Il 2021 è l’anno in cui finalmenteaccogliamo il nuovo disco dei Fear Factory, a ben sei anni dal precedente “Genexus”. A dare alla luce il disco rimane il membro più iconico dei titani dell’industrial americani, il fondatore e mastermind Dino Cazares, più che mai motivato nel rendere memorabile questo momento. L’artista vuole uscire in fretta da una decade infernale che l’ha colpito professionalmente e personalmente, dalla causa con Herrera e Wolbers (il batterista e bassista storici) alla bancarotta, fino al divorzio con la compagna di lunga data e l’abbandono di Burton C. Bell, che ci è andato pesante coi commenti verso la campagna di crowdfunding per finire il disco. Oggi Dino è però carico e fiducioso per questo nuovo capitolo discografico, convinto di poter dare continuità al percorso dei Fear Factory anche come unico membro fondatore rimasto. Abbiamo raggiunto recentemente Cazares per parlare di “Aggression Continuum” a pochi giorni dalla pubblicazione, per farci illustrare il suo punto di vista, il suo stato d’animo e soprattutto i progetti per il futuro.
SEI AL LAVORO SU QUESTO DISCO DA UN SACCO DI TEMPO! COME CI SI SENTE?
– Una vera liberazione! Non vedo l’ora sia finalmente in 18 giugno, così tutti potranno sentire quant’è grande questo disco.
QUANDO HAI TERMINATO IL DISCO ESATTAMENTE?
– Bella domanda. Diciamo che ho finito di registrare, mixare e masterizzare il disco nel 2021, quindi quest’anno. C’è già fuori un primo video, un singolo, tra poco inoltre arriverà un secondo video.
LA PRIMA COSA CHE HO NOTATO, ASCOLTANDO IL DISCO, E’ CHE SEI RIUSCITO A RICREARE PERFETTAMENTE IL SUONO DISTINTIVO DEI FEAR FACTORY, LO SI RICONOSCE IMMEDIATAMENTE. SEI D’ACCORDO? ERA UNO DEI TUOI OBIETTIVI?
– E’ sempre il mio obiettivo, e sono d’accordo con te, sì. Ogni disco che scrivo cerco di superare il precedente. Per me ogni disco è un classico. Da “Soul Of A New Machine”, “Demanufacture”, “Obsolete”, “Digimortal”, “Mechanized”, “Industrialist”, “Genexus” e ora questo disco, “Aggression Continuum”. Per me sono tutti classici, il mio obiettivo è che suonino il meglio possibile come album dei Fear Factory. Credo che con questo disco abbiamo fatto centro, è fantastico e non vedo l’ora che lo ascoltiate.
STATE ANCORA CERCANDO UN NUOVO CANTANTE?
– Sì e no. Accetto ancora dei provini, chiunque voglia inviarmi dei video lo può fare. Allo stesso tempo ho ristretto il cerchio a tre persone, e una di loro è una donna. Voglio che la gente sia preparata alla possibilità, il nuovo cantante può essere chiunque riesca ad essere degno del ruolo. Continuo a dirlo perché voglio che le persone siano pronte, voglio che non ci si aspetti una scelta prevedibile.
PENSI CHE LA TUA AUDIENCE POSSA ACCOGLIERE UNA CANTANTE DI SESSO FEMMINILE NEI FEAR FACTORY?
– Non mi interessa. Faccio quello che devo fare e prenderò la decisione migliore che potrò prendere, per la band e perché le persone possano goderne. Se qualcuno non l’accetterà va bene, potranno continuare a godere di quello che abbiamo fatto in passato o potranno andare ad ascoltare un’altra band. Se alla gente piacerà, grandioso. Non vivo nella paura che il nuovo cantante potrebbe non piacere, manterrò la stessa formula di sempre per i Fear Factory, continuerò a scrivere i riff per cui i FF sono amati, con la stessa doppia cassa sincopata, sarà ancora aggressivo e sarà ancora melodico. Ascolterete la formula che ha reso celebri i Fear Factory.
HAI UNA DEADLINE PER IL NUOVO CANTANTE?
– Mi piacerebbe trovarlo più prima che dopo perché il mondo sta lentamente riaprendo e un sacco di band stanno annunciando i primi tour. So che moltissimi festival sono stati cancellati, ma vogliamo essere pronti per il prossimo anno, in modo da poter esser pronti a partire nel 2022.
IL COVID TI HA RESO LE COSE PIU’ DIFFICILI NEL CERCARE UN NUOVO CANTANTE E NEL FINALIZZARE IL DISCO?
