FIVE FINGER DEATH PUNCH – Haters gonna hate

Pubblicato il 05/08/2013 da

Finalmente i “Real American Heroes” sono più vicini all’Italia: dopo essere diventati letteralmente enormi negli Stati Uniti, i Five Finger Death Punch hanno finalmente deciso di puntare verso il Vecchio Continente. Con una data importante in programma (esordire al Forum di Assago con gli Avenged Sevenfold è semplicemente irripetibile) e con in canna addirittura due album in uscita a distanza ravvicinata, sentiremo parlare molto di loro prossimamente. Incontriamo il cuore della formazione di Las Vegas in un lussuoso hotel in centro Milano, alla fine di un lungo tour promozionale che vuole preparare il terreno all’invasione europea. Al tavolo siedono Ivan Moody, frontman del gruppo, e il chitarrista Zoltan Bathory, probabilmente il leader della formazione. Entrambi personaggi molto carismatici decisamente fuori contesto nel capoluogo meneghino, molto appariscenti ma molto alla mano, Ivan e Zoltan si dimostrano davvero entusiasti e motivati, e danno l’impressione di persone che stanno godendo appieno della loro carriera in ascesa. Prima delle domande di rito ci raccontano di aver mangiato l’aragosta più grande della loro vita la sera prima in un ristorante stellato, e qualche secondo dopo ci troviamo a parlare di MMA come normalissimi appassionati di sport che hanno adocchiato attraverso una t-shirt una banalissima passione comune. Un esempio che probabilmente racchiude tutto il loro fascino esotico, il loro successo enorme ma allo stesso tempo la loro dimensione umana. Certi che invidia ed odio conseguenti al loro enorme successo li seguiranno anche in Italia, andiamo ad approfondire la loro conoscenza…

Five Finger Death Punch - band - 2013


AVETE MOSTRATO GRANDE CONFIDENZA NELLE VOSTRE POSSIBILITA’ ANNUNCIANDO UN DOPPIO ALBUM, SOPRATTUTTO SE CONSIDERIAMO CHE SIETE ON THE ROAD PRATICAMENTE DA QUANDO E’ USCITO IL VOSTRO DEBUTTO. NON AVETE PAURA DI ESSERE SOVRAESPOSTI… O DI AVERE UN ESAURIMENTO?

Zoltan: “No!”.
Ivan: “Penso che amiamo quello che facciamo così tanto, amiamo stare on the road, amiamo fare musica che non abbiamo alcuna paura di continuare senza sosta”.
Zoltan: “Abbiamo girato il Nord America a lungo ma poi siamo sbarcati in Europa, poi abbiamo avuto la possibilità di suonare nel continente asiatico… Ci sono talmente tanti posti in cui suonare in cui non abbiamo ancora avuto la possibilità di farlo che il discorso di sovraesposizione è da escludere. L’Italia è nella lista!”.
Ivan: “C’è ancora molto lavoro da fare, abbiamo appena iniziato da molti punti di vista”.

AVETE MOSTRATO FIDUCIA ANCHE RIGUARDO AL VOSTRO SOUND, PERSONALE E RICONOSCIBILE. NON C’E’ UNA REALE EVOLUZIONE NELLA FORMULA, SIETE D’ACCORDO?
Zoltan: “Non abbiamo stabilito come suonare. Quello che sentite è come suona la band naturalmente. Cercare un’evoluzione a tutti i costi non è sempre la cosa giusta: se avessimo indurito il nostro sound sicuramente qualcuno avrebbe detto ‘hanno perso la loro incisività’, se invece ci fossimo ammorbiditi avrebbero detto ‘venduti!’. Quindi facciamo quello che facciamo, col suono che è la somma delle nostre individualità. Non siamo mai cambiati se non nella volontà di scrivere canzoni sempre migliori. Gli AC/DC non hanno mai cambiato il loro sound, un sacco di altri gruppi hanno trovato qualcosa che è solo loro e hanno continuato sulla propria strada per moltissimo tempo. Non sentiamo la necessità di cambiare, piuttosto vogliamo progredire. Hai citato il doppio album: questo è come abbiamo tentato di evolverci. Con un basket di ventiquattro canzoni c’è la concreta possibilità di inserire sperimentazioni senza alterare drasticamente il contenuto. Vuoi la canzone pesante? Ce ne sono un sacco. Vuoi il mid tempo vicino al rock? C’è. Vuoi qualcosa di diverso? Abbiamo anche quello”.
Ivan: “La nostra filosofia in questo senso è davvero semplice: la macchina funziona? Non tentare di aggiustarla! Come hai detto tu stesso i nostri fan si aspettano un suono, il nostro suono. Metallica, AC/DC, Slayer insegnano: hai personalità? Sfruttala”.

