FOLKSTONE – Spinti dal vento

Pubblicato il 27/01/2015 da

La scena folk metal in Italia sta acquisendo una fisionomia sempre più definita, e protagonisti del processo di sdoganamento di questa musica sono di sicuro i bergamaschi Folkstone, considerabili tra i pionieri del genere. All’alba del loro quarto album “Oltre… l’Abisso”, noi di Metalitalia.com abbiamo pensato di fare un po’ il punto sui primi anni di carriera con la simpaticissima suonatrice di cornamusa Roby, interrogandola su diversi aspetti realtivi al gruppo e alla scena folk metal in sé. Siamo partiti citando una delle loro nuove canzoni, “Prua Contro Il Nulla’…  

Folkstone - Band - 2015

VENTO IN POPPA… MA PRUA SEMPRE VERSO NUOVI DISCHI! I FOLKSTONE SONO ORMAI UNA REALTÀ AFFERMATA, OLTRE CHE ABBASTANZA PROLIFICA. PENSATE DI AVER TROVATO UNA SORTA DI ROUTIN NEL VOSTRO LAVORO DI MUSICISTI E COMPOSITORI?
“In realtà no. Anzi, continua ad essere tutto molto ‘freestyle’ nella carriera dei Folkstone, quindi parlare di routine mi sembra un po’ inadeguato. E’ vero che i nostri dischi tendono a non far passare più di uno o due anni tra le relative pubblicazioni, ma è tutto figlio di un processo molto naturale, durante il quale, quando c’è la possibilità e il tempo di fare una cosa… semplicemente la facciamo. Non c’è ancora nulla di programmato o abitudinario, e ci va bene così!”.

PERFETTO! QUESTO MODO DI LAVORARE QUINDI VI CARATTERIZZA?
“Si, direi di sì. Anche perché ora la line-up è più stabile, i ragazzi che lavorano alla scrittura dei vari pezzi sono sempre loro, e quindi forse alcuni schemi si sono oramai un po’ definiti. Forse è questo l’unico aspetto se vuoi routinario. Abbiamo però anche avuto la novità del nuovo chitarrista, Luca, e anche lui ha composto qualcosa, almeno un pezzo di sicuro. Ci siamo poi affidati sempre al nostro produttore storico, perché abbiamo visto che è un sodalizio che funziona da tempo, abbiamo una bella sinfonia, anche nello scrivere assieme”.

QUESTA SOLIDITÀ DEL PERSONALE DI SICURO CONTRIBUISCE A CARATTERIZZARE IL VOSTRO SUONO, PERÒ DEVO DIRE CHE VI LASCIATE SEMPRE SPAZIO PER EVENTUALI NUOVI ELEMENTI. IN QUESTO NUOVO “OLTRE… L’ABISSO”, COSA AVETE VOLUTO INSERIRE DI NUOVO?
“Eh, non sono la persona forse più indicata per rispondere… certo è che ci piace sperimentare e non ci vediamo a rimanere ancorati solo ad un unico stile. Su questo album ci sono due strumenti nuovi, ovvero le cornamuse scozzesi e le cornamuse irlandesi, e poi abbiamo puntato su alcune collaborazioni inedite per colorare un po’ il disco stesso. A livello di sensazioni personali, ogni album dei Folkstone è diverso per noi. Cerchiamo sempre di inserire in ugni nostro lavoro qualcosa di noi, del nostro periodo attuale, e quindi ogni album ha un’impronta emotiva un po’ diversa. Se ci pensi il primo album era più intento alla festa, al divertirsi, ma pian piano, anche invecchiando, le nostre nuove esperienze di vita hanno inserito degli altri elementi che a livello emotivo rendono ogni uscita un po’ diversa. Quest’album è forse un po’ più profondo degli altri, tocca argomenti e sensazioni più malinconiche e personali”.

LE LIRICHE RAPPRESENTANO UN ELEMENTO IMPORTANTE PER I FOLKSTONE. IL FATTO DI SCRIVERE MUSICA PER VOI È PIÙ LEGATO ALL’AVERE UNA STORIA DA RACCONTARE O UN MESSAGGIO DA TRASMETTERE?
“Non ci siamo mai posti il problema di scrivere un pezzo per dare un determinato messaggio. Noi viviamo il nostro tempo, e quello che viviamo ogni giorno lo tramutiamo in parole e musica. Poi, a volte, ci piace tra una riga e l’altra lasciare un messaggio, una nostra opinione… ma sono solo frasi che fanno pensare, non un messaggio detto da una cattedra. Il nostro pubblico lo sentiamo molto vicino, e comporre in italiano ci avvicina a loro ancora di più, quindi comunque l’idea di stabilire un dialogo c’è. Ma non è un bisogno di lanciare un messaggio preciso, è più la necessità di esprimere le proprie emozioni, e necessariamente questo ci porta a scrivere un giudizio”.

