FROSTMOON ECLIPSE – La fine sta per arrivare

Pubblicato il 01/03/2020 da

Ad averne di gruppi come i Frostmoon Eclipse! Le mode cambiano ed il panorama musicale internazionale viene di continuo rivoluzionato, ma loro sono ancora qui, sempre a dimostrare che con la classe la musica diventa eterna. Una delle eccellenze del panorama extreme metal tricolore ritorna in pista con l’ennesimo intrigante album, sempre con il marchio di fabbrica che da qualche decennio contraddistingue il sound dei Frostmoon Eclipse. Metalitalia.com non poteva far passare inosservato il loro ritorno. Abbiamo quindi fatto una chiacchierata con il chitarrista e fondatore della band, Claudio Alcara, ed il cantante Lorenzo Sassi.

BENVENUTI NUOVAMENTE SU METALITALIA.COM! COMPLIMENTI PER IL NUOVO ALBUM, DAVVERO NOTEVOLE. QUAL È LA MOTIVAZIONE PRINCIPALE CHE VI SPINGE A CONTINUARE DOPO COSÌ TANTI ANNI DI ATTIVITÀ? COSA È CAMBIATO RISPETTO AGLI ESORDI?
Claudio: – Ciao e grazie a voi, è sempre un piacere. Sicuramente è cambiata l’età anagrafica, per il resto io non sono mai stato una persona spinta da particolari motivazioni in nessun campo della vita. Semplicemente tentiamo di scrivere canzoni che possano provare a reggere l’urto del tempo e magari farci ricordare da qualcuno quando sarà calato l’ultimo sipario.

IL VOSTRO ALBUM È USCITO DI RECENTE. QUALI RESPONSI AVETE RICEVUTO? SIETE SODDISFATTI DEL PRODOTTO FINALE?
Lorenzo: – L’album sembra essere stato accolto ottimamente e soprattutto aver attirato l’attenzione di parecchi addetti ai lavori che spesso non avevano mai sentito parlare di noi. Di questo devo dare credito sicuramente anche alla Immortal Frost Productions che ha svolto un eccellente lavoro di promozione. Noi ci possiamo definire soddisfatti del disco, è uno degli album a cui abbiamo dedicato più tempo e attenzione sia per quanto riguarda musica e testi che per l’artwork, a cui per la prima volta non abbiamo lavorato in prima persona, ma che abbiamo invece affidato a View From The Coffin, un artista che stimiamo e al quale siamo legati da una grande amicizia.

“WORSE WEATHER TO COME” HA FORSE UN MESSAGGIO APOCALITTICO? QUALI SONO LE TEMATICHE CHE AVETE SVILUPPATO STAVOLTA?
Lorenzo: – Quando mi approccio per la prima volta ai testi di un nuovo album scelgo sempre in partenza una linea guida, una sorta di colore dominante che permei il lavoro e che si adatti il più possibile al mood creato dalla musica. Per quanto riguarda questo disco, ho abbandonato, anche se in maniera non troppo marcata, il tema della morte che permeava a fondo il precedente “The Greatest Loss” per cercare di restituire delle immagini di rassegnazione, analisi introspettiva e quel rumore di fondo che domina le vite delle persone senza speranza, abbandonate e vittime della loro stessa natura. Quindi no, non c’è un messaggio apocalittico, c’è solo un mesto conto alla rovescia verso un giorno più grigio.

CREDO CHE LA VOSTRA FORZA SIA SEMPRE STATA NELLA COESIONE DELLA LINE-UP. OLTRE ALLA MUSICA COSA VI LEGA NELLA VITA DI OGNI GIORNO?
Claudio: – Probabilmente il segreto è stato abitare abbastanza vicini da poter dare una continuità all’esistenza di una band (nonostante tutte le difficoltà che tra vita, lavoro e il resto aumentano sempre di più), ma sufficientemente lontani da non doversi incontrare tutti i giorni.

