“Oracles”, il debut album dei Fleshgod Apocalypse, non ha lasciato indifferente la comunità death metal internazionale. Il nome della band nostrana è già sulla bocca di tutti e, nonostante un primo cambio di lineup (il drummer Francesco Struglia ha di recente lasciato il gruppo e il chitarrista/cantante Francesco Paoli è passato alla batteria), i nostri sono prontissimi a legittimare questa loro prima “esplosione” con una serie di attesissime date live e la preparazione di nuovo materiale. Abbiamo parlato di questo e altro con il succitato Francesco Paoli e con il cantante/bassista Paolo Rossi, entrambi più che disponibili a rispondere alle nostre domande via email…
PER MOLTI IL NOME FLESHGOD APOCALYPSE SARA’ TOTALMENTE NUOVO. VI ANDREBBE DI PRESENTARE LA BAND AI LETTORI E DI RIASSUMERNE LA STORIA?
Paolo: “Certamente. Siamo nati come un side-project di T.E.R., Promaetheus Unbound, e Hour Of Penance. Dopo la registrazione di ‘Promo 2007’, registrato ai 16th Cellar Studios di Stefano Morabito, i cui pezzi sono contenuti anche nello Split ‘Da Vinci Death Code’, distribuito da The Spew Records, abbiamo firmato un contratto con Neurotic Records. Nella prima parte del 2008 abbiamo sostenuto i primi live per cominciare a farci conoscere in Italia e all’estero. Nel 2008, sempre ai 16th Cellar Studios, abbiamo registrato il nostro primo full-length ‘Oracles’. Durante il 2008 abbiamo avuto un po’ di rallentamenti dovuti a problemi di line-up e con la nostra vecchia etichetta. Dall’inizio di questo anno abbiamo cominciato a provare con la nuova formazione e firmato un nuovo contratto con Willowtip Records/Candlelight Records che si è quindi occupata della stampa e distribuzione di ‘Oracles'”.
DA DOVE DERIVA IL VOSTRO NOME E CHE COSA SIGNIFICA?
Paolo: “Il nome Fleshgod Apocalypse riassume gran parte dei concetti contenuti nei nostri testi. La traduzione letterale sarebbe ‘apocalisse del dio di carne’, cioè apocalisse del genere umano in relazione alla religione. Quando l’uomo smetterà di pensare di essere il figlio di dio, allora si accorgerà di come la Ragione rappresenti l’ultimo (anche se avrebbe dovuto essere il primo) baluardo per la salvezza. Non ci siamo inventati niente… in sostanza non credete a tutto quello che vi dicono incondizionatamente, anzi, mettete in discussione tutto, anche quello che vi diciamo noi. Questa è la Ragione”.
FRANCESCO E’ COINVOLTO ANCHE NEGLI HOUR OF PENANCE, NON TEMETE CHE PRIMA O POI POSSANO VERIFICARSI DEI PROBLEMI A CAUSA DI IMPEGNI CON UNA O L’ALTRA BAND?
Francesco: “Certamente ci sono varie cose da considerare e gestire quando si ha un impegno con due band in piena attività, ma questo non rappresenta un problema se alla base ci sono razionalità e rispetto. C’è gente che suona in più gruppi molto più impegnati e importanti dei miei senza problemi…”.
QUALI SONO LE BAND CHE PIU’ VI HANNO INFLUENZATO E CHE VI HANNO PORTATO A VOLER FONDARE LA VOSTRA?
Francesco: “Certamente alla base ci sono i grandi nomi del death metal, a partire da Deicide, Morbid Angel, Cannibal Corpse… fino ad arrivare a Vader e Behemoth. Certo, questo non significa che non si ponga sempre attenzione anche a tutto ciò che succede nell’ambiente underground di oggi: è sempre importante essere aggiornati, e seguire l’ evoluzione della musica in cui ci si muove. Contemporaneamente a tutto questo, c’è anche l’ispirazione derivante dalla musica classica, principalmente del periodo Romantico”.
ECCO, DA DOVE NASCE IL VOSTRO AMORE PER LA MUSICA CLASSICA? COME VI E’ VENUTO IN MENTE DI MESCOLARLA AL DEATH METAL?
Paolo: Alcuni di noi, come Francesco e Cristiano, hanno seguito studi di musica classica in passato, e in generale è una passione che ci accomuna fortemente. L’idea è stata quella di riportare la violenza delle atmosfere della musica classica del periodo Romantico, in un contesto odierno. Infatti crediamo che in quel periodo probabilmente l’impatto sonoro di quella musica fosse percepito in maniera simile a come oggi noi percepiamo il death metal. Può sembrare un paragone un po’ estremo, ma non lo è poi cosi tanto. Quello che però rimane sempre alla base, è il fatto che i Fleshgod Apocalypse suonano death metal: la componente classica è pensata come un elemento per rafforzare la violenza e la drammaticità del sound, e non per ammorbidirlo”.
