Sono una delle band più amate della scena italiana, non solo in ambito metal ma anche fuori dalla nostra cerchia musicale preferita, grazie alla semplicità e alla poesia racchiusa nei loro testi: i Folkstone hanno fatto ritorno, dopo lo scioglimento del 2019, con un concerto sold-out allo scorso Metalitalia.com Festival, ma non solo.
Un nuovo singolo, altri concerti (molti dei quali sold-out) e la voglia di ricominciare a tessere una tela il cui telaio era stato fermo per troppo tempo a prendere polvere: un tessuto fatto di sbronze fra amici, riflessioni sul futuro, sul presente e sul passato, ma anche su cosa significhi suonare folk metal nel 2023. Ne abbiamo parlato con il cantante Lore in una intervista che anticipa molto di quello che i bergamaschi hanno in cantiere per i prossimi tempi, una volta che verranno esaurite le date temporaneamente annunciate.
CIAO LORE, BENTORNATO SU METALITALIA. CI SEMBRA CHE LA PRIMA DOMANDA SIA OBBLIGATA: COME MAI AVETE DECISO DI TERMINARE LA PAUSA BIRRETTA?
– Per puro caso. Una sera durante una cena tra amici da un calice si è passati alla bottiglia e si è parlato di fare una data per vedere cosa sarebbe successo e come ci si sarebbe trovati a suonare di nuovo insieme…
COSA AVETE FATTO IN QUESTI ANNI DI STOP DEL PROGETTO? CHE EFFETTO HA AVUTO PERSONALMENTE SU DI VOI LA PANDEMIA, SOPRATTUTTO CONSIDERATO CHE VENITE DALLA ZONA PIÙ COLPITA D’ITALIA?
– Quando ci siamo sciolti, io e Roby (cornamuse, bombarde, voce, ndr) avevamo deciso di appendere la musica al chiodo. Non avevamo in testa alcun progetto parallelo, né nulla che riguardasse la musica. In generale comunque tutti eravamo ‘svuotati’ ed avevamo la testa troppo piena.
Abbiamo voluto staccare completamente, rifugiandoci sulle nostre montagne e conducendo una vita abbastanza ‘appartata’. Appena ci siamo sciolti poi il mondo è cambiato: tra pandemia e guerre c’è stato un bel casino. Qui da noi è stata dura, e personalmente siamo stati profondamente scossi. L’atmosfera tutt’attorno a noi era surreale: silenzi spettrali e sirene continue erano agli antipodi di uno stesso scenario mai visto. È già tutto dimenticato, purtroppo, ma nei nostri paesi c’è stata una vera e propria decimazione che ha lasciato il segno.
LA DATA DI ASTI DEL 16 DICEMBRE È GIÀ SOLD-OUT E NON DUBITIAMO CHE QUESTO TREND CONTINUI. CI CHIEDIAMO QUINDI SE ANDRETE AVANTI A FARE CONCERTI, SE VOLETE CHIUDERVI IN STUDIO A LAVORARE O SE AVETE GIÀ UN DISCO PRONTO…
– Sta tutto correndo in maniera molto veloce. Non abbiamo dischi pronti, ma abbiamo tante idee su cui poter lavorare: come al solito ci lanciamo nel vuoto sapendo che la pianificazione non è mai stata il nostro forte… Da qualche parte si cade, basta non farsi troppo male.
IL NUOVO SINGOLO CHE AVETE FATTO USCIRE SI INTITOLA “MACERIE” E PARLA DELLA FRAGILITÀ DELLE NOSTRE VITE E DELLA NOSTRA SOCIETÀ, ANCHE IL RESTO DI UN EVENTUALE NUOVO ALBUM RISPECCHIERÀ QUESTO MOOD?
– Non ci abbiamo ancora pensato anche perché non abbiamo mai fatto dei concept album. Per noi ogni canzone è una storia a sé, quando arriverà il nuovo disco ogni pezzo avrà il suo ‘sapore’, perché in fondo non ci siamo mai dati limiti espressivi.
IL VIDEO È STATO SCRITTO DA ELICRISO LAB E DIRETTO DA LUCA RAPUZZI. GIÀ DAL NOME DELLO STUDIO IMMAGINIAMO SIANO AMICI DELLA FAMIGLIA FOLKSTONE, CI RACCONTATE QUALCOSA DI LORO E COME AVETE LAVORATO SUL VIDEO?
– ElicrisoLab siamo io e Roby, quindi famiglia Folkstone in senso stretto. Abbiamo collaborato con il regista Luca Rapuzzi con cui ci siamo trovati in sintonia creativa già con il precedente video “Elicriso” (singolo tratto da “Diario di un ultimo”, album del 2019, ndr), appunto.
L’idea nasce da più teste. Elia, il nostro manager, ci ha suggerito di girare un video legando i Folkstone alle loro montagne: io e Roby abbiamo pensato ai luoghi dove da sempre ci rifugiamo per prendere ossigeno e che da sempre hanno ispirato la nostra musica. Perchè sono gli stessi posti che ti si possono sbriciolare in mano quando tutto crolla e si rimane soli. Si tratta della Val di Scalve, dove le rocce nere e le miniere di ferro sono stati protagonisti delle nostre canzoni. Una parte di video è stata girata anche in studio, per contrapporre la bellezza di ciò che ci circonda con la freddezza, dove il sangue e la disperazione diventano protagonisti imbrattando strumenti e persone. Io e Roby abbiamo dato le linee guida attraverso lo storyboard del video, poi con Luca lo abbiamo sviluppato attraverso la sua interpretazione e visione del pezzo.
