Una delle sorprese death metal dell’anno è sicuramente “Tropical Sun”, seconda fatica sulla lunga distanza dei Fulci. Un disco che, nella sua semplicità e barbarie, offre una rilettura mai banale di quelle che sono le derive più gorgoglianti e orrorifiche del genere, attingendo da varie scuole di pensiero (oltre che dall’immaginario splatter del celebre regista) per un risultato finale a dir poco contagioso e messo a fuoco. Alla luce di un ascolto tanto intenso e coinvolgente, una chiacchierata con il gruppo casertano era quanto mai dovuta; risponde alle nostre domande il chitarrista/membro fondatore Dome…
PER PRIMA COSA, VI ANDREBBE DI PRESENTARE LA BAND AI LETTORI? COME, QUANDO E PERCHÈ NASCONO I FULCI?
– Io, Klem e Fiore ci conosciamo da 15/20 anni e abbiamo tutti molta esperienza in ambito metal/hardcore. Nel 2013 abbiamo cominciato a suonare alcuni pezzi che avevo nel cassetto e li abbiamo uniti alle tematiche dei film horror/splatter che adoriamo. Il regista che più di tutti ci ossessiona è Lucio Fulci. L’influenza dei suoi film nel metal estremo è innegabile, quindi abbiamo unito una volta per tutte le due cose e dato vita al progetto.
IL VOSTRO NOME PUÒ ESSERE CONSIDERATO UNA DICHIARAZIONE D’INTENTI. COSA VI AFFASCINA DI PIÙ DELLE OPERE DEL REGISTA ROMANO?
– Per noi Lucio Fulci è uno dei migliori registi Italiani. Si è cimentato in molti generi, ma i suoi film horror sono quelli che più ci affascinano. Il gore e il dark delle sue pellicole hanno ispirato l’estetica di centinaia di gruppi death metal, ma anche thrash e black. Personalmente, l’aspetto che più ammiro del Maestro è la capacità che aveva di creare film spettacolari con pochissimi mezzi a disposizione, ricorrendo ad assistenti geniali e molti stratagemmi all’italiana. Anche per questo molti dei suoi lavori sono diventati dei cult.
CREDO CHE LA DICITURA ‘SLAM’ VI STIA ABBASTANZA STRETTA, ANCHE SE È PALESE L’INFLUSSO DI GRUPPI COME DEVOURMENT, DYING FETUS O SKINLESS. COME SIETE GIUNTI ALL’ATTUALE MIX DI STILI CHE COMPONE LA VOSTRA MUSICA? ALL’INTERNO DEL FILONE, SIETE FORSE LA BAND CHE HA OSATO DI PIÙ NEGLI ULTIMI ANNI…
– Sì, effettivamente oggi si tende sempre più spesso ad incasellare una band all’interno di un genere o sottogenere specifico, ma in realtà quello che proviene dai Fulci è molto vario. Dagli anni ‘90 ad oggi abbiamo ascoltato migliaia di ore di metal in tutte le sue forme, inoltre la nostra attitudine è death metal ma anche punk. Per questi motivi l’etichetta ‘slam’ è riduttiva. Le influenze musicali della band vanno rintracciate soprattutto dalla scena newyorkese (Suffocation, Mortician, Necrophagia, Incantation), ma ascoltandoci puoi capire che abbiamo divorato dischi dell’epoca Tampa/Morrisound Recording come “Tomb of The Mutilated” e “The Bleeding”, oppure “Domination” e “Formulas Fatal to The Flesh”! Le influenze slam, come accennavi anche tu, provengono da Devourment, primi Dying Fetus e Disgorge, ma anche dagli Internal Bleeding o dagli Undertakers (napoletani!), mentre in alcuni brani puoi percepire sonorità epiche à la Bolt Thrower. Non ci sediamo a tavolino per costruire un disco, ma buttiamo giù le idee che ci sembrano avere un filo logico, senza paura di uscire dagli schemi. Non a caso, nel nuovo disco abbiamo un intro calypso suonato dai Cacao, un feat con Ivan della band hardcore Straight Opposition e una strumentale fatta insieme ad un gruppo elettronico chiamato Acid Castello.
DI PARI PASSO CON IL RIFFING, ANCHE L’APPROCCIO VOCALE È PIUTTOSTO VARIEGATO E NON SI LIMITA AI SOLITI PIG SQUEAL. NON PENSATE CHE OGGIGIORNO QUESTO ASPETTO VENGA TROPPO SPESSO SOTTOVALUTATO?
