FLOTSAM AND JETSAM – Il grande freddo

Pubblicato il 14/02/2011 da

 

Fa senza dubbio piacere tornare a parlare di una formazione storica come i Flotsam and Jetsam: spesso discontinui nella qualità media delle loro pubblicazioni, abbandonati nel corso della carriera dai thrasher più oltranzisti e ricordati dai più per la militanza di Jason Newsted nello storico “Doomsday for the Deceiver”, i cinque musicisti di Phoenix non hanno mai gettato la spugna e sono tornati in questo 2011 più in forma che mai. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Craig Nielson, cuore pulsante della sezione ritmica della formazione, che non ha nascosto la propria felicità nei confronti delle reazioni di pubblico e critica alla pubblicazione del nuovo lavoro. Pur senza tralasciare qualche domanda mirata sulla scena attuale e sulla storia della formazione, come era logico prevedere abbiamo avuto un occhio di riguardo per “The Cold”, ultima fatica della formazione: inutile indugiare oltre, eccovi il resoconto completo della nostra conversazione con Craig.

 

CIAO CRAIG, BENVENUTO SU METALITALIA.COM! COSA E’ SUCCESSO NEI CINQUE ANNI INTERCORSI TRA “DREAMS OF DEATH” E “THE COLD”?
“Siamo stati in tour per molto tempo in tutta l’Europa, viaggiando da est ad ovest: tre interi tour e qualche data sparsa negli U.S.A. Mark ha iniziato a scrivere nuovo materiale circa tre anni fa e le registrazioni sono iniziate nel 2008: purtroppo ci è voluto molto tempo per completare il lavoro per via di alcuni problemi legati agli impegni dell’ingegnere del suono”.

SIETE TORNATI IN PISTA CON “THE COLD”: COME LO INSERITE ALL’INTERNO DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA? QUALI ALBUM SENTITE PIÙ VICINI A QUESTO LAVORO?
“Mi sento di dire che si tratta del miglior lavoro con questa line-up degli ultimi quattordici anni: ci siamo sentiti più ispirati ed inclini a creare un ottimo album questa volta. Mi risulta veramente difficile compararlo con qualsiasi album della nostra discografia, dato che ognuno ha un feeling proprio e ben definito. Sono anni che abbiamo abbandonato il thrash diretto e senza fronzoli di inizio carriera”.

HO TROVATO MOLTO PERSONALE IL SUONO DI “THE COLD” E PENSO CHE PORTI NUOVA LINFA ALL’INTERNO DEL SUONO DEI F&J: AVETE LAVORATO IN MODO DIFFERENTE SU QUESTO NUOVO ALBUM?
“Non esattamente: è stato più semplice del previsto e non abbiamo avuto difficoltà a mettere in musica i nostri pensieri. Io e Mark abbiamo trascorso molto tempo ad arrangiare i brani mentre A.K. ha lavorato tantissimo sulle melodie vocali: arrivando direttamente dal tour era in perfetta forma prima di entrare in studio. Tutto è avvenuto in maniera spontanea e nei giusti tempi”.

QUALI SONO STATE LE REAZIONI DI FAN E STAMPA? QUALI COMMENTI VI HANNO RESO PIÙ ORGOGLIOSI DEL NUOVO LAVORO?
“Senza dubbio abbiamo collezionato le migliori impressioni da parte di pubblico e fan degli ultimi quattordici anni. Album dell’anno su Aardschok in Olanda, album del mese su Powermetal.de in Germania battendo ogni band inquadrata nel nostro stesso genere: non potremmo essere più felici di così, dato che ad oggi l’album non è ancora uscito in Europa! Uscirà a febbraio attraverso la Nuclear Blast: è solo l’inizio, insomma”.

PARLIAMO DELLA COPERTINA DEL LAVORO: CHI CI HA LAVORATO? E’ IN QUALCHE MODO LEGATA AI TESTI DELL’ALBUM?
“Come per il precedente ‘Dreams Of Death’ anche questa volta Travis Smith si è occupato dell’artwork. Non era programmato che la grafica dovesse necessariamente essere connessa con i testi del lavoro, figurati che la ragazza in copertina è la figlia di A.K.! Travis ci ha sottoposto il risultato finale e ci è subito piaciuto”.

