GHOSTHEART NEBULA – Odissea nello spazio

Pubblicato il 20/10/2021 da

Con il debutto su lunga distanza “Ascension”, i Ghostheart Nebula sembrano aver consolidato uno stile personale e riconoscibile, già accennato con i precedenti EP e singoli, che consiste di un doom/death metal talvolta sconfinante nel black e nel post-rock ed ispirato ad un affascinante immaginario ‘cosmic’. L’album è pubblicato da un’etichetta importante quale la svedese Black Lion Records, è stato registrato in Norvegia con un produttore quotato come Øysten G. Brun e vede la partecipazione di diversi ospiti, a conferma dello status acquisito dalla formazione milanese. Di tutto ciò discutiamo in questa intervista con il bassista Bolthorn e con il chitarrista Nick Magister, in attesa di poter finalmente vedere la band live su qualche palco.

BENVENUTI SU METALITALIA E COMPLIMENTI PER L’ALBUM. CI POTETE RACCONTARE LA VOSTRA STORIA? COME E QUANDO SONO NATI I GHOSTHEART NEBULA E QUALE PERCORSO VI HA PORTATI FINO AD “ASCENSION”?
– Ciao e grazie per lo spazio, anzitutto. La band è nata nel 2017, da un’idea di Nick (chitarrista) e Maurizio (voce), qualche giorno prima dell’espatrio di Nick in terra scandinava. Successivamente, dopo qualche mese e un paio di bozze dei brani di “Reveries”, si è aggiunto Bolthorn (basso) e ci si è focalizzati sul lavoro in studio, anche se a distanza.
In coincidenza con l’uscita del primo EP, Nick è tornato in Italia, alla formazione si sono aggiunti Aron (chitarra) e Panta (batteria), inizialmente come membri live e poco dopo in pianta stabile nella formazione.
Lo stato di impasse degli ultimi anni ha rallentato di molto l’uscita di “Ascension”, in realtà l’album era pronto da quasi un anno, la sua pubblicazione ci ha dato un enorme senso di liberazione!

COME SIETE ARRIVATI A LAVORARE IN UNO STUDIO NORVEGESE CON ØYSTEIN G. BRUN (BORKNAGAR) E CON UN’ETICHETTA SVEDESE COME LA BLACK LION RECORDS?
– Già in passato abbiamo lavorato con lui per il nostro EP di debutto “Reveries” e per gli altri progetti di qualcuno di noi (Obsolete Theory, In-Sight) e sapevamo già a quali mani esperte ci potevamo affidare, oltre a essere un nome fondamentale della scena musicale (e dei nostri ascolti) cercavamo qualcuno che potesse dare al nostro sound il suo giusto habitat e al contempo darci consigli fondamentali per aumentarne la dimensione astrale. Il risultato è esattamente quello che cercavamo e non potremmo esserne più contenti, lavorare con Øystein è per noi un piacere e un privilegio immensi.
Per quanto riguarda Black Lion, cercavamo una label che ci potesse garantire il mix perfetto di supporto e libertà artistica per quelle che sono le nostre caratteristiche e necessità, trovare un accordo con Oliver è stato davvero facile e immediato in questo senso.

LA VOSTRA INFLUENZA PRINCIPALE SEMBRA STARE TRA IL DEATH/DOOM ED IL FUNERAL DOOM. E’ CORRETTO? CI SONO BAND DI QUESTI GENERI CHE VI PIACCIONO IN MANIERA PARTICOLARE?
– Sicuramente il doom, in tutte le sue versioni, è una delle nostre più grandi influenze nonché ascolti nel privato e ci troviamo particolarmente a nostro agio su questi binari. Saturnus, Swallow the Sun, Hamferð, Doom:VS e via così son tutti nomi fondamentali per noi.
Al tempo stesso però non ci siamo mai imposti di limitarci in un determinato filone e infatti, prestando attenzione ai nostri pezzi e alle loro sfumature, pensiamo sia facile trovarci molti inserti post-rock, altri death nonché passaggi vicini alla scena post-black. Non puntiamo a racchiuderci in un determinato genere o essere necessariamente la classica band doom metal, piuttosto sono gli stessi vari generi a essere funzionali alle atmosfere e ai messaggi che cerchiamo di tirare fuori da noi stessi e mettere in musica.