PENSATE CHE IN FUTURO UNO DEI DUE ASPETTI PRENDERA’ IL SOPRAVVENTO SULL’ALTRO?
Francesco: “No, anzi quello che cercheremo di fare è certamente di trovare un bilanciamento sempre migliore e più profondo fra questi due elementi. Ciò che conta è la funzionalità degli stessi nel songwriting, e non semplicemente la forma. Quello che intendo dire, è che lo scopo finale deve sempre e solo essere la qualità della musica, le emozioni che è in grado di suscitare, la potenza e la violenza che può esprimere e non uno sterile elenco di virtuosismi”.
COME ACCENNATO, “ORACLES” DOVEVA INIZIALMENTE USCIRE PER NEUROTIC RECORDS, MA POI VI SIETE ACCORDATI CON LA WILLOWTIP. CHE COSA E’ SUCCESSO?
Paolo: “Diciamo semplicemente che a volte i rapporti fra band ed etichette possono essere complessi sotto vari aspetti. Semplicemente ci siamo resi conto che Willowtip Records era la migliore etichetta per noi in questo momento ed si è dimostrata in grado di curare perfettamente le nostre esigenze discografiche. Sta facendo un ottimo lavoro su tutti i fronti”.
QUANTO SONO IMPORTANTI I TESTI PER I FLESHGOD APOCALYPSE? E DI COSA PARLANO I TESTI DI “ORACLES”?
Paolo: “Ovviamente i testi ricoprono un ruolo importante. ‘Oracles’ è un disco che ha come scopo principale il diffondere l’idea che ogni credo (in senso religioso e non), ogni cosa alla quale i ‘tiranni’ di oggi, i potenti, si aspettano che la gente creda, sia concepita per controllare le menti delle masse, per arricchirsi, per acquisire potere. Crediamo che questo sia un tema di un’attualità assoluta, visto che ogni giorno basta guardarsi un po’ intorno per rendersi conto di come le cose stiano andando in questa direzione. L’intento è quello di spingere la riflessione verso il ragionamento che è l’unico mezzo per avere controllo e consapevolezza della propria ed unica esistenza. Senza falsi miti né alcuna aspettativa ultraterrena. La realizzazione dell’uomo può essere ricercata solo ed esclusivamente nella propria vita, in quello che fa e soprattutto in come lo fa”.
L’ALBUM E’ STATO REGISTRATO QUASI UN ANNO FA: AVETE GIA’ PRONTO DEL NUOVO MATERIALE? COME PENSATE CHE VI MUOVERETE? CI SARANNO PIU’ PEZZI ROCCIOSI COME “RETRIEVING MY CARCASS” O MATERIALE VELOCISSIMO COME “IN HONOUR OF REASON”?
Francesco: “Sì, purtroppo l’album ha avuto qualche ritardo dovuto al cambio di etichetta e ai tempi necessari per stampa e distribuzione, ovviamente, nel frattempo, ci siamo mossi anche per quanto riguarda il prossimo lavoro in studio. Se parliamo dello stile, è sempre molto difficile fare troppe anticipazioni. Questo non significa affatto che non abbiamo il controllo su quello che succederà nella fase di songwriting, ma è anche vero che spesso nello scrivere un disco le linee guida migliori vengono fuori proprio durante la sua composizione e le caratteristiche finali del lavoro stesso si definiscono spesso proprio durante la sua stesura. Quello che è certo, è che lintenzione alla base è sempre quella di evolvere il discorso intrapreso, con coerenza e innovazione allo stesso tempo. Cercheremo di puntare sugli episodi migliori di ‘Oracles’, capendo il modo più adatto per migliorare il nostro sound, che ovviamente sarà sempre death metal al 100%”.
VI E’ SECONDO VOI UN ASPETTO NELLA VOSTRA MUSICA O NELLA BAND IN CUI DOVETE ASSOLUTAMENTE MIGLIORARE NEL PROSSIMO FUTURO?
Paolo: “E’ assolutamente necessario che in una band abbia la consapevolezza dei propri risultati e delle proprie potenzialità senza mai dimenticare che ci sono sempre infinite possibilità di miglioramento, su tutti gli aspetti, sia musicali che non. Quindi certamente l’obiettivo è sempre e comunque quello di studiare, di migliorare e di crescere”.
