È il 1° giugno e a Pegognaga, nel mantovano, all’interno della bellissima manifestazione chiamata Pegorock, stasera suonano i Firewind di Gus G.: quale miglior modo, quindi, di passare il sabato pomeriggio se non prendere la macchina e spararsi cinque ore di strada, tra andare e tornare, per ammirare dal vivo la band del grandissimo chitarrista greco, visto che l’ultimo tour da headliner a supporto del bellissimo “Few Against Many” non è passato dall’Italia? E prima del concerto, ecco che Gus G. si è concesso alle nostre domande…
CIAO GUS. PER ROMPERE IL GHIACCIO, QUALI SONO LE TUE ASPETTATIVE PER IL CONCERTO DI STASERA?
“Onestamente non ho alcuna aspettativa per questo show. Non so dove mi trovo, non so che tipo di manifestazione sia questa, ci hanno ingaggiato, eravamo liberi e siamo qui, ma non so se stasera suoneremo per diecimila persone o per i nostri tecnici più quattro gatti ed un cane. Sono assolutamente sperduto”.
QUALI SONO I TUOI RICORDI RELATIVI AI TUOI PASSATI SHOW IN ITALIA?
“Vuoi la verità? Non ho buoni ricordi per quanto riguarda la tua terra. Abbiamo sempre avuto promoter che non hanno supportato al meglio i nostri show in Italia e ci siamo sempre trovati ad esibirci in strani posti. E questo è un peccato, perché tra tutte le volte che abbiamo suonato a Milano non abbiamo mai potuto offrire ai nostri fan uno spettacolo adeguato, in una cornice all’altezza, lo spettacolo che avremmo voluto dare ai nostri fan italiani. E questo sia quando siamo venuti come supporter di band anche molto famose, sia quando siamo venuti da headliner. Questo è il motivo per il quale il nostro ultimo tour europeo a supporto di ‘Few Against Many’ non ha fatto tappa in Italia”.
E’ IL MOMENTO DI PARLARE DEL VOSTRO NUOVO LIVE “APOTHEOSIS”. CI RACCONTI QUALCOSA DI QUESTO DISCO?
“Questo disco lo abbiamo registrato nello scorso tour europeo, lo scorso anno. Abbiamo registrato gli ultimi quattro show che abbiamo tenuto in Grecia, due a Salonicco all’8ball club e due ad Atene al Kyttaro. È una sorta di best of dei Firewind in chiave live, una sorta di chiusura di un capitolo, che contiene i nostri maggiori successi, le canzoni che riteniamo più belle e che piacciono di più ai nostri fan. Esce quest’anno per il decennale della release del nostro primo album. In più questi quattro show che abbiamo registrato sono stati gli ultimi quattro con Apollo alla voce, e vogliono essere da parte nostra il migliore degli addii per lui, ed anche solo per questo sono da ritenere significativi, e credo che i nostri fan lo sappiano bene. Un live che è la fine di un’era, molto simbolico”.
PERCHE’ UN TITOLO COME “APOTHEOSIS”?
“Abbiamo deciso di chiamare questo disco in questo modo perché è così che il nostro pubblico ci ha fatto sentire durante questi concerti, all’apoteosi, ci siamo sentiti in un momento di gloria, i nostri fan ci hanno dimostrato quanto ci amano. Loro ci hanno reso quelli che siamo oggi, ed ogni volta non ci fanno mancare il loro affetto. Fan affezionati come i nostri sono vera gloria per una band. L’apoteosi è uno stato della mente, ed è proprio così che ci siamo sentiti durante questi quattro concerti. Ovviamente anche gli altri fan che sono venuti a vederci durante il tour non sono stati da meno, ma questi quattro concerti finali sono stati speciali”.
COME AVETE SCELTO LE TRACCE DA INSERIRE NELL’ALBUM?
“Abbiamo ascoltato tutte le registrazioni ed abbiamo scelto le versioni dei pezzi che sono venute meglio. Queste diciassette tracce – diciannove con le due bonus tracks, “Cold As Ice” e “Tiranny” – sono sicuramente il miglior manifesto di ciò che sono dal vivo i Firewind”.
NON AVETE PENSATO DI REALIZZARE UN DVD PER “APOTHEOSIS”?
“Ovviamente ci sarebbe piaciuto molto, ma le location dove abbiamo tenuto i concerti registrati per ‘Apotheosis’ non erano proprio il massimo dal punto di vista visivo. Erano capienti, ma non moltissimo, e non proprio bellissime da vedere. Probabilmente in futuro realizzeremo un altro DVD live, ma sarà fatto in un posto bello da vedere, oltre che ottimo a livello di acustica”.
