GAMMA RAY – Journey through the past

Pubblicato il 28/09/2015 da

Durante lo show che i Gamma Ray hanno tenuto al Metal For Emergency Festival, abbiamo avuto l’occasione di intercettare il leader della band, Kai Hansen. La ristampa di “Heading For Tomorrow”, il primo disco della formazione tedesca, ci ha fornito la possibilità di ripercorrere insieme ad Hansen il periodo appena successivo alla sua fuoriuscita dagli Helloween che ha portato alla nascita di una delle più longeve ed apprezzate heavy metal band a livello mondiale.

Gamma Ray 2014

KAI, IN QUESTO SHOW HAI CHIAMATO UN CANTANTE OSPITE, FRANK BECK, CHE HA CANTATO TUTTA LA SECONDA PARTE DEL CONCERTO. PER QUALE MOTIVO?
“Come sapete, lo scorso tour ho avuto dei problemi alla gola ed ho chiamato alcuni amici a darmi una mano, Tobias Sammet degli Edguy, Fabio Lione dei Rhapsody Of Fire e Frank Beck. Frank è un caro amico di Dirk e lo ritengo un cantante molto bravo. Anche se è praticamente sconosciuto, ha svolto un ottimo lavoro e credo che la sua voce sia perfetta per le canzoni dei Gamma Ray. Per questo motivo, quando c’è la possibilità, cerchiamo di coinvolgerlo nei nostri show, perché mi è in grado di darmi la libertà di concentrarmi sulla chitarra e contemporaneamente offre qualcosa di nuovo al pubblico”.

STAI DICENDO CHE TROVEREMO FRANK BECK ANCHE IN FUTURO. HAI FORSE INTENZIONE DI ABBANDONARE IL MICROFONO?
“Non esattamente, non voglio smettere di cantare, ma mi piacerebbe includere Frank nella band anche in futuro. Dobbiamo pensare ancora a come sviluppare la cosa, ma mi piacerebbe provare qualche esperimento, fare un disco con due voci, la mia e quella di Frank. Al giorno d’oggi è abbastanza usuale vedere band con due cantanti, ma non per una band power metal come i Gamma Ray. Potrebbe rivelarsi qualcosa di molto interessante”.

AVETE APPENA RISTAMPATO IL VOSTRO PRIMO DISCO, COME E’ NATA QUEST’IDEA?
“Vedi, semplicemente i nostri primi dischi non sono più disponibili, è difficile reperirli, per cui abbiamo deciso di ristamparli. Non volevamo però limitarci a fare uscire quei lavori tali e quali alle edizioni originali, per i fan abbiamo pensato di inserire un sacco di materiale bonus, con versioni particolari o demo delle vecchie canzoni. Quest’idea mi girava per la testa da un po’ di tempo, mi sono confrontato con lo staff della nostra casa discografica, che si è subito dimostrato molto interessato alla cosa. Dopo i vari controlli sulle situazioni contrattuali dei vecchi dischi, mi hanno dato l’ok e così ci siamo messi subito al lavoro. Sono molto contento di come sia uscito ‘Heading For Tomorrow’, come prima ristampa ritengo sia stato fatto un gran lavoro”.

“HEADING FOR TOMORROW” E’ UN DISCO MOLTO IMPORTANTE PER TE, ERI APPENA USCITO DA UNA BAND DI SUCCESSO COME GLI HELLOWEEN E DOVEVI RIMETTERTI IN GIOCO. AVEVI PAURA DI RIPARTIRE DA ZERO O DI NON RIUSCIRE A OTTENERE LO STESSO SUCCESSO DELLA TUA EX BAND?
“In quel periodo ho provato un sacco di emozioni contrastanti, da una parte ero contento di poter comporre la mia musica in totale libertà e di essere uscito da una situazione negli Helloween che era diventata insostenibile. In quel periodo ero molto stanco ed ho vissuto la mia fuoriuscita dagli Helloween come una liberazione. Non avevo più intenzione di imbarcarmi in grossi tour e volevo soltanto scrivere un disco solista senza troppe pretese. Artisticamente parlando ero molto sicuro di me stesso, avevo ottenuto dei buoni crediti e mi ero costruito una solida reputazione grazie ai brani che avevo scritto per gli Helloween. Ero conscio di poter scrivere dei buoni pezzi per ‘Heading For Tomorrow’, ma contemporaneamente avevo paura perché non sapevo dove sarei finito, devi sapere che molte persone ai tempi mi dissero che ero pazzo per aver lasciato una band di successo come gli Helloween. Alla fine sono stato molto fortunato, ho da poco festeggiato i primi venticinque anni di Gamma Ray e non puoi immaginare quanto sia felice di essere ancora qui oggi”.

DOPO IL SUCCESSO DI “HEADING FOR TOMORROW”, ARRIVARONO ANNI DIFFICILI PER LA BAND…
“‘Heading For Tomorrow’ ottenne un buon successo semplicemente per ciò che era, un onesto disco di heavy metal. Ricordo che appena finite le registrazioni tutto lo staff, la casa discografica, la distribuzione si dimostrarono entusiasti del disco, venivano tutti da me a dirmi che avrei sicuramente ottenuto il disco d’oro. Ricordo che io ero molto scaramantico, preferivo rimanere con i piedi per terra, infatti nonostante vendite di tutto rispetto, ‘Heading For Tomorrow’ non fu disco d’oro. Io fui molto soddisfatto del disco, così decisi di trasformare questo mio progetto solista in una vera band con cui andare in tour e riprendere l’attività. Non era mia intenzione, a quei tempi, scrivere musica troppo simile a quella degli Helloween, me ne ero andato da poco e volevo staccarmi da loro, per cui in studio scrissi brani più particolari e personali. Fu così che seguirono ‘Sign No More’ ed ‘Insanity And Genius’, due dischi molto particolari che probabilmente non ebbero lo stesso impatto di ‘Heading For Tomorrow’ in una parte dei fan della band. Mettiamola così, quegli anni non furono facili, quei due dischi li ritengo ancora molto validi, ma quando uscirono furono molto controversi. I vecchi fan degli Helloween si aspettavano heavy metal puro, mentre i nuovissimi fan dei Gamma Ray credo si aspettassero qualcosa di più progressive. Ad inizio anni Novanta stavano inoltre spopolando band dai suoni più alternative, grunge, per tutti questi motivi i fan dei Gamma Ray erano confusi e noi non trovavamo un giusto collocamento. Anche i nostri concerti si tenevano in venue molto piccole, furono anni difficili”.

CON “LAND OF THE FREE” PERO’, LE COSE CAMBIARONO.
“Nella seconda metà degli anni Novanta ci furono forti segnali di un rinnovato interesse per l’heavy metal. Io mi sentivo artisticamente molto libero e, dopo essermi tolto gli sfizi di sperimentare con ‘Sign No More’ ed ‘Insanity And Genius’, capii che era il momento di tornare da dove ero venuto e scrivere ciò che sapevo fare meglio, canzoni heavy metal. Su ‘Land Of The Free’ tornai a cantare a tempo pieno, i lavori in studio si svolsero senza intoppi e le canzoni ci soddisfarono al cento per cento”.