HO NOTATO COME AL SOLITO UN OTTIMO LAVORO SULLE CHITARRE RITMICHE. SPICCA NOTEVOLMENTE IL LAVORO SUGLI ASSOLI: QUELLO SU “I.M. SIN” E QUELLO SU “MAMA SAID KNOCK YOU OUT” SEMBRANO ADDIRITTURA ESEGUITI DA MUSICISTI DIVERSI. AVETE SPINTO PER DIVERSIFICARE QUESTO ELEMENTO?
Ivan: “Spingiamo sempre, in ogni direzione. Per evolversi artisticamente tentiamo di spingerci oltre, ogni volta che scriviamo e ogni volta che saliamo sul palco. Come accade nell’UFC, dove ogni ogni lottatore tenta di migliorarsi imparando stili diversi di combattimento, così facciamo noi, mantenendo i nostri elementi basilari”.
Zoltan: “Ogni assolo è una canzone nella canzone. Il nostro fenomenale chitarrista Jason Hook spende moltissimo tempo su ogni solo, ed è talmente bravo che onestamente glieli lascio tutti, perché competere? Riuscire a diversificarli, a renderli memorabili e incisivi è suo grande motivo di vanto”.
Ivan: “L’assolo su ‘Mama Said Knock You Out’ è folle, pazzesco. Quando l’abbiamo sentito ci ha lasciato letteralmente a bocca aperta. Quello su ‘I.M. Sin’ ha un vibe molto Sepultura secondo me”.

TORNANDO DI NUOVO A PARLARE DI FIDUCIA, DOBBIAMO PER FORZA PARLARE DI “MAMA SAID KNOCK YOU OUT”: E’ UNA VERA E PROPRIA ESCA PER GLI HATERS! LA GENTE CHE VI ACCOSTA AI LIMP BIZKIT LA TIRERA’ IN BALLO PER SEMPRE (Risate generali, ndR)!
Zoltan: “Allo stato iniziale, quando stavamo ancora discutendo se realizzare questa cover, abbiamo subito notato l’ironia tra il nome ‘Five Finger Death Punch’ e ‘Mama Said Knock You Out’, non poteva non funzionare! Dieci-quindici anni fa non avremmo mai accettato di realizzare un esperimento del genere, lo facevano tutti. Oggi come oggi è un sacrilegio, la prima reazione all’idea è sempre estremamente negativa. Siamo coscienti che un sacco di gente ci odierà per questo, e onestamente troviamo la cosa decisamente esilarante, l’abbiamo fatto anche per questo!”.
Ivan: “A un certo punto poi, per rincarare la dose, abbiamo anche invitato il rapper Tech N9ne, che negli Stati Uniti è molto famoso. Ci siamo detti ‘se dobbiamo farla, facciamola bene’, quindi l’abbiamo invitato in studio e penso che il risultato finale sia fantastico. Funziona, ed è ancora metal, non è una divagazione hip hop”.

