GHOST BRIGADE – La tempesta imperfetta

Pubblicato il 17/01/2015 da

 

Quarto album per i finlandesi Ghost Brigade, quarto centro più o meno pieno e, appuntamento immancabile, quarta intervista con la band, ancora una volta rispondente nella persona di Manne Ikonen, vocalist e frontman del combo di Jyvaskyla. Saremo sinceri nel dirvi che a questo giro, avendo chiesto di tutto, ormai, nelle precedenti tornate promozionali, eravamo un po’ a corto di domande: per fortuna però, alcuni cambiamenti nel corso della storia della Brigata Fantasma e – ovvio! – la curiosità di avere notizie riguardo alla creazione di “IV – One With The Storm” ci hanno stimolato in modo decisivo, facendoci riuscire così ad ottenere un comunque interessante articolo. I ragazzi, dopo il lievissimo calo qualitativo del precedente “Until Fear No Longer Defines Us”, sono tornati sui loro più alti livelli con il nuovo lavoro, che mostra anche una finalmente più attenta cura degli arrangiamenti e una discreta volontà di rinnovamento. Ma lasciamo spazio e parole al nostro caro Manne…

Ghost Brigade - intervista - 2014
CIAO MANNE! CI SI RISENTE UN’ALTRA VOLTA, BENTORNATO! “IV – ONE WITH THE STORM” ARRIVA DOPO UN PERIODO DI SILENZIO DURATO TRE ANNI. COSA SIGNIFICA CIO’, CHE AVETE SCELTO DI IMPIEGARE PIU’ TEMPO A SCRIVERE IL NUOVO DISCO OPPURE CHE E’ ACCADUTO SENZA UNA PARTICOLARE RAGIONE?
“Bene bene, ciao di nuovo! Sì, durante questi tre anni abbiamo avuto una piccola pausa creativa, dei cambi di formazione e comunque diverse cose che necessitavano il loro tempo per sistemarsi. Chiaramente, poi, le dieci nuove tracce, quelle che compongono ‘IV – One With The Storm’, non sono nate tutte quante nel giro di una notte…quindi diciamo che questa volta abbiamo dovuto fermarci un attimo, aspettare un po’ e guardarci attorno per bene prima di andare avanti…se capisci quello che intendo dire…”.

UNA DOMANDA SICURAMENTE STUPIDA CHE MOLTI VI STARANNO FACENDO E’ CHIEDERVI IL PERCHE’ DI QUEL ‘IV’ DAVANTI AL TITOLO… NON AVETE MAI USATO QUESTO DETTAGLIO IN PRECEDENZA, HA QUALCHE SIGNIFICATO?
“Il mio caro amico Gunnar Sauermann (il boss della Season Of Mist, ndR) mi dice di rispondere alle interviste con qualcosa di più di una o due frasi per domanda…ma con questa devo infrangere la regola: IV significa il numero quattro e il disco nuovo è per noi il quarto; quindi l’amara realtà è che non c’è altro significato al di fuori di questo”.

COME ACCENNAVI PRIMA, AVETE AVUTO DEI CAMBI DI FORMAZIONE: JANNE JULIN E’ STATO RIMPIAZZATO AL BASSO DA JONI SAALAMO, E INOLTRE AVETE UFFICIALIZZATO UN TASTIERISTA, JONI VANHANEN. VUOI PRESENTARCI I NUOVI ENTRATI?
“Certamente: i due Joni sono entrambi nostri buoni amici e li conosciamo già da prima che entrassero nella band. Saalamo proviene dalla scena hardcore della nostra città, Jyväskylä, mentre Vanhanen da quella rap/hip-hop. Abbiamo così ‘acquistato’ due musicisti di talento e finalmente ora siamo nella situazione ideale della band i cui membri sono tutti della stessa cittadina: riunire il gruppo per le prove non sarà più ardua impresa come una volta!”.

PARLIAMO DEL SONGWRITING: SARO’ SINCERO NEL DIRTI CHE “UNTIL FEAR NO LONGER DEFINES US” MOSTRAVA GRANDI ABILITA’ COME AL SOLITO, MA ANCHE UN POCHETTO DI STAGNAZIONE. IL NUOVO LAVORO SEMBRA ESSERE PIU’ PROFONDO E PIU’ VARIEGATO, CON BRANI CHE SONO PRESTO IDENTIFICABILI. IN DEFINITIVA, LO CONSIDERO UN LAVORO PIU’ MATURO, ORGANICO E COMPLETO. COME VI SIETE APPROCCIATI VOI ALLA COMPOSIZIONE?
“E’ davvero difficile per me rispondere a questo tipo di domande: essendo dentro la band e nel processo creativo, questo quarto album mi sembra familiare e onesto come tutti i dischi targati Ghost Brigade. Di sicuro siamo maturati un po’…forse c’è quel tocco maturo nei pezzi che probabilmente annoia. Comunque, Wille (Naukkarinen, chitarrista, ndR) ha fatto ancora un ottimo lavoro con i riff e con le strutture compositive, che ha pensato lui a formare in modo definitivo; oltretutto, a questo giro aveva molto da dire anche nei testi, quindi possiamo dire che ‘IV – One With The Storm’ è il disco dei Ghost Brigade su cui si vede più una penna singola emergere sulle altre”.