SIETE PASSATI DALL’ESSERE UNA BAND CON PEZZI MOLTO FESTAIOLI, DERIVATI DAL FOLK METAL DI IN EXTREMO E CORVUS CORAX, NEI PRIMI TRE ALBUM, PER POI CONCENTRARVI SU UNA VENA QUASI PIÙ CANTAUTORALE. ADESSO COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE DALLE VOSTRE CANZONI?
– Non ti saprei proprio rispondere, ad oggi. Le idee in cantiere ci sono, ma sono ancora allo stato embrionale. Dopo un primo album più goliardico abbiamo sempre cercato di raccontare le nostre vite: non ci sentiamo cantautori né tanto meno poeti, abbiamo solo e sempre cercato di fare musica con onestà.
CHI CI SARÀ NELLA NUOVA LINE-UP DELLA BAND, CONSIDERATO CHE ANDREA (CORNAMUSE, BOMBARDA, NDR) HA FATTO GIUSTO UNA COMPARSATA?
– La line-up è rimasta invariata rispetto al tour di addio. Andrea ci è venuto a trovare alla data di settembre mentre dopo sei anni è tornata dei nostri Silvia all’arpa.
COME VEDETE LA SCENA FOLK METAL IN ITALIA? SEGUITE ANCORA QUALCHE ‘COLLEGA’ O VI SIETE CONCENTRATI SU ALTRA MUSICA DURANTE QUESTA PAUSA?
– Penso che la scena folk metal in Italia sia ben viva, ci sono parecchi gruppi ed anche con respiro internazionale. Personalmente ho sempre cercato di spaziare a trecentosessantagradi gradi per quanto riguarda la musica e così continuerò a fare, perché non mi sono mai fermato dinnanzi a generi ed etichette.
CONSIDERATO CHE AL METALITALIA.COM FESTIVAL C’ERA GENTE CHE È VENUTA A VEDERVI DA MEZZO MONDO, AVETE MAI PENSATO DI PROVARE A IMBARCARVI IN UN TOUR INTERNAZIONALE?
– No non ci abbiamo mai pensato, abbiamo suonato in parecchi festival europei, ma un vero tour no. Non abbiamo confini, dove possiamo andiamo…
CI RACCONTI UN RICORDO PARTICOLARMENTE BELLO DEL VOSTRO CONCERTO AL METALITALIA.COM FESTIVAL?
– Beh, essere letteralmente investiti dall’affetto del nostro pubblico durante l’ingresso sul palco dopo quattro anni di fermo totale.
È stata letteralmente un’esplosione di calore inaspettata, energia sincera allo stato puro. Sono state emozioni veramente forti che penso ricorderemo tutti per un bel po’ di tempo. Approfittiamo di questo spazio per ringraziarvi per averci ospitato condividendo con noi uno dei nostri ‘salti nel vuoto’ e per l’impeccabile organizzazione del festival. Complimenti davvero.
NELLA SCALETTA CHE AVETE PRESENTATO AL FESTIVAL AVETE BILANCIATO MOLTO BENE IL RAPPORTO TRA TUTTI I DISCHI, MA POSSIAMO ASPETTARCI DI SENTIRE “BRIGANTI DI MONTAGNA”, “ALZA IL CORNO” O “TERRA SANTA” NEI PROSSIMI LIVE?
– Esatto abbiamo cercato di ripercorrere tutta la nostra storia per festeggiare appieno questo concerto. Per i prossimi live stiamo inserendo pezzi che provengono proprio da quel periodo… Ma non voglio spoilerare troppo, ci vediamo alle quattro date che ci aspettano.
CREDIAMO CHE LA MUSICA ‘NON METAL’ ABBIA GIOCATO UN RUOLO FONDAMENTALE NELL’EVOLUZIONE DEI FOLKSTONE NEL TEMPO: QUALI SONO I CANTANTI CHE VI HANNO INFLUENZATO DI PIÙ, ANCHE NEGLI ANNI DELLA ‘PAUSA’?
– Come ti dicevo abbiamo sempre spaziato nella musica. Sicuramente nell’ambito non metal la musica italiana ha avuto un suo ruolo, i primi Litfiba, Csi, Nomadi, Guccini, Battiato… Insomma i cantautori ed i gruppi rock che hanno lasciato un segno profondo nella storia della musica.
In ambito internazionale Bruce Springsteen, Rolling Stones… Ma senza fare la lista della spesa abbiamo spaziato dalla musica punk e punk-hardcore agli anni ’70 e al grunge, da qualche perla di one-man band al crossover… Insomma, non ci poniamo limiti, sempre spaziare e d aprire le orecchie per aprire la mente. Perché la bellezza della musica, come la montagna, va sempre oltre ogni aspettativa: è questa la sua peculiarità.