FLOTSAM AND JETSAM – Prepararsi al caos

Pubblicato il 19/04/2019 da

L’ultima fatica dei Flotsam And Jetsam aveva stupito per una freschezza del suono che sembrerebbe appartenere più a una band alle prime armi che a dei veterani con tre decenni di musica sulle spalle, e anche a riascoltarlo oggi, “The End Of Chaos” mantiene tutta la sua forza. Non stiamo parlando di un capolavoro assoluto, ma di un onestissimo quanto catchy e vibrante disco di power thrash metal all’americana, ma fa piacere vedere come certe alchimie riescano a emergere anche dopo anni non per forza al top, e se questa dovesse essere la costante qualitativa degli americani, ben vengano questo tipo di dischi. Alla volta di gennaio avevamo avvicinato la band nella persona di Michael Spencer, bassista della band per un breve periodo negli anni ’80 e in pianta stabile da poco più di un lustro. 

CIAO MICHAEL! COME DESCRIVERESTI “THE END OF CHAOS”?
– Ciao Giuseppe, intanto grazie mille per il tuo apprezzamento e lo spazio concesso ai Flotsam! “TEOC” è un blend di potenza, melodie aggressive, velocità e testi di lotta, frustrazione e preoccupazione.

DI COSA PARLANO I TESTI NELLO SPECIFICO?
– Sono un mix di irrequietezza, agitazione personale e sociale, politico anche, cose che si mescolano fra loro tra l’altro.

COME SONO I FEEDBACK DEL DISCO?
– Al momento fantastici. Molti responsi positivi nelle recensioni, e i nostri fan stanno trattando il disco come uno di quegli album che si ascoltavano continuamente da teenager. Quest’ultima cosa è davvero fighissima.

COME VEDETE QUESTO DISCO RISPETTO ALLA VOSTRA DISCOGRAFIA?
– Il nuovo disco è ancora fresco e ce l’abbiamo ancora nelle orecchie, quindi ci sembra essere il nostro miglior lavoro, al momento. Penso che, riguardando indietro, possiamo dire che sia il migliore di quest’era della band, che è un team a tutti gli effetti dal 2013, dalla pubblicazione di “Ugly Noise” fino a “The End Of Chaos”. Per me, personalmente, “Drift” è stato il miglior disco dell’era di mezzo dei Flotsam, con “Doomsday” migliore della prima era, la più thrash della storia del gruppo.

ANCHE IL VOSTRO PRECEDENTE “FLOTSAM AND JETSAM” HA AVUTO UN OTTIMO RESPONSO DA FAN E CRITICA. QUALE PREFERISCI E QUALI SONO LE DIFFERENZE FRA I DUE?
– Wow, domanda dura. “The End” potrebbe essere migliore se visto nel complesso, come album, rispetto al self titled, al quale sono felicissimo di aver preso parte. Ci sono tante grandi canzoni in quel disco, ma credo non siano così melodiche e così immediate come quelle di “The End Of Chaos”, che è anche una nostra naturale progressione ad andare sempre più verso le nostre radici power metal. Il lavoro di Ken May alla batteria ha aggiunto, anche, secondo me, un tocco in più rispetto alla versione finale dei brani, anche perché poi quello che lui suona mi influenza particolarmente, essendo io un bassista.

DA DOVE VIENE IL TITOLO “THE END OF CHAOS”?
– Il titolo dell’album è una combinazione di due canzoni che stavamo scrivendo, “The End” e “Prepare For Chaos”, che erano potenzialmente anche titoli dell’album, più altre. Abbiamo unito i due titoli ed è venuto fuori che descriveva l’album stesso meglio rispetto alle altre proposte.

QUAL E’ LA TUA CANZONE PREFERITA DI QUESTO DISCO?
– Se penso a quali parti di basso mi diverto particolarmente a suonare, sono in dubbio tra “Control” e “Prepare For Chaos”, e quindi direi queste come mie favorite. Non credo che nessun membro della band possa scegliere solo una canzone, cambia di settimana in settimana.

