GAME OVER – L’arte del divertimento

Pubblicato il 21/05/2025 da

Dopo anni di attività intensa ma, almeno stando alle qualità delle uscite, un po’ nelle retrovie rispetto ai nomi migliori del thrash metal contemporaneo, i ferraresi Game Over hanno decisamente svoltato con l’uscita di “Hellframes”. Un disco maturo, sfaccettato, zeppo di ottime canzoni e idee raffinate, superiore di diverse spanne rispetto a quanto prodotto fino a quel momento.
Dopo un periodo piuttosto breve – circa un anno e mezzo – la band, passata da quartetto a quintetto con l’uscita del cantante/bassista Renato Chiccoli e l’ingresso di Leonardo Molinari al basso e Danny Schiavina alla voce, è di nuovo tra noi con “Face The End”, e non possiamo che essere soddisfatti di come i ragazzi emiliani suonino attualmente.
Lievemente più diretto e sintetico del predecessore, “Face The Ends” conferma la brillantezza di songwriting dei Game Over attuali e la loro capacità nel suonare freschi, dinamitardi e adrenalinici pur non uscendo di un millimetro dai dogmi del thrash. Nel loro caso la rivisitazione di istanze prevalentemente Bay Area-oriented non li relega tra i semplici imitatori, anzi – e il loro ultimo album si fa ascoltare con vivo piacere e ripetutamente, mettendo assieme diverse stuzzicanti piccole hit.
Abbiamo allora parlato di questo nuovo capitolo discografico con il chitarrista Luca Zironi e il nuovo cantante Danny Schiavina, in una chiacchierata che esprime tutto l’entusiasmo che guida oggi i cinque.

A CIRCA UN ANNO E MEZZO DA “HELLFRAMES” È GIÀ ARRIVATO IL NUOVO ALBUM “FACE THE END”, UN TEMPO ABBASTANZA RISTRETTO PER COME VA OGGIGIORNO IL MERCATO DISCOGRAFICO. IN PRECEDENZA ERANO PASSATI SEI ANNI DA “CLAIMING SUPREMACY” E, APPUNTO, “HELLFRAMES”. A COSA SI DEVE QUESTA RELATIVA VELOCITÀ NEL REALIZZARE UN NUOVO ALBUM?
Luca Zironi: – Innanzitutto un saluto a te e a tutti i lettori di Metalitalia! È sempre un piacere ricevere uno spazio sul vostro sito.
Per rispondere alla tua domanda: i quasi sei anni trascorsi tra “Claiming Supremacy” e “Hellframes” sono stati la conseguenza di svariate cause, tra cui la pandemia, che hanno ritardato di molto i lavori per un nuovo disco. Mentre da quando abbiamo iniziato i lavori per “Hellframes” non ci siamo mai fermati e stiamo continuando a scrivere canzoni, dando forma alle nostre idee, selezionando ciò che riteniamo ci rappresenti meglio e scartando il resto o accantonandolo momentaneamente, cercando di perfezionare la nostra scrittura.
Danny Schiavina: – Ciao Giovanni, ciao a tutte e tutti, e grazie mille per essere qui! Anche se sono entrato da poco in formazione, conosco i Game Over dalla loro nascita e so che non si sono mai fermati dal voler continuare a fare e suonare! Il nuovo disco credo sia un segnale chiaro per affermare al mondo: “siamo qui, siamo pronti e non si molla di un centimetro!”.

LA LINE-UP SI È ALLARGATA A CINQUE ELEMENTI, CON L’ABBANDONO DI RENATO CHICCOLI CHE ERA IL VOSTRO CANTANTE/BASSISTA, E L’INGRESSO AL BASSO DI LEONARDO MOLINARI E DANNY SCHIAVINA ALLA VOCE. COSA HA COMPORTATO QUESTO NUOVO ASSETTO PER LA BAND?
Luca Zironi: – La prima conseguenza è stata quella di occupare più spazio! Sul palco e in furgone. Scherzi a parte, Reno è sempre stato un grande frontman ma credo che questa nuova formazione abbia dato nuova energia e spinta alla band.
Danny Schiavina: – Oltre ad occupare più spazio sul palco e sul furgone, questa nuova formazione ha anche l’entusiasmo e la carica di una persona in più! Da fan della prima ora dei Game Over quale sono ho sofferto l’abbandono di Reno (non è semplice vestire anche solo una delle sue scarpe!), ma come parte della nuova formazione posso assicurare che la grinta non manca!

