Incontrato nel backstage del Dome di Londra, poco prima che il suo gruppo salisse sul palco per scaldare definitivamente l’ambiente in attesa dell’arrivo degli headliner Immolation, Dylan Walker, frontman dei Full Of Hell, si è gentilmente concesso ai nostri microfoni per fare il punto della situazione. Fra un ultimo album molto fortunato (“Trumpeting Ecstasy”), un paio di dischi scritti “a quattro mani” con i The Body, un nuovo contratto con la Relapse Records e date live in ogni parte del globo, la carriera della hardcore/grind band statunitense negli ultimi anni ha continuamente attirato su di sè i riflettori. Difficile trovare una realtà più alacre, intraprendente e incline alla sperimentazione dei Full Of Hell nel panorama underground odierno, anche se, come ci riferisce lo stesso Dylan, le cose potrebbero leggermente cambiare nel prossimo futuro…
NUOVI ALBUM, COLLABORAZIONI, TOUR IN TUTTO IL MONDO… NON VI FERMATE MAI.
– L’idea è di prenderci qualche mese di pausa nella seconda metà di quest’anno! Hai ragione, non ci fermiamo mai, ma adesso ci farà bene stare un po’ a casa. Vogliamo finire di comporre un nuovo album. Pensiamo di entrare in studio verso la fine del 2018 e non vogliamo fare le cose di fretta. Negli ultimi tempi abbiamo appunto suonato live molto spesso e non avrebbe senso tornare nelle stesse città a distanza di pochi mesi dall’ultima visita.
E’ DIFFICILE MANTENERE AMICIZIE, UNA FAMIGLIA O, PIU’ IN GENERALE, UNA VITA “NORMALE” QUANDO SI VIVE LA BAND COME FATE VOI?
– Sì, è difficile, ma è anche vero che non sapremmo che altro fare nella vita. I Full Of Hell hanno davvero rappresentato tutto per noi negli ultimi anni. Non abbiamo avuto modo di considerare altro. Tuttavia, adesso abbiamo l’intenzione di fare le cose con meno fretta e di prenderci pause più lunghe fra un tour e l’altro. Anche la musica che scriviamo sicuramente potrà trarre beneficio da questa nuova routine. Io sono sposato e ovviamente mia moglie mi manca molto quando sono in tour. Posso dire lo stesso del mio cane e di altri affetti che ho a casa. I prossimi mesi saranno più tranquilli, ma il gruppo tornerà più determinato che mai.
ADESSO SIETE IN TOUR CON GLI IMMOLATION. CHE COSA VI HA PORTATO IN EUROPA CON LORO?
– Abbiamo avuto modo di fare amicizia quando abbiamo accompagnato loro e i fratelli Cavalera in un tour nordamericano qualche tempo fa. Sono persone davvero alla mano e un gruppo come il nostro non può che imparare da certe leggende. Sono stati così gentili da invitarci a supportarli in questo loro nuovo tour europeo e non ce la siamo sentita di dire di no. E’ un buon modo per vedere città e locali nuovi e per esibirci davanti ad un pubblico che non è necessariamente il nostro. E’ inoltre la prima volta che abbiamo modo di viaggiare su un vero tour bus: di solito ci muoviamo in autonomia in furgone!
POCHI GIORNI FA AVRESTE DOVUTO ESIBIRVI A BOLOGNA, MA LA DATA E’ STATA ANNULLATA ALL’ULTIMO MOMENTO. CHE COSA E’ ACCADUTO?
– La decisione è stata presa dall’agenzia che ha organizzato il tour e preso accordi con i vari promoter locali. A quanto pare c’è stata un’incomprensione sulle caratteristiche del locale di Bologna e l’agenzia non ha ritenuto quest’ultimo idoneo ad ospitare il concerto. Dal canto mio posso assicurarti che le band avrebbero voluto suonare comunque, ma purtroppo non abbiamo avuto molta voce in capitolo in questa circostanza. Sono molto dispiaciuto per quanto è avvenuto e chiedo scusa ai ragazzi di Bologna. Sia noi che gli Immolation promettiamo di tornare al più presto.
