Una vita all’insegna della sperimentazione nel death metal, quella dei Gigan e del suo leader indiscusso Eric Hersemann. Una discografia temibile e supportata da vero estro e voglia di spingersi verso l’inosabile, trafiggendoci con un death metal tecnico, ingarbugliato e contaminato di grind e stravolta psichedelia.
L’attività a singhiozzo, una stabilità della line-up trovata solo di recente e una proposta oggettivamente ostica, per quanto assai fascinosa e solida nelle fondamenta, non ha permesso al terzetto di andare oltre una dimensione prettamente underground – all’interno della quale, oseremmo dire, vantano una platea di ascoltatori persino inferiore di quella che ci si aspetterebbe, almeno se consideriamo l’hype che avvolge altre realtà di settore, non sempre baciate dal medesimo talento.
Non sappiamo dire se l’ultimo “Anomalous Abstractigate Infinitessimus” saprà cambiare questa situazione (probabilmente no), mentre siamo sicuri del fatto che anche in questa occasione il gruppo americano si è confermato a livelli altissimi, rendendoci partecipi delle sue sonorità vorticose e futuriste, feroci e deliranti.
Asciugando appena il proprio iper-strutturato canovaccio sonico, i Gigan hanno rinnovato la loro piccola leggenda e andiamo adesso a capire meglio proprio con il polistrumentista e cantante Eric Hersemann come si sia arrivati a questo nuovo disco e quale sia il suo stato d’animo attuale, dopo aver passato un periodo piuttosto duro e frustrante nel periodo pandemico e quello appena successivo.
SONO PASSATI SETTE ANNI DAL PRECEDENTE “ANOMALOUS ABSTRACTIGATE INFINITESSIMUS”. VOLEVO CHIEDERTI SE QUESTO AMPIO INTERVALLO DI TEMPO È DOVUTO, SEMPLICEMENTE, A UNA MANCANZA DI ISPIRAZIONE O INTERESSE NELLO SCRIVERE NUOVA MUSICA, OPPURE ALTRE CIRCOSTANZE VI HANNO IMPEDITO DI REALIZZARE PRIMA UN NUOVO DISCO.
– Non soffro mai di mancanza di ispirazione o interesse nello scrivere nuova musica. Quello che è successo, semplicemente, è una serie di avvenimenti, personali e nel mondo, che ci hanno tenuto più lontano di quanto volessimo dalla musica dei Gigan. Eravamo pronti a entrare in studio nel 2020, prima che la pandemia bloccasse tutto quanto. Il Covid ha colpito duro anche nel fisico alcuni di noi, io ho sofferto di quello che è chiamato ‘long-Covid’ e sono stato sostanzialmente malato per circa sei mesi. Dopo aver pienamente recuperato, non ho sentito subito la necessità di viaggiare e mettermi in tour.
Prima di rimettermi a scrivere nuova musica abbiamo tenuto alcuni show singoli e un breve tour e a quel punto ero di nuovo nelle condizioni per dare vita a un nuovo capitolo del gruppo. Solo che a quel punto ho dovuto risolvere altre questioni legate al mio fisico, un’operazione legata alla rimozione di alcune costole – ne avevo di più di quelle che ha normalmente una persona – e la conseguente convalescenza e riabilitazione.
Insomma, mettendo assieme tutto quanto sono trascorsi circa quattro anni. Così, invece di attendere tre anni come avrebbe dovuto essere, ne sono passati sette da un album dei Gigan e il successivo. Abbiamo provato con assiduità per tre mesi e poi siamo entrati direttamente in studio per registrare. Ora siamo qua, grazie per averci aspettato!
DAL PUNTO DI VISTA STILISTICO NON MI PARE CI SIANO STRAVOLGIMENTI RISPETTO A “UNDULATING WAVES OF RAINBIOTIC IRIDESCENCE”: RIPARTITE DALLA VOSTRA PECULIARE MISCELA DI DEATH METAL E GRIND IPER-TECNICII, ARRICCHITI DA SUONI FUTURISTICI E PSICHEDELICI, STRAVAGANTI ANCHE PER I CANONI DEL METAL ESTREMO PIÙ CEREBRALE.
SOFFERMANDOCI PROPRIO SU QUESTI STRANI SUONI DI SINTETIZZATORI E TASTIERA CHE PRODUCI, VOLEVO SAPERE COME TI VENGONO IN MENTE, COSA TI ISPIRA PER QUESTE SOLUZIONI?
– Diciamo che le cose che sento nella mia testa a volte non sono riproducibili con una strumentazione ‘tradizionale’, così devo ampliare la mia dotazione strumentale, per colmare il divario tra la mia immaginazione e qualcosa di più tangibile. Dare quindi una forma reale a quanto mi pare di percepire nella mia mente.
Andando più nello specifico, ricorro a theremin, particolari pedali per gli effetti di chitarra e lavoro anche su tecniche per suonare la chitarra non convenzionali. Quando un nuovo suono fa la sua comparsa nella mia testa, cerco in tutti i modi di arrivare a riprodurlo: può essere difficile ma ne vale sempre la pena!