MANO A MANO CHE COMPONETE NUOVI DISCHI SENTITE PIÙ IL VANTAGGIO DELL’ESPERIENZA ACCUMULATA O IL PESO DEL NON DOVERVI RIPETERE?
“No, direi che il peso del non doversi ripete non lo sentiamo. Certo, stiamo attenti a quello che facciamo, e non ti nascondo che alcune proposte abbiamo dovuto ripensarci perché assomigliavano troppo a qualche altro nostro brano, però ancora ci viene naturale fare cose nuove, cercare qualcosa di diverso, e quindi con questo approccio quel problema in larga parte lo schiviamo. Poi abbiamo scartato dei pezzi, ti ripeto… ce ne era uno troppo simile ad un brano de ‘Il Confine’, uno che richiamava alla mente ‘Damnati Ab Metalla’… e beh, sono stati scartati. Ma senza sentirne per questo il peso”.

GLI INIZI DEI FOLKSTONE SEGUIVANO TERRITORI RELATIVAMENTE POCO BATTUTI. ORA LA SCENA HEAVY/FOLKLORISTICA CONTA MOLTI PIÙ NOMI. MA VOI VI SENTITE PIONIERI DI QUESTA SCENA O NO?
“No, non ci sentiamo pionieri di nulla. Abbiamo fatto sempre tutto con molta tranquillità e senza pretese, e questo ci ha sempre fatto tenere i piedi per terra. Non ci siamo mai visti sopra gli altri e ne ci siamo mai interrogati sul fatto che ora magari suoniamo in alcuni palchi più grossi di prima. Abbiamo sempre continuato a fare a nostro modo la nostra musica, arraffando sempre tutto quello che ci viene offerto”.

SONO PERÒ PARECCHI ANNI CHE LA BAND ESISTE… LA MENTALITÀ DEI MEMBRI DI UNA BAND CAMBIA SEMPRE ALMENO UN PO’ NEGLI ANNI. TU SENTI CHE QUALCHE COSA NEL TUO RAPPORTO CON IL CONCETTO DI FOLKSTONE È CAMBIATO? SENTI CHE ORA LA BAND RAPPRESENTA QUALCOSA DI DIVERSO PER TE RISPETTO AGLI ESORDI?
“Lo spirito che abbiamo noi è sempre quello dell’inizio. Anche perché per molti artisti una volta che la band è avviata, mantenerla è un lavoro, per noi non si può proprio dire… ci piacerebbe, ma non possiamo certo considerare i Folkstone come il nostro lavoro. Comunque per noi ogni album porta ancora la stessa eccitazione, la stessa agitazione che provavamo agli inizi. Ancora adesso, prima di ogni concerto, mi sento agitata e nervosa! E quindi nemmeno un centesimo di entusiasmo è scomparso in nessuno di noi, nonostante i vari periodi difficile o pesanti che ci possono essere stati. Siamo un gruppo solido, stabile, di amici veri con gusti e obbiettivi in comune, e questo per fortuna non è mai cambiato”.

PARLIAMO UN ATTIMO DELLA SCENA CUI APPARTENENTE… COME ORGANIZZATORI STORICI DEL FOSCH FEST DOVRESTE CONOSCERLA BENE. VEDI PIÙ AFFIATAMENTO E CAMERATISMO O RIVALITÀ TRA LE BAND APPARTENENTI ALLA SCENA FOLK METAL TRICOLORE?
“In realtà non organizziamo più il Fosch Fest da quando ha preso strade diverse dalla nostra… comunque posso rispondere alla domanda. Il fatot che nascano nuovi gruppi e nuovi idee è per me buono, perché se una scena è turbolenta e piena di novità vuol dire che gode di buona salute. Invidie non ne vedo… succede anzi il contrario! Quando ci si trova nei camerini prima di suonare ci si racconta delle proprie esperienze, ci si da consigli… l’aiutarsi tra band è una cosa comune nella nostra scena! Di questo sono felice.”

PER CHIUDERE… COSA TI HANNO DATO DI BELLO I FOLKSTONE A TE PERSONALMENTE?
“Di poter far parte di un gruppo di amici veri, e la possibilità di fare una cosa che mi piace veramente, dal fondo dell’anima. La possibilità di vivere con qualcuno una grande passione, condendola con una grandissima amicizia”.

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