Non scopriamo certo oggi la vitalità della scena death metal internazionale, nonostante ciò si rimane sempre genuinamente meravigliati quando spuntano dal nulla nuove formazioni in grado di rivaleggiare, fin dalle loro prime uscite, coi nomi più importanti del settore.
È il caso dei Fleshvessel, quartetto dell’area di Chicago presentatosi al mondo con l’EP “Bile Of Man Reborn” nel 2020 e ora nuovamente sulla cresta dell’onda con il primo album “Yearning: Promethean Fates Sealed”.
La ricetta dei quattro americani è di quelle assai composite e ricche di sperimentazioni: la contrapposizione tra la matrice techno-death metal novantiana e le intromissioni di jazz/fusion, sinfonie e suoni latini porta nei Fleshvessel a una formula di difficile catalogazione. Si sente nell’operato di questi musicisti una cultura musicale amplissima, messa al servizio di una scrittura dei pezzi ordinata e priva di ansie da prestazione che possano demolire le doti del gruppo. Le pulsioni del death metal, le sue torsioni più intricate incontrano i giardini di delizia di stilemi musicali più morbidi e delicati, portando a un gioco di contrapposizioni, emulsioni e distanziamenti prodigioso.
I Fleshvessel suonano luminosi e onirici, cercano l’estasi e la trascendenza, pur non alleggerendo mai troppo la loro proposta. Non saranno un ascolto facile o per tutti, eppure sanno catturare l’attenzione attraverso un linguaggio meno ermetico e altezzoso di tanti loro colleghi. È con il polistrumentista Alexander Torres, primariamente chitarrista, che si è tenuta la nostra intervista, nella quale possiamo apprezzare un primo spaccato del variegato universo della band.
NONOSTANTE LA VOSTRA GIOVANE ETÀ, CON “YEARNING: PROMETHEAN FATES SEALED” E IL PRECEDENTE EP “BILE OF MAN REBORN” AVETE CREATO UNA COLORATA, COMPLESSA E VISIONARIA FORMA DI PROGRESSIVE DEATH METAL. QUALCOSA DI MOLTO ECLETTICO, IMPREVEDIBILE E, ASPETTO RARO NEL DEATH METAL, DELICATO ED ELEGANTE. PUOI RACCONTARCI COME SI SONO FORMATI I FLESHVESSEL E COME AVETE SVILUPPATO QUESTA SINGOLARE FORMA DI DEATH METAL?
– I Fleshvessel sono nati che avevo terminato il mio percorso di studi al Columbia College a Chicago. Io, Gwyn, Troll e Sakda frequentavamo tutti quella scuola. Quando sono uscito dal college, li ho contattati per parlare loro del progetto. Non ero sicuro che saremmo andati a scrivere e registrare qualcosa di così sperimentale. Semplicemente, il progetto si è sviluppato lungo questa direzione e noi abbiamo deciso di percorrerla con grande entusiasmo.
DATA LA COMPLESSITÀ E VASTITÀ STILISTICA DEL VOSTRO MATERIALE, I NUMEROSI STRUMENTI UTILIZZATI E LA LORO TIPOLOGIA, MI CHIEDO QUALE SIA LA VOSTRA EDUCAZIONE MUSICALE, SE PERVENIATE DA UN BACKGROUND ACCADEMICO E PROVENIATE INOLTRE DA UN ECOSISTEMA CULTURALE CHE ABBIA FAVORITO L’UTILIZZO DI STRUMENTI COME IL CUATRO PORTORICANO, LA DOOR HARP O L’ARPA A BOCCA.
– Tutti i membri dei Fleshvessel hanno un qualche tipo di educazione musicale ‘formale’, io, Gwyn e Troll abbiamo tutti quanti un titolo accademico ottenuto proprio al Columbia College. Per quanto riguarda alcuni tipi di strumenti che usiamo, io provengo da Porto Rico, mentre Sakda è thailandese, sono questi riferimenti culturali ad aver contribuito alle nostre scelte strumentali. Anche se, a dirla tutta, compaiono nei nostri dischi perché li avevamo a disposizione e volevamo vedere come potevano entrare in un contesto death metal.
IL PRIMO EP “BILE OF MAN REBORN” È COMPOSTO DA UNA SINGOLA TRACCIA DOVE ESPANDETE LA VOSTRA VISIONE IN UNA VERA E PROPRIA SUITE, RICHIAMANDO LO SCHEMA E LA LIBERTÀ DI UNA COMPOSIZIONE DI MUSICA CLASSICA. COME SI È FORMATA QUESTA IDEA NELLA VOSTRA MENTE E QUALE È STATA LA PRINCIPALE FONTE DI ISPIRAZIONE PER UN LAVORO COSÌ CORAGGIOSO E AMBIZIOSO?