IL TITOLO DELL’ALBUM E QUELLI DELLE SINGOLE TRACCE SONO, COME DA VOSTRA TRADIZIONE, LUNGHI E CONTORTI. IN QUESTI CASI, NON SI SA BENE COSA PENSARE, SE EFFETTIVAMENTE QUESTI TITOLI VOGLIANO ESPRIMERE QUALCHE PROFONDO SIGNIFICATO, OPPURE SIANO UNA SPECIE DI SBERLEFFO, DI PRESA IN GIRO, E QUINDI NON SI DEBBA RICERCARNE UN SENSO COMPIUTO. COME DOVREMMO EFFETTIVAMENTE INTERPRETARLI?
– Non sono assolutamente delle parodie o dei giochi di parole fini a se stessi! Io prendo la musica dei Gigan, in ogni suo aspetto, compreso quello lirico, molto seriamente. Titoli, testi, artwork, musica, lavorano in sinergia per creare un’esperienza compiuta assieme alla musica che suoniamo.
I titoli dei dischi e delle canzoni possono sembrare verbosi ed eccessivamente astrusi, vero, ma in quale altra maniera potrei descrivere altrimenti la nostra musica? Quando le persone non capiscono qualcosa, qualche volta cercano di riderci sopra o minimizzare, invece di provare a capire quello che gli sembra indecifrabile.
NONOSTANTE IL TEMPO TRASCORSO DALL’ALBUM PRECEDENTE, LA LINE-UP NON HA SUBITO MODIFICHE. UN FATTO PER VOI NUOVO, PERCHÉ LA STORIA DEI GIGAN È PIENA DI AVVICENDAMENTI DI MUSICISTI AL SUO INTERNO. A COSA SI DEVE LA MAGGIOR SOLIDITÀ DELLA LINE-UP ATTUALE E COME SONO I RAPPORTI TRA DI VOI ALL’INTERNO DEL GRUPPO?
– Sfortunatamente, la storia dei Gigan è in effetti piena di cambi di formazione. Questo accade in un’attività così impegnativa come la nostra, suonare nei Gigan richiede un grosso sforzo, senza compromessi o eccezioni.
Sono felice di avere adesso una line-up come questa, ogni membro è un maestro del suo strumento e posso dire che Nake (Cotton, batterista, ndR) e Jerry (Kavouriaris, cantante, ndR) sanno anche fare un passo indietro, rispettare le mie idee e lasciarmi libero di sfogare quello che ho in mente.
Inoltre, ed è la cosa ancora più importante rispetto alle loro abilità di musicisti, Nate e Jerry sono due persone che rispetto moltissimo, sono divertenti e mi trovo bene con loro al di là della musica. Sono entrambi esempi di puro talento, che si fonde in loro a passione e una certa dose di follia. Una combinazione perfetta per i Gigan. Con Nate suoniamo assieme da tantissimo tempo e quando collaboriamo creiamo magia, pura magia!
NONOSTANTE IL CARATTERE AVANGUARDISTICO DELLA VOSTRA PROPOSTA, I COLLEGAMENTI CON IL DEATH METAL NELLA SUA FORMA PIÙ PURA E TRADIZIONALE RIMANGONO MOLTO SOLIDI E SI PERCEPISCONO CHIARAMENTE ASCOLTANDOVI.
TI È MAI SUCCESSO IN PASSATO DI PENSARE CHE I GIGAN POTESSERO SPINGERSI ANCORA PIÙ LONTANO, VERSO FORME SONORE ANCORA PIÙ FUORI DA CANONI PRESTABILITI E LONTANE DAL METAL ESTREMO?
– Mi piace ancora tantissimo il metal con il quale sono cresciuto, misterioso e un po’ pericoloso. Non capisco né mi identifico con la maggior parte delle band moderne e il modo in cui si promuovono e si mettono in mostra.
Sono stato coinvolto nel death metal sin dalla sua creazione (eh sì, sono vecchio): avevo una fanzine negli anni ’90, ho lavorato per l’Olympic Records, in una booking agency, avevo gruppi già in quel periodo, ho fatto il driver e il ragazzo del merchandise ben prima che iniziassi ad andare in tour con le mie band. Ho visto di tutto, sono ancora qua perchè amo tantissimo questa musica.
I Gigan hanno quindi un rapporto ancora molto stretto con il metal più tradizionale proprio perché, almeno nel mio subconscio, una parte di me ama tantissimo il metal estremo ai suoi inizi, è un amore che penso non sparirà mai!
LA VOSTRA MUSICA HA SEMPRE GUARDATO MOLTO LONTANO, PROIETTANDOCI CON L’IMMAGINAZIONE IN LUOGHI IGNOTI, IN UN ALTRO SPAZIO E IN UN ALTRO TEMPO.
IN QUESTO PERIODO STORICO NEL QUALE SI PARLA TANTO DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE, E ALCUNE MERAVIGLIE – OD ORRORI – COLLