FORDOMTH – Dannazione eterna

Pubblicato il 16/03/2019 da

Quando il fulcro della narrazione è radicato nella caduta di Lucifero dal Paradiso e la sua ascesi a sovrano degli Inferi, non è poi così strano che la storia stessa dei suoi autori sia contraddistinta da un certo travaglio, una difficoltà nel dare linearità e continuità alla propria azione. I Fordomth avevano pronto il loro disco da almeno tre anni, con un’altra line-up, e hanno finalmente potuto offrire a tutti la loro personale interpretazione del funeral doom soltanto verso la fine del 2018. “I.N.D.N.S.L.E.” vive di angoscianti tormenti, densa disperazione, ma non offre di certo un panorama emozionale uniforme; il piglio teatrale, le contrapposizioni vocali fra growl e clean vocals, un sordido alone romantico ondeggiante in alcuni punti, i sentori di decadenza donano tante sfaccettature a questo album d’esordio. Il gruppo, ora in line-up profondamente rinnovata rispetto alle registrazioni di “I.N.D.N.S.L.E.”, si appresta ad andare oltre e a cercare nuove forme espressive dei propri tormenti.

IL VOSTRO PRIMO DISCO “I.N.D.N.S.L.E. – IN NOMINE DEI NOSTRI SATANAS LUCIFERI EXCELSI” È STATO REGISTRATO NEL 2015, MA È STATO PUBBLICATO SOLTANTO TRE ANNI PIÙ TARDI. NEL FRATTEMPO, LA LINE-UP HA SUBITO VARI AVVICENDAMENTI, TRASFORMANDOVI DA SESTETTO A UN QUARTETTO. VI VA DI RACCONTARCI COS’È ESATTAMENTE ACCADUTO E I MOTIVI CHE VI HANNO TENUTO LONTANO DALLA PUBBLICAZIONE DEL PRIMO DISCO?
– La storia riguardante la stesura, la lavorazione ed il rilascio di “I.N.D.N.S.L.E.” è quantomeno travagliata, rispecchiando anche concretamente il pathos dei contenuti musicali del disco. Le energie che caratterizzano Fordomth, dai suoi albori fino ad oggi, sono sempre state indomite e viscerali, e proprio per questo crediamo che il continuo flusso di cambiamenti che ha portato alla line-up odierna fosse fisiologico. Per motivi personali o lavorativi, quattro dei membri fondatori hanno dovuto abbandonare la band, alcuni anche espatriando, come ad esempio Mario e Riccardo, che ad oggi lavorano all’estero. L’energia primordiale all’interno della band è andata sempre gradualmente aumentando. La line-up odierna gode di una stabilità ed una comunione di intenti rinnovata, che ci riempie di determinazione e fiducia nel futuro di Fordomth.

“I.N.D.N.S.L.E. – IN NOMINE DEI NOSTRI SATANAS LUCIFERI EXCELSI” AFFONDA LE SUE RADICI NEL FUNERAL DOOM PIÙ DISPERATO E MALIGNO, QUELLO DI EVOKEN, AHAB, FUNERALIUM. QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE PRINCIPALI E COME SI SONO LEGATE ASSIEME NELLE TRACCE DEL VOSTRO ALBUM?
– Ognuno dei musicisti coinvolti nell’album proviene dalla scena metal estrema siciliana e nazionale. Avendo ognuno di noi uno specifico background alle spalle, il punto d’incontro, nonché terreno immediatamente fertile, è stato appunto il funeral doom ispirato dai sopracitati Evoken ed Ahab, ma anche da band come Catacombs, Thergothon e Longing For Dawn, per citarne alcune. Le diverse influenze personali sono state a nostro avviso un valore aggiunto all’alchimia della band.

INTERAGISCONO DUE VOCI SU DISCO, MOLTO DIVERSE FRA LORO: IL GROWL DI GABRIELE CATANIA, LE CLEAN VOCALS DI FEDERICO INDELICATO. IL CONTRASTO È FORTE, MA TENDENZIALMENTE FUNZIONA, COMPLICI DUE IMPOSTAZIONI VOCALI PIUTTOSTO PERSONALI. È STATO DIFFICILE METTERE ASSIEME DUE VOCI COSÌ DISTANTI FRA LORO? PENSATE DI ESSERE SEMPRE RIUSCITI A FARLE SUONARE IN MANIERA EFFICACE E A NON CREARE CONTRASTI TROPPO STRIDENTI?
– Il binomio di vocals sviluppato da Gabriele e Federico riteniamo che sia uno dei punti più caratteristici ed autentici di “I.N.D.N.S.L.E.”. Il percorso per assestare coerentemente le due voci non è stato affatto breve e si è passati a vagliare varie soluzioni prima della forma definitiva che si può ascoltare nel disco. In ultimo luogo si decise di adottare una linea senza compromessi, attingendo alle migliori qualità vocali caratteristiche dei due vocalist. Nel dialogo affidato alle due voci, le sezioni più pulite e melodiche sono state sviluppate da Federico, mentre quelle di growl e gutturali profonde da Gabriele, che ha anche provveduto allo screaming, contribuendo personalmente con il massimo della sua interpretazione e spingendo alcune sezioni del disco fino alla soglia del DSBM. Il mix di questa dualità vocale, nonostante tutto, è proceduto spontaneamente, grazie anche all’intesa instaurata di volta in volta in sala prove, che si è concretizzata in un risultato finale di cui siamo molto soddisfatti.