IN QUESTO ALBUM LE TASTIERE PAIONO DIFFERENTI DAI VOSTRI PRECEDENTI DISCHI. JONI HA PORTATO UN FEELING PIU’ EPICO E MAESTOSO, FEELING CHE PERMEA MOLTI DEI NUOVI PEZZI. CI PUOI PARLARE UN PO’ DEGLI ARRANGIAMENTI DI KEYBOARDS?
“Be’, chiaramente avendo un nuovo tastierista la differenza rispetto al passato si sente. Vanhanen sapeva esattamente quali tasti toccare quando ha iniziato ad arrangiare le parti per il suo strumento, d’altronde è stato dei nostri fin dalle prime fasi del processo compositivo. Aleksi Munter (il tastierista non ufficiale che i Ghost Brigade hanno usato in precedenza, ndR) si occupava delle tastiere in modo eccellente, ma iniziava a lavorare sul master praticamente finito, con le canzoni ormai definite. Di Vanhanen eravamo molto fiduciosi fin dall’inizio e, dopo aver sentito le sue prime idee, gli abbiamo lasciato molta carta libera”.

SE DOVESSI SCEGLIERE DUE O TRE CANZONI DALLA TRACKLIST, PER SPIEGARE LE ESTREMITA’ CHE COMPONGONO LA VOSTRA MUSICA, I POLI OPPOSTI, QUALI SCEGLIERESTI? IO DIREI “DEPARTURES” PER L’ORECCHIABILITA’, “ELECTRA COMPLEX” PER LA PROFONDITA’ E “THE KNIFE” PER LA DUREZZA…
“Ok…mmm…io scelgo ‘Long Way To The Graves’ fra quelle più orecchiabili. E’ fin troppo facile…non è il mio brano preferito, lo trovo poco profondo, ma si tratta sempre di una mia creatura e lo devo amare per forza! Per l’estremo più pesante, invece, ti dico ‘Stones And Pillars’…è spietata, narra una buona storia su una band che sembra doversi sciogliere”.

IL COVER ARTWORK E’ MINIMALE ED ESSENZIALE, NON RIVELANTE MOLTO DI QUELLO CHE POI SI POTREBBE SENTIRE NEL CORSO DELL’ALBUM. RICORDA UN PO’, INOLTRE, LA COPERTINA DI “ISOLATION SONGS”. CI PUOI PARLARE DI QUESTO ASPETTO E, IN AGGIUNTA, DEI TESTI DEL LAVORO?
“Solitamente mi sollazzo con il pensiero che Wille debba avere qualche malata fissazione con diversi tipi di wallpaper… (ride, ndR). A parte gli scherzi, il nostro chitarrista si è anche occupato dell’artwork dei nostri dischi e devo dire che non è affatto facile creare copertine per una band complessa come la nostra. Lui è una persona molto ordinata, gli piace che tutto sia al suo posto, quindi suppongo che la simmetria e l’esattezza in qualche modo matematica delle figure che crea rappresentino parte della sua anima più profonda. Lo stesso si può dire delle sue lyrics: Wille è molto più aperto e profondo di me; io preferisco nascondere il mio Io nei testi e questo mi definisce introverso; i suoi scritti sono più personali”.

QUALI SONO I VOSTRI ASCOLTI OGGIGIORNO? QUALI BAND PREFERITE? E COME SONO INTERVENUTE LE VOSTRE INFLUENZE, NEL CORSO DEGLI ANNI, NEL PLASMARE IL SUONO DEI GHOST BRIGADE?
“Guarda, dipende molto dalla stagione. Io vado a periodi, ad esempio: ci sono stati momenti in cui qualsiasi tipo di musica mi faceva schifo e altri momenti in cui sentivo musica tutto il giorno. Va così. Di recente sono stato orientato più sul vecchiume e sulla musica finnica, non ho ascoltato molto heavy metal, e penso che sia semplicemente naturale, in quanto probabilmente sentivo ancora gli influssi del duro lavoro della sala di registrazione e degli sforzi fatti per ‘IV – One With The Storm’”.

I GHOST BRIGADE HANNO PUBBLICATO FINORA QUATTRO DISCHI, UN NUMERO GIUSTO PER POTERTI CHIEDERE UN BILANCIO DELLA VOSTRA CARRIERA: SIETE SODDISFATTI DI QUANTO RAGGIUNTO? E C’E’ QUALCOSA CHE CAMBIERESTI, SE NE AVESSI LA POSSIBILITA’?
“Sì, personalmente sono molto soddisfatto. Ma, cosa più importante oggi, sono molto sollevato dal fatto che l’album nuovo sia uscito, alla fine. Non è stato così facile, infatti. O meglio, per me è stato probabilmente l’album più semplice da realizzare finora, ma per il resto del gruppo non è andata così: ci sono stati numerosi problemi fin dall’inizio delle registrazioni, problemi che non voglio neanche iniziare ad elencare…ma sì, ora sono contento che sia stato tutto superato! Cosa vorrei cambiare del passato, dici? Uhm…probabilmente mi sarebbe piaciuto essere più accomodante con i miei compagni e non così incredibilmente critico con me stesso”.

OK, MANNE, E’ TUTTO PER QUESTA VOLTA. COME SEMPRE TI RINGRAZIO E, SPERANDO DI VEDERVI DAL VIVO PRESTO, TI INVITO A CONCLUDERE L’INTERVISTA…
“Sicuro! Grazie mille a voi, mi diverto sempre a rispondere alla stampa (crediamo sia ironico…, ndR). Spero che i lettori italiani apprezzino questa chiacchierata e noi, da parte nostra, cercheremo di venire dalle vostre parti al più presto. Kiitos!”.

 

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