L’IMMAGINARIO A CUI FATE RIFERIMENTO E’, INVECE, IN UN CERTO MODO SIMILE A BAND QUALI I DARKSPACE E SPESSO LA VOCE NEI VOSTRI PEZZI E’ VICINA AL BLACK. SENTITE QUELLA TIPOLOGIA DI SUONI COME UN’ULTERIORE INFLUENZA?
– Assolutamente! I Darkspace sono spesso una delle nostre influenze black più marcate, se non altro, ci aiutano a focalizzare ‘visivamente’ certi passaggi e sfumature nei nostri pezzi. Quando cerchiamo dei contrasti e delle atmosfere siderali, sono uno dei nostri lidi d’approdo.

DI COSA PARLANO I TESTI?
– L’intero album si potrebbe considerare come una sorta di viaggio verso gli abissi della propria interiorità e consapevolezza. Ogni brano è un gradino che scava verso la profondità di una realtà che in qualche maniera sentiamo ma che facciamo tanta fatica a comprendere, un arrancare verso i diversi piani dell’esistenza umana.
Con “Mira”, l’album si apre con una presa di coscienza: dalla visione di una bellissima cometa morente si è mossi da un sentimento di trasformazione, una fame di conoscenza che inevitabilmente porta con sé una serie di sensazioni contrastanti come sconforto e disorientamento. L’unica grande verità tangibile è la morte e dalla morte stessa si snoda un processo di auto-distruzione che ha come fine ultimo la ricostruzione di se stessi. Il dolore è la causa scatenante di una (ri)nascita, una iniziazione che parte da dentro. Si spazia da visioni cosmiche e metafisiche, esperienze in un qualche senso spirituali, se vogliamo, a struggimenti concreti appartenenti alla sfera del reale. Tutto in funzione del percorso, un viaggio alchemico.

NELL’ALBUM CI SONO DIVERSI OSPITI. COME SONO STATI SCELTI E QUAL E’ STATO IL LORO CONTRIBUTO?
– Con Gogo abbiamo lavorato per tutti i nostri artwork (“Reveries”, il singolo “Apathetic Lacrymae” e ora “Ascension”) e sviluppato un bel rapporto di amicizia, considerando anche il nostro grande apprezzamento per la sua musica con gli Aeonian Sorrow era solo questione di tempo prima di chiederle una collaborazione musicale, che ha accettato subito e con grande entusiasmo. Lucia, oltre a essere nostra amica da tempo, ci ha seguiti anche dal vivo alla voce e possiede quella precisa timbrica che volevamo per aggiungere a “Mira”, un velo di delicatezza e sogno, mentre, per quanto riguarda Jon, la storia è quasi curiosa: l’ abbiamo conosciuto una sera di anni fa dopo un suo live con gli Inter Arma e siamo rimasti in contatto nel tempo, aspettando il momento giusto per proporgli di partecipare come guest con il suo theremin. Momento che si è presentato con “The Cage”, che per il suo significato concettuale e lirico si prestava come campo perfetto per i suoni alienati e sinistri di questo magnifico strumento.
Tutti e tre hanno svolto un lavoro eccezionale e speriamo sicuramente di aver nuovamente modo di collaborare in futuro.

GOGO MELONE, COME GIA’ ACCENNATO,  HA CONTRIBUITO ANCHE CON LA REALIZZAZIONE DELLA COPERTINA. QUAL E’ IL SIGNIFICATO DELL’ARTWORK CHE HA CREATO?
– Gogo ha creato questo artwork mentre ascoltava i brani in anteprima. Il suo lavoro grafico è quindi per noi una seconda pelle, modellato sulle sensazioni che lei ha provato ascoltando l’album. Ci sono vari significati che si possono dare all’ artwork e all’album in generale, quello che è certo è che questa grafica ha un significato molto contemporaneo ed è per noi lo specchio della condizione umana attuale.
Graficamente poi, la copertina di “Ascension” ha una connessione con quella del precedente EP, è in un certo senso la sua evoluzione ed è in realtà un ponte, una transizione tra il primo EP ed il futuro successore di “Ascension”.

