I GF93 sono finalmente tornati sulle scene, con il nuovo album “O.S.R.”, importante svolta stilistica nell’ambito di un percorso evolutivo e creativo che non ha mai abbandonato la band nel corso della sua sofferta carriera. Chi meglio dell’anima e del cuore della formazione fiorentina, il vocalist Carlo Bellotti, poteva introdurci nei meandri compositivi e nella passionale e complicata alchimia che ribolle, pronta ad esplodere, all’interno di questa oscura creatura musicale? Spazio ad un artista davvero con le idee chiare e con una volontà di ferro…
CIAO CARLO! GRAZIE INNANZITUTTO PER LA GENTILEDISPONIBILITA’! I GF93 SONO UNA BAND IN EVOLUZIONE COSTANTE: PRIMA DIAVVICINARCI AL NUOVO DISCO, “O.S.R.”, CHE NE DICI DI RICAPITOLAREQUANTO CREATO NEI DISCHI PRECEDENTI?
“Ciao Marco, e grazie a teper averci seguito attraverso gli anni. Quando formai i GF93, lo feciperché volevo assolutamente liberarmi dalla chiusura mentale che miaveva accompagnato durante tutta la mia avventura con i Necromass. Inrealtà, non ero più interessato ad andare avanti con un progetto così‘chiuso’… Avevo voglia di evolvermi e di creare qualcosa che potesseessere credibile nel tempo proprio grazie ad un percorso evolutivo,piuttosto che ottenere un rispetto basato su vendite, etc. etc..Abbiamo registrato tre dischi prima di ‘O.S.R.’, due dei quali sono ‘dipassaggio’. ‘Beaten’ è un album industrial che è stato ben accoltodalla critica e dal pubblico, ma che comunque marcava un passaggio daquello che era il mio progetto precedente a la mia nuova ‘vita’. Con‘G.Oetia F.Etish 19.93’ arrivammo davvero ad essere quello chevolevamo… ed infatti è il disco che, tra questi primi tre, ha avutoil maggior riscontro. Non si trattava più di un album di‘assestamento’, bensì di un vero e proprio disco creato da un gruppocompatto che ormai si conosceva e che lavorava duramente. Purtroppo,dopo ‘G.Oetia…’, questa condizione venne a mancare e mi dovetti trovaredavanti ad una scelta: potevo mollare tutto e ripartire da zero, datoche i vecchi membri cercarono di far sciogliere il gruppo, oppurericominciare e rimboccarmi le maniche con una nuova formazione. Decisidi andare avanti da solo, e mi trovai di nuovo di fronte alla necessitàdi cercare un nuovo assestamento, dato che la formazione cambiò quasicompletamente. Ci mettemmo al lavoro, io, Fabio ed Alvaro (Baini eBuzzegoli, rispettivamente bassista e batterista, ndR), e cercammo difare del nostro meglio per conoscerci e creare quell’unione checaratterizza tutte le grandi band. Da lì a poco (sei mesi) registrammo‘Convulse All-Star’, che è un’ottima produzione, ma purtroppo ancorauna volta di passaggio, di assestamento. Dopo aver combattuto una verae propria guerra contro lo scetticismo del pubblico verso la nuovaformazione, abbiamo trovato il nostro modo di rapportarci a loro.Abbiamo messo da parte tutto quello che era il passato del gruppo edabbiamo veramente cercato di intraprendere il nostro percorso artisticouna volta per tutte. Da questo sentimento di ‘disagio’ è nato‘O.S.R.’…il primo vero disco dei GF93. Abbiamo raggiunto un nostrosuono e siamo riusciti a staccarci dai canoni metal checaratterizzarono ‘Convulse All-Star’. Ormai siamo una vera band e lagente se ne sta accorgendo: il riscontro che abbiamo avuto in questidue mesi dall’uscita è grandioso, basti pensare che pochi giorni fa laCentury Media ha preso il disco in distribuzione per tutto il mondo.Dobbiamo ringraziare noi stessi, ma anche le persone che ci hannoaiutato a realizzare questo ‘sogno’…Alessandro Paolucci e Kurt Ballouhanno capito perfettamente in quale direzione volevamo andare ed hannolavorato tanto per noi”.
BENE,CAPITOLO “O.S.R”… PARTIAMO DAL TITOLO: CI VUOI PARLARE DI QUESTA “OWNSTYLE RESEARCH”? SINCERAMENTE, NONOSTANTE LA DIVERSITA’ DEI VOSTRIALBUM, PENSO SIATE STATI FIN DALL’INIZIO UN GRUPPO CON UNO STILERICONOSCIBILE, SOPRATTUTTO NELL’ATMOSFERA SINISTRA CHE SOLITAMENTERIUSCITE A DARE ALLE VOSTRE CANZONI. COME MAI AVETE DATO PARTICOLARERISALTO A QUESTA “RICERCA” ORA?