SIETE COSCIENTI DI TUTTO L’ODIO CHE ATTIRATE? COME VI CI RAPPORTATE?
Zoltan: “(Super divertito) A volte mi ci metto a leggere i commenti nei nostri confronti, e non so mai se prenderli seriamente o meno! Leggo cose come ‘questi hanno successo, riempiono le arene, hanno macchinoni… Vadano affanculo, sono dei perdenti!’… che dire? Ok!”.
Ivan: “Leggi il testo di ‘Under And Over It’, abbiamo chiarito la nostra posizione in maniera esplicita. Se ti chiami Five Finger Death Punch ti aspetti già dell’odio nei tuoi confronti. La cosa bella è che non ruota tutto attorno a chi ci odia, infatti ci sono moltissime persone che ci amano, ci guardano le spalle e stanno accanto a noi. I Knuckleheads in tutto in mondo si mangiano quei quattro topi in cantina davanti ai loro PC che vomitano odio attraverso una tastiera”.

C’E’ UN GRUPPO HIP HOP DI MILANO CHE CANTA “MENO SOLDI MENO HATERS, MA NON E’ UNO SCAMBIO EQUO”, SIETE D’ACCORDO?
Zoltan: “Divertente! Sono sicuro di una cosa: non esiste alcuna band al mondo, nemmeno la più sanguinolenta death metal band, che dirà ‘vogliamo avere solo venticinque fan, se ne avessimo di più saremmo meno puri’… è ridicolo”.
Ivan: “A riguardo mi vengono sempre in mente gli Slipknot: io li amo alla follia, e quando uscirono tutti dicevano ‘senza maschere e costumi non sarebbero un cazzo di nessuno’. Stronzate, perché la loro musica è fantastica. Con o senza immagine sono un’eccezionale metal band. Per farla breve non è una questione di soldi, non lo è mai stato. Mi voglio svegliare la mattina ed essere fiero di chi sono di quello che faccio. Avessi qualche dollaro in meno sarei comunque fiero di me stesso e del mio operato”.

PER ME I FIVE FINGER DEATH PUNCH RAPPRESENTANO GLI STATI UNITI D’AMERICA. VOI STESSI VI DEFINITE ‘ALL AMERICANS’. AVETE MAI PENSATO DI POTER ESSERE TROPPO AMERICANI PER IL RESTO DEL MONDO?
Ivan: “E’ impossibile. Zoltan è nato in Ungheria da genitori ungheresi. Il suo stile europeo è innegabile. Jason è canadese. Capisco cosa intendi, ma non penso possiamo essere accusati di essere troppo americani”.
Zoltan: “Forse la gente ci identifica con gli Stati Uniti anche per l’album ‘American Capitalist’, ma quello è rivolto agli USA nella sola accezione economica rispetto all’economia e allo stile di vita del resto del mondo. Non siamo politici, siamo un gruppo musicale. Ci piace punzecchiare i nostri ascoltatori su determinate cose, far sì che si pongano delle domande su determinati argomenti. ‘American Capitalist’ nel complesso parla del successo in generale e dall’odio che ne consegue. Se tu hai lavorato intensamente e duramente al tuo sito, al momento in cui questo comincia ad essere notato, ad essere tra i migliori, questo viene preso di mira. Perché deve accadere? Hai lavorato un sacco per raggiungere quell’obiettivo, te lo sei meritato, cazzo! “.
Ivan: “Prendiamo gli Iron Maiden: loro sono inglesi, provengono tutti dal Regno Unito e rappresentano quella terra con le bandiere e tutto il resto…. i Rammstein rappresentano la Germania… nessun problema”.
Zoltan: “Se è per il fatto che per molto tempo siamo rimasti negli States quella è stata una mossa strategica. Ci siamo guadagnati un territorio con duro lavoro e con il tempo che è stato necessario, partendo naturalmente dalla nostra nazione, diventando una band headliner e arrivando alle arene. Ora che ci siamo guadagnati molti fan, leali, possiamo stare due anni in Europa sapendo che loro saranno ancora là ad aspettarci. In questo momento possiamo diventare più internazionali”.
Ivan: “Stiamo girando l’Europa ora per parlare con la stampa così che la gente possa conoscerci meglio e torneremo per farci conoscere sul campo. Le cose cambieranno. Per ora siamo Americani al 100%? Ne siamo fieri, tutti. Siamo contenti di rappresentare gli Stati Uniti”.

