FLUISTERAARS – Nel nome di ciò che è stato e in eterno sarà

Pubblicato il 28/05/2020 da

Abbiamo raccolto pensieri e considerazioni di Bob Mollema, voce e autore dei testi del progetto olandese, autore di un disco veramente interessante, “Bloem” pubblicato dalla sempre attenta Eisenwald Records. Questo lavoro sfugge dalle canoniche catalogazioni legate al black metal e in alcuni punti colpisce dritto al cuore. Allo stesso modo in quest’intervista il discorso si sposta facilmente su territori extra musicali – più e meno prosaici – esplorando ambiti di più vasti, sempre comunque connessi con l’idea di fare musica e percepirla intimamente.  

CIAO RAGAZZI, COME STATE? QUESTI SONO TEMPI DIFFICILI E PERSINO SURREALI. COME VANNO LE COSE DOVE VIVETE?
– Esatto, surreali è il termine più indicato. Va bene, nonostante le circostanze: l’Olanda non ha scelto il lockdown, ma il distanziamento sociale è fortemente incoraggiato. Come molti, noi siamo a casa, ma ciò non si traduce in ritardi e tempi morti sulla tabella di marcia della band, infatti ci sentiamo quasi tutti i giorni e facciamo progetti. C’è un aspetto positivo in una situazione come questa: puoi immergerti in te stesso molto più facilmente e dare priorità alle cose più importanti, che per noi sono i Fluisteraars.

ATTUALMENTE I CONCERTI SONO IN SOSPESO, RIMANDATI O LE DATE SONO CANCELLATE, QUINDI VENDERE MERCHANDISE E COPIE FISICHE E’ ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER TUTTI GLI ARTISTI. SO CHE “BLOEM” STA VENDENDO MOLTO BENE. COME STATE AFFRONTANDO LA SITUAZIONE CON EISENWALD RECORDS?
– Per prima cosa vorrei chiarire che noi non suoniamo dal vivo, e probabilmente mai lo faremo. Abbiamo notato che l’acquisto di vinili non è stato influenzato dall’avvento di tutte le problematiche legate a Covid-19: i nostri fan erano già abituati ad acquistare i dischi tramite mailorder o direttamente da noi, perciò da questo punto di vista non siamo mai stati dipendenti dalla dimensione live. Non so esattamente come se la stia passando la Eisenwald in questo momento, ma so che l’etichetta lavora molto bene e con grande impegno per mantenere le cose in funzione. Credo che stiano facendo un grande lavoro nonostante in questo periodo sia difficile spedire fuori confine perché le regole sono state inasprite. Abbiamo anche notato, attraverso i messaggi di chi ci segue, che in questo momento le persone si stanno rifugiando moltissimo nella musica, vivendola come un modo per fuggire dalla follia odierna. La musica che noi come tante band affini proponiamo è particolarmente indicata per sprofondare in un mondo differente… come in molti casi, il black metal è la soluzione migliore.

PASSIAMO A QUALCOSA DI MOLTO PIU’ PIACEVOLE! “BLOEM” E’ – A MIO PARERE – UNO DEI MIGLIORI DISCHI USCITI IN AMBITO BLACK METAL QUEST’ANNO. CI PUOI PARLARE DELLA SUA GENESI? QUAL E’ STATA LA VOSTRA ISPIRAZIONE PRINCIPALE E DI COSA TRATTANO I TESTI?
– Ti ringrazio per i complimenti. Negli ultimi anni ci siamo dedicati ad espandere i nostri orizzonti musicali e culturali. Ci sentiamo ispirati da chi utilizza il cuore per creare una propria idea o visione; proprio nutrirci delle proposte di altri artisti e curiosare nel loro mondo ci ha permesso di crescere e guadagnare fiducia in noi stessi, in modo da poter esprimere il nostro messaggio con crescente sicurezza.e maggior chiarezza. Il fiore è un simbolo che si adatta perfettamente a simboleggiare questo processo: possiamo parlare letteralmente di un ‘risveglio’, ma c’è però anche un substrato più profondo, che ha a che fare con la vita, in particolare con quella sociale. I testi sono ispirati da miti e leggende che contengono fiori al proprio interno: io ho preso queste storie e le ho fatte mie, dando loro una svolta nuova. Per me si tratta di vicende che parlano di tempi lontani e perduti eppure ancora percepibili in luoghi particolari, ma – non essendo visibili – la loro esistenza è costantemente messa in dubbio dalle menti che vivono di sola razionalità. Ad ogni modo, vecchi toponimi e gli antichi nomi di fenomeni naturali ci dicono il contrario. Oltre al tema del risveglio il disco ha cercato di essere un tentativo di aprire una porta sul mondo invisibile di cui parlavo, che può raggiungere il mondo fisico solo attraverso le storie e i racconti.

