GAEREA – Cuori protesi nel Nulla

Pubblicato il 02/08/2019 da

A ridosso della loro prima calata italiana, dove si esibiranno sui palchi dell’eResia Metal Fest e del Frantic Fest, Metalitalia.com si è messa in contatto con i Gaerea per saggiare quella che da molti viene considerata una delle più valide “new sensation” del black metal europeo. Una realtà spesso associata al colosso polacco Mgła, ma che dietro delle innegabili similitudini con gli autori del celebrato “Exercises in Futility” si sta a poco a poco costruendo una personalità e una credibilità proprie, evidenti soprattutto all’ascolto dell’esordio “Unsettling Whispers” del 2018. La nostra chiacchierata parte proprio da lì…

DATO CHE “UNSETTLING WHISPERS” RISALE ORMAI ALLO SCORSO ANNO, COME VEDETE OGGI QUEL DISCO? VI ASPETTAVATE UN SIMILE RISCONTRO DA PARTE DEL PUBBLICO E DELLA CRITICA?
– Non ci saremmo mai aspettati una reazione tanto eccezionale e, soprattutto, duratura nel tempo. Ad un anno dalla sua uscita siamo ancora qui a parlarne, e già questo di per sé va oltre ogni nostra previsione. Grazie a questo album abbiamo suonato e viaggiato molto, conosciuto un sacco di persone interessanti e degne di fiducia, ma anche visto il lato più putrido e marcio di noi esseri umani. Immagino faccia tutto parte del gioco. Il concept e gli ideali di “Unsettling Whispers” hanno ancora una forte valenza per me. Anzi, mi spingo a dire che ne hanno più ora rispetto a quando è uscito. È un album urbano e contemporaneo, vi sono molto legato.

PENSATE CHE AVRESTE OTTENUTO LA STESSA VISIBILITÀ SENZA I CAPPUCCI? PERCHÉ AVETE DECISO DI INDOSSARLI E DI CELARE LE VOSTRE IDENTITÀ? NEGLI ULTIMI ANNI SEMBRA ESSERE DIVENTATA UNA SPECIE DI MODA UNDERGROUND…
– Non la vedo come una moda. Per me è un’espressione artistica, un modo come un altro per veicolare un messaggio. Non mi interessano le ragioni per cui gli altri artisti li indossano. So solo che non reputo interessante mostrare i nostri veri corpi e i nostri veri volti. In fondo, nessuna delle persone tra il pubblico è autentica. Tutti indossiamo delle maschere sociali per interagire e relazionarci. Fingiamo di essere forti, attraenti e misteriosi quando in realtà non lo siamo. Non siamo così felici. Non siamo così interessanti o intelligenti. Non diamo così peso alla cultura o alla politica. Sappiamo come dovrebbe essere l’individuo ideale, lo elogiamo, ma nessuno è davvero disposto a diventarlo. Quindi, se nessuno è reale, perché dovremmo esserlo noi? Tutti ci mascheriamo nella nostra vita quotidiana, quelli sono gli artefici che abbiamo deciso di indossare… il concept, la musica e l’atmosfera di uno show dei Gaerea parlano da soli.

COME DESCRIVERESTE LA VOSTRA PROPOSTA E QUALI SONO LE VOSTRE FONTI DI ISPIRAZIONE? PER QUESTIONI ESTETICHE, MOLTI VI PARAGONANO AI MGŁA, MA CREDO CHE LE VOSTRE INFLUENZE NON SI RIDUCANO AL GRUPPO POLACCO…
– Sono interessato a molte forme d’arte. Le nostre idee e il nostro concept non derivano esclusivamente dal consumo di musica. Leggo molto, sono un appassionato di cinema e non smetto mai di riflettere su ciò che rappresentiamo in quanto razza umana, di quanto siamo insignificanti e di come ci illudiamo di essere potenti. Ritrovo alcuni di questi argomenti quando leggo i testi dei Mgła, ma non perdo tempo a confrontare i nostri riff con i loro. Non puoi evolvere, crescere come musicista se continui a limitare la tua mente in questa maniera. Il black metal per me è una perfetta combinazione di intensità musicale e messaggi forti. Questo è ciò che abbiamo in comune. Consiglio la visione di “Enemy” di Danis Villeneuve per comprendere il maestoso abisso della vita a cui siamo ispirati.

COME SIETE SOLITI AFFRONTARE IL SONGWRITING? COSA NON DEVE MAI MANCARE IN UNA CANZONE DEI GAEREA?
– Intensità ed emozione. Un brano dei Gearea deve essere autentico e deve avere un preciso significato per me (anche se non credo possa essere recepito nella stessa maniera dagli altri). Il songwriting è un qualcosa di molto personale, e francamente non credo di riuscire a spiegarne il processo, dal momento che non ne ho uno. Ogni canzone è diversa e ogni brano potrebbe essere scritto in milioni di modi diversi. A volte ne scrivo uno dall’inizio alla fine, come in un flusso di coscienza, altre volte mi prendo tutto il tempo necessario. Ogni canzone dei Gaerea nasce da un’idea, un concept, una visione nella mia testa. Deve essere un qualcosa che ‘vedo accadere’ nella mia immaginazione. Quando questa sorta di pittura o di ‘sequenza visiva’ è completa, allora imbraccio la chitarra. Non ha senso per me fare musica se non so di cosa parlerà.

