancora molto amici con Mark e quando possibile ci sentiamo spesso”.
PARLIAMO INVECE DI BOBBY JARZOMBECK, BATTERISTA MOLTO TECNICO, MA DI SCUOLA PIU’ TRADIZIONALMENTE HEAVY METAL RISPETTO A MARK ZONDER.
“E’ vero ciò che dici, Bobby proviene da un background heavy metal classico rispetto a Mark, che possiede uno stile più jazz e progressive. Allo stesso tempo Bobby, l’avete visto anche stasera durante il nostro show, possiede un grande bagaglio tecnico ed è perfettamente in grado di suonare tutte le parti di Mark, anche quelle più complesse. Bobby ha portato alla band maggiore potenza ed un tocco metal, durante le fasi di songwriting ho potuto scrivere e proporre soluzioni assenti da anni nei nostri dischi. ‘Darkness In A Different Light’ è il primo disco nella storia dei Fates Warning in cui un batterista è accreditato come compositore, per questo ti dico che Bobby ha portato davvero aria fresca ed una buona dose di energia nella band. Io gli ho chiesto di propormi del materiale e lui senza problemi mi ha inviato molte parti di batteria. Per alcune canzoni sono partito dalle sue parti e ho costruito la musica attorno a loro. Non avevamo mai fatto una cosa del genere in passato”.
QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO “DARKNESS IN A DIFFERENT LIGHT”?
“Io e Ray abbiamo cercato non tanto di dar vita ad un concept album, da di trovare dei punti comuni tra i testi dei nuovi brani. Il titolo può essere interpretato con diversi significati, la luce assume sia la connotazione ‘fisica’, che interiore e spirituale. Il punto chiave del significato è la ricerca della luce all’interno del buio, indipendentemente da cosa esso rappresenti. Alcuni mi hanno detto che il sound delle nuove canzoni appare molto oscuro, ma al loro interno si può sentire la nostra ricerca della luce. Guarda inoltre la copertina del disco, la maggior parte delle band metal utilizza sfondi neri ed immagini cupe, noi invece abbiamo fatto l’opposto. Tutto lo sfondo è bianco e si contrappone all’origami nero”.
JIM, SECONDO TE QUANTO E’ IMPORTANTE POSSEDERE BUONE ABILITA’ TECNICHE PER SCRIVERE UNA GRANDE CANZONE?
“Per scrivere un buon brano non serve affatto essere mostri di tecnica, anzi, alcune delle canzoni più famose di tutti i tempi sono costruite su tre o quattro accordi al massimo. Personalmente posso apprezzare una canzone lunga quindici minuti con all’interno un milione di note suonate alla velocità della luce, così come un brano di tre minuti molto semplice, ma dalla melodia geniale. A volte le cose migliori sono quelle semplici, a volte no. Poi entra in ballo anche la questione del gusto, ma si tratta di un fattore personale”.
STUDI ANCORA E TI ESERCITI A SUONARE LA CHITARRA?
“Dovrei, ma non lo faccio (ride, ndR). Principalmente suono quando sto registrando dei brani oppure durante i tour. Sai, è la stessa cosa per un lavoro normale, quando esci dall’ufficio, magari dovresti leggere o informarti, ma non ti va di sacrificare il tuo tempo libero. Per me è lo stesso, dopo tante ore in studio a scrivere, registrare o dopo un tour, quando sono a casa dovrei esercitarmi con la chitarra, ma alla fine non lo faccio mai”.
NEL MOMENTO IN CUI TI RITROVI A SCRIVERE UNA CANZONE, IN CHE PERCENTUALE SI DIVIDONO PASSIONE E MESTIERE/ESPERIENZA? CI SONO DEI TRUCCHI “LAVORATIVI” PER SCRIVERE UN GRANDE CAVALLO DI BATTAGLIA?
“No, non ci sono trucchi ed accorgimenti che si acquisiscono con l’esperienza per rendere un pezzo migliore. Se ci fossero trucchi per scrivere una hit, tutti pubblicherebbero dei singoli da primo posto in classifica. L’ispirazione è la chiave principale, senza di essa non c’è mestiere che tenga. A volte una canzone vincente può nascere in pochi minuti, partendo da un’idea geniale, altre volte ritrovo a lavorare ad un brano per una settimana o un mese. In sostanza non posso darti nessuna formula magica”.
IN QUESTI NOVE ANNI DI PAUSA DISCOGRAFICA CON I FATES WARNING, COME HAI TROVATO CAMBIATA LA SCENA?
“La scena è cambiata drasticamente! Non voglio sembrare pessimista, ma questi cambiamenti secondo me sono in peggio, hanno danneggiato la scena. A volte mi sembra di assistere ad una selvaggia vendita di macchine, si propina musica alla gente anche se questa è spesso di qualità scadente. Anche internet ha contribuito a questo deterioramento. Non credere che io sia uno di quelli che vive nel passato e che se potesse ritornerebbe alla vita di dieci anni fa, ma non posso fare a meno di costatare questi cambiamenti negativi ed irreversibili”.
SECONDO TE C’E’ QUALCHE SOLUZIONE ATTUABILE PER LA SITUAZIONE CHE STA VIVENDO IL MERCATO MUSICALE?
“Non c’è soluzione, perché semplicemente non si può competere con qualcosa che viene data gratuitamente. Anche se i dischi costassero cinque euro l’uno, ci sarebbe sempre un sacco di gente pronta a scaricarli gratis. Come fai a competere con qualcosa che ti viene illecitamente ‘regalato’? Anche per questo molte band hanno deciso di pubblicare i propri dischi senza l’ausilio delle case discografica. Questa non è una soluzione che mi piace, ma a un certo punto cos’altro si può fare?”.