IL VOSTRO SOUND E’ SICURAMENTE ANCORA BEN RICONOSCIBILE MA CREDO CHE SIATE RIUSCITI A SUPERARVI, QUESTA VOLTA. E’ CAMBIATO QUALCOSA NEL VOSTRO APPROCCIO O SIETE ‘SOLAMENTE’ CRESCIUTI COME BAND?
– Come dicevo prima, abbiamo schiuso i nostri gusci e permesso al vento dell’ispirazione di pervadere le nostre case e le nostre anime. Negli ultimi cinque anni abbiamo pubblicato un EP e uno split con i Turia… naturalmente abbiamo fatto anche altro con le nostre vite. In questo lasso di tempo abbiamo completato gli studi, e intrapreso altri progetti e raggiunto obiettivi personali. La vita stessa ha avuto un impatto sui Fluisteraars: tutti e due al di fuori della band lavoriamo in ambiti creativi e riceviamo un incredibile mole di informazioni e stimoli da altri artisti e più in generale nell’ambito della cultura e l’interesse che questo fermento ci suscita si trasmette abbastanza naturalmente nella scrittura del gruppo. Quindi, per rispondere alla domanda: la vita progredisce lungo una strada ampia e bellissima, e i Fluisteraars con essa, in una spinta positiva nella quale la band si nutre di queste evoluzioni.

E’ PIUTTOSTO SINGOLARE LEGGERE TRA LE INFLUENZE DI UNA FORMAZIONE BLACK METAL LEE HAZELWOOD E THE ELECTRIC PRUNES. SI PUO’ INTUIRE UN CERTO FEELING DAL SAPORE ‘VINTAGE’ MA NON AVREI PENSATO A QUESTO SE NON L’AVESSI SAPUTO, NONOSTANTE LA MIA PASSIONE PER LO PSYCH ROCK DEGLI ANNI ’60 E ’70. CE NE PUOI PARLARE MEGLIO?
– L’ispirazione può non avvertirsi durante l’ascolto perché la musica è differente, però noi registriamo con quanta più strumentazione analogica possiamo, preferibilmente degli stessi marchi e modelli di quella utilizzata dagli artisti citati, cercando nei mercatini dell’usato. Inoltre l’ispirazione sta anche nella struttura dei pezzi o in una certa atmosfera. Quando si ascolta musica un certo suono può scatenare qualcosa; è un discorso molto personale ma proprio perché ascoltiamo così tanta musica diversa ne viene influenzato anche il nostro modo di fare associazioni mentali tra input di natura differente. Per esempio: eravamo soliti passeggiare per i boschi ascoltando i Falkenbach nelle cuffie, mentre ora come ora può essere ok anche farlo con Blondie in sottofondo. L’ambiente intorno a noi, che percepiamo come qualcosa di magico, viene così collegato a uno spettro di suggestioni culturali più ampio e di conseguenza ci porta in una zona nuova.