– Io sono un fan dei pig squeal, una delle band che più ammiro sono gli Enmity! Penso che nella musica estrema non debbano esserci regole… se non quella di essere estremi, appunto! Per questo motivo, se vuoi fare un disco di soli pig squeal (oppure totalmente old-school) sei libero di farlo; personalmente è un gesto che apprezzo. Quello che non mi piace è quando i continui grugniti risultano solo un tentativo (noioso) per mascherare le carenze tecniche. Oppure quando una band non prova minimamente a personalizzare il suo stile. Nel nostro caso sono d’accordo con te: Fiore riesce a modulare la voce come un vero e proprio strumento e a creare delle dinamiche che si fondono con la ritmica dei pezzi. Il suo punto di forza è che non si lascia influenzare dalle mode del momento. Ha il suo approccio, i suoi punti di riferimento e va avanti come uno schiacciasassi.
VISTO L’AMPIO UTILIZZO DI SYNTH E SAMPLE CINEMATOGRAFICI, IMMAGINO SIATE ANCHE APPASSIONATI DI COLONNE SONORE…
– Ovviamente sì! Siamo molto influenzati dalle colonne sonore, soprattutto nello strutturare la dinamica del disco, dove cerchiamo di alternare momenti di tensione, calma e potenza. L’altro aspetto interessante delle soundtrack è che spesso ascoltandole riesci ad immaginare perfettamente le scene di un film. Partendo da questo cerchiamo di trasmettere il disgusto e la paura dei film di Fulci attraverso i nostri brani. I nostri compositori preferiti sono Simonetti, Ortolani, Carpenter, Micalizzi e – ovviamente – Fabio Frizzi. A quest’ultimo abbiamo dedicato la cover in versione death/doom del suo celebre tema di “Zombi 2”.
DOPO “PAURA NELLA CITTA’ DEI MORTI VIVENTI” DI “OPENING THE HELL GATES”, COM’È RICADUTA LA SCELTA SU “ZOMBI 2” PER IL CONCEPT DEL NUOVO ALBUM? COSA DIFFERENZIA MAGGIORMENTE QUESTI DUE DISCHI, A VOSTRO AVVISO?
– Avevamo scelto “Paura nella città…” per il suo mood estremamente dark/gotico, ma anche perchè è il nostro film preferito. Per questo disco volevamo invece sviluppare un concept voodoo/horror, e “Zombi 2” era perfetto. Inoltre “2” rimanda a quello che è il nostro secondo album. Le due opere si differenziano principalmente per l’approccio compositivo. “Opening the Hell Gates” non è altro che un insieme di pezzi composti tra il 2010 e il 2013, quando i Fulci ancora non esistevano. Nel 2014 abbiamo arrangiato i brani aggiungendo alcune parti atmosferiche, le metriche e alcuni sample del film. Il nuovo disco è stato invece composto tutto d’un colpo come un vero concept album, lasciandoci totalmente guidare dalle tematiche e dalle immagini del film “Zombi 2”. Altra novità è la presenza di intermezzi di synth suonati da noi e ispirati alla colonna sonora.
L’ARTWORK DI “TROPICAL SUN” È DAVVERO MOLTO CURATO, E CATTURA PERFETTAMENTE LE ATMOSFERE DEL FILM. CHI SE N’È OCCUPATO?
– Similmente alla locandina di un film, la copertina e il titolo sono mezzi molto importanti per trasmettere il contenuto di un disco. Il titolo “Tropical Sun” lo abbiamo scelto ed elaborato insieme a Metal Carter. Il sole in questo album rappresenta l’Inferno e la morte anziché Dio e la vita. Siamo contentissimi dell’artwork che ha realizzato Misanthropic Art, un illustratore americano che lavora per molti gruppi death e black metal. È bastato dirgli il titolo e che il disco sarebbe stato dedicato al film “Zombie Flesh Eaters” e il resto è venuto da sé! Nel booklet potrete anche ammirare un disegno di Danny Bellone, sempre a tema “Zombi 2”. Diciamo che in generale siamo molto attenti alla grafica. Penso sia importantissimo per una band affiancare il giusto visual alla propria musica.
COSA NON DEVE MAI MANCARE IN UN BRANO DEI FULCI?
– Di sicuro la brutalità! Tutti i riff devono essere potenti… la vita è troppo breve per suonare (e ascoltare) riff spompati! Altri ingredienti immancabili sono le atmosfere horror/doom, le ‘ragnatele’ e i ‘pipistrellati’ di chitarra, il growling ultragutturale in stile Burns e i titoli memorabili dei pezzi!
NELLA VOSTRA BIOGRAFIA, DITE DI UTILIZZARE LA DRUM MACHINE ‘PER SCELTA’. VI ANDREBBE DI SPIEGARCI MEGLIO?