QUAL E’ STATO IL MOTIVO CHE VI HA PORTATO ALLO SPLIT CON APOLLO?
“E’ stata una decisione difficile da prendere, ma una decisione necessaria, ed una decisione comune. Apollo non è, come noi, un girovago. Apollo è un uomo da famiglia. Lui ama stare con la sua famiglia, ed i tour sono sempre stati duri per lui. Per questo in passato abbiamo dovuto sostituirlo più volte nel corso dei tour. Ora siamo arrivati a capire quello che era meglio per lui e per noi. Ci siamo lasciati con amicizia, è stata una decisione comune, senza alcun attrito. Credo che questa sia una cosa importante da sottolineare: con Apollo ci siamo separati consensualmente, non è stato mandato via. Ognuno deve trovare il suo percorso nella vita, e quello di Apollo non era con noi”.
COME SCEGLIETE LE CANZONI DA INSERIRE NELLA SCALETTA PER UN CONCERTO?
“Sicuramente l’ultimo lavoro da studio va valorizzato al massimo, perché è il disco che la maggior parte delle persone ha meglio presente. In una scaletta da diciassette, diciotto canzoni devi inserirne almeno sei-sette, le più valide. E poi vai a ritroso selezionando le canzoni che secondo te piacciono maggiormente al tuo pubblico. Devi fare attenzione a scegliere quelle che piacciono ai fan, non a te, spesso questa è la difficoltà”.
QUANTO E’ CAMBIATO IL VOSTRO SOUND NEL CORSO DEGLI ANNI, SECONDO TE?
“Be’, moltissimo, soprattutto perché ad un certo punto della mia carriera sono andato in America, e la mia percezione della realtà è cambiata moltissimo, passando dalla Grecia agli Stati Uniti. Direi che il cambiamento si sente molto a partire dal quarto disco, ‘Allegiance’. Lì il nostro sound ha avuto una svolta notevole, e nei dischi seguenti ha continuato ad evolversi, soprattutto perché io come persona ho continuato ad evolvermi”.
“FEW AGAINST MANY” MI SEMBRA PIU’ GUITAR-ORIENTED RISPETTO AI DISCHI PASSATI, CON MENO SPAZIO PER LE TASTIERE DI BOB. PERCHE’ QUESTA SCELTA?
“Ho scritto ‘Few Against Many’ per la maggior parte mentre ero in tour con Ozzy, e questo ha fatto sì che per la fase di stesura fossimo io e la mia chitarra solamente, senza Bob a consigliarmi. Questo ha portato ad un disco con meno tastiere rispetto ai precedenti”.
HAI MAI PENSATO DI PRENDERE NELLA BAND UN CHITARRISTA RITMICO DI RUOLO PER LASCIARE A BOB IL SOLO COMPITO DI SUONARE LE TASTIERE?
“No, non credo ci sia questa necessità. Bob suona la chitarra solo ed esclusivamente quando serve e quando non è impegnato con la tastiera. Per il resto riesco a coprire io tutte le parti di chitarra. Un vero chitarrista non servirebbe”.
KELLY NON E’ UN MEMBRO DELLA BAND, VERO?
“No, Kelly è con noi solamente per questo tour. Non rimarrà con noi una volta finito. Lui ha altri impegni con altre band”.
COME MAI AVETE SCELTO PROPRIO LUI PER PORTARE IN GIRO IL VOSTRO SHOW?
“Già in passato aveva sostituito Apollo dal vivo quando era mancato. Quando abbiamo fatto le audizioni dopo ‘Forged By Fire’ per cercare un cantante, audizioni che hanno portato alla scelta di Apollo, lui era uno degli altri candidati. La scelta è stata semplice e naturale”.
COSA CI DICI DEL PREMIO CHE HAI RICEVUTO LO SCORSO ANNO COME MIGLIOR CHITARRISTA METAL?
“E’ un premio che assegna la rivista americana Guitar Player Magazine, anzi, è un premio che assegnano i lettori, non i giornalisti. Che dire? Non lo sapevo neppure, poi mi ha chiamato un amico e mi ha detto: ‘ehi Gus, hai letto? Hai vinto come migliore chitarrista metal!’. Ovviamente i premi fanno piacere a tutti, soprattutto quando sono assegnati dai lettori, e non dai giornalisti. È stato un onore”.
