Per il chitarrista Gus G. questo periodo è ricco di impegni. Oltre a dover suonare insieme a Ozzy Osbourne ha da poco pubblicato il nuovo disco dei suoi Firewind ed a breve tornerà di nuovo on the road. Ai microfoni di Metalitalia, Gus si è dimostrato entusiasta del nuovo lavoro e molto disponibile a raccontare gli ultimi mesi di una carriera che pare aver imboccato la giusta strada.
GUS, SE NON SBAGLIO IL NUOVO “DAYS OF DEFIANCE” NASCE ON THE ROAD, VERO?
“Esatto, un paio di canzoni sono state scritte nel 1008 mentre eravamo in tour. Il resto del disco invece l’abbiamo composto durante la prima metà del 2009, una volta terminati i nostri impegni live. Il song writing si è svolto in modo molto tradizionale, tutti insieme ci siamo scambiati le nostre idee, ci siamo scambiati ciò che abbiamo fatto individualmente per poi decidere come mettere insieme il tutto. Nell’estate dello scorso anno sono iniziate ufficialmente le registrazioni del disco. Ora abbiamo uno studio di registrazione nostro che ci ha dato non pochi vantaggi in termini di tempo e di denaro rispetto al dover noleggiare strutture esterne. Puoi capire come in questo modo il processo di registrazione si è svolto molto facilmente, senza stress e senza problemi di tempo”.
ASCOLTANDO BRANI COME “THE ARK OF LIES” O “WORLD ON FIRE”, SPICCA SUBITO LA GRANDE PERFORMANCE DEL VOSTRO CANTANTE APOLLO. QUESTA VOLTA RITENGO CHE ABBIA MESSO UNA MARCIA IN PIU’.
“Ti ringrazio e non posso che essere d’accordo con te. Le linee vocali sono state le prime ad essere registrate, poi siamo passati agli strumenti. Volevamo che Apollo fosse pronto e preparato al cento per cento sulle linee vocali, era nostra intenzione dargli la precedenza perché questa volta ha fatto un lavoro davvero eccezionale. Non volevo trovarmi con delle canzoni da usare come b-side o bonus track, su ogni brano dovevamo dare il massimo per renderlo degno di finire ufficialmente sul disco. Per questo non abbiamo fatto alcuna pressione ad Apollo, che si è preso tutto il tempo necessario per completare le sue parti. Le tue parole, come i responsi generali che stiamo ottenendo, confermano che abbiamo fatto la scelta giusta. I lavori sono durati ben due mesi, ma, ripeto, questa volta il risultato è eccezionale!”.
CHE TEMATICHE SONO STATE TRATTATE SUI PEZZI?
“’Days Of Defiance’ non è un concept album, ogni canzone gode di una propria trama. Un paio di pezzi trattano tematiche più crude, delle persone che devono vivere sottomesse ai grandi poteri della Terra, come la politica. La canzone ‘Heading For The Dawn’ parla di noi, della band, del nostro viaggiare per il mondo in tour e di tutti i fan che abbiamo il piacere di incontrare. Musicalmente e nematicamente, le canzoni sono molto diverse l’una dall’altra, mi piace l’atmosfera generale del disco”.
NONOSTANTE I TUOI IMPEGNI STATE GIA’ PROGRAMMANDO UN TOUR, DOVE SUONERETE?
“Abbiamo già fissato per novembre alcune date in America, successivamente nei mesi di dicembre e gennaio saremo in Europa in un tour da headliner. Purtroppo al momento non abbiamo programmato nessuna data in Italia, speriamo di poter venire il prossimo anno, magari a qualche festival estivo”.
“DAYS OF DEFIANCE” E’ IL SESTO DISCO DEI FIREWIND, UN TRAGUARDO NON DA POCO PER LA BAND…
“Sono molto soddisfatto, dal punto di vista musicale, di ogni disco della band, credo che abbiamo composto molta buona musica. Potrei sembrarti immodesto, ma credo che i Firewind avrebbero meritato qualcosa in più in termini di riscontri, oggi potremmo essere una band più grande e conosciuta. Negli anni ho visto molte band ricevere un’enorme promozione dalle loro etichette, nonostante dischi di qualità non altrettanto valida. La vita di una band è fatta di alti e bassi, non tutto è facile, per cui non mi lamento, sono molto felice e fiero di quanto fatto fino ad ora”.