IN TUTTA SINCERITA’ MI RIFERISCO ALL’ICONOGRAFIA CHE USATE, IN PARTICOLAR MODO ALLE ARMI.
Ivan: “Come ti abbiamo già detto, nella nostra posizione possiamo invitare l’ascoltatore a riflettere su determinati argomenti. E non sono necessariamente argomenti esclusivamente americani. Siamo contenti del nostro emendamento, ma le stragi che continuano ad avvenire sul territorio sono del tutto folli ed insensate. Non ci schieriamo mai apertamente su questioni politiche, non facciamo e non vogliamo fare politica, ma stando sul piedistallo in cui siamo possiamo dire ‘vaffanculo’ rispetto a determinati argomenti”.

ASCOLTANDO IL PROMO HO TROVATO INUSUALE INSERIRE DELLE ALTERNATE VERSION ALLA FINE. SONO BONUS TRACK O FARANNO PARTE DELL’EDIZIONE ORDINARIA?
Zoltan: “Per noi era importante che il disco fosse interamente nostro. Anche mantenendo l’idea di ospitare degli amici inserire troppi special guest avrebbe potuto dare una piega esagerata alla questione. Ecco dunque l’idea delle versioni alternative, che abbiamo inserito nell’edizione ordinaria dell’album”.
Ivan: “Max Cavalera, il cantante di Sepultura e Soulfly. Oggi è un nostro amico, incredibile. Rob Halford, il Metal God. Jamey Jasta, Tech N9ne, Maria Brink. Sono degli ospiti pazzeschi. Quando persone del genere ti dicono che vogliono fare un pezzo con te è impagabile, non puoi rifiutare”.

CI SARANNO ALTRI GROSSI NOMI NEL VOLUME 2?
Ivan: “Oh dovrete aspettare, niente anticipazioni mi spiace”.

I DUE ALBUM SONO CORRELATI, CI SONO COLLEGAMENTI NELLE CANZONI O NELL’ARTWORK?
Zoltan: “Sì. Abbiamo registrato tutto in un’unica sessione, con la stessa mentalità, la stessa attrezzatura, lo stesso team di produzione e la stessa strumentazione. Secondo noi è importante che siano pubblicati a distanza ravvicinata perché sono praticamente due album gemelli”.

ZOLTAN, HO VISTO LA TUA NUOVA INCREDIBILE DEAN SIGNATURE. VUOI SPENDERCI DUE PAROLE?
Ivan: “(Sguardo complice e risate tra i due) Se l’è studiata ben bene per raccogliere una nuova frotta di haters!”.
Zoltan: “Mi piacciono le macchine veloci, mi piacciono i fucili. La forma base è molto appuntita. La cosa folle è il manico nella parte superiore, ispirato a quello di un fucile d’assalto M16. Il resto è dedicato ad un’altra delle mie passioni, ovvero le macchine sportive: il corpo è rosso Ferrari, con pickup gialli come nel logo del cavallino rampante e un innesto in fibra di carbonio sulla coda, ispirato alle mitiche F40, F430 ed Enzo. Si chiama Dean AR-6, ha decisamente la mia personalità. E’ stato molto divertente progettarla”.
Ivan: “Zoltan è un amante delle Ferrari, e sa il fatto suo al volante. A Las Vegas va spesso in pista a girare con le fuoriserie… non so perché, anche io sono salito qualche volta con lui a sfrecciare a velocità assurde su pista. Mi fido bene!”.