“In questi due anni abbiamocercato di ‘rinascere’ in una forma del tutto personale, abbiamocercato noi stessi, ma soprattutto abbiamo capito perché stiamo andandoavanti con i GF93. Adesso sappiamo che la cosa più importante per noi ècreare la nostra Arte in un modo sincero e coerente. Ciò che ci importadi più, adesso, è avere un vero ‘motivo’ che ci leghi alle persone checi hanno seguito attraverso gli anni o che ci hanno conosciuto adessoper la prima volta. Questo è il punto focale della nostra evoluzione.Quando cominci a suonare, sogni i dischi, i tour, ma poi capisci chetutto questo arriva solo e soltanto tirando fuori il tuo vero essere ecercando di diventare quello che vorresti sembrare. Il senso di disagioche non abbiamo mai nascosto è parte della nostra musica. Abbiamo dellevite difficili e tante volte la band è stata ancor più difficile dagestire della nostra vita stessa. Nulla è stato facile per noi e quelloche senti adesso è davvero ciò che ci ‘succede’ dentro. Abbiamorinunciato a tutto per continuare questo percorso e non è facilerapportarsi al mondo quando sei come siamo noi. Tanti musicisti diconodi avere una band e di vivere per la musica, ma poi vanno in giro conla macchinina nuova pagata a rate, non provano perché hanno le vacanzeda fare e non investono tutto quello che hanno perché le loro prioritàalla fine sono altre. Ecco, per noi non è così. Noi non abbiamo maisacrificato il gruppo per altre cose. Noi siamo sempre stati lì, ascrivere, e siamo partiti in tour ogni volta che ce lo hannochiesto…Abbiamo rinunciato alla famiglia, alla casa, al posto dilavoro, alla macchina e a quant’altro esiste. Noi non riusciamo avivere della nostra musica e questo rende tutto ancora più duro datoche ci troviamo a fare lavori infami per poter continuare a viverepienamente la nostra musica senza morire di fame. I GF93 sono una band‘sinistra’ perché le nostre vite sono state difficili e non riusciamopiù a vedere la ‘luce’ se non ci ‘liberiamo’ attraverso la nostramusica”.
RITENGO “O.S.R.” IL DISCO FORSE PIU’ DELICATO ED IMPORTANTE DELLAVOSTRA CARRIERA…COME VI SIETE APPROCCIATI ALLA SUA REALIZZAZIONE?ENTRATI IN STUDIO, LE IDEE ERANO GIA’ CHIARE O LA SPONTANEITA’ HAGIOCATO UN RUOLO PREVALENTE?
“’O.S.R.’ è un disco su cui abbiamolavorato con un approccio differente rispetto agli altri lavori. Ilrisultato che volevamo raggiungere era perseguibile solo tirando fuoriun’attitudine che non avevamo mai avuto come band. Per attitudineintendo uno stato mentale che ti permette di vedere l’universo senzaalzare gli occhi. Noi abbiamo scritto questo disco pensando ad ogninota che suonavamo nello stesso modo in cui pensiamo all’universo edalla totalità. Si tratta di un discorso complesso che arriva dalleesperienze di vita. Quello che suoniamo è la cosa più importante eracchiude tutta la nostra vita, i nostri sentimenti e la nostraspiritualità. Siamo arrivati in studio con i pezzi pronti, definiti, enon esistono macchinazioni in questo album…Potevamo suonarlo indiretta e sarebbe stato lo stesso. Logicamente, il lavoro fatto sulsuono è stato concretizzato in studio dato che se ‘O.S.R.’ non avesseun suono così definito non riuscirebbe a comunicare quello che adesso èin grado di trasmettere. Il lavoro di Ale, Kurt e Martin(rispettivamente Paolucci, Ballou e Barbour, ndR) ha giocato comunqueun ruolo decisivo, dato che crediamo che anche il suono finale diquesto disco sia personale e fuori dai classici canoni metal, hardcore,etc. etc… Anche se tutti continuano a paragonarci ad altre band, noisappiamo che questa è davvero la nostra anima. ‘O.S.R.’ è la nostraverità che brilla di luce propria”.