IL NUOVO DISCO SEGUE ABBASTANZA DA VICINO IL SUONO DEL SUO PREDECESSORE, MA HA UN’ATMOSFERA NEL COMPLESSO LEGGERMENTE DIVERSA. SONO MENO PRESENTI ALCUNI TONI OMBROSI E MALINCONICI, ALCUNI PASSAGGI ELABORATI CHE EMERGEVANO IN “HELLFRAMES”, PER CONCENTRARVI SU THRASH ANTHEM MOLTO DIRETTI, PER QUANTO LAVORATI DI FINO NELLE MELODIE, NEGLI ASSOLI E NELLE DINAMICHE. COME SIETE ARRIVATI A QUESTO TIPO DI CANZONI E QUAL IL PRIMO PEZZO CHE È STATO COMPOSTO?
Luca Zironi:- Diciamo che abbiamo cercato di migliorare quanto avevamo fatto in “Hellframes”, analizzando cosa funzionava e cosa invece aveva bisogno di essere maggiormente sviluppato, sintetizzato e, in alcuni casi, abbandonato. Quello che ti posso dire è che volevamo creare qualcosa che mantenesse l’elemento cupo senza che diventasse preponderante – ci divertiamo a fare quello che facciamo, non vogliamo essere una band troppo malinconica – sviluppare elementi catchy e melodici e, inoltre, desideravamo che l’album allo stesso tempo fosse più aggressivo e ‘in faccia’. Per quanto riguarda il primo pezzo credo sia stato “Veil Of Insanity”, se non ricordo male.
Danny Schiavina: – Credo che il sound di “Face The End” rispecchi bene lo spirito attuale della band: diretto, veloce, arrabbiato e con tanta voglia di spaccare! Gli elementi cupi rimangono, ma questo nuovo disco vuole essere una ripartenza dai toni malinconici e ombrosi, anche se non sono mai stati abbandonati del tutto.
La prima canzone su cui ho avuto la fortuna di lavorare è “Veil Of Insanity”, uno dei singoli estratti, e che spero che piaccia da sentire quanto piace a me eseguirla dal vivo.

“FACE THE END” È UN DISCO MOLTO DIRETTO E DRITTO AL PUNTO, ANCHE NELLA DURATA PIUTTOSTO RIDOTTA, EPPURE NON SUONA AFFATTO SEMPLICISTICO O TROPPO ESSENZIALE.
L’IMPRESSIONE È CHE, PUR ESSENDO MENO ARTICOLATO DI “HELLFRAMES”, ABBIATE GUADAGNATO UNA SICUREZZA NEL SUONARE E DOTI DI SCRITTURA DEI BRANI DI TUTT’ALTRO LIVELLO RISPETTO A QUELLO DI QUALCHE ANNO FA. COSA VI PIACE SOPRATTUTTO DEL NUOVO ALBUM E QUALI PENSATE SIANO LE CARATTERISTICHE CHE LO RENDONO DIVERSO DAL RESTO DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA?

Danny Schiavina: – Hai colto perfettamente l’intento del disco. L’aspetto che preferisco è il tentativo di riprendere l’energia dei primi dischi unita con l’esperienza maturata, in modo che sia ancora più efficace e diretto. A mio avviso, rispetto al resto della discografia il disco vuole essere più aggressivo dei precedenti nonostante sia per certi verso più melodico, una soluzione che oggi non si vede spesso nel thrash metal.

QUALI SINGOLI DI PRESENTAZIONE DI “FACE THE END” AVETE SCELTO “LUST FOR BLOOD” E “VEIL OF INSANITY”. PERCHÉ PROPRIO QUESTE DUE TRACCE E COSA RACCONTANO DI VOI QUESTE DUE CANZONI?
Luca Zironi: – Direi che questi brani, oltre a “Neck Breaking Dance”, riassumono un po’ quello che è il nostro modo di concepire e proporre il thrash metal, che si riversa poi nel modo in cui concepiamo solitamente una canzone: riff portante, ritornelli catchy con gang vocals, assoli melodici, cambi di tempo per dare dinamicità al tutto.
Danny Schiavina:- Insieme a “Neck Breaking Dance” sono i brani che più ci sembravano un buon biglietto da visita per efficacia, tematiche e come trademark-Game Over, ma il resto del disco nasconde anche altre sonorità, forse un po’ più sperimentali, che speriamo possano comunque piacere.

AVETE TENUTO PIÙ IN DISPARTE LA VOSTRA COMPONENTE PIÙ MELODICA E OMBROSA, CHE RITORNA FUORI PRATICAMENTE IN UN SOLO BRANO, “CRIMSON WAVES”, TRA L’ALTRO UNA DELLE MIE PREFERITE DEL DISCO.
VISTO CHE STACCA ABBASTANZA CON IL RESTO DELLA TRACKLIST, VOLEVO SAPERE COME SI INTEGRA SECONDO VOI CON LE ALTRE TRACCE E SE POSSA IN QUALCHE MODO RIALLACCIARSI AI CONTENUTI DI “HELLFRAMES”.

