FIVE FINGER DEATH PUNCH – Il lato sbagliato del Paradiso

Pubblicato il 14/07/2017 da

22 novembre 2015: i Five Finger Death Punch annullano la data coi Papa Roach all’Alcatraz di Milano a causa delle minacce di attentato terroristico veicolate dal web (poi smentite) e dell’allerta in alcune città italiane. 6 giugno 2017: i Five Finger Death Punch si esibiscono all’Alcatraz di Milano con Ministry, Monster Magnet e Code Orange. 12 giugno 2017: Ivan Moody torna in riabilitazione dopo un brutto show a Tilburg, il tour verrà terminato con Tommy Vext alla voce. Abbiamo intervistato Jeremy Spencer nel tardo pomeriggio del 6 giugno, prima del meet & greet targato Metalitalia.com, in una situazione chiaramente instabile visto il periodo storico, la situazione delicata del frontman Ivan Moody e la disputa legale che frena il blindato 5FDP. Anche col senno di poi le parole di Jeremy vanno a chiarire ulteriormente il periodo movimentato che il gruppo sta attraversando con un grande sforzo di positività e forza emotiva, ma è chiaro che il suo caratteristico sorriso ‘Colgate’, pur presente, non brilla come in passato. “Wrong Side Of Heaven” è il caso di dire…

SO CHE SIETE STATI IN STUDIO ALLA FINE DEL 2016, IL NUOVO ALBUM E’ PRONTO AL 100%?
“Il nuovo album è pronto per essere pubblicato… se non fosse per una disputa legale con la nostra etichetta. Siamo molto fieri del lavoro svolto e contemporaneamente eccitati all’idea di farlo ascoltare al nostro pubblico ma al momento nulla di fatto. I fan continuano a chiederci di questo nuovo disco e confido potremo giungere ad una soluzione entro la fine del 2017. Stiamo vedendo qualche piccolo progresso ma sappiamo che quando si passa dalle vie legali il sentiero è lungo e travagliato”.

PUOI ANTICIPARE QUALCOSA RIGUARDO ALLA DIREZIONE SONORA?
“Suona come nessuna delle nostre produzioni passate, ma allo stesso tempo è riconoscibile immediatamente come 5FDP. C’è una canzone, che io ritengo possa essere potenzialmente il primo singolo, che ha una direzione del tutto inedita. Non posso svelare troppo per ovvi motivi, ma sono sicuro vi piacerà”.

HO ANCHE LETTO CHE STAI LAVORANDO AL TUO SECONDO LIBRO, SARA’ UN SEGUITO DELLA TUA BIOGRAFIA?
“Confermo, sarà un seguito del libro precedente. Scrivere un libro è davvero un processo lungo, non aspettatevi qualcosa nel futuro prossimo. Parte dal periodo in cui ho concluso la mia riabilitazione e conterrà moltissimi retroscena, quelli di cui i fan sono da sempre affamati, con la mia persona sulla strada della sobrietà che percorre la vita di musicista”.

E’ DIFFICILE RESTARE SOBRIO CON IL TUO STILE DI VITA?
“All’inizio è stato… Intenso. Oggi ho imparato a vivere in questo modo, ma i primi mesi sono stati impegnativi, non voglio negarlo”.

SCRIVI DA SOLO AL TUO LAPTOP O C’E’ QUALCUNO CHE TI INTERVISTA?
“Entrambe le cose. Nei tempi morti scrivo, a volte mi intervistano e a volte prendo appunti col mio telefono, registrando semplici conversazioni col gruppo o con la crew. Non ci sono particolari contributi esterni, ma una conversazione aiuta a rendere più vivido il ricordo di alcuni eventi passati, o a renderlo più reale e dettagliato”.

C’E’ QUALCHE EPISODIO SPINOSO, CHE TI HA MESSO IN DIFFICOLTA’ COL RESTO DEL GRUPPO?
“Non c’è mai stata malizia e nessuno è stato dipinto sotto una cattiva luce, quindi non ci sono mai stati problemi”.