QUALI ATMOSFERE VI PREMEVA DARE AL NUOVO ALBUM? A ME E’ SEMBRATO MOLTO “TESO”, SINISTRO COME AL SOLITO E PARECCHIO PSICHEDELICO…
“Sì,Marco, il disco è teso quasi allo stremo… Noi siamo quattro personecon i nervi a fior di pelle, siamo iperattivi e quello che suoniamo èdavvero duro, anche dal punto di vista dell’esecuzione. ‘O.S.R.’ è undisco fisicamente stressante per noi e per chi ascolta, ma allo stessotempo (tu stesso lo hai detto) è delicato e caldo. Noi cerchiamo diavvolgere pienamente chi ci ascolta… Chi ci ha visto dal vivorecentemente lo può confermare. La gente crede che suonando musicacomplicata si possa tirare fuori il proprio nervosismo, ma non è così.Noi suoniamo musica nervosa creando un contrasto con un feelingconsapevole e rilassato. In ‘O.S.R.’ è così anche per i testi: gliargomenti trattati sono apocalittici, ma sono espressi in un modo‘delicato’, consapevole e quasi rassegnato. Credo che il nostro studiosulle dinamiche abbia davvero reso questo disco come una sorta dimontagna russa, nella quale, da un istante all’altro, ti trovi lostomaco in gola senza capire cosa ti stia capitando”.
MOLTO PARTICOLARE ANCHE L’ARTWORK… QUESTO ROSSO ACCESO CHE INVADE TUTTO IL BOOKLET. COSA VUOLE RAPPRESENTARE?
“Ilrosso acceso rappresenta tutto il sangue che abbiamo sputato ed ilfuoco che ci brucia dentro, divorando giorno dopo giorno le nostreesistenze”.
MAI COME IN “O.S.R.” LA VISIONE D’INSIEME DELL’ALBUM RISULTACOMPATTA ED UNIFORME: SONO POCHE LE CANZONI CHE EMERGONO, BENSI’ E’TUTTO L’ALBUM A CRESCERE PIAN PIANO. E’ QUELLO CHE SPERAVATE O E’ SOLOUNA MIA IMPRESSIONE?
“’O.S.R.’ è un album che deve esserevissuto nella sua completezza. L’alternarsi dei momenti descrittiattraverso le canzoni, i testi e l’artwork sono parte del nostro studiosulle dinamiche e testimoniano pienamente il nostro nuovo approccioall’arte in ogni sua forma (musicale, visiva e poetica). ‘O.S.R.’ è undisegno prestabilito ed ogni canzone ne è una parte. La tracklist, equindi la scelta della successione delle song, è stata concepitaproprio per far vivere questa esperienza di ascolto, visiva e testuale.Ascoltare una sola canzone o due non può ‘pagare’, il disco deve essereascoltato e vissuto nella sua totalità e mi fa tanto piacere che tu siariuscito a cogliere questa particolarità di ‘O.S.R.’”.
LE COMPOSIZIONI SONO STATE SCRITTE INTERAMENTE DA FABIO EALESSANDRO PAOLUCCI… MA COME NASCE UN BRANO DEGLI ATTUALI GF93? E QUALIDIFFERENZE RISPETTO AL LAVORO CON LA VECCHIA LINE-UP?
“Inrealtà, le canzoni sono state scritte da tutti, ma, per motiviburocratici (editoriali), il disco porta questa dicitura. Io porto insala un’idea e tutti ci lavoriamo sopra; quando l’idea iniziale nonesiste praticamente più ed il pezzo è finito, noi lo riprendiamo inmano, lo violentiamo e lo ricambiamo completamente, così per svariatevolte fino a che non riusciamo a dare il mood sinistro che stavamocercando. Con la vecchia line up non ci siamo mai presi questo tempo(anche perché non ne avevamo) e quindi le canzoni erano molto piùdirette e naif”.
SEMPRE RIMANENDO IN TEMA DI FORMAZIONE, SEMBRA CHE ORA LA BAND,CON L’ENTRATA DI MARIO DE GIORGI ALLA CHITARRA, ABBIA UNA LINE-UPSTABILE. COME MAI AVETE DECISO DI SEPARARVI DA VITTORIO (MILELLA)?