– Quando ci siamo messi a scrivere “Bile Of Man Reborn” volevamo evocare l’idea di una lunga sinfonia, senza dover per forza suonare ‘metal sinfonico’. Mentre la musica si sviluppava abbiamo iniziato a introdurre sempre più elementi, che alla fine hanno portato al suono che puoi sentire. Il periodo trascorso al Columbia College ha contribuito parecchio alle mie scelte nei Fleshvessel. Imparare da altri compositori come scrivere la musica e come orchestrare ha avuto un grande impatto su di me e su “Bile Of Man Reborn”.
PER “YEARNING: PROMETHEAN FATES SEALED” AVETE SCRITTO UN CONCEPT ALBUM CON QUATTRO LUNGHE TRACCE E TRE BREVI STRUMENTALI. POTRESTI DIRCI PERCHÉ AVETE PENSATO A UN CONCEPT SIMILE E ALLA FORMA CHE INFINE HA PRESO?
– Quando ha iniziato a prendere forma “Yearning: Promethean Fates Sealed” la mia principale preoccupazione era di mantenere la musica bilanciata e interessante. Con tutto quel death metal, nel corso di un’ora di musica le cose possono diventare confuse o noiose, perché hai sempre a che fare con gli stessi suoni per tutto il tempo. Volevo che si intrecciassero diverse fili musicali all’interno dell’album, ci fossero delle variazioni che permettessero di respirare e delle pause che consentissero di riflettere. Per questo ci sono le strumentali, a inframmezzare le canzoni più lunghe.
NELLE NOTE DI PRESENTAZIONE, VI SONO PARAGONI CON DEMILICH, KAYO DOT, VAN DER GRAAF GENERATOR. IO TROVO VI SIANO DELLE FORTI CONNESSIONI CON IL TECHNO-DEATH METAL DI BAND COME I DEATH DI “INDIVIDUAL THOUGHT PATTERNS”, GLI ATHEIST DI “UNQUESTIONABLE PRESENCE”, I CYNIC DI “FOCUS”, OPPURE GLI OBSCURA. QUALI SONO, A TUO GIUDIZIO, LE BAND CHE SI AVVICIANO MAGGIORMENTE ALLA VOSTRA VISIONE MUSICALE?
– Devo dire che mi ritrovo nei paragoni con questi gruppi. Sono cresciuto ascoltando queste band e in generale prog e death metal tecnico hanno avuto una forte influenza sul nostro suono. Oltre a quelle già menzionate, inserirei tra le band che ci hanno ispirato Sigh e Scholomance. Entrambe hanno un fantastico suono sperimentale. Aggiungerei infine anche, tra chi ha influenzato il mio modo di intendere il death metal, i Phlebotomized.
COME AVETE INTERPRETATO IL MITO DI PROMETEO E PERCHÉ AVETE PENSATO FOSSE COSÌ ADATTO ALLA VOSTRA VISIONE DELLA MUSICA?
– Volevo utilizzare il mito di Prometeo come un’allegoria di come l’umanità cerchi di liberarsi da se stessa. Nella vita, vediamo sempre persone che portano bontà e grandi opportunità nel mondo, spesso per vederle estirpate o mortificate in qualche modo. Questa realtà richiama nella mia mente quanto accade a Prometeo, punito dagli dei per portare un segno di civilizzazione all’umanità con il fuoco. Quanto ti ho detto è il tema centrale del disco, la lotta dell’umanità contro se stessa.
CI SONO MOLTI OSPITI IN “YEARNING: PROMETHEAN FATES SEALED”: CHI SONO E CHE TIPO DI CONTRIBUTO HANNO DATO ALLA MUSICA DEI FLESHVESSEL?
– Michael (suona la tromba in “The Void Chamber”) e Kai (alle percussioni in “Winter Came Early” e “The Void Chamber” sono due amici che ho conosciuto al college. Nick Juarez, che ha suonato un assolo in “A Stain”, è un amico che abita nella mia città natale. Mentre Gleb, il clarinettista che puoi sentire in “Eyes Yet To Open”, è un musicista che ho conosciuto tramite youtube e di cui ho divorato i video. Ha fatto una marea di cover death metal col suo clarientto, di artisti come Nile e Necrophagist. Ho pensato che uno come lui sarebbe stato perfetto per i Fleshvessel!