PARLACI UN POCO, PER FAVORE, DELLA TUA ATTIVITA’ CON LE GUITAR CLINIC…
“Io adoro fare clinic in giro per il mondo quando non sono impegnato con i Firewind e con Ozzy. Sì, lo so, non ci so proprio stare a casa. Sono appena tornato da una serie di clinic in Russia, Estonia ed Ucraina, e ciò che posso dirti è che la gente da quelle parti è completamente fuori di testa. Sono state delle clinic a dir poco folli”.
SIETE STATI ANCHE IN TOUR CON I TURISAS DI RECENTE, VERO?
“Sì, in America. E’ stato davvero un gran bel tour. Loro sono adorabili, ci siamo divertiti un sacco assieme”.
“FEW AGAINST MANY” NON E’ UN CONCEPT ALBUM?
“No, non lo è. Potrebbe sembrarlo perché ci sono temi ricorrenti nelle lyrics, ma non è un concept. Forse in futuro ne realizzeremo uno, ma per ora nessuno dei dischi dei Firewind è un concept album”.
CERTO CHE LA COPERTINA ED IL NUMERO DI VOLTE CHE QUESTO VOSTRO NUOVO SIMBOLO APPARE NELL’ARTWORK DEL DISCO SONO INGANNATORI DAVVERO.
“La copertina di Gustavo Sazes stavolta è stata davvero eccezionale. Le magliette della band si vendono da sole anche solamente per il disegno della copertina. Il simbolo fondamentalmente non ha alcun significato, solo sta bene come ornamento”.
QUALI SONO LE TUE PRINCIPALI INFLUENZE COME CHITARRISTA?
“Principalmente Peter Frampton, perché è davvero un grandissimo, poi Jimi Hendrix, Jimmy Page, ovviamente Yngwie Malmsteen ed anche Paul Gilbert, e Michael Schanker e Gary Moore”.
GARY MOORE? ECCO PERCHE’ STAVATE PROVANDO “PARISIENNE WALKWAY” QUANDO SIAMO ARRIVATI…
“Sì, è una delle mie canzoni preferite. La adoro, e la suoniamo spesso per riscaldarci. Forse un giorno ne faremo una cover”.
TI CONSIDERI UNA BUONA FONTE DI INFLUENZA PER I GIOVANI CHITARRISTI?
“Be’, lo spero. Se anche solo un ragazzino che inizia a suonare la chitarra nel mondo dice la frase ‘voglio suonare come Gus G.’, allora vuole dire che tutti questi anni di fatica e sacrificio non sono stati vani”.
COME FUNZIONA IL PROCESSO DI SONGWRITING NEI FIREWIND? E’ UN LAVORO DI SQUADRA O TE NE OCCUPI TU SOLAMENTE? DA COME PARLAVI PRIMA DOVREBBE ESSERE TUTTA OPERA TUA…
“Principalmente la parte musicale è opera mia. Bob mi aiuta ogni tanto, dandomi qualche idea su come inserire la tastiera o su come migliorare la melodia. A livello lirico ci ha sempre pensato il cantante, sia quando c’era Apollo che prima”.
OK, TOCCA INFINE PARLARE DELLA TUA ATTIVITA’ COME CHITARRISTA DI OZZY.
“Accidenti, questa cosa mi coglie impreparato. Non pensavo mi avresti fatto domande a proposito di Ozzy (scoppia in una grossa risata, ndR)”.
QUAL E’ LA PIU’ GRANDE DIFFERENZA TRA SUONARE NEI FIREWIND E SUONARE NELLA OZZY OSBOUNE BAND?
“Sarei scontato se ti dicessi il numero di persone che vengono a vederci ogni sera, o se ti raccontassi le stranissime situazioni nelle quali vengo coinvolto spesso in qualità di chitarrista di Ozzy, quindi ti dirò che la cosa che più mi fa strano nel suonare nella Ozzy band è il suonare tutta musica scritta da altri. Non fraintendermi però, perché è tutta musica favolosa, inarrivabile, ma il fatto di non aver scritto io quello che sto suonando mi sembra strano ogni volta”.
QUALE CANZONE DI OZZY TI PIACE MAGGIORMENTE DA SUONARE?
“Tutte quante, non ho una canzone preferita. Sono tutti pezzi magnifici. Fai cover dei Black Sabbath, fai cover di Zakk Wylde, di Randy Rhoads, è tutto grandioso. Non vedo l’ora di contribuire attivamente al processo di songwriting”.
ESSERE MEMBRO DELLA OZZY BAND HA AIUTATO LA CARRIERA DEI FIREWIND?
“Sarei ipocrita se ti dicessi di no. Ovviamente l’ha aiutata, e non sarò mai grato abbastanza ad Ozzy per questo”.
HO LETTO CHE ZAKK WYLDE TI HA DEFINITO “FUCKING AWESONE!”….