“Vittorioè un grande chitarrista ed un’ottima persona, ma purtroppo i nostrimodi di vivere sono troppo diversi. Lui è un ragazzo molto legato allavita di casa, alle comodità ed alla rilassatezza, mentre noi siamo (eme ne rendo conto) delle bestie allo stato brado. Noi dimostriamo allenostre famiglie ed alle persone che amiamo il nostro affetto verso diloro con segnali diversi da quelli che usa lui. Noi non riusciamo acapire qualcuno che non suona per festeggiare con i parenti o chetelefona alla propria ragazza mentre stiamo lavorando…Logicamente,lui non capisce noi e quindi questo è proprio un problema di visionedella vita che poi (per come sono i GF93) si riflette per forza anchenella vita di gruppo (band e gruppo di persone-amici). Mario, il nuovochitarrista, è stato selezionato anche sulla base della sua libertà diagire come vuole…Lui poi ha dimostrato anche che questa libertà ètutta atta a portare avanti il gruppo e la sua vita con noi, quindi èdavvero stato accolto a pieno dai GF93… Lui, dal suo canto, haabbracciato totalmente la nostra causa”.
PARLIAMO DEI TESTI: COSA HAI VOLUTO ESPRIMERE CON LE NUOVE LIRICHE? CE N’E’ QUALCUNA IN PARTICOLARE CHE GRADIRESTI SPIEGARE?
“Inuovi testi, come ti ho accennato anche prima, sono molto curati erappresentano un grande passo avanti per me. Ho sempre tenuto in modoparticolare ai significati delle canzoni, ma in passato sono statomolto attento a ciò che volevo esprimere, senza veramente pensare acome esternavo i miei pensieri. Fabio dice sempre ‘invece di pensare acome le cose funzionano, cerca di capire perché funzionano’…Questo èquello che ho cercato di raggiungere con i nuovi testi. L’espressivitàdelle parole, questa volta, è davvero sentita ed ogni frase brilla diuna luce diversa. Ho voluto rendere ancora più importanti i miei testiNON includendoli nel booklet. Tutti mi chiedono perché questa volta nonci sono i testi nel CD. Ho voluto che i ragazzi che vogliono leggere itesti li vadano a cercare o che me li vengano a chiedere…Non sono poicosì ‘lontani’, dato che sono tutti nel sito, ma questo secondo me è unvalore aggiunto…Andando a cercarli perché ci tieni davvero, ti doneràancor più gioia il momento in cui li leggerai. Il testo a cui sono piùlegato adesso è quello di ‘Enter The Cult (The Cold Ocean)’: questa èla canzone che abbiamo scelto per il nuovo video, anche grazie alleparole toccanti del testo. ‘Enter…’ parla di un sogno che ho fattoper anni, una strega nera che mi spingeva attraverso delle scale buie,fredde e scivolose. Un giorno, Kurt dei Converge mi rispose e mi disseche voleva lavorare con noi e questo sogno cessò di esistere. Capii chequesta strega voleva farmi vedere qualcosa, un qualcosa che io nonriuscivo a capire, ma che adesso conosco. Nella vita bisogna seguirequello che sentiamo ed essere veri, senza mai seguire le orme di altri…in questo modo arrivano i grandi risultati che, differentemente,vivendo ‘da pecora’, non arriveranno mai… Il Culto è riferito aquesta strega e a Kurt (e per noi lui ne è simbolo)…Cerca di guidaree non di seguire, questa è la risposta”.
COME MAI LA SCELTA DI RIPROPORRE LA CANZONE “EIGHT YEARS”, RISALENTE AL DISCO PRECEDENTE, ANCHE IN QUESTA RELEASE?
“’EightYears’ è riproposta in questo disco in due versioni differentidall’originale, una per suono ed una per concezione. Noi crediamo chela Copro Records (ex-etichetta della band, ndR) non sia riuscita asfruttare questa canzone, e questo atteggiamento della vecchiaetichetta verso questo brano è stato penalizzante ed in qualche modofrustrante per noi. Una volta mi fecero firmare un foglio perincluderla in alcune compilation, ma poi mandarono altra roba. Cirimasi talmente male e mi arrabbiai a tal punto che decisi che avreireso IO giustizia a quella canzone, che tra l’altro è stata scrittainsieme ad un grande artista, Patrick (Wirén, cantante, ndR) dei MiseryLoves Co.. Tutto qua, vogliamo rendere giustizia a questo brano ed inqualche modo ri-vendicarlo”.
HO LETTO DA PIU’ PARTI DEFINIRVI UNA BAND “ALTERNATIVE”: TI SEMBRA UNA DICITURA CORRETTA?