NEL 2011 AVETE FATTO USCIRE UN ALBUM PER LA OSMOSE PRODUCTIONS, UNA PRESTIGIOSA ETICHETTA DEL MONDO EXTREME METAL. POI SIETE TORNATI A PRODURRE PER LABEL MINORI. IL FATTO DI NON ESSER RIUSCITI A RAGGIUNGERE UN ACCORDO DURATURO CON LE ETICHETTE PRINCIPALI DEL CIRCUITO BLACK METAL, CREDETE SIA DIPESO ANCHE DALLE VOSTRE SCELTE OPPURE SI TRATTA SOLO DI POCA FORTUNA? VE LO CHIEDO PERCHÈ UN GRUPPO COME IL VOSTRO MERITEREBBE BEN ALTRE ATTENZIONI DA PARTE DEI PRODUTTORI DEL SETTORE.
Claudio: – Di certo ci sono alcuni fattori tipo la provenienza, un certo tipo di look ed i soldi stessi che una band può permettersi di investire che fanno inevitabilmente la differenza quando si parla di numeri. Per quanto ci riguarda la Osmose, a dispetto della fama e del nome, non ha certo sudato per promuoverci e anche questo è un fattore che, se trascurato, può incidere negativamente. Ci terrei comunque a sottolineare che la nostra attuale etichetta, la belga Immortal Frost, potrà forse avere un nome meno altisonante, ma in termini di impegno e organizzazione è sicuramente la migliore con cui ci siamo mai trovati. Al momento in cui scrivo ha appena annunciato il nostro tour europeo con i Fen: undici date tra Regno Unito, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Svizzera e Francia. Non è assolutamente scontato ricevere un certo tipo di supporto da una label e nessuno meglio di noi può saperlo. Ti ringrazio comunque per le parole, purtroppo la mia stessa esistenza è sempre stata accompagnata da ‘poca fortuna’ e probabilmente questa band ne è lo specchio.

NELLA RECENSIONE HO SCRITTO CHE SE IL VOSTRO SOUND FOSSE STATO INDIRIZZATO NEGLI ANNI MAGGIORMENTE VERSO LA SPERIMENTAZIONE, I FROSTMOON ECLIPSE SAREBBERO DIVENTATI I NUOVI EMPEROR DEL LORO ULTIMO PERIODO O PERSINO I VOIVOD DELL’EPOCA “ANGELRAT”, MA IN VERSIONE BLACK METAL. FERMO RESTANDO CHE NON SPERIMENTANDO TROPPO AVETE COSTRUITO UN SOUND AFFASCINANTE, NON AVETE MAI AVUTO LA TENTAZIONE DI SPINGERVI ‘OLTRE’ MUSICALMENTE?
Lorenzo: – Ho apprezzato molto le belle parole che hai speso per il nostro album, ma personalmente mi trovo in disaccordo con le influenze da te citate. “Worse Weather To Come” è stato da molti definito come il nostro album più post-black metal, quindi vedo sicuramente una sorta di rottura con gli album precedenti, certamente più estremi, e non riesco a ritrovare gli Emperor nel nostro sound, che anzi mi riesce sempre più difficile definire. Trovo che questa difficoltà sia la più grande evoluzione che potessimo raggiungere ad oggi.

COME DESCRIVERESTE IL NUOVO ALBUM A CHI ANCORA, COLPEVOLMENTE, NON VI CONOSCE?
Lorenzo: – Non posso parlare per i miei compagni della band, ma se devo dire la mia i Frostmoon Eclipse orbitano nell’anello più lontano della galassia del black metal e guardano da lì a band come Black Sabbath e Katatonia. “Worse Weather To Come” è questo: un disco con molte influenze, un disco inconsciamente ‘post’ e il cui collante è il mood senza speranza e senza luce che pervade tutte e otto le canzoni.

IL NUOVO ALBUM PRESENTA LE CARATTERISTICHE TIPICHE DEL VOSTRO SOUND. SECONDO VOI CI SONO ANCHE DEGLI ELEMENTI INNOVATIVI AL SUO INTERNO?
Lorenzo: – Credo di aver già risposto a questa domanda nelle due precedenti: si tratta di un album senza dubbio atipico per i nostri standard, abbiamo voluto sperimentare toni meno aggressivi, canzoni meno prolisse, in qualche modo ‘concentrare’ il nostro messaggio e renderlo se possibile ancora più diretto e fortemente emotivo. “Worse Weather To Come” è sicuramente un nuovo punto di partenza per quanto riguarda il nostro sound; l’unico collante con tutta la nostra discografia sono e restano le tematiche generali dei testi e dell’immaginario, lontano dagli standard black metal, ma non per questo meno oscuro.

CI DITE COSA HA RAPPRESENTATO PER VOI CIASCUN ALBUM?
Claudio: – Senza voler fare sterili liste, direi semplicemente che ogni nuovo album ha rappresentato quanto di meglio potessimo fare al tempo, in termini di suoni, songwriting e risultato finale. Un album è anche un album di fotografie, come suggerisce la parola stessa e personalmente, ma penso di poter parlare anche a nome degli altri, ogni volta che ascolto qualche nostro vecchio capitolo è come rivedere certe foto: per alcune avresti voluto una luce migliore o essere vestito meglio o semplicemente ti scontri con il fatto che quello che vedi non ti rappresenta più, ma sei comunque tu in un certo momento della tua esistenza e come tutti ben sappiamo il passato non si cambia e non si torna indietro.

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