ANCHE DA UN PUNTO DI VISTA DELLA PRODUZIONE, “UNSETTLING…” ESPRIME UNA FORTE PERSONALITÀ, PERSEGUENDO SCELTE NON ASSIMILABILI A NESSUNA SCENA PRECISA. COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI?
– L’album suona esattamente come volevamo. Lavorare a stretto contatto con Miguel Tereso dei Demigod Recordings ci ha messo nelle condizioni di sperimentare in assoluta libertà, riscrivere nuovi passaggi e così via. Nel complesso, sono soddisfatto del flusso di lavoro seguito durante le registrazioni. Rilassato ma, al tempo stesso, volto a farci raggiungere le migliori prestazioni della nostra vita.

COS’È PER VOI IL BLACK METAL? È CORRETTO PARLARE DI FILOSOFIA O DI STILE DI VITA IN RELAZIONE A QUESTO GENERE DI MUSICA?
– Come ho detto, il black metal è un tipo di musica estremamente personale. Non l’ho mai ricollegato al numero di borchie e cartuccere che uno indossa, ma al livello di passione e intensità con cui questo viene vissuto da un individuo. È uno dei pochi generi immediatamente ricollegabili alle emozioni che trascendono i pensieri e che si trovano ‘altrove’. Credo che in qualche modo possa essere visto come una terapia. Non è uno stile di vita. È un qualcosa che coltivo dentro di me e che manifesto in una piccola percentuale quando mi trovo sul palco.

CHE TIPO DI EMOZIONI VORRESTE SUSCITARE CON LA VOSTRA PROPOSTA? I GAEREA POSSONO ESSERE VISTI COME SINONIMO DI CATARSI O DI QUALCHE ALTRA SENSAZIONE SPECIFICA?
– Non riporterò qui le esatte parole di alcuni fan in relazione alla nostra musica, ma molte riguardavano situazioni della loro vita davvero orribili. La musica dei Gaerea li mantiene calmi e lontani da gesti disperati. È senza dubbio gratificante leggere o ascoltare un parere positivo sul tuo ultimo disco, ma quando qualcuno dice che ascoltare le tue canzoni significa rimanere in vita e trovare una via attraverso la malattia, puoi solo abbandonare il tuo personaggio e abbracciarlo.

AVETE DA POCO TENUTO UN TOUR IN CINA. COSA AVETE PORTATO A CASA DA QUESTA ESPERIENZA? MOLTI GRUPPI HANNO AVUTO PROBLEMI A SUONARE DA QUELLE PARTI; VOI COME VI SIETE TROVATI?
– Rappresenterà sicuramente uno dei momenti cruciali della nostra (breve) carriera. Dal momento in cui è cominciata, sapevamo che sarebbero potuti passare anni prima di un’altra esperienza in Cina, quindi abbiamo provato a fare tesoro di quante più cose possibili. Abbiamo assaggiato nuovi cibi, esplorato la loro cultura, camminato tra migliaia di persone e respirato la stessa aria pesante che le circonda. Per un turista è il posto più sicuro sulla Terra, a patto di sapere come comportarsi e prendere in considerazione certe regole. Non sarai tu a cambiare il loro modo di fare politica o il loro modo di affrontare la vita. Ti amano come uno straniero che sta abbracciando la loro cultura e devi rispettarli come un popolo che ha sofferto tanto quanto noi in passato. Oltre a questo, abbiamo suonato in alcuni dei migliori locali che ci sia mai capitato di vedere. Ben tenuti, forniti di una backline di tutto rispetto… molti gestori e promoter in Europa avrebbero di che imparare. Inoltre, è stato strano ma spettacolare sentire le persone cantare sotto al palco. In definitiva, non dimenticheremo mai la Cina.

A BREVE VERRETE A FARCI VISITA IN ITALIA. COSA POSSIAMO ASPETTARCI DALLE VOSTRE ESIBIZIONI ALL’ERESIA METAL FEST E AL FRANTIC FEST?
– Sì, finalmente stiamo per arrivare in Italia! Abbiamo aspettato a lungo questa opportunità. L’etichetta del nostro primo EP – l’Everlasting Spew Records – è italiana e gestita da un ragazzo fantastico che all’epoca fece il possibile per far circolare il nostro nome nell’underground, quando a nessuno importava ancora di noi. Anche il nostro manager, Tito Vespasiani, è italiano e uno dei ragazzi più seri e laboriosi che abbia mai conosciuto. Posso assicurarti che ci stiamo preparando per delle esperienze live molto profonde all’eResia Metal Fest di Resia e al Frantic Fest di Francavilla al Mare. Sarà davvero speciale portare la nostra musica sui palchi del vostro Paese, quello in cui abbiamo trovato le persone migliori con cui lavorare. Ci saranno anche delle sorprese di cui riveleremo a breve i dettagli. Rimanete sintonizzati.

QUALE SARÀ IL VOSTRO PROSSIMO PASSO? STATE GIÀ LAVORANDO A NUOVA MUSICA?
– No, per il momento niente musica. Ma ciò non significa che non accadrà in futuro. Grazie.

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