– Nella nostra esperienza death metal il batterista è sempre stato un problema! Per questo nei Fulci abbiamo deciso di sostituirlo con una macchina. Ovviamente è una cosa strana suonare insieme ad un sequencer; è molto inumano e spesso durante i live le persone rimangono perplesse, almeno all’inizio. Sincronizzando però videoproiezioni e sample audio dei film con la drum machine riusciamo ad offrire uno show molto ‘cinematografico’. Inoltre, i suoni di batteria curati da Ando (Till Deaf Recording) sono sempre pazzeschi! Non ti nego che abbiamo ricevuto alcune proposte da batteristi in carne ed ossa, ma per ora preferiamo continuare così perchè l’equilibrio tra noi è perfetto… e perchè a livello logistico è tutto più facile! (ride, ndR)
A BREVE SARETE ANCHE IN TOUR NEGLI STATI UNITI, CON TAPPA AL CELEBRE LAS VEGAS DEATHFEST. QUALI ASPETTATIVE AVETE AL RIGUARDO? AVRESTE MAI PENSATO DI RAGGIUNGERE UN SIMILE TRAGUARDO?
– Mai e poi mai avremmo pensato di arrivare a questo! Come dice il nostro amico Stef (Face Your Enemy/metal guru): ‘dai poster alla realtà’. Veniamo da una zona d’Italia abbastanza sfigata e lontano dai circuiti metal ‘che contano’. Nonostante tutte le difficoltà, non abbiamo mai smesso di credere in noi stessi. Abbiamo faticato tanto per farci conoscere e quindi, pur trattandosi di un piccolo tour, lo vediamo davvero come un traguardo importante. Abbiamo già fatto alcuni tour in giro per l’Europa con altri progetti musicali, ma questa sarà la nostra prima volta Oltreoceano. Suonare i nostri riff dove tutto questo è nato sarà davvero emozionante! L’aspettativa è quella di divertirsi e conoscere gente che condivide con noi questa ossessione per il death metal e Lucio Fulci!
COME VEDETE LA SITUAZIONE DEL DEATH METAL IN ITALIA? E COSA SIGNIFICA SUONARE QUESTO GENERE DI MUSICA IN UNA CITTÀ COME CASERTA?
– Come ti accennavo, proveniamo da una città sfigatissima in ambito di musica estrema e alternativa. Negli ultimi anni però alcuni artisti casertani si sono fatti valere a livello nazionale ed europeo. Noi facciamo parte della CBC (Caserta Beatdown Commando), una crew fondata nel 2008 e formata da gruppi hardcore, metal, rap, punk (Face Your Enemy, Da4th, One Shall Stand, Above the Trees, ecc.), tatuatori (tra cui Klem, il nostro bassista) writer e illustratori. Vivendo in una piccola provincia ed essendo molto pochi abbiamo unito le forze e, supportandoci a vicenda, siamo riusciti a farci conoscere in ambito underground e a creare una scena artistica piuttosto attiva. In ogni caso, rispetto ad altre città europee o del Nord Italia, la situazione a Caserta è davvero triste. Per questo molti di noi sono emigrati. Io e Klem ad esempio viviamo a Milano, mentre Fiore vive a Roma. In generale, penso che in Italia il death metal sia vivo e vegeto. Anzi, penso che in ambito estremo il nostro Paese sia ampiamente apprezzato in tutto il mondo. Le nostre band preferite al momento sono Buffalo Grillz, Hierophant, Vulvectomy, Perfidious, Grumo, Devangelic, Psychotomy, Corpsefucking Art e Pit Of Toxic Slime!
IN UN’IPOTETICA ‘TOP 5’ DELLE SCENE SPLATTER GIRATE DA LUCIO FULCI, QUALI SCEGLIERESTE?
– 5. “Zombi 2”, quando lo zombi-hero con l’occhio infestato dai vermi si risveglia dalla tomba e azzanna la giovane Auretta Gay alla giugulare.
4. “…e tu vivrai nel terrore! L’ aldilà”, quando il povero Michele Mirabella viene divorato dalle tarantole!
3. “Quella villa accanto al cimitero”, quando Norman accoltella il dott. Freudstein e dalla ferita fuoriescono vermi e marciume poltiglioso di interiora.
2. Ancora “Zombi 2”, per la scena di combattimento subacqueo tra lo zombi e lo squalo! Non ho mai visto nulla di più geniale.
1. “Paura nella città dei morti viventi”, quando il fantasma di un prete suicida, interpretato da Fabrizio Jovene, appare davanti agli occhi di una ragazza che inizia a lacrimare sangue e a vomitare le sue stesse interiora dalla bocca.
AVETE GIÀ IN MENTE QUALE FILM OMAGGIARE CON IL PROSSIMO DISCO? COSA POSSIAMO ASPETTARCI DAI FULCI NEI PROSSIMI ANNI?
– L’intento è quello di proseguire il tributo death metal alla filmografia di Lucio Fulci. Abbiamo già tantissime idee su quale film prendere in considerazione per il terzo disco, ma per il momento preferiamo concentrarci sulla promozione live e web di “Tropical Sun”. Enrico e la Time to Kill Records ci stanno aiutando molto in questo. Ti ringrazio per l’intervista e per le domande interessanti che ci hai posto. Un saluto a tutti i lettori di Metalitalia.com! Fulci lives!