GHOST – Between heaven and hell

Pubblicato il 15/04/2013 da

“Tra Inferno E Paradiso” titola questa intervista; infatti, se nel panorama heavy attuale c’è una band che tutti, ma proprio tutti, considerano la next big thing, sono proprio i Ghost, a un passo dal “paradiso” del successo nonostante le tematiche infernali trattate nei testi. Amati dai numerosi sostenitori e denigrati da chi invece li considera un mero prodotto di marketing discografico, gli svedesi sono riusciti comunque a catalizzare su di loro l’attenzione. Forti di un contratto con la major Loma Vista (gruppo Universal), Papa Emeritus II ed i suoi Nameless Ghouls hanno da poco rilasciato il secondo, attesissimo, full length. “Infestissumam” riparte da dove si era fermato “Opus Eponymous”, inserendo però molta più carne al fuoco. Confessiamo che non sapevamo bene come comportarci con questa intervista: la band avrebbe risposto alle nostre domande utilizzando i personaggi della loro storyline oppure sarebbe stata un’intervista normale, con il classico botta-e-risposta tra intervistatore e musicista? Dall’altro lato della cornetta uno dei Nameless Ghouls ha fugato i nostri dubbi comportandosi da normale musicista ed uscendo quindi dal personaggio; peraltro è stata una chiacchierata piuttosto cordiale, durante la quale lo svedese ha chiarito molti punti in sospeso ed ha risposto anche a qualche domanda che poteva risultare scomoda.

Intervista a cura di Claudio Giuliani e Luca Filisetti

Ghost-BC-2013


ALLORA, PER INIZIARE, VUOI DIRE QUALCOSA A PROPOSITO DEL NUOVO PAPA?

“Sono solo contento di aver mantenuto il nostro Papa all’interno della band”.

CHI HA CREATO IL CONCETTO VISUALE DEL GRUPPO?
“Siamo stati noi. Anche io, ad esempio, ho partecipato alla creazione della nostra immagine”.

PERCHÉ LA DECISIONE DI RIMANERE ANONIMI?
“Perché volevamo far concentrare l’ascoltatore sull’estetica e sull’arte e non sugli aspetti individuali della band come accade in tanti altri gruppi. Anche all’interno di un gruppo, ci sarà sempre interesse verso i membri della band, aspetto che potrebbe oscurare in qualche modo quello che facciamo dal punto di vista artistico. Non c’è niente di innaturale a nostro giudizio, abbiamo solamente capito che la decisione di nascondere le nostre identità avrebbe fatto al caso dei Ghost”.

MOLTA GENTE ATTRIBUISCE QUESTA SCELTA A UNA STRATEGIA DI MARKETING…
“Lo è diventata, ma non è stata pianificata all’inizio della nostra carriera. È diventata parte del nostro DNA ma senza volerlo di fatto. Noi siamo partiti in maniera classica. Abbiamo creato il gruppo e abbiamo iniziato in maniera tradizionale, con demo, pagina MySpace. Questo per un bel lasso di tempo a dire che, all’epoca, a parlare era solamente la nostra musica. Oggi qualcuno crede che noi abbiamo successo solo per la nostra immagine ma non è così. Celarsi nell’anonimato, dal nostro punto di vista, aiuta la gente a concentrasi sulla musica. Ma alcuni credono che invece volevamo farli concentrare sull’aspetto visuale, ma non è così”.

ALLORA QUANDO SCOPRIRANNO CHI SIETE IN REALTÀ– PERCHÉ È UNA QUESTIONE DI TEMPO, PRIMA O POI ACCADRÀ – NULLA DOVREBBE CAMBIARE VISTO CHE SIETE APPREZZATI PER LA QUALITÀ MUSICALE, O NO?
“Spero di no. Adesso che abbiamo il secondo album, una reputazione guadagnata dopo aver fatto diversi tour, possiamo dire di avere una una storia, breve, ma pur sempre una storia. Abbiamo un passato, quindi, e quello che facciamo è forte abbastanza da reggere l’urto della caduta dell’anonimato. Ma questa è una mia supposizione; so che sarà una questione di tempo scoprire le nostre identità”.

QUALI SONO LE DIFFERENZE FRA “OPUS EPONYMOUS” E IL NUOVO “INFESTISSUMAM”? SEMBRA CHE “OPUS…” FOSSE PIÙ SEMPLICE E DIRETTO MENTRE “INFESTISSUMAM” È PIÙ ELABORATO, PIÙ STRUTTURATO E CERTAMENTE PIÙ POMPOSO…
“Hai già dato la risposta. È cosi come hai detto, almeno nel cuore della nostra proposta musicale. Il nuovo album ha uno spettro più ampio, ha tanti punti di forza e poche debolezze. Se ‘Opus Eponymous’ era un film in bianco e nero, ‘Infestissumam’ è un film a colori. Se ‘Opus Eponymous’ era un film bidimensionale, ‘Infestissumam’ è un film a tre dimensioni. Ma entrambi i lavori sono nati con lo stesso modus operandi”.

NEL VOSTRO SUONO OGGI LE TASTIERE HANNO UN RUOLO IMPORTANTE, DECISIVE DIREMMO. SEI D’ACCORDO?
“Sì. Le tastiere hanno rappresentato un aspetto, all’epoca di ‘OE’, che sentivamo di dover esplorare. Si può fare tanto con chitarra batteria e basso, ma tanta buona musica è basata sulle tastiere. C’era tanto quindi da esplorare nel primo album in tal senso che all’epoca non abbiamo fatto e che invece sul nostro nuovo lavoro abbiamo esplorato. È una buona cosa avere un approccio tastieristico, non è solo una scelta migliore per quanto ci riguarda. Avere nel nostro suono strumenti presenti in maniera simbolica, giusto per aggiungere qualcosa, non serve. Ogni strumentista deve avere passione e deve contribuire nell’economia generale del suono ora in background, ora in maniera solista”.