“ASCENSION”, LA TITLETRACK, E’ UNA SORTA DI SUITE DIVISA IN TRE PARTI. COME E’ STATA COMPOSTA? HA UN SIGNIFICATO PARTICOLARE? PERCHE’ AVETE INTITOLATO COSI’ L’INTERO DISCO?
– Come dicevamo poc’anzi, “Ascension” rappresenta la ricerca di se stessi nel profondo fino ad arrivare ad uno stato introspettivo e impalpabile, affrontando la piena oscurità. La suite finale rappresenta proprio la summa di questo percorso: “Cosmic River” simboleggia l’abbandono e lo spogliarsi di ogni convinzione assunta fino ad ora, l’approdo in un lido di totale abnegazione a tutto ciò che è occultato negli abissi dell’esistenza. Il secondo movimento, “My Burial Dream”, è un farsi altro al di fuori di sé, nella situazione di un funerale cosmico, un alito di coscienza si rivolge a se stesso sgretolandosi addosso ogni ultima pulsione umana nella piena coscienza della morte del corpo. Con “Nebula” il cerchio del trittico si chiude, si torna al principio cosmico ed il grido di disperazione diventa un coro quasi di rassicurazione, di fronte alla visione di un piano dell’esistenza in cui l’anima del vagabondo ha preso piena consapevolezza di sé e trascende tempo e spazio.
Non è comunque la fine, il cerchio stesso ha appena iniziato il suo moto vorticoso.

PER IL SINGOLO “APATHETIC LACRYMAE” AVETE REALIZZATO UNA VERSIONE REMIX CON LA COLLABORAZIONE DI THERESE TOFTING. CE NE POTETE PARLARE? PENSATE DI RIPETERE QUESTA ESPERIENZA IN FUTURO, MAGARI ANCHE CON QUALCHE BRANO DA “ASCENSION”?
– Therese, oltre ad aver contribuito al remix di “Apathetic Lacrymae”, aveva già collaborato con noi con un’ospitata nel brano “Denialist” dal nostro primo EP. E’ un’artista norvegese dal talento e umiltà spaventosi, l’idea del remix è nata perché con lei Nick condivide una passione per la musica elettronica, specialmente per Krister Linder, che è stata l’ispirazione più grande per questa versione del singolo.
Sicuramente stiamo pensando di preparare qualche versione alternativa di qualche pezzo di “Ascension”, ci piace sempre sperimentare nuove soluzioni in totale libertà creativa.

AVETE ALTRE PASSIONI COMUNI OLTRE ALLA MUSICA?
– Effettivamente, ora che ci pensiamo, è la musica il collante principale che unisce le varie personalità dei Ghostheart Nebula. Ognuno coltiva i propri interessi ed è in grado di aggiungere una sfumatura di sé nel contesto generale della band. C’è una direzione comune nella quale confluiscono diverse strade.

AVETE IN PROGRAMMA DELLE DATE LIVE PER PROMUOVERE L’ALBUM? AVETE GIA’ PENSATO A QUALE DIREZIONE INTRAPRENDERE PER IL SUCCESSORE DI “ASCENSION”?
– Per il momento abbiamo una data allo Slaughter Club di Milano il 17 Ottobre con Abyssian e Thedus, poi vedremo quali opportunità si paleseranno.
In realtà, mentre aspettavamo di pubblicare “Ascension”, ci siamo messi a lavorare sul successore e dobbiamo dire che il lavoro di scrittura è già a un buon punto! A riguardo, diremo qualcosa di più specifico più avanti, anche se da qualche parte potrebbe già esserci qualche indizio!

 

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