PER UNA VISIONE MUSICALE COSÌ COMPLESSA COME LA VOSTRA, COME ORGANIZZATE IL PROCESSO COMPOSITIVO?
– Il processo di scrittura nel nostro caso è piuttosto lungo. Dato che tutti i membri della band vivono in luoghi completamente diversi, si accumulano dei ritardi nel mandarci avanti e indietro la musica e nel comunicare i cambiamenti da apportare. Diciamo che di solito procede come un lungo gioco di quello che io definisco ‘squisiti cadaveri musicali’. Io o Sakda componiamo un brano e la mandiamo agli altri. Ognuno aggiunge qualcosa a suo piacimento e lo manda agli altri musicisti, andiamo avanti in questa maniera fino a quando non ci sembra che la composizione sia completa. Non c’è molta organizzazione in questo procedimento. Vi è un elemento di improvvisazione e casualità a orientare il nostro modo di scrivere musica.
C’È UN’ATMOSFERA D’INCANTO A PERMEARE LA VOSTRA MUSICA, QUALCOSA DI RARO NEL DEATH METAL, O COMUNQUE DI POCO CENTRALE IN QUESTO GENERE. GLI ELEMENTI ACUSTICI E IL FLAUTO RITENGO SIANO FONDAMENTALI PER EVOCARE QUESTO TIPO DI ATMOSFERA. PERCHÉ PER VOI È IMPORTATE AVERE UNA DIMENSIONE RILASSATA E INCANTEVOLE?
– Come detto in precedenza, per noi è importante che la musica sia bilanciata. Gli elementi acustici aggiungono profondità alle nostre dinamiche e alle coloriture che la musica può prendere, ciò bilancia l’aggressività e i suoni distorti presenti nell’album. Il raggiungimento di questo equilibrio è quel che rende l’album ascoltabile senza cali di interesse dall’inizio alla fine.
SIETE CONSIDERATI UNA PROGRESSIVE DEATH METAL BAND: A DEFINIZIONE ABILE A CATTURARE SOLO UNA PARTE DELLA VOSTRA IDENTITÀ, NONOSTANTE RIMANGA UN PUNTO DI VISTA CORRETTO PER INIZIARE IL VIAGGIO NELLA MUSICA DEI FLESHVESSEL. NEL PANORAMA DEI GRUPPI CHE SUONANO, O HANNO SUONATO, DEATH METAL MOLTO TECNICO, QUALI SONO QUELLI CHE TI PIACCIONO DI PIÙ?
– Certamente tanti gruppi che hai menzionato in precedenza, come Death, Atheist, Cynic, Gorguts, sono stati fondamentali per il nostro approccio al death metal. Così come altri gruppi moderni che suonano cose simili, una formazione che sto seguendo con vivo interesse sono gli Alkaloid. Stanno facendo cose molto interessanti nel metal estremo. Poi c’è tutta una parte di musica tecnica e progressiva che ci ha influenzato tantissimo, ma non è propriamente metal. Sleepytime Gorilla Museum sono una delle mie band preferite di ogni tempo. Sakda e Troll sono molto attratti dal prog settantiano e ottaniano, qualcosa che in qualche maniera filtra nella musica scritta da loro per i Fleshvessel.
SE LA MUSICA SERVE A ESPRIMERE QUALCOSA DI PROFONDO E ALTRIMENTI INSPIEGABILE, SE NON ATTRAVERSO LE NOTE, APPUNTO, QUALI SONO LE PRINCIPALI SENSAZIONI E STATI D’ANIMO CHE VAI A CONVOGLIARE NELLA MUSICA DEI FLESHVESSEL?
– Sembra un’impresa enorme, ma la sensazione principale che voglio evocare tramite i Fleshvessel è la sensazione di cosa significhi vivere l’esperienza umana, ciò che prova un individuo nella sua esistenza. Bellezza e bruttezza, confusione, amore, rabbia, disperazione, gioia. Tutte le parti della vita. Penso che la musica davvero di valore, elevata, ti faccia sentire tutto in una volta, ed è quello che voglio che faccia la musica dei Fleshvessel.
PENSATE DI PORTARE LA MUSICA DEI FLESHVESSEL DAL VIVO, ADATTANDO IN QUALCHE MANIERA LE PARTI SINFONICHE/NON METAL AL CONTESTO DI UN CONCERTO?
– Abbiamo parlato tra di noi di questa possibilità. Nel caso avvenisse, vorrei che avessimo una strumentazione completa o quasi, con pochissime tracce registrare ad accompagnarci. Sicuramente, per fare questo, dovremmo reclutare alcuni musicisti aggiuntivi.