FIVE FINGER DEATH PUNCH – Year of the Death Punch

Pubblicato il 14/01/2014 da

L’anno metallico 2013, con buona pace per i detrattori, è stato segnato anche dai Five Finger Death Punch. La formazione di Los Angeles ha pubblicato ben due album in studio, che entrambi hanno sfiorato la vetta della classifica Billboard segnando un risultato storico. Il gruppo fa il suo ingresso trionfale sul suolo italico in una cornice immensa, quella del concerto degli Avenged Sevenfold al Forum di Assago, una rampa di lancio al di sopra ogni immaginazione. Poche ore prima del concerto incontriamo Zoltan Bathory, fondatore e principale compositore del gruppo, che ci accoglie carico come non mai in tenuta sportiva. Non tutti sanno che il “5FDP camp” è un dojo ambulante, dove Bathory si può allenare nelle arti marziali con il collega Chris Kael e con vari membri della crew, tutti esperti atleti. Divertito, Zoltan ci offre un energy drink che porta lo stesso nome di una canzone del gruppo, e si mette l’indice davanti alla bocca per quando si concede uno snack al cioccolato, peccato di gola che il suo allenatore gli farebbe pagare amaramente. Non il tipico musicista rock/metal, giusto? Aspettate di leggere il nostro approfondimento sulla sua vita extra musicale…

 

Five Finger Death Punch - band - 2014

 

CONSIDERANDO CHE IL ‘VOLUME 2′ DEBUTTERA’ COME LA PIU’ ALTA NUOVA ENTRATA NELLA BILLBOARD CHART E CHE IL ‘VOLUME 1′ E’ ARRIVATO SECONDO IN CLASSIFICA, POSSIAMO DIRE CHE IL 2013 E’ L’ANNO DEI DEATH PUNCH. PUOI FARCI UN BREVE BILANCIO?
“Il nostro anno, ora possiamo dircelo! Anche la seconda parte dell’album arriverà al numero due della classifica, l’abbiamo saputo da poco, sopra di noi c’è solo Eminem… non puoi pensare di battere Eminem. Io lo adoro come artista, ma diciamocelo, l’heavy metal non è più sotto la luce dei riflettori. Ogni volta che riusciamo ad avere un risultato del genere penso sia un trionfo non solo per noi, per il nostro management e il nostro staff, è un trionfo per il genere intero. Due album in un anno che finiscono nella top 3 negli Stati Uniti è un vero e proprio messaggio, per gli States e per il resto del mondo: l’hard rock e l’heavy metal esistono ancora, non moriranno mai. E’ una grande vittoria soprattutto pensando a quando ci dicevano che non saremmo mai passati per radio”.

DOPO QUALCHE ASCOLTO IL ‘VOLUME 2′ MI SEMBRA UN PO’ PIU’ HEAVY E OSCURO RISPETTO ALLA PRIMA PARTE, SEI D’ACCORDO?
“Sono d’accordo. Quando abbiamo diviso i brani abbiamo tentato di separarli in modo che non potessimo scegliere quale dei due fosse meglio dell’altro. Ad oggi non so dirvi quale preferisco. Parlando con un certo distacco temporale penso di poterti dar ragione, anche se il ‘Volume 2’ contiene sia le canzoni più heavy che le canzoni più soft, come ‘Cold’ o la strumentale. Volendo ottenere due album equivalenti e ben bilanciati direi che la scelta di mettere queste due canzoni nel secondo disco è azzeccata, avendole accostate a canzoni più heavy appunto”.

PERCHE’ NON CI SONO OSPITI, SOPRATTUTTO CONSIDERATA LA LISTA ECCELLENTE DEL PRIMO CAPITOLO?
“E’ stato divertente sperimentare nel ‘Volume 1′. Dopo aver ottenuto l’incredibile partecipazione di Rob Halford abbiamo chiamato un sacco di amici. Molti di loro non sono riusciti a partecipare perchè in tour, e tra questi c’è anche Phil Anselmo, quindi sul disco sono finiti solo quelli disponibili in quel periodo. Ci sono però anche canzoni che sono rimaste fuori dalla tracklist finale. E’ un segreto, non posso dirti che c’è un pezzo con Rob Zombie (finto colpo di tosse, ndR)! Non potevamo rischiare diventasse un’abitudine, o peggio una macchietta, non volevamo calcare troppo la mano quindi anche nel ‘Volume 1’ abbiamo lasciato molte collaborazioni come bonus track, mantenendo le tracce originali come canzoni tutte nostre. In molti non hanno compreso del tutto questa strategia, era un regalo ai nostri fan niente di più. Siccome gli ultimi album contengono la migliore musica che abbiamo scritto fin’ora e non volevamo che l’attenzione fosse spostata verso gli ospiti, abbiamo pensato di non ripetere l’esperienza. Nessuno sa dei brani che abbiamo registrato con Rob Zombie, Ryan Clark dei Demon Hunter e Kyo dei Dir En Grey, un artista folle che ha cantato in giapponese su una traccia pazzesca. Tutti questi inediti faranno parte di colonne sonore, videogames e altro, saranno qualcosa di speciale che vi regaleremo in futuro”.