– Ci sono stati pro e contro. Da un lato sono stato in grado di lavorare alla musica e ho avuto moltissimo tempo per farlo. La parte meno buona è che alcuni di questi cantanti sono in altri paesi, e al momento non possono venire qui a causa delle restrizioni causate dal Covid-19. Questo è l’unico lato negativo.
RICORDO CHE IN PASSATO HAI LAVORATO (E HAI LAVORATO BENE) CON TOMMY VEXT. NON SO SE STAI SEGUENDO I FATTI RECENTI: TOMMY E’ STATO CACCIATO DAI BAD WOLVES PER ESSERE STATO MOLTO ESPLICITO E MOLTO INSISTENTE SULLE SUE IDEE POLITICHE E SULLA SITUAZIONE COVID. COME SI EVITANO SITUAZIONI DEL GENERE CON UN NUOVO CANTANTE?
– Non sono sicuro di quale sia la tua domanda.
SEI INTERESSATO AL PENSIERO POLITICO E AGLI IDEALI DELLA PERSONA CHE STAI PER FAR ENTRARE NEI FEAR FACTORY?
– Mi stai chiedendo se sono preoccupato che il nuovo cantante dei Fear Factory abbia le idee di Tommy Vext? Ma certo, non lavorerei con quella persona nel caso abbia le stesse idee! Assolutamente no (ride, ndR)! Per quanto riguarda lui è ok, se riesce ad avere successo e ci crede davvero buon per lui, quel che ti posso dire è che con tutta probabilità non funzionerebbe in una band dove ci sono anche io.
QUINDI SAI PROVANDO A CONOSCERE ANCHE PERSONALMENTE QUESTI CANDIDATI…
– Ma certo, è per quello che ti dicevo che siamo fermi. Viste le restrizioni quella persona non può raggiungere la California e io non posso lavorare con lui/lei e conoscerlo/a.
TORNANDO AL DISCO: SEI CONTENTO DEL CONTRIBUTO DI BURTON?
– Sì. Molto molto molto contento della sua performance sul disco. Io e il produttore ed ingegnere del suono Damien Rainaud ci siamo concentrati moltissimo sulle vocals, abbiamo speso molto tempo per farle suonare al meglio. Non parlo necessariamente di post-produzione, ma riuscire a far risaltare una prestazione in studio, anche a posteriori, è una delle meraviglie che ci ha donato la tecnologia odierna. Se c’è qualcosa che manca da qualche parte si può ovviare con la tecnologia e sicuramente in questo disco l’abbiamo utilizzata pesantemente.
COM’ERA LA VOSTRA RELAZIONE AI TEMPI DELLE REGISTRAZIONI?
– Mi sembrava tutto a posto.
PUOI PARLARCI DEL TUO PERIODO FUORI DAL GRUPPO? HAI MAI PENSATO CHE IL TUO PERIODO NEI FEAR FACTORY FOSSE FINITO?
– Ho pensato che non avrei mai più suonato con certi membri del gruppo, ma non ho mai pensato di non far più parte dei Fear Factory. Quando ero fuori dal gruppo possedevo ancora parte dei diritti, quindi loro hanno dovuto pagarmi nel periodo in cui andarono avanti col gruppo pubblicando “Archetype” e “Transgression”. Non ho scritto quelle canzoni, non c’era niente di mio in quei dischi, ma in quanto proprietario del marchio hanno dovuto pagarmi. No quindi, non mi sono mai considerato del tutto fuori dai Fear Factory. I Fear Factory sono figli miei, ho sempre saputo dentro di me che le cose sarebbero cambiate, ed anni dopoè effettivamente successo. Guardando indietro probabilmente è stata una benedizione, perché ho avuto la possibilità di dare vita a molti progetti: ho pubblicato due dischi degli Asesino, due dischi dei Divine Heresy e il disco dei Roadrunner All Stars, cinque dischi dal 2002 al 2009. Nel periodo in cui i ragazzi hanno pubblicato due dischi io ne ho pubblicati cinque… o almeno quattro. Mi sono spaccato il culo a lavorare, a creare nuova musica e a lavorare anche con alcuni miei vecchi progetti. I Brujeria hanno suonato in Sud America, ed è stato bellissimo perché quel pubblico apprezza davvero tanto la nostra proposta. Stesso discorso con gli Asesino, suonare in America Latina e in Nord America è stato fantastico. Vogliamo parlare dei dischi dei Divine Heresy? Sono davvero molto fiero, come sono fiero di aver collaborato con degli artisti fantastici per il Roadrunner All Stars. Il mio tempo fuori dai Fear Factory è stato molto molto impegnato.