IVAN HA ESPRESSO LA VOLONTA’ DI SUONARE IN UN PROGETTO PARALLELO, HAI ANCHE TU QUESTO DESIDERIO?
“Ci sono molte vie in cui vorrei esprimere la mia creatività fuori dalla band, non solo musicali. Recentemente ho preso parte ad un film horror, per esempio, un desiderio nel cassetto per molto tempo (un ruolo minore in ‘Murder Hill’, ndR). Mi piace impegnarmi in altre cose, come accade per i miei compagni, ma i Five Finger occupano gran parte del mio tempo e sono la nostra priorità assoluta”.

PARLIAMO DI NOVEMBRE 2015, QUANDO DECIDESTE DI CANCELLARE IL CONCERTO ITALIANO PROPRIO QUI, ALL’ALCATRAZ DI MILANO…
“E’ stato un periodo complicato, tutti erano all’erta dopo gli attentati a Parigi, stavano continuando ad accadere cose e nessuno era a suo agio, di conseguenza abbiamo deciso di annullare le rimanenti date del tour per la sicurezza di tutti – i fan, la crew, noi stessi. Era nostra volontà tornare appena i tempi fossero più appropriati. Il breve tempo a nostra disposizione non ha giocato a favore della scelta di annullare Milano, abbiamo tentato di rimanere in giro e suonare qualche altra data ma siamo riusciti a fare poco sfortunatamente”.

NEL 2017 NON E’ CAMBIATO MOLTO, GIUSTO QUALCHE GIORNO FA IL ROCK AM RING E’ STATO EVACUATO PER UNA MINACCIA TERRORISTICA POCO DOPO CHE AVETE SUONATO…
“Eravamo già in hotel… Ma l’hotel era dall’altra parte della strada rispetto all’arena! E’ spaventoso, non si può controllare o anticipare con efficacia, ma sono felice nessuno si sia fatto male e che il festival sia continuato il giorno successivo”.

TI SEI FATTO QUALCHE SCRUPOLO PRIMA DI PARTIRE PER L’EUROPA?
“No, sono un musicista, è il mio mestiere. Il fatto di essere un cittadino americano non mi fa sentire più al sicuro a casa mia. Sperimentare il terrorismo nella propria vita di tutti i giorni è orrendo ed è terribile che questo possa andare ad interferire con la sfera musicale”.

MERCHANDISE, DISCHI E CONCERTI: QUALE DI QUESTE ENTRATE E’ LA PIU’ IMPORTANTE PER I FIVE FINGER DEATH PUNCH?
“Sono importanti più o meno allo stesso modo. Siamo fortunati ad essere una delle poche band che vende dischi, perché siamo in un’epoca dove non è necessario comprarli… puoi ascoltare in streaming, puoi rubarli. Siamo anche fortunati ad avere persone che comprano le nostre magliette. Abbiamo un seguito davvero fedele, che ci supporta sin da prima del nostro contratto discografico, e parlo del 2006-2007. Suonare dal vivo poi è importantissimo: come vedi suoniamo più date possibili, anche nei festival, dove abbiamo accesso a un pubblico che non ci ha mai ascoltato prima. Abbiamo suonato con Justin Bieber qualche giorno fa al Pinkpop Festival. Penserai che è assurdo, ma c’erano moltissime persone che hanno apprezzato il nostro show. Oltre ad essere una bella vetrina vieni anche in contatto con artisti molto diversi, è stimolante e divertente. Questi tre modelli di business sono in egual modo importanti per noi, e non possono essere trascurati”.

SIETE ATTIVISSIMI SUI SOCIAL MEDIA: FA PARTE DEL BUSINESS ANCHE QUELLO?
“In un certo senso sì. E’ un ottimo modo per interagire coi fan in maniera istantanea e avvicinarci a loro. Quando ero un ragazzino non si poteva fare: avrei voluto scrivere a Lars Ulrich, ma non avevo modo. Tentiamo quindi di essere molto disponibili: la maggior parte dei nostri ascoltatori è molto rispettosa e non si aspetta chissà quale risposta, occasionalmente qualcuno esagera un po’ coi toni e con le pretese, ma è una fetta microscopica dei commenti ed è facile soprassedere”.