“WAY OF THE FIST”, IL VOSTRO PRIMO ALBUM, AVEVA UN SOUND PIU’ EUROPEO. NON E’ IRONICO CHE ABBIATE CONQUISTATO PRIMA GLI STATI UNITI E SIATE PASSATI ALL’EUROPA ORA CHE AVETE UN SOUND PIU’ AMERICANO?
“C’è un motivo per tutto questo. Io ho fondato la band, assieme a Jeremy. Io sono cresciuto in Europa, e i riff del primo disco sono stati composti tutti da me. Jason è arrivato successivamente, e ha portato tutta la sua esperienza e il suo background radicato nell’hard rock americano. Quello che sentite è un’evoluzione di entrambi i nostri stili, questo è quello che caratterizza il sound dei Five Finger Death Punch e che lo rende internazionale”.

LA COVER DI “HOUSE OF THE RISING SUN” HA IL POTENZIALE PER DIVENTARE UNA DELLE VOSTRE PIU’ GRANDI HIT. PERCHE’ L’AVETE SCELTA?
“‘House Of The Rising Sun’ è una delle prime canzoni che ho imparato a suonare con la chitarra, forse la prima in assoluto, sapete quella che si suona quando si imparano gli accordi e quando si sta attenti a mettere le dita al posto giusto. La ricorderò sempre come una canzone dal significato speciale, un po’ come il mio primo amore. Ivan dal canto suo scrive sempre testi che si riferiscono a fatti realmente accaduti, alla sua vita personale, a eventi che ha vissuto in prima persona ed emozioni che ha provato. Per questo riesce a connettersi con moltissime persone, non canta di draghi e vichinghi. Se parliamo di cover, questo devono avere un testo con cui Ivan si può relazionare. ‘House Of The Rising Sun’ parla di bevute e gioco d’azzardo… Ivan è passato da entrambe le cose, ha avuto problemi con l’alcool e, vivendo a Las Vegas, è cascato nel gioco d’azzardo. Per lui è come dire ‘guardatemi, non fate i miei stessi errori, non riducetevi com’ero ridotto io’. Avrebbe potuto scriverla lui stesso quella canzone. La particolrità di ‘House Of The Rising Sun’ è che l’originale ha una ritmica particolare, è sostanzialmente un valzer. La sfida è stata adattare la ritmica bizzarra della canzone in un quattro quarti rock. E’ quello che abbiamo fatto, ed è proprio per questo motivo che la nostra versione funziona a meraviglia”.

LA SCELTA E’ STATA SUGGERITA DALLA VERSIONE DEL SERIAL SONS OF ANARCHY? UNA PUNTATA DI FINE SERIE SI CHIUDE PROPRIO SULLE NOTE DI QUELLA CANZONE.
“Probabilmente non mi crederete ma la risposta è no. Stranamente nello stesso periodo anche un lottatore UFC, Nick Diaz, ha deciso di utilizzarla come colonna sonora per il suo ingresso. E’ strano che la canzone venga riscoperta da più fonti contemporaneamente, penso ci sia una sorta di interconnessione, qualcosa di cosmico. E’ strano, Marconi ha inventato la radio e Tesla ha fatto lo stesso nello stesso periodo, la stessa cosa è accaduta con la bomba atomica. Non abbiamo idea di come ma, in qualche modo, è accaduto. E’ davvero bizzarro”.

COME HAI SVILUPPATO IL TUO STILE UNICO NEL SUONARE LA CHITARRA RITMICA?
“Come ho detto prima sono cresciuto in Europa. I miei primi ascolti li ho dedicati al punk inglese, ma presto mi sono spostato sul metal. Mi piacevano i gruppi più tecnici, ma ascoltavo anche un sacco di thrash: i Metallica e i gruppi della Bay Area come Sodom, Kreator e compagnia. Ero un grande fan di Malmsteen. All’inizio quindi mi concentrai tantissimo sulla tecnica, ma ad un certo punto scoprii che dovevo concentrarmi sullo scrivere canzoni, che è una cosa totalmente differente. E’ un po’ come chi fa arti marziali: non basta andare in palestra, è necessaria una grande preparazione mentale e strategica per essere un atleta di alto livello. Come musicista sono passato attraverso queste diverse fasi. Il cambiamento più grande c’è stato quando sono passato alla chitarra baritona, una quindicina di anni fa. Questo tipo di chitarra ha un manico molto più lungo e delle corde davvero spesse. E’ quasi come dover ricominciare a studiare lo strumento da capo, di conseguenza per suonare in maniera efficace ho cominciato a perdere alcune delle mie qualità da chitarrista solista, e di conseguenza mi sono orientato verso la chitarra ritmica, con questo stile molto energico. Una corda da .66 è spessa quasi come quella di un basso, è dura come un cavo dell’alta tensione: il mio stile si è plasmato su questa caratteristica, arrivando ad essere quasi percussivo”.