MICHAEL GILBERT È DA POCO TORNATO IN FORZE NELLA BAND: HA PRESO PARTE ALLE REGISTRAZIONI DELL’ALBUM? A COSA È DOVUTO L’ABBANDONO DI MARK SIMPSON?
“Michael non ha suonato sul nuovo album dato che è tornato con noi solo di recente. Mark ha dovuto abbandonarci per concentrarsi maggiormente sulla famiglia e su alcune opportunità lavorative che potevano risultare interessanti sul lungo termine. Ci siamo dimostrati molto comprensivi nei suoi confronti: anche io avrei preso la stessa decisione se mi fossi trovato nei suoi panni”.

CI SONO MOLTE BAND CHE OGGIGIORNO STANNO RIPROPONENDO IN MANIERA CONVINCENTE IL THRASH DEGLI ANNI OTTANTA: COSA PENSI DI QUESTO TUFFO NEL PASSATO?
“L’adoro! Penso che attualmente venga pubblicata ottima musica, molto migliore di quella uscita in molti anni a questa parte. Buona parte del merito penso che sia imputabile alla progressione tecnologica e alla facilità con cui è possibile registrare un album. I risultati ovviamente non sono neanche minimamente comparabili con il passato: è un grande periodo per il ritorno in auge del thrash!”.

PENSI DUNQUE CHE CI SIA QUALCOSA DI BUONO NEL METAL ATTUALE? NON PENSI CHE CI SIA ANCHE TROPPA MUSICA FACILMENTE DIMENTICABILE? NON MI RIFERISCO AD UN GENERE SPECIFICO.
“La mancanza di melodia è sicuramente tra i fattori che rendono la musica facilmente dimenticabile: mi trovo spesso ad ascoltare lavori con ottime melodie di chitarra o parti in cantato melodico ma il risultato della fusione dei due elementi non funzionava a dovere. E’ più semplice tenere a mente una melodia piuttosto che rabbia ed aggressione. Non puoi sbagliare quando proponi un bel ritornello anche se elementi come un bel riff, qualche fill di batteria o tempi dispari aiutano a rendere meno abituale e più distintiva la tua proposta”.

PUR AVENDO PUBBLICATO GRANDI ALBUM, SIETE UNA TRA LE FORMAZIONI PIÙ SOTTOSTIMATE NELLA STORIA DEL THRASH? AVETE QUALCHE RIMORSO? PENSATE DI AVER SBAGLIATO QUALCOSA DURANTE LA STORIA DELLA BAND?
“Tutto nella vita può essere affrontato in modo migliore. Penso che ci possiamo ritenere soddisfatti di aver sempre avuto un contratto, offerte per fare dei tour e dei fan fedeli: loro ci danno tutto quello che ci serve per continuare. Non abbiamo nessun rimorso”.

OGGIGIORNO MOLTI DEI VOSTRI VECCHI FAN HANNO FIGLI E UNA NUOVA GENERAZIONE DI FAN SI STA AVVICINANDO ALLA VOSTRA MUSICA: QUALI SONO SECONDO VOI LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA SCENA ATTUALE E QUELLA DEGLI ANNI OTTANTA?
“La scena si è frammentata in moltissimi generi e sottogeneri, differenziando in maniera sostanziale anche i fan. All’epoca, quando c’era uno show metal in città, tutti i metalhead erano riuniti nel locale, indipendentemente dal genere suonato dalla band. Spero che un giorno spariscano le mode passeggere e che tutti i fan del metal si uniscano ad ascoltare la musica che amiamo senza grosse distinzioni di generi, uniti nel creare una scena coesa”.

QUALI PENSI CHE SIANO STATI IL PUNTO PIÙ ALTO E QUELLO PIÙ BASSO VISSUTI DALLA BAND?
“Personalmente penso che il punto più alto sia coinciso con il suonare in Giappone: me lo ricordo come se fosse ieri anche se è successo nel 2004. Anche i nostri show ad Atene sono sempre stati stupendi, con una risposta totalmente inaspettata da parte del pubblico. Letteralmente surreale! Il punto più basso penso che sia coinciso con il tour di ‘My God’, che abbiamo fatto senza A.K.: sentivamo che mancava qualcosa e non era dovuto alla presenza di James Rivera. Amiamo quell’uomo! A.K. è il centro della forza dei F&J e lo sarà per sempre!”.

COSA CI POTETE ANTICIPARE DEL TOUR PER IL 2011? C’È QUALCHE POSSIBILITÀ DI VEDERVI IN ITALIA?
“Il nostro agente ci sta lavorando giusto in questo momento! Dita incrociate!”.

GRAZIE MILLE PER LA TUA DISPONIBILITÀ’ CRAIG, PUOI CONCLUDERE COME MEGLIO CREDI!
“Flots For Life!”.

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