IVAN, TU HAI AVUTO IL TUO GIOCATTOLINO PRIMA DI TUTTI SE NON SBAGLIO: HAI ANCORA LA TUA ESAGERATA ASTA DEL MICROFONO?
Ivan: “Guarda, mi ha aiutato proprio Zoltan a disegnarlo. Abbiamo fatto una bozza che è poi stata sviluppata da Alchemy UK, che si è dimostrata contenta di poterlo realizzare. Quello che la gente non capisce è quell’asta pesa la bellezza di 160kg. E’ pesantissima, servono tre persone per portarla sul palco. Storia vera: una sera un ragazzo è corso sul palco, penso volesse rubarla, ci corse addosso per afferrarla e scappare e il risultato lo sentimmo in maniera sonora: “TUNNN! AAAAaaagh!”. Idiota. E’ finito all’ospedale. Sono fierissimo di quell’asta, quando non siamo in tour sta nel mio salotto di casa, è la prima cosa che la gente vede appena entra”.

ZOLTAN, SO DELLA TUA PASSIONE PER LE ARTI MARZIALI E SO CHE SEI UN GRANDE FAN DELLE MMA E DELLA UFC. VUOI DIRCI LA TUA SUL BAN DELLA FEDERAZIONE NEI CONFRONTI DEGLI HATEBREED, SCARTATI COME SPONSOR E TEMA DI ENTRATA DEL LOTTATORE CHRIS CAMOZZI?
Zoltan: “Deriva tutto dall’errore della CNN, che ha inserito gli Hatebreed in una lista di gruppi di supremazia ariana. Un errore madornale, che la CNN ha corretto e per la quale si è scusata in maniera pubblica. Come spesso accade però, il loro nome è rimasto infangato, perché le scuse, anche se ufficiali, non hanno mai la risonanza delle accuse. Ovviamente Jamie, che sta in maniera evidente dalla parte opposta della barricata, è andato su tutte le furie. Il metal non c’entra. Abbiamo anche noi delle canzoni nella UFC, il loro DJ ufficiale Albert, conosciuto come AL3, è un nostro buon amico e ti assicuro che il metal è fuori discussione, è tutto legato a quel brutto errore della stampa”.
Ivan: “Non sapevo di questa storia. Jamie è cresciuto in Pennsylvania, è l’ultima persona al mondo che può essere chiamata razzista. Pazzesco”.
Zoltan: “Nei media e su internet soprattutto l’informazione ha preso una brutta piega, c’è poca responsabilità a riguardo delle notizie che girano. La gente può scrivere quello che vuole. Leggiamo in continuazione notizie e interviste che ci riguardano completamente inventate”.
Ivan: “Una volta ho letto addirittura la notizia della mia morte, in un bar”.
Zoltan: “Se è scritto su internet è vero, pensa la gente. Una volta ho visto un flyer che diceva che cercavamo un bassista alto due metri e con determinate caratteristiche fisiche. Una stronzata immensa. La gente può inventare tutto quello che vuole, e se la notizia è riportata da un sito come la CNN immaginate quale danni può provocare”.

FINALMENTE L’ITALIA AVRA’ LA POSSIBILITA’ DI VEDERVI DAL VIVO. AVETE GIA’ DIVISO IL PALCO CON GLI AVENGED SEVENFOLD?
Ivan: “E’ successo in svariati festival negli Stati Uniti. E’ un onore per noi aver ricevuto l’invito da parte loro, un’occasione irripetibile, siamo molto contenti”.

AVETE VALUTATO LA POSSIBILITA’ DI UN TOUR DA HEADLINER O E’ ANCORA PRESTO?
Ivan: “Certo che sì. Negli Stati Uniti abbiamo uno stage enorme, una grande produzione con fuochi, luci e spettacoli pirotecnici. Se tutto va come deve andare torneremo da headliner, vogliamo portare in Europa il nostro spettacolo”.

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