NONOSTANTE I GAMMA RAY VANTASSERO UNO DEI MIGLIORI CANTANTI POWER METAL COME RALF SCHEEPERS, CON TE ALLA VOCE “LAND OF THE FREE” DIVENTO’ IL VOSTRO PIU’ GRANDE SUCCESSO.
“Ralf è un grandissimo cantante, lo rispetto molto e con noi ha fatto cose straordinarie. C’era però un problema, lui cantava i miei testi, ma non entrava in simbiosi con ciò che volevo raccontare. Dentro di me mi sentivo l’unico a poter cantare ed interpretare i miei testi, perché vengono dalla mia mente, raccontano le mie esperienze, sono una parte di me. Anche allora iniziarono nuove controversie, parte dei fan gridava allo scandalo perché Ralf non c’era più, altri erano contenti perché tornavo a cantare. Io sono ben conscio di non aver mai avuto una voce potente ed acuta come quella di Ralf, sarebbe da stupidi sostenere il contrario. Credo però che il mio timbro sia abbastanza personale e riesca ad identificare subito se un determinato brano sia dei Gamma Ray o meno. Penso sia la stessa cosa che accade, ad esempio, con Ozzy Osbourne: non si può certo dire che sia un cantante tecnico, ma bastano due note uscite dalla sua voce per riconoscerlo subito”.

TI RICORDI LA PRIMA VOLTA CHE SEI STATO PAGATO GRAZIE ALLA TUA MUSICA?
“Certo, mi ricordo come se fosse ieri! Venni pagato con una cassa di birra in un centro culturale di una chiesa ad Amburgo. Suonavo ancora con Piet Sielck (il leader degli Iron Savior, ndA), ricordo che arrivammo alla sera e ritirammo subito il nostro pagamento. Fu un grave errore, perché mi ubriacai pesantemente durante il soundcheck. Durante il concerto ero così ubriaco che non riuscii quasi a suonare, a metà show Piet incazzatissimo mi urlò qualcosa in faccia, scese dal palco e se ne andò. Ricordo che mi disse che non avrebbe mai più suonato con me (ride, ndA), questa è la storia del mio primo pagamento”.

QUANDO INVECE ARRIVARONO I PRIMI SOLDI GRAZIE A “WALLS OF JERICHO” DEGLI HELLOWEEN, IMMAGINO TI FOSSI SENTITO UNA VERA ROCKSTAR.
“Guarda, non furono tanto i soldi a darmi questa impressione, perché i primi introiti li usammo per pagare il management. Era l’idea di vedere i nostri dischi vendere, di poter concretamente diventare musicisti professionisti, fu questo che mi diede una grande gioia. Realizzammo di aver creato qualcosa che piaceva a noi, ma soprattutto ai fan, c’erano migliaia di persone che venivano ai nostri show, non potevano credere a ciò che stava accadendo”.

DOPO UNA CARRIERA LUNGA TRENTACINQUE ANNI, HAI ANCORA LA STESSA PASSIONE DI UNA VOLTA QUANDO ENTRI IN STUDIO?
“Con il passare del tempo le persone crescono, invecchiano e cambiano. Da giovane ero molto più impulsivo in studio, oggi analizzo di più ogni aspetto, cerco di avere sotto controllo ogni dettaglio, uso un po’ di più il cervello. La passione però rimane, non potrei mai registrare un disco senza ispirazione o se non provassi alcuna sensazione per un pezzo che ho scritto”.

HAI ANCORA MOLTO MATERIALE INEDITO CHIUSO IN UN BAULE E CHE UN GIORNO PUBBLICHERAI?
“Ho parecchio materiale nei miei archivi, ma non canzoni complete. Si tratta di idee, vecchie demo e cose del genere. Per la ristampa di ‘Heading For Tomorrow’ sono andato a rovistare nel baule, come lo chiami tu, ed ho rispolverato un sacco di materiale demo mai pubblicato prima”.

DA RECENTI INTERVISTE SEMBRA CHE MICHAEL WEIKATH SIA FAVOREVOLE AD UNA REUNION DELLA LINE-UP STORICA DEGLI HELLOWEEN, LO STESSO NON VALE PER MICHAEL KISKE. TI SENTI IN MEZZO A DUE FUOCHI?
“Vedi, i due Michael sono il fulcro di un’eventuale reunion, se entrambi fossero d’accordo, non so quando non so dove, ma probabilmente qualcosa insieme si farebbe. Hanno parlato fra di loro, parte delle incomprensioni si sono risolte, ma forse non è ancora il momento. Vedremo che succederà”.

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