SO CHE NON SEI IL PIU’ TIPICO DEI MUSICISTI, MI PIACEREBBE UN ATTIMO PARLARE DELLA TUA STORIA PERSONALE. COME HAI ANTICIPATO PRIMA SEI CRESCIUTO IN UNGHERIA, QUANDO TI SEI TRASFERITO NEGLI STATI UNITI E PER QUALE MOTIVO?
“Siete italiani quindi sapete che stare nella Cortina di Ferro non era particolarmente divertente. La musica, specialmente l’heavy metal, era la mia valvola di sfogo contro il regime comunista. Una volta ottenuto il passaporto feci il mio primo viaggio in America: suonavo in una band che aveva un cantante americano che viveva in Ungheria. Negli Stati Uniti riuscimmo a destare abbastanza interesse perché ci finanziassero un disco. La band si sciolse da lì a breve, ma riuscii a restare negli Stati Uniti per inseguire il mio sogno di musicista”.

SO ANCHE CHE PRATICHI ARTI MARZIALI, CHE HAI PASSATO MOLTO TEMPO CON MONACI E CHE TI DEFINISCI BUDDISTA. QUESTO INFLUISCE SUL TUO MODO DI VIVERE OGGI?
“Influisce senza ombra di dubbio. Sono cresciuto in una base militare, i miei genitori erano militari e ho conosciuto moltissimi soldati o ufficiali di alto grado. Tutto era metodico, strutturato e regolamentato. I miei obiettivi andavano affrontati in maniera tattica e tecnica. All’età di otto o nove anni ho iniziato a praticare judo, e da lì si è evoluta la mia passione per le arti marziali, che mi ha introdotto anche alla filosofia orientale. Arrivato negli Stati Uniti, al contrario della mia adolescenza, era tutto magicamente disponibile: scuole di kung fu, jiu jitsu, e quando imparai bene l’inglese anche qualsiasi libro io avessi voluto leggere. Sono anche un istruttore di combattimento militare certificato dal Pentagono e oggi, grazie agli insegnamenti del prestigioso team Gracie posso competere a livello internazionale. Ho incontrato anche dei monaci buddisti come hai già detto. Non dico di essere buddista perché il buddismo non è una vera e propria religione, è un percorso di vita, ma sicuramente sono vicino alla filosofia orientale”.

COSA MI DICI DELLA TUA PATENTE AERONAUTICA?
“Nei regimi comunisti sono soliti dividere i bambini secondo le proprie inclinazioni. Alcuni hanno un fisico e una predisposizione atletica e sono indirizzati in un certo tipo di istituti, altri, come me, che dimostrano attitudine verso gli studi matematici e scientifici, venivano mandati in istituti ad indirizzo specifico. I miei studi hanno quindi progredito verso il design e l’animazione tridimensionale, grazie ai quali sono finito per lavorare per l’industria aerospaziale. I brevetti da pilota sono stati una conseguenza di quel percorso”.

NIENT’ALTRO? DORMI MAI LA NOTTE?
“Ultimamente mi sto impegnando nella navigazione, da guidare barche di piccole e medie dimensioni voglio passare a navigare nell’oceano (ride, ndR)! Prossimamente andremo in Russia e sto già stressando un amico per darmi la possibilità di salire su un fighter jet russo”.

MI PASSA LA VOGLIA DI CHIEDERE DELLA TUA CARRIERA IMPRENDITORIALE… CHE MI DICI DELLA ADVANCED WEAPON TECHNOLOGIES INC?
“Mi sono dato un po’ all’imprenditoria… Alpha Dog Combat Gear è un marchio di abbigliamento tecnico per MMA, mentre Warriorship è una crociera sempre a tema MMA che coinvolge molti atleti e istruttori di livello. Sono anche presidente della Advanced Weapon Technologies Inc, che produce attrezzature tecniche militari e paramilitari”.

STAI SCHERZANDO VERO?
“Niente scherzi, dormo tre o quattro ore a notte. Ho una lista di cose da fare e di obiettivi da raggiungere. La mia filosofia è di vivere la vita consapevole che l’unica cosa che non puoi comprare è il tempo. Ogni minuto speso se ne va per sempre. La cosa più importante che hai nella vita è il tempo: voglio riempire la mia vita con tutte le esperienze più folli, dormirò quando sarò morto”.

SAI CHE 5FDP IN ITALIANO PUO’ ESSERE L’ACRONIMO DI ‘CINQUE FIGLI DI PUTTANA’?
“Niente male! Anni fa abbiamo indetto un concorso online chiedendo di sottomettere gli acronimi più fantasiosi e ci è arrivato di tutto, roba come ‘Furious Fucking Double Penetration’ e tanto altro. Ogni volta che sento qualcuno che tenta di prenderci per il culo coniando un acronimo offensivo penso ‘Pffft, è tutto quello che riuscite ad inventare?’. Se solo tutti gli haters si mettessero solo a leggere i nostri testi si accorgerebbero di quanta ironia e sarcasmo c’è nei Five Finger Death Punch!”.

5 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.