LE VOSTRE ATTIVITA’ SUI SOCIAL APRONO ANCHE UNA FINESTRA SULLA VITA DEL GRUPPO: IVAN NON COMPARE QUASI MAI NEI VIDEO E NELLE FOTO, MENTRE GLI ALTRI QUATTRO MEMBRI SEMBRANO ANDARE DECISAMENTE D’ACCORDO…
“Mi stai chiedendo perché non siamo sempre insieme? E’ un po’ come quando vai a lavoro: una volta tornato a casa non hai necessariamente voglia di vedere i tuoi colleghi anche la sera, spesso si va ognuno a casa propria. Non abbiamo più 22 anni, a volte è come non avere mai tempo per sé stessi, quindi una sera si va a bere insieme ma è anche necessario prendere le distanze”.

HO NOTATO CHE TOMMY VEXT E’ IN TOUR CON VOI, POSSO CHIEDERTI IL MOTIVO?
“Tommy è un personal trainer e sta tentando di tenerci in forma durante le date di questo tour europeo. Inoltre il suo lavoro principale da qualche tempo è il ‘sober companion’: siccome molti di noi stanno tentando di restare lontani dall’alcol e da altre sostanze è bello avere una persona in grado di creare un’influenza positiva, una persona che possa capire cosa significa avere una dipendenza. E’ con noi per rafforzare la nostra positività e per renderci delle persone in salute. Oltre a tutto questo è anche un nostro caro amico e una persona ricca di talento”.

COL PASSARE DEGLI ANNI IL TUO ASSOLO E’ DIVENTATO UN APPUNTAMENTO FISSO: CAMBI QUALCOSA OGNI VOLTA?
“Non è mai esattamente lo stesso, cerco sempre di differenziare qualche parte, anche se per diversi motivi è mappato in una certa maniera, è diviso in un numero definito di parti. Poi cerco sempre di aggiungere qualcosa rispetto alla sera prima, che possa intrattenere a livello visivo e auditivo. Gli assoli di batteria sono stati fatti in mille salse prima di me: non voglio essere quello che da mille colpi, voglio intrattenere, voglio che la gente si esalti, non voglio che diventi la pausa birra! E’ lo stesso motivo per cui non mi trucco e non mi maschero durante questo tour: l’ho fatto per gli ultimi tre anni, per non annoiare voglio ripartire da zero, pulito”.

AVETE INTENZIONE DI CONTINUARE AD AGGIUNGERE COSE ALLA SCENOGRAFIA?
“Certo che sì, soprattutto in Europa vogliamo che gli spettacoli diventino sempre più grandi: esplosioni, fuochi d’artificio, laser, schermi, questa roba è divertente sia per noi che per chi ci guarda”.

COME OCCUPATE IL VOSTRO TEMPO LIBERO SCESI DAL PALCO?
“Siamo sempre impegnati. Spesso ci riuniamo per discutere di affari e di strategie, tra noi e il nostro management. Quasi tutti poi cerchiamo di mantenerci in forma, perché con questo stile di vita è facile impigrirsi e perdere motivazione. Ognuno ha anche i propri affari fuori dalla band, come discutevamo prima. Passiamo molto tempo anche ad incontrare i nostri fan…”.

…DURANTE QUESTI INCONTRI QUALCUNO VI HA MAI MESSO IN DIFFICOLTA’?
“Direi di no. L’unica situazione difficile è quando ci sono troppe persone e non abbiamo fisicamente la possibilità di accontentare tutti, scattando una foto, stringendo mani o autografando dischi e memorabilia. Non siamo una di quelle band inavvicinabili, ma quando le cose vanno fuori controllo non ci resta che ritirarci purtroppo”.

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