PARAGONATO AL PRECEDENTE ALBUM, AVETE AGGIUNTO DELLE MELODIE AOR, COME NEL CASO DI “JIGOLO HAR MEGIDDO”, “GHULEH” E “IDOLATRINE”. SCELTA CONSAPEVOLE?
“Sì, è stata una scelta consapevole, ovviamente, quella di far suonare le canzone nella maniera che hai potuto ascoltare. Ma non è che ci siamo messi a dire: facciamo AOR. È accaduto naturalmente. Ascoltiamo tanti stili musicali diversi fra cui l’AOR, e quindi è naturale che le nostre canzoni siano influenzate dai nostri ascolti”.

ABBIAMO COLTO ANCHE DEL KRAUT ROCK SU “YEAR ZERO” E SU “DEPTH OF SATAN’S EYES” INFATTI…
“Sì, come detto ascoltiamo tanta musica”.

NON ABBIAMO ANCORA AVUTO MODO DI LEGGERE I TESTI, SARANNO SEMPRE PRESENTI RIFERIMENTI SATANICI IMMAGINIAMO…
“Sì, ci saranno ancora presenze sataniche in tutti nostri testi”.

VENIAMO ORA ALL’ASPETTO GENERALE DEL GRUPPO. VI ASPETTAVATE UN SUCCESSO DI QUESTA PORTATA?
“Sì e no. Sapevamo dall’inizio che le canzoni sarebbero state capaci di smuovere l’audience. Avevamo bene in mente ciò che volevamo fare, cioè avere uno show di rock teatrale, aspetto che ci avrebbe procurato un seguito. Ma parlandone ora, tre anni dopo e con tanti accadimenti alle spalle, direi che ci sono tante cose che non avevamo previsto. Fino ad oggi abbiamo avuto un seguito molto underground, che ha fatto molto correre la parola. Poi tanta gente famosa ha parlato di noi e ha portato quindi luce sulle band, questo è un aspetto che non puoi né prevedere né pianificare. Quindi non so cosa risponderti: sì, sapevamo che avevamo qualcosa da dire, ma no, non sapevamo che ci avrebbe portati a questo”.

A PROPOSITO DI GENTE FAMOSA CHE VI HA FATTO PUBBLICITÀ: JAMES HETFIELD HA DICHIARATO DI ESSERE UN VOSTRO GRANDE FAN. UNA BELLA PUBBLICITÀ, PER VOI, NON TROVI?
“Sì, lo è stato. È stato un complimento molto lusinghiero da parte sua. Ci ha aiutato molto, non solo commercialmente, avere una pacca sulla spalla da James è sempre una cosa buona”.

DOPO ALCUNI ANNI SU RISE ABOVE RECORDS, AVETE FIRMATO UN CONTRATTO CON UNA MAJOR, LA LOMA VISTA. QUALI SONO A TUO GIUDIZIO I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DI QUESTA SCELTA?
“Per un gruppo come il nostro, che ha ambizioni di andare avanti, una label come la Rise Above non è la scelta ottimale. Non hanno un’agenda per le band che possono sfondare, per gruppi importanti. Volevamo un’etichetta che ci desse la possibilità di arrivare ovunque, e questo aspetto non combacia con le capacità di una label undeground. Il cambio quindi è stato positivo perché ora abbiamo una distribuzione capillare. Ad esempio: non siamo mai stati in Italia per il tour di ‘OE’, non abbiamo mai fatto tour in abbondanza in Europa e questo perché non si è lavorato molto in termini di marketing, non si è suscitato il necessario interesse in alcune nazioni. Ora c’è tanta più gente che lavora per il nostro gruppo, per i nostri traguardi, che non sono quelli di vendere tanti dischi in più ma di poter suonare show veramente buoni in molti posti. Per fare questo necessitiamo di molto pubblico e quindi di una vasta azione di diffusione e lavoro promozionale. Questi sono gli aspetti positivi. Fra quelli negativi c’è il fatto che essere nel roster di una grande etichetta comporta dei limiti. Non possiamo andare da loro e dire: ‘abbiamo un nuovo album, lo pubblichiamo?’ Loro potrebbero dire di no perché in quel periodo c’è da promuovere il nuovo CD di Bruce Springsteen. Non c’è niente di personale dietro questo, è solo che in una così grande etichetta c’è da mettersi in fila e aspettare il proprio turno perché ci sono molte uscite. È un rapporto molto impersonale direi, ecco, e questa è una cosa negativa. Ad ogni modo, ponimi la stessa domanda fra un anno, visto che il nostro album per una major ancora deve uscire, e ti darò una risposta più esauriente”.

PERCHÉ IN PASSATO NON AVETE RILASCIATO INTERVISTE?
“Sì che le abbiamo fatte, poche magari…”.

COSA VI ATTENDE IN FUTURO?
“Il nostro album è in uscita a giorni, il 16 aprile in Italia, di preciso. Poi ci attende un periodo di tour, tour e ancora tour. Verremo anche in Italia per la prima volta”.

VENITE A ROMA, COSI POTRETE CONOSCERE IL VERO PAPA, NON EMERITO…
“(ride, ndR) Certamente!”.

 

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