COME TI SENTI OGGI? E’ UN RIPARTIRE DA CAPO, COME PARTIRE DALL’INIZIO?
– No, mi sento di continuare un percorso, un cammino a cui ho dato inizio. Si può guardare al disco come un nuovo capitolo e va bene, in qualche modo lo vedo anche io così. E’ un nuovo capitolo nella lunga storia dei Fear Factory, ma ciò non significa che ho dimenticato quello che ho fatto in passato, tutto quello fa ancora parte della mia storia e della storia del gruppo. Avere un nuovo cantante sarà un nuovo capitolo nel proseguimento di una lunga storia.
QUESTO DISCORSO E’ COLLEGATO COL TITOLO DEL DISCO?
– Esattamente, ci stavo proprio arrivando! “Aggression Continuum” è quello che rappresenta per me questo momento. Mi piace questo titolo perché continuerò questo attacco, questo crescendo costruito negli anni, ed andrà avanti negli anni futuri. Non c’è alcun motivo per me di fermare i Fear Factory perché qualcuno vuole abbandonare. Qualcuno ha detto che avrei dovuto smetterla, avrei dovuto cambiar nome perché Burton ha lasciato la band e bla bla bla. Non me ne frega un cazzo di chi la pensa così. Il mio cuore è qui, la mia passione è qui, questo è quello che sono. Mi identifico con la musica che ho creato durante tutti questi anni e continuerò con la stessa formula, la classica formula che ha reso i Fear Factory quello che sono. Che il nuovo cantante sia maschio o femmina continueremo ad andare avanti. Chi mi rema contro non fa altro che motivarmi per continuare a mettermi alla prova in ogni disco. Non vedo l’ora di smentirli in questo disco e nei prossimi!
STAVI ANCHE PER PUBBLICARE UN DISCO SOLISTA, SE NON SBAGLIO.
– Non sbagli, stavo lavorando alla pubblicazione di un disco solista, ma i piani sono cambiati. Una volta che sono venuto in possesso del nome Fear Factory mi ci sono dedicato al 100%, tutto il resto è stato accantonato. Ci sono un sacco di novità in arrivo per quanto riguarda i Fear Factory, specialmente con un nuovo cantante, che mi terranno occupato per la maggior parte del tempo. Dobbiamo prepararci a nuove canzoni, nuova musica, nuove date. Il resto del 2021 sarà occupato in tutto questo.
C’E’ QUALCOSA DEL TUO DISCO SOLISTA CHE E’ FINITO IN “AGGRESSION CONTINUUM”?
– Nulla, sono cose completamente separate.
FEAR FACTORY SU VINILE: HA SENSO PER TE?
– Sì, certo che sì, dal primo giorno! “Soul Of A New Machine” è stato pubblicato anche in vinile. So perché mi fai questa domanda, forse non è lungimirante, forse non è il futuro, ma a volte la storia si ripete e il vinile è tornato tantissimo negli ultimi quindici anni. Oggi poi la tecnologia di stampa del vinile è progredita e migliorata moltissimo. E’ possibile inserire più informazioni nel solco di un disco, inoltre quando fai un master per vinile lo fai in maniera diversa da quella per il digitale e lo streaming, ci sono meno limiti, meno compressione. A volte il vinile può suonare meglio. Ho ascoltato “Genexus” e “Aggression Continuum” in vinile proprio recentemente, suonano molto bene su quel supporto. Non dimentichiamo la reissue di “Demanufacture” uscita recentemente, anche quella è pazzesca. La mia risposta dunque è sì, ha senso, inoltre devi dare alla gente quello che vuole.
SAPPIAMO CHE SEI UN APPASSIONATO DI SNEAKERS E HAI UNA GRAN COLLEZIONE DI NIKE, PRINCIPALMENTE DELLA LINEA DI KOBE BRYANT. ORA CHE PURTROPPO CI HA LASCIATO E CHE LA FAMIGLIA HA DECISO DI SCIOGLIERE IL CONTRATTO CON NIKE PENSI CONTINUERAI A COLLEZIONARE LE KOBE?
– Sì, so che hanno deciso di cambiare, non hanno rinnovato il contratto con Nike. Recentemente moltissimi giocatori stanno indossando le scarpe di Kobe in suo onore. Per quanto mi riguarda sì, collezionavo un sacco di Nike ma sfortunatamente, a causa di un sacco di beghe legali che ho avuto negli ultimi anni, mi sono dovuto liberare di tutte le mie cose. Pazienza, è andata com’è andata.