LA COPERTINA E’ MOLTO PARTICOLARE. AVETE SEMPRE OPTATO PER SCELTE PIUTTOSTO MINIMALISTE, SENZA L’UTILIZZO DI SCRITTE O DI UN LOGO, MENTRE QUESTA VOLTA AVETE OPTATO PER UN’IMMAGINE MOLTO COLORATA. I PAPAVERI POSSONO SIMBOLEGGIARE CONFORTO, IMMAGINAZIONE O ETERNO RIPOSO. PERCHE’ LI AVETE SCELTI?
– I fiori simboleggiano bene i nostri sviluppi personali, ed oltre a questo sono un simbolo di caduta e rinascita. I fiori sono incredibili perché sono al massimo della propria forma appena prima di cadere. Il periodo della decadenza è brevissimo se comparato a quello che sperimentiamo noi esseri umani. Le persone provano la necessità di mantenersi le une con le altre vive per più tempo possibile… Secondo la visione generale, finché respiri significa che sei vivo, ma questa visione non prende in considerazione la vita dal punto di vista dei pensieri, delle convinzioni personali e dell’anima. Un fiore nasce e muore seguendo un principio molto più magico: morire quando si è al massimo, andare incontro alla morte con onore e pronti ad affrontare il terreno sconosciuto che ci si pone davanti.
Come risultato di ciò, l’artwork ha anche alcuni elementi minacciosi che ci fanno sentire nullità vuote e forse ci rende persino gelosi della natura. Noi esseri umani abbiamo talmente tante nozioni in merito alla vita e alla morte da finire per esserne spaventati… immaginiamo che ci sia qualcosa, o che non ci sia nulla. Il cerchio della natura non ha un principio, né storia personale, esiste da sempre e a prescindere da tutto.

UN PAIO DI ANNI FA AVETE DATO ALLE STAMPE UNO SPLIT ALBUM CON I VOSTRI COMPAGNI DI ETICHETTA TURIA, CHE HANNO FATTO ANCHE LORO UN OTTIMO LAVORO CON IL LORO ULTIMO DISCO. COM’E’ NATO IL VOSTRO SODALIZIO?
– Siamo amici da molto tempo e ci incontriamo regolarmente. In più Mink (Koops, chitarra, basso e batteria, ovvero l’altra metà della band, NdR) ha aiutato con le registrazioni di “Dede Kondre” e “Degen Van Licht” (il secondo e terzo album dei Turia, NdR). Un giorno qualcuno se n’è uscito con con l’idea di registrare uno split, non ricordo assolutamente chi… Il concept ha preso forma in fretta e in men che non si dica ci siamo ritrovati in uno studio con vista sul fiume Waal.

“FLUISTERAARS” SIGNIFICA ‘SUSSURRATORI’ IN OLANDESE. MI HA FATTO PENSARE A DIVERSE FONTI CULTURALI: DAL FILM DI BRYAN FORBES AL ROMANZO DI CONNOLY E INFINE IL GRUPPO DI SOPRAVVISSUTI DELLA GRAPHIC NOVEL/SERIE TV THE WALKING DEAD. COSA C’E’ IN REALTA’ DIETRO?
– E’ da quando siamo ragazzini che frequentiamo il Veluwe (la più grande area boschiva del Paese, NdR), un luogo pieno di di leggende e vecchie storie. Sebbene difficili da percepire, come dicevo in precedenza, si possono ancora vedere strane tracce di tempi ormai dimenticati nei nomi delle strade e delle colline, come l’Aardmansberg, letteralmente ‘monte dell’Uomo-Terra’. Questo tipo di nomi hanno fatto crescere una grande curiosità in noi portandoci a leggere molti libri e a chiedere informazioni agli anziani di quelle zone. Abbiamo così scoperto che ci sono tanti segreti nelle antiche foreste: storie di fantasmi, di una ‘donna saggia’ e le indicazioni di luoghi nei quali sarebbero dovuti sorgere dei castelli. L’area è punteggiata da tumuli e da colline sulle quali si venerava il sole; questi luoghi ci hanno dato modo di vedere un secondo ‘strato’ di realtà oltre a quella del quotidiano e crediamo che questo tipo di conoscenza sia a rischio di estinzione. Con i Fluisteraars sussurriamo queste memorie al mondo. Il nostro messaggio è questo: abbandonate questo pazzo mondo e siate consci che ci sono stati e ci saranno altri tempi con la loro importanza. Troppe volte siamo tutti occupati e preoccupati di cose totalmente futili e passeggere.

STATE GIA’ SCRIVENDO NUOVA MUSICA? QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO?
– Siamo sempre impegnati con nuova musica e abbiamo anche alcune novità carine che annunceremo presto. Per il momento preferiamo tenerci – anche qui – sul vago e il misterioso.

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