“Sì,anche io ho letto tante volte questa definizione, ma non capisco a cosasi riferisca. Cosa vuol dire ‘alternative’? Non so, se lo consideriamocome alternativa alla marea di gruppi che adesso suonano il nostrostesso tipo di musica mi piace… Se lo consideriamo come lo dicevanoper i Nirvana, no, ecco, allora è sbagliato… Noi non siamo né ungruppo nu-metal, né hardcore, etc etc…Queste sono tutte bombe chesparano i giornalisti per cercare di etichettarci… Noi siamo ungruppo sinistro, un gruppo new wave che suona hardcore, ecco cosa siamonoi… Se vi va meglio, un gruppo hardcore che suona new wave”.
COME GIUDICHI ORA IL PERIODO PASSATO SOTTO LA PROTEZIONE DELLACOPRO? E PER QUALE MOTIVO AVETE SCELTO LA INCENDIARY COME NUOVA LABEL?
“Unanno fa abbandonammo la Copro per nostra scelta, dato che troppe cosenon ci piacevano più. Quando arrivammo a parlare con loro, fu soloperché loro erano una grande label ed avevano gruppi come Earthtone 9 eMedulla Nocte, che noi ammiravamo. Ammiravamo il suono ‘soffocante’ cheogni band della Copro sprigionava. Quando queste band si sciolsero, noiperdemmo l’interesse a lavorare con loro. Preferiamo essere il gruppodi punta in una piccola label, piuttosto che rimanere lì in unasituazione di floating tra interesse e menefreghismo… Rispettiamoancora quei ragazzi, che comunque si ammazzano per l’etichetta, maabbiamo preferito cambiare. Volevamo anche farci vedere in Paesi nuovie penetrarli profondamente, come sta accedendo adesso con la Germaniagrazie alla nuova etichetta. Ora, per merito della Incendiary, siamodistribuiti dalla Century Media, e questi sono risultati che abbiamo‘cercato’ insieme con il dialogo e con l’amicizia, cosa che con laCopro purtroppo non è mai stata possibile. La Incendiary ci ha inoltregarantito i budget di cui avevamo bisogno, dato che investono tuttoquello che hanno su di noi e sugli Heartbreak Motel. Siamo davverofelici di questa scelta ed altre grosse cose sono in cantiere per inuovi dischi, dato che loro lavorano ad esempio con Radar, che è uncolosso in Germania. Questi ragazzi tedeschi ci pagano delle agenzieesterne per la promozione, cosa per noi indispensabile, in quanto unalabel può fare una buona promozione solo nel proprio Paese. Con loroabbiamo un feeling anche a livello operativo e la pensiamo allo stessomodo su questi punti estremamente importanti”.
UNA CURIOSITA’: SIETE PIU’ CONOSCIUTI ALL’ESTERO O QUI IN ITALIA?
“Be’,se contiamo il numero totale delle persone che ci conoscono, credo cheall’estero ci sia molta più gente che sa chi siamo, ma non sorisponderti a questa domanda, dato che chi ci scrive assiduamente sonoi ragazzi italiani…Fare un confronto è davvero difficile”.
C’E’ QUALCOSA CHE HAI ASCOLTATO DI RECENTE CHE TI HA ENTUSIASMATO? E COSA ASCOLTA DI SOLITO CARLO BELLOTTI?
“Ultimamenteho ascoltato di fisso i pezzi di un gruppo con cui sto lavorando allaproduzione del debut album: si chiamano Ilid e sono davveroeccezionali. Dei miei amici americani, che si chiamano Gravity edHenry, mi hanno mandato il disco e l’avrò ascoltato forse mille volteda quando lo possiedo. L’ultimo demo dei Tipheret mi ha entusiasmatoalla grande, loro sono un gruppo che suona un death metal tecnico moltoinfluenzato dall’hardcore. Ho ascoltato tanto il nuovo disco deiConverge ed il debut dei Misery Signals. Di solito ascolto i ChristianDeath, gli Zao ed i Neurosis”.
COME PROCEDE L’ATTIVITA’ LIVE? C’E’ QUALCOSA DI GROSSO IN PROGRAMMA?
“Attualmentestiamo seguendo la promozione del disco e stiamo suonando abbastanza:tra dieci giorni partiremo per il nostro primo tour in Germania e direcente siamo tornati a Londra dove abbiamo suonato per la VisibleNoise. Quando torneremo dalla Germania, avremo da fare tante date chestiamo fissando ora…Siamo occupati con concerti fino alla fine dimarzo”.
BENE, TI RINGRAZIO MOLTO, CARLO! A TE IL COMPITO DI SALUTARE E CHIUDERE L’INTERVISTA…
“Graziea te, grazie a tutti coloro che si sono creati il loro mondo senzacercare di ‘rubare’ il mondo a qualcun’altro… Non temere, sono conte!”.