COME VI TROVATE A SUONARE DAVANTI AL PUBBLICO DEGLI IMMOLATION? I DEATH METAL FAN COME STANNO REAGENDO ALLA PROPOSTA DEI FULL OF HELL?
– Le cose stanno andando bene, il loro seguito è molto ricettivo nei nostri riguardi. Siamo abituati a suonare in locali molto piccoli, magari direttamente sul pavimento e a stretto contatto con il pubblico, e avevo timore che la nostra proposta perdesse un po’ di energia su certi palchi, ma invece sono stato smentito. E’ un buon segnale, significa che stiamo diventando più duttili ed esperti come band. Gli Immolation hanno un sound molto peculiare, pur essendo 100% death metal, e credo che i loro fan siano tutto sommato preparati ad ascoltare sonorità ibride come le nostre. Abbiamo avuto maggiori difficoltà davanti al pubblico dei Cavalera: quando eravamo in tour con loro, i Cavalera bros stavano proponendo “Roots” per intero e la gente presente agli show era per lo più di estrazione nu metal; devo dire che ci siamo divertiti lo stesso, ma non posso negare che probabilmente il nostro sound fosse un po’ troppo estremo per loro.
TOUR BUS O DIRETTIVE DELLA BOOKING AGENCY A PARTE, PREFERITE ANDARE IN TOUR DA SOLI O ACCOMPAGNARE BAND PIU’ GROSSE?
– C’è del buono in entrambe le circostanze, ma, tutto sommato, direi che preferisco i nostri show. Certamente supportare band più grandi e più importanti ti mette nelle condizioni di esibirti davanti a gente che non ti conosce affatto e di guadagnare nuovi fan, però a volte l’ambiente è un po’ troppo rigido e professionale per noi. Ad esempio, per questo tour ci è stato chiesto di suonare almeno quaranta minuti ogni sera, ma credo che il nostro set superi a malapena la mezzora. Suoniamo con troppa foga, velocizziamo certi episodi e, alla fine, restiamo sul palco meno dei gruppi che ci hanno preceduto nel corso della serata. Per questo motivo magari non siamo visti di buon occhio (risate, ndR).
IL CONTRATTO CON LA RELAPSE E LA VOSTRA COSTANTE CRESCITA IN POPOLARITA’ FORSE VI PORTERA’ SEMPRE PIU’ LONTANI DALL’AMBIENTE DIY…
– E’ possibile, anche se credo che, almeno negli USA, certe date verranno fissate sempre da noi. Conosciamo tanta gente nel nostro panorama underground e non vedo perchè dovrei rivolgermi a terzi e pagare qualcuno di esterno per fare una cosa che, nel nostro caso, richiede al massimo un paio di telefonate. Per il resto, si vedrà. Personalmente sono per fare crescere la band e fare esperienze nuove. Sono eccitato all’idea di lavorare con Relapse: forse approderemo in ambienti non esattamente underground, ma sarà stimolante misurarsi con nuove sfide e persone con background differenti. Se poi non ci troveremo bene, potremo sempre tornare da dove siamo venuti. Almeno potremo dire di averci provato.
TORNIAMO ALLA MUSICA: L’ULTIMO VOSTRO ALBUM, “TRUMEPTING ECSTASY”, VI HA VISTI INDURIRE MOLTO IL SOUND E METTERE UN PO’ DI ORDINE NELLE STRUTTURE. I BRANI POSSIEDONO UN’IDENTITA’ MAGGIORMENTE SPICCATA ADESSO. LO VEDI COME IL SINTOMO DI UNA RAGGIUNTA MATURITA’?
– Diciamo che con il tempo abbiamo imparato a gestire maggiormente la nostra rabbia e a incorporare influenze che in precedenza non eravamo del tutto in grado di maneggiare. Ad esempio, abbiamo sempre ascoltato death metal, ma agli inizi non credo che fossimo sufficientemente preparati per scrivere e suonare riff di quel genere. Adesso invece siamo cresciuti come musicisti, la band è più affiatata che mai, e spunti in stile Morbid Angel, Gorguts o Demilich ci sembrano più alla nostra portata. Queste soluzioni hanno senz’altro portato la nostra musica su registri più pesanti. Poi non va sottovalutata l’influenza del produttore Kurt Ballou: ha dato al nostro suono uno spessore e una definizione che in passato avevamo solo sfiorato. Infine, i tour e tutto il tempo trascorso in sala prove hanno ovviamente fatto prendere al songwriting una piega più matura. Puoi sempre sentire le nostre influenze – Swans, Napalm Death, Human Remains, eccetera – ma credo che i nuovi brani suonino più che mai come un prodotto dei Full Of Hell.