LA TRACKLIST APPARE COSTRUITA PER RACCONTARE UNA LUNGA STORIA, PREVEDENDO EPISODI DI LUNGHEZZA VARIABILE E DI IMPOSTAZIONE MOLTO DIFFERENTE. NELLA BIOGRAFIA PARLATE DI UN CONCEPT SULLA DANNAZIONE ETERNA, POTRESTE ENTRARE PIÙ NEI DETTAGLI SU QUESTO ASPETTO?
– La Dannazione è, come leitmotiv, il fulcro stesso della band oltre che di “I.N.D.N.S.L.E.”. In questa prima release ha assunto la forma del funeral doom ispirato dalle sopracitate band e dai relativi stilemi, nelle prossime seguirà lo stesso fil rouge, assumendo però una forma diversa e rinnovata. Nello specifico il tema della Dannazione trattato in “I.N.D.N.S.L.E.” ripercorre l’esegesi canonica di Lucifero, dalla sua caduta dai cieli alla sua incoronazione negli inferi. Si tratta di un percorso spirituale che entra anche nella sfera psicologica di Lucifero, empatizzando la sua prospettiva e tracciandone un parallelismo con la stessa condizione umana.

PERSONALMENTE CREDO CHE LA CANZONE MIGLIORE SIA QUELLA PIÙ LUNGA, “CHAPTER III – ETERNAL DOMINATION”, DOVE INSISTETE PIACEVOLMENTE SU SONORITÀ DILATATE, ARPEGGI, RINUNCIANDO IN PARTE AI SUONI PIÙ HEAVY PER CREARE UN’ATMOSFERA OPPRIMENTE, DI MINACCIA INVISIBILE. COME È NATA E SI È EVOLUTA, PRIMA NELLE VOSTRE MENTI, QUINDI NEL SUONO, LA TRACCIA IN ESAME?
– La traccia in questione è stata concepita a casa di Gianluca, partendo dal riff principale in un momento in cui anche Federico e Riccardo erano presenti, convogliando gli intenti compositivi dei tre membri fondatori. Dal principio questo brano ha rappresentato l’idea portante totalitaria del concept di “I.N.D.N.S.L.E.”, seppure lo sviluppo che ha portato al completamento del brano ha richiesto un intero anno di lavorazione in sala prove da parte di tutta la band.

UN ALTRO MOMENTO PARTICOLARMENTE RIUSCITO È LA STRUMENTALE “CHAPTER IV – INTERLUDE”, CHE RISALTA PER IL VIOLINO DI FEDERICA CATANIA. A COSA DOBBIAMO UNA COMPOSIZIONE COSÌ MELODICA, CHE PUR NELLA VARIETÀ DEL DISCO SUONA COMUNQUE QUALCOSA DI MOLTO PIÙ SOFFICE E GOTICO, IN ANTITESI ALLE SONORITÀ TREMENDE E MINACCIOSE CHE DOMINANO NEL RESTO DELL’OPERA?
– “Chapter IV – Interlude” è l’unico spiraglio di luce necessario a creare l’abisso di oscurità espresso nel resto del disco. Risulta come la coesistenza necessaria della luce nell’ombra, rispecchiando la presa di coscienza di Lucifero che condanna l’umanità stessa alla Dannazione eterna.

“I.N.D.N.S.L.E. – IN NOMINE DEI NOSTRI SATANAS LUCIFERI EXCELSI” HA UNA REGISTRAZIONE ABBASTANZA ESSENZIALE E LO-FI, A MIO AVVISO SIMILE A TALUNE PRODUZIONI UNDERGROUND ESTEUROPEE, SEMPRE DI FILONE DOOM. UNA SCELTA VOLUTA, CON QUALCHE PUNTO DI RIFERIMENTO BEN CHIARO, OPPURE IL SOUND OTTENUTO RISPECCHIA SOLO IN PARTE QUELLO CHE VOLEVATE OTTENERE?
– Il sound del disco è un risultato voluto e che a nostro avviso rispecchia un tratto particolarmente interessante di “I.N.D.N.S.L.E.”, in quanto abbiamo preferito affidare il comparto tecnico a Salvatore Calamarà poiché egli, avendo anche collaborato come ospite nella titletrack, è artefice quanto il resto della band della messa in opera degli intenti di Fordomth. Crediamo che avendo reso partecipe in tal modo Salvatore l’album abbia preso forma, anche riguardo mix e mastering, nel suo carattere più autentico.