Luca Zironi: – È sicuramente la canzone più ‘anomala’ del disco e, come dici tu, sicuramente quella che più assomiglia ad altre tracce di “Hellframes”, nonostante sia uno dei brani più recenti. D’altronde i contenuti del testo non potevano che richiamare a una canzone di questo tipo, con atmosfere più malinconiche rispetto alle altre.
L’idea era quella di realizzare una ballad, ma che non fosse la classica ballad con alternanza strofa in pulito e ritornello più energico. Questo penso sia un brano nel quale leggere il testo mentre lo si ascolta sia indispensabile e spero possa far immedesimare chi lo sta sentendo in quel momento.
Danny Schiavina: – Nella mia personalissima visione, “Crimson Waves” arriva dopo le atmosfere eteree di “Gateway To Infinity” per esorcizzare la malinconia e il senso di impotenza che in qualche momento della vita proviamo tutti. In altre parole, non possiamo far finta che la malinconia e lo sconforto non siano parte della vita, le accettiamo anche in un disco energico come “Face The End”, ma non le facciamo prendere il sopravvento.

LA CONCLUSIVA “WEAVING FATE” INIZIA CON UN ESTRATTO AUDIO IN ITALIANO DI UN FILM. DI QUALE FILM SI TRATTA? COME SI COLLEGA AI TESTI DELLA CANZONE?
Danny Schiavina: – La citazione è presa dal film “La Maschera del Demonio” di Mario Bava, che vogliamo omaggiare in tutti i modi possibili. In questo caso l’incipit era perfetto per dare contesto al testo, che parla appunto del rogo di una strega che non accetta il giudizio morale dei suoi inquisitori e reclama vendetta.

COSA RAPPRESENTA PER VOI IL THRASH METAL? PERCHÉ PENSATE SIA UN GENERE COSÌ SPECIALE?
Luca Zironi: – Molto semplicemente rappresenta la musica che più amo e che mi accompagna da oltre metà della mia vita.
Danny Schiavina: – Difficile esprimere a parole quella che è una colonna portante della propria formazione. Ascoltiamo thrash metal da quando eravamo ragazzini, quando il thrash era l’espressione di rabbia, gioia e ribellione. Fa parte del nostro DNA, del nostro essere e rimane il genere con cui riusciamo ad esprimerci al meglio.

RIPENSANDO A TUTTI I VOSTRI ANNI COME GAME OVER, QUALE PENSATE SIA STATO L’ERRORE PIÙ GRANDE CHE ABBIATE COMMESSO, E QUALE INVECE LA SCELTA PIÙ INTELLIGENTE, QUELLA CHE ANCORA OGGI VI SENTITE ORGOGLIOSI E SODDISFATTI DI AVER PRESO?
Luca Zironi: – L’errore più grande è stato sicuramente il procrastinare l’uscita di “Hellframes” e il conseguente rallentamento delle attività della band in quel periodo. Avremmo potuto prendere decisioni migliori ma, allo stesso tempo, credo che la scelta più intelligente sia stata quella di rimettersi in carreggiata un anno e mezzo fa, circondandoci di persone che hanno a cuore il nostro progetto e che ci aiutano a farlo crescere giorno dopo giorno.
Danny Schiavina: – Non ho ancora maturato anni come Game Over, quindi ho fatto solo una scelta di cui sono orgoglioso: entrare nei Game Over!

C’È UNA BAND ‘MINORE’ DEL PANORAMA THRASH INTERNAZIONALE CHE RITENETE MALEDETTAMENTE TALENTUOSA E PENSATE MERITEREBBE MAGGIOR ATTENZIONE?
Luca Zironi: – Ultimamente sono abbastanza in fissa con una band che si chiama Void, thrash americano che riprende un sacco il sound degli anni ‘80. Anche i Labyrinth, sempre americani, sono una nuovissima band che ha realizzato un EP che personalmente ritengo sia un ottimo inizio di carriera per loro.
Danny Schiavina: – Ammetto di essere scarsissimo in questo genere di cose… Ci sono tantissime band validissime in tutto il mondo che meriterebbero più spazio, se ne dicessi una o due mi pentirei di non averne dette altre duecento!

QUAL È IL DISCO THRASH METAL ITALIANO MIGLIORE CHE SIA MAI USCITO E PERCHÈ? SCELTA SECCA.
Luca Zironi: – Difficile dirlo, ci sono moltissime band italiane del passato e attuali validissime e che consiglierei di ascoltare. Io personalmente direi “The Old Family Is Still Alive” dei National Suicide. Magari non sarà ritenuto dalla critica il disco migliore di thrash italiano, ma oltre a sapere a memoria ogni canzone, ho bellissimi ricordi legati a quel disco, legati al mio essere un minorenne brufoloso esaltato per ogni cosa.
Danny Schiavina: – Oh no, ancora peggio! Non sono in grado di scegliere, scusate! La scena italiana ha dato luce nel corso degli anni a delle perle che hanno ben poco da invidiare alle uscite estere, ma sceglierne una? Non ne sono capace!

 

 

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