AVETE IN PROGRAMMA DEI TOUR PER PROMUOVERE “ORACLES”? PENSATE CHE CI SARA’ LA POSSIBILITA’ DI VEDERVI SUONARE O ANDARE IN TOUR ASSIEME AGLI HOUR OF PENANCE?
Francesco: “Ci stiamo ovviamente organizzando per intraprendere dei tour a supporto di ‘Oracles’. Per quanto riguarda la possibilità di suonare assieme agli Hour Of Penance, non sarebbe impresa facile per ovvie ragioni. suonare la batteria su dei pezzi come quelli dei Fleshgod Apocalypse e affrontare un live-set degli Hour Of Penance non sarebbe certo impresa facile! D’altra parte, non si sa mai cosa riserva il futuro, quindi non si può escludere nulla! Se dovessi farlo lo farei solo per la gente che ci supporta!”.
CHE COSA VI ASPETTATE DA “ORACLES”? QUALI SONO GLI OBIETTIVI CHE VOLETE RAGGIUNGERE NEL FUTURO PIU’ IMMEDIATO?
Paolo: “Ovviamente da ‘Oracles’ ci aspettiamo tutto quello che ci si aspetta da un disco, e cioè che piaccia il più possibile, e che faccia conoscere nel miglior modo possibile il nostro nome in giro per il mondo. Inoltre ci aspettiamo anche che ci insegni un sacco di cose per i prossimi lavori, ma questo ovviamente lo sta già facendo. Ogni passo è necessario per affrontare quello successivo. Per quanto riguarda gli obiettivi, come dicevamo poco fa, la cosa più importante ora è suonare il più possibile, intraprendere dei bei tour e prepararci così alle registrazioni del nostro secondo lavoro con un nuovo bagaglio di esperienze dalla nostra parte”.
CHE COS’E’ IL DEATH METAL PER VOI? PERCHE’ LO AMATE TANTO? CHE COSA HA IN PIU’ RISPETTO AGLI ALTRI GENERI, A VOSTRO AVVISO?
Francesco: “Qualsiasi risposta sarebbe riduttiva. Diciamo che è come una donna, dà tante gioe e tanti dolori. Rispetto agli altri generi, è come stare con una figa piuttosto che con dei cessi e la regola è: più te la fai bene, più ti dà soddisfazioni. Ognuno ci legga ciò che vuole in questo…”.
E’ EVIDENTE CHE LA SCENA DEATH METAL ITALIANA STIA CRESCENDO IN MANIERA ESPONENZIALE. OLTRE A GRUPPI STORICI COME SADIST, GORY BLISTER O CRIPPLE BASTARDS, SONO SPUNTATE PARECCHIE NUOVE BAND DALLE GRANDI POTENZIALITA’. QUAL’E’ LA VOSTRA OPINIONE A RIGUARDO? E COME MAI SECONDO VOI SI STA ASSESTENDO SOLO ORA A UNA TALE ESPLOSIONE? PERCHE’ NON PRIMA?
Paolo: “Sicuramente tutto questo è vero, il death metal in Italia sta crescendo velocemente, sia grazie alle ottime band degli anni 90, che hanno costituito lo zoccolo duro di questo genere, sia grazie a band che oggi stanno prendendo in mano il discorso e lo stanno espandendo in maniera esponenziale, come hai giustamente sottolineato. Potremmo citare gli stessi Hour Of Penance, Blasphemer, Illogicist, Septycal Gorge, Imposer, giusto per fare alcuni nomi. Il fatto che questo sia successo soltanto più tardi rispetto ad altri paesi, probabilmente è dato anche dal fatto che la scena estrema è stata piuttosto offuscata nella seconda metà degli anni novanta e nei primissimi anni del nuovo millennio dalla forte corrente di metal melodico che è stata il simbolo del metal italiano all’estero per parecchio tempo, e che forse ha creato un pò di preconcetto negli ascoltatori di tutto il mondo sulla possibile validità di una scena death italiana”.
CHE COSA GIRA NELLO STEREO DEI MEMBRI DEI FLESHGOD APOCALYPSE ULTIMAMENTE? QUALI SONO GLI ALBUM CHE VI SENTITE DI RACCOMANDARE AI NOSTRI LETTORI?
Paolo: “Certamente ‘Evisceration Plague’ dei Cannibal Corpse. Sono sempre i migliori, e lo riconfermano continuamente”.
GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA, RAGAZZI! SE VOLETE AGGIOUNGERE QUALCOSA, LO SPAZIO QUI SOTTO E’ PER VOI…
Francesco: “Grazie per il supporto, soprattutto a tutti coloro che ci aiutano ogni giorno a diffondere la nostra musica e il death metal”.