“I.N.D.N.S.L.E. – IN NOMINE DEI NOSTRI SATANAS LUCIFERI EXCELSI” È VECCHIO DI TRE ANNI E ORA LA LINE-UP, COME DICEVAMO ALL’INIZIO, È CAMBIATA MOLTO. QUANTO C’È DEI FORDOMTH DI TRE ANNI FA IN QUELLI ODIERNI? COSA VI PORTATE DIETRO DAL PASSATO E DOVE VORRESTE ANDARE IN FUTURO, MUSICALMENTE?
– In primo luogo sono rimasti Gianluca e Gabriele (membri fondatori del gruppo) come ponte di collegamento con ciò che fu Fordomth cinque anni fa, ed anche qui dei cambiamenti sono sopraggiunti, come, ad esempio, il ruolo di Gianluca, che è passato dal basso alla chitarra dell’attuale formazione. Come già detto il tema fondante della band continua ad essere quello della Dannazione, sotto ogni sua prospettiva ed accezione. Non ci sentiamo particolarmente attaccati ad un genere musicale ben delineato, crediamo che oggigiorno la linea di demarcazione dei sottogeneri confinanti sia più labile che mai e le contaminazioni tra questi portino ai risultati più interessanti sviluppati all’interno dell’intero panorama. Più che nel definire gli specifici generi musicali circoscritti crediamo alla fedeltà delle nostre intenzioni. Riguardo il futuro, non escludiamo più avanti lavori con caratteristiche fondamentali limitrofe ma diverse rispetto al funeral doom.

ARRIVARE DA UNA ZONA ABBASTANZA PERIFERICA PER IL METAL ESTREMO COME LA SICILIA È SOLO UN FATTORE DI PENALIZZAZIONE, PER VIA DI UNA SCENA MENO RICCA CHE ALTROVE E DELLE GRANDI DISTANZE DA COPRIRE PER SUONARE O, DA FAN, PER ASSISTERE A UN CONCERTO, OPPURE VI SONO ANCHE DEI VANTAGGI, DALL’ESSERE FUORI DA DETERMINATI CIRCUITI?
– Riteniamo che la Sicilia sia una terra selvaggia e controversa, in particolare la nostra città, Catania. Vivere alle pendici di un vulcano pone tutti noi, chi più chi meno, come figli di Tifone, costantemente influenzati dal caos magmatico che scorre sotto le nostre vite, risvegliando un aspetto primordiale del nostro inconscio, e per questa ispirazione siamo grati alla nostra terra. Dal punto di vista pragmatico sicuramente è complicato vivere all’estremo Sud della nazione, ma ciò nonostante, data la determinazione che ci contraddistingue, da un anno a questa parte diverse cose si stanno muovendo, grazie anche a Tifone Crew, che si occupa della promozione e booking di eventi sul territorio regionale, di cui tutti i membri della band attuale fanno parte. Presto ricorrerà il primo anno di attività di Tifone Crew, iniziato (quasi profeticamente) con la prima esibizione live di Fordomth. Da quel momento abbiamo avvertito qualcosa scuotere la nostra scena regionale e siamo molto orgogliosi e soddisfatti dei risultati ottenuti in questo primo anno di attività, facendoci puntare, sia come band, sia come membri di Tifone Crew, a raggiungere risultati sempre più significativi, ben consapevoli che il sudore e la fatica che abbiamo versato fino ad adesso continueranno ad esistere, così come le relative soddisfazioni.

IL FUNERAL DOOM È UN FILONE CHE SI È DIMOSTRATO CAPACE DI DECLINARSI IN MODI ASSAI ESTROSI, CONSENTENDO SPERIMENTAZIONI E MIX MOLTO VARIEGATI. DAL VOSTRO PUNTO DI VISTA, QUALI SONO I NOMI NUOVI NEL SETTORE A CUI VALE LA PENA DARE ATTENZIONE E QUAL È IL DISCO CHE PIÙ HA CONQUISTATO TRA QUELLI USCITI NEGLI ULTIMI ANNI?
– Assistiamo ad un’evoluzione del panorama funeral doom quantomeno interessante ed articolata e sicuramente un disco che ci ha molto coinvolto è stato “Hypnagogia” degli Evoken, band che abbiamo già citato come tra le fondamentali ispirazioni di “I.N.D.N.S.L.E.” Due dischi recenti, di cui consigliamo assolutamente l’ascolto, che meglio incarnano lo spirito dell’evoluzione avuta dal funeral doom fino alla sua forma odierna, sono “Backwater” dei nostri Fuoco Fatuo e “Sentiment” degli Un.

 

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