Non si può certo dire che il buon Christian Olde Wolbers sia un mostro di simpatia e di loquacità, questo è poco ma sicuro. La situazione è a dir poco paradossale: pochi minuti concessi per l’intervista, viavai di gente continuo dal camerino, e come già detto un interlocutore avaro di parole. L’occasione dell’incontro è la calata italiana della band statunitense, che promuove dal vivo il nuovo album “Transgression”, nei negozi ormai da qualche mese. La parola (mai come in questo caso il termine al singolare si rivela appropriato) al chitarrista…
“TRANSGRESSION” E’ ORMAI FUORI DA CIRCA SETTE MESI. QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI A FREDDO? COME E’ STATO RICEVUTO DAI FAN?
“Davvero? E’ già passato così tanto tempo? Comunque non ti saprei dire. Non sono un fan. Io penso solo a scrivere e registrare. Non so neanche quante copie abbiamo venduto, non me ne frega un cazzo”.
NEGLI ULTIMI DUE ALBUM AVETE PROPOSTO VARIE COVER, E LA COSA APPARE ALQUANTO INSOLITA, IN QUANTO NON AVETE CERTO BISOGNO DELLA SPINTA DI UN PEZZO GIA’ FAMOSO PER ACQUISIRE NUOVI FAN…
“Siamo fan della musica come chiunque altro, e con queste riproposizioni volevamo semplicemente tributare la nostra ammirazione ad alcune delle band che abbiamo sempre amato. Il tutto è nato molto spontaneamente, da una jam o da un’idea. Tutto qua”.
UNO DEGLI ASPETTI SICURAMENTE MENO FELICI DI “TRANSGRESSION” E’ SICURAMENTE LA PRODUZIONE, CAOTICA E POCO INCISIVA…
“Dobbiamo ringraziare il produttore Toby Wright, che ha contribuito a fare suonare così male quell’album. A noi non piaceva la produzione, ma abbiamo dovuto comunque pubblicarlo”.
QUINDI OVVIAMENTE PER IL PROSSIMO ALBUM ABBIATE PENSATO A QUALCUN ALTRO…
“Sì. Io sarò il produttore del nuovo lavoro dei Fear Factory”.
STATE GIA’ COMINCIANDO A RACCOGLIERE LE IDEE PER IL NUOVO ALBUM?
“Certo. Abbiamo pronte qualche centinaio di canzoni ed idee”.
QUALE CREDI CHE SIA L’ALBUM DEI FEAR FACTORY PIU’ SOTTOVALUTATO?
“Non saprei dire”.
…SONO IN MOLTI A CONSIDERARE “DIGIMORTAL” COME IL VOSTRO ALBUM PEGGIORE, MENTRE IO LO TROVO UN ALBUM MOLTO VALIDO…
“E’ una questione di gusti. Non analizzo mai quello che ho fatto. Suoniamo, registriamo e basta. Io amo pensare al futuro, invece che voltarmi a considerare ciò che ho già fatto”.
COME AVETE GESTITO LO SPLIT CON DINO CAZARES? E’ INNEGABILE CHE INSIEME AL BATTERISTA RAYMOND HERRERA SIA COLUI CHE HA CREATO IL SUONO DEI FEAR FACTORY…
“Benissimo, direi. Su ‘Demanufacture’ abbiamo tutti contribuito alla creazione del nostro sound. Da quel momento un sacco di band hanno cominciato ad imitare il nostro sound, e a citarci come le loro influenze. Inoltre ti dirò che quell’album suona in quel modo quasi per caso. Non doveva suonare così in origine, ma ad un certo punto abbiamo perso un sacco di materiale già registrato, principalmente parti di batteria, e così abbiamo dovuto rifare tutto, sforando di 25.000 dollari il budget concessoci”.
SEI UN PRODUTTORE DI DISCRETA FAMA, DALL’HIP HOP AL METAL. STAI FACENDO QUALCOSA IN QUESTO PERIODO?
“Al momento sto producendo i canadesi Threat Signal, il nuovo album dei Mnemic e dei Bleed The Sky. Dimenticavo il nuovo Decapitated. Sicuramente mi sto dando molto da fare”.
LA SCENA METAL RISAPUTAMENTE PULLULA DI INDIVIDUI DALLE RISTRETTE VISUALI MUSICALI. HAI MAI AVUTO PROBLEMI CON QUALCUNO A CAUSA DELLA TUA DOPPIA IDENTITA’ DI METALLARO E DI PRODUTTORE HIP HOP?
“Se vi piace, bene, se non vi piace, meglio. Non mi curo di ciò che la gente dice o pensa di me. Faccio da sempre ciò che amo e non smetterò di certo perché qualcuno non approva le mie scelte. La mia attitudine è molto punk rock!”.