“Anche lui è fucking awesome (ride, ndR)! Per me è un punto di riferimento importantissimo per ciò che ha fatto con Ozzy prima di me”.
OK, UNA DOMANDA CHE MOLTI SI FANNO DA SEMPRE: OZZY E’ DAVVERO COSI’ COME LO VEDIAMO IN TV, NEI CONCERTI? OPPURE E’ UNA SORTA DI PERSONAGGIO E NELLA VITA REALE SI COMPORTA IN MODO DIFFERENTE?
“Lui è esattamente come lo vedi. Lui è Ozzy, nessun compromesso. Ozzy ogni tanto è strano, ma vuole bene a tutte le persone che conosce, e per tutti fa tutto ciò che è nelle sue possibilità. Ozzy è unico, e non è un personaggio, è reale”.
PARLANDO DEI PRECEDENTI CHITARRISTI DI OZZY, MI DAI UN AGGETTIVO PER DESCRIVERE I PIU FAMOSI TRA LORO?
“Allora, Randy era unico, ha scritto cose inarrivabili. Il giorno che Randy è morto è stato un giorno nero per tutto il mondo della musica. Jake è grandissimo, ‘Bark At The Moon’ spacca davvero. E Zakk, lui è ‘fucking awesome’, il più cool tra i chitarristi, il numero uno vero! Zakk era il mio eroe quando lo vedevo sul palco con Ozzy, ed il fatto di aver preso il suo posto ancora oggi mi sembra incredibile. È come un sogno, io che sono al posto di un mito, di una leggenda come Zakk”.
COSA MI RACCONTI DEL CONCERTO IN ITALIA DELLO SCORSO ANNO CON OZZY AND FRIENDS?
“E’ stato favoloso! C’era un sacco di gente, e con me sul palco c’erano Slash, Zakk Wylde, Geezer, favoloso davvero, un sogno”.
GUS, CHE COSA E’ SUCCESSO AL POWER METAL? QUELLO CHE POCO PIU’ DI DIECI ANNI FA ERA IL GENERE PREDOMINANTE OGGI E’ QUASI DIMENTICATO!
“E’ un peccato, davvero, perché il power metal è davvero un genere bellissimo. Noi teniamo duro, perché la musica è fatta di mode, e le mode sono cicliche. Il problema è che il power metal era diventato talmente popolare che il mercato, attraverso label non all’altezza, è stato riempito da band che non erano in grado di registrare un disco a dovere, solo ed esclusivamente perché suonavano power metal ed il power si vendeva come il pane, saturando il tutto. Il pubblico si è stancato ed ha guardato oltre. Ma il power metal tornerà, e chi è rimasto fedele al genere, non sterzando verso altri suoni, sarà riconosciuto ed elevato dai fan. I metallari hanno buona memoria, e si ricordano di coloro che sono stati fedeli alla linea”.
LA GRECIA, DA SEMPRE, E’ SEMPRE STATA TERRITORIO FERTILE PER LE BAND, PERCHE’ IN GRECIA IMPAZZISCONO LETTERALMENTE PER IL METAL. COME E’ POSSIBILE CHE NON ARRIVINO ALTRE BAND VALIDE DALLA GRECIA?
“I greci amano il metallo, ma sono grandi ascoltatori, non grandi musicisti, e non si mettono a suonare. I greci sono famosi come fan, ma non per ciò che suonano. Forse siamo un poco pigri (ride, ndR)”.
COSA PENSI DEL NUOVO DISCO DEI BLACK SABBATH?
“Non l’ho ancora sentito, ma sono sicuro che sarà davvero grandioso!”.
QUANTO SONO IMPORTANTI I NUOVI MEDIA, FACEBOOK, TWITTER, YOUTUBE, PER PROMUOVERE LA VOSTRA MUSICA?
“Sono importantissimi, soprattutto oggigiorno. Valide band senza soldi hanno potuto farsi conoscere nel mondo per ciò che valgono senza spendere nulla”.
ULTIMA DOMANDA: BUON SONGWRITING, BUONA TECNICA STRUMENTALE, BUONA PRODUZIONE, BUONA DISTRIBUZIONE. QUALE FATTORE RENDE UN DISCO UN SUCCESSO SECONDO TE?
“Le idee sono la chiave del successo. Ovviamente tutto il resto è fondamentale, ma senza idee non vai da nessuna parte”.
OK GUS, L’INTERVISTA E’ TERMINATA. VUOI SALUTARE I LETTORI DI METALITALIA?
“Grazie a chi ha letto questa intervista ed a chi ci supporta da sempre!”.