IN GENERE QUANDO SI CHIEDE AD UN MUSICISTA IL DISCO DI CUI E’ PIU’ SODDISFATTO, MI VIENE DETTO CHE L’ULTIMO E’ IL MIGLIORE. QUESTA REGOLA VALE ANCHE PER TE?
“Io ti direi il primo disco dei Firewind, solo per darti una risposta diversa dal solito (ride, ndR). Onestamente, sono contento di tutti i nostri dischi perché in ogni periodo della nostra carriera abbiamo sempre fatto del nostro meglio. Mi piace molto ‘Days Of Defiance’ perché racchiude al suo interno il sound e l’esperienza dei nostri vecchi dischi unita alla freschezza delle nostre idee più recenti, in pratica è una sorta di riassunto della vita dei Firewind”.
CAMBIAMO DISCORSO, COME PROCEDE LA TUA AVVENTURA A FIANCO DI OZZY OSBOURNE?
“E’ semplicemente fantastico, la più grande opportunità che si possa chiedere! Per me è un grandissimo onore il poter suonare con Ozzy Osbourne, sono felicissimo ed in questi mesi, lavorando ad altissimi livelli, credo di essere molto migliorato come musicista. Suonare con Ozzy mi ha permesso di vedere e vivere situazioni che altrimenti avrei potuto soltanto sognare”.
COME SI E’ SVOLTO IL TUO PRIMO INCONTRO O LA PRIMA AUDIZIONE CON OZZY?
“Mi sono recato all’audizione ed all’inizio non ho fatto altro che suonare insieme ai ragazzi della sua band, Ozzy non c’era. In questo modo mi sono scaldato e sono riuscito a scacciare gran parte della tensione che avevo addosso. Dopo tre ore è arrivato Ozzy, io non sapevo minimamente cosa fare, ma quando abbiamo iniziato a suonare insieme, tutto è filato liscio come l’olio”.
HAI SENTITO QUALCHE PRESSIONE QUANDO TI SEI RITROVATO A DOVER SOSTITUIRE UN MOSTRO SACRO COME ZAKK WYLDE?
“Ovviamente sì, la pressione era tanta, in questo business c’è sempre da stare attenti, specialmente se ci si ritrova a suonare con un big come Ozzy. Zakk Wylde è un’icona, uno dei migliori chitarristi degli ultimi vent’anni, non è certo un compito facile prendere il suo posto. Io ho cercato di essere me stesso e di suonare come ho sempre fatto per sfruttare al meglio la chance che mi è stata data”.
SUL NUOVO DISCO DI OZZY PERO’ MI PARE CHE TU TI SIA ISPIRATO AL SOUND DI ZAKK WYLDE…
“Perché, secondo te suono in modo diverso che con i Firewind? Non sono d’accordo con ciò che dici. Se parliamo di suoni e produzione, non posso far altro che darti ragione, però io suono esattamente allo stesso modo che con i Firewind. Per registrare con Ozzy ho usato una strumentazione differente, un altro produttore ed uno studio diverso, ma il mio stile è rimasto lo stesso”.
SEI STATO COINVOLTO NEL SONG WRITING DEL NUOVO DISCO DI OZZY?
“No, era già tutto pronto quando sono arrivato io. Io ho cercato di dare il mio contributo con il mio stile personale. La sfida era di mettere il mio stile nelle canzoni e credo di aver fatto un buon lavoro. Sono tutte esperienze che mi hanno fatto diventare un musicista migliore”.
E SICURAMENTE QUESTA OPPORTUNITA’ SARA’ SERVITA A FARE UNA BUONA PUBBLICITA’ AI FIREWIND.
“Sicuramente, non lo nego. Suonare con Ozzy mi ha messo sotto i riflettori e se questa opportunità può far del bene per la mia band, perché sprecarla?”.