LE VOSTRE COLLABORAZIONI CON I THE BODY SONO ORMAI FAMIGERATE. COME E’ NATO L’ULTIMO “ASCENDING…”?
– Adoriamo collaborare con i The Body. Per me in particolare è un motivo di grande soddisfazione perchè ero un fan di quella band ancora prima di conoscerli di persona. Ho intensamente voluto andare in tour con loro anni fa, sono stato io a contattarli e durante quelle date abbiamo stretto un’amicizia che è poi sfociata nei nostri album collaborativi. “Ascending A Mountain Of Heavy Light”, nello specifico, è stato un disco molto divertente da comporre. Trattandosi del secondo album con loro, il processo è stato molto spontaneo e veloce, dato che sapevamo già come muoverci in studio. Tutto è stato composto di getto, scambiandoci idee sul momento, e credo che il risultato sia fenomenale. Rispetto al primo album abbiamo cercato di spingerci davvero oltre e di concepire qualcosa di assolutamente alienante. Non siamo due band molto simili, ma quando ci troviamo nello stesso luogo ci completiamo a vicenda, sia a livello stilistico che umano. Credo che non avrebbe senso fare un esperimento di questo tipo con un gruppo che suona qualcosa di simile a noi; il bello della collaborazione sta proprio nel trovare un punto di incontro e nuove modalità espressive scontrandosi con una realtà che di norma si muove in un ambiente musicale diverso da quello dei Full Of Hell.
PRESUMO CHE QUESTO DISCORSO POSSA VENIRE ALLARGATO ALLA COLLABORAZIONE CON MERZBOW…
– Certamente, anche se prima di avviare la collaborazione con Merzbow eravamo particolarmente nervosi. Siamo grandi fan di quel progetto, l’idea di collaborare per un disco ci ha subito entusiasmato, ma, all’atto pratico, non sapevamo da dove iniziare quando abbiamo deciso di fare un tentativo. Masami è stato molto paziente con noi e credo che entrambe le parti si siano divertite durante il processo compositivo, a conti fatti. Rispetto ai dischi con i The Body, quello con Merzbow è molto più astratto e subdolo: cresce con gli ascolti e va assimilato nel suo insieme, senza estrarre una traccia alla volta.
AVETE GIA’ IN MENTE ALTRE POSSIBILI COLLABORAZIONI?
– La lista è infinita, ma non possiamo pretendere che ogni artista o band che ammiriamo sia pronta a collaborare con noi in qualsiasi momento. Come ti dicevo, nei prossimi mesi ci dedicheremo alla nostra vita privata e ad un nostro nuovo album. Poi, una volta pubblicato quest’ultimo, vedremo il da farsi.
DOVE PENSI CHE ANDRETE A PARARE, MUSICALMENTE PARLANDO, PER QUESTO VOSTRO PRIMO ALBUM SU RELAPSE RECORDS?
– Non lo so ancora. Di certo potrai sentire dei rimandi a “Trumpeting…”, così come non escludo che qualcosa che abbiamo provato con i The Body si faccia largo nel nostro materiale, ma è ancora presto per dirlo. Siamo una band in continua evoluzione e per adesso la tavolozza del nuovo album è completamente bianca. Per certi versi è più semplice comporre quando hai davanti una collaborazione con un’altra band o uno split: cerchi di proporre qualcosa che l’altro gruppo possa rielaborare secondo certe sue caratteristiche, oppure cerchi di far sì che i tuoi brani si sposino bene con quelli della formazione che partecipa allo split. Ad esempio, i pezzi che abbiamo pubblicato con i Nails sono molto diretti e aggressivi proprio perchè loro sono una band che non scende mai a compromessi.