CHI HA CURATO L’ARTWORK? LA COPERTINA NON SEMBRA ESSERE PIACIUTA MOLTO… TU CHE NE PENSI?
– Abbiamo lavorato con Andy Pilkington, che ha curato l’artwork dei Flotsam negli ultimi anni, per tirar fuori l’idea dell’artwork. L’idea, sin dal 2014, era di riportare ‘Flotzilla”, visto che non faceva capolino in una cover della band dai tempi di “Doomsday”. Quando abbiamo deciso il titolo del disco, volevamo avere Flotzilla a rappresentare lo stesso personaggio della copertina di “Doomsday”… Quello buono. Sulla cover di “The End” Flotzilla sta raccogliendo i resti della Statua della Libertà caduta, tra caos e distruzione attorno a lui, e quello che sta raccogliendo è in realtà quello che la statua rappresenta: libertà, giustizia, comunità etc.., per cominciare qualcosa di nuovo con i resti di quello che erano questi valori, visto che il mondo non sembra averne fatto buon uso, come pare stia effettivamente succedendo. Mi pare che Flotzilla sia apprezzato più dai fan che c’erano già ai tempi “Doomsday” e meno da quelli che hanno conosciuto la band successivamente. Ma va bene così alla fine. Ognuno deve avere la sua opinione, buona, cattiva o anche di indifferenza. A noi personalmente piace molto come Andy ha ritratto il Flotzilla del 2019.

CREDI CHE “THE END OF CHAOS” PIACERA’ DI PIU’ AI FAN DELL’EPOCA “DOOMSDAY FOR THE DECEIVER”, CHE CITAVI, O A QUELLI PIU’ RECENTI?
– Beh, noi speriamo che venga apprezzato allo stesso modo dai fan di entrambi i periodi… Di tutti i periodi, se consideri che c’è stata una fan base nata anche all’epoca di “Cuatro/Drift”, e la maggior parte di loro vengono da questa e dal periodo “Doomsday/No Place”.

COME DESCRIVERESTI LA VOSTRA MUSICA DI OGGI?
– Power metal melodico su base thrash. Il songwriting di Steve porta il suono della band in direzioni diverse, mentre Gilbert è più thrash old school. Quando la musica inizia a prendere forma e tutti mettono mano al processo compositivo diventa, comunque, musica dei Flotsam, al di là di chi abbia scritto le singole parti.

HAI COMPRATO QUALCHE BEL DISCO DI RECENTE? CHE ASCOLTI?
– Ho preso gli ultimi Rival Sons e Joyous Wolf, sono in attesa del nuovo Overkill, per prepararmi per il tour, che partirà proprio da voi a Marzo! (L’intervista è stata raccolta prima della loro data di marzo scorso in Italia NdR)

COME PROSEGUIRA’ POI IL TOUR?
Ci saranno trentacinque show in Nord America, poi torneremo in Europa per tre – quattro settimane per luglio e agosto, per la stagione dei festival, e poi spero America del Sud o altri territori, prima di ritornare in Europa a gennaio 2020.

SIETE ON THE ROAD DAGLI ANNI OTTANTA, AVETE VISTO IL MONDO DELL’HEAVY METAL CAMBIARE ED EVOLVERE DAL DI DENTRO, COSA NE PENSI DI COSA RAPPRESENTA OGGI QUESTA MUSICA?
– Tutto evolve in qualcosa… La musica degli anni ’70 è evoluta in quello che è diventato il metal degli anni ’80, poi dei Novanta e via dicendo. Mi sembra che la musica di oggi abbia fatto il giro verso la vecchia scuola, con sempre più ragazzi giovani che apprezzano la crudezza del suono dei primi anni ’80, quando Metallica, Slayer e Anthrax stavano iniziando a mettere insieme il loro suono e darlo in pasto alle masse. E’ bello pensare che band giovani come gli Evil Invaders sono rimasti fedeli al thrash d’epoca, con quel suono ed energia, facendolo con genuinità.

QUAL E’ IL SEGRETO PER ESSERE COSI’ COOL DA FARE UN DISCO COME “THE END OF CHAOS” DOPO TUTTI QUESTI ANNI?
– (Risata NdR) Cool mi piace, grazie mille! Penso che siamo semplicemente un gruppo di ragazzi normali che amano ascoltare e suonare musica pesante, veloce e potente. Non abbiamo screzi nella band, che è una di quelle cose che fanno la differenza, e forse questo arriva ai fan. La band inoltre è riuscita a fare qualcosa di diverso di album in album, senza cercare di ricalcare cosa fatto in precedenza. Cosa che poi funziona per alcuni fan e non per altri.

QUALI SONO I PROSSIMI PASSI?
– Saremo di supporto a “The End Of Chaos” per i prossimi diciotto mesi o giù di li, poi con calma ci metteremo a scrivere il prossimo album, anche se in realtà abbiamo già iniziato. Approfittiamo dei tempo morti fra una data e l’altra per rimanere nel processo creativo, tanto per non prenderci in ritardo, una volta definito il come e quando del prossimo disco con AFM Records. Sono una gran label con cui lavorare, che supporta completamente i Flotsam e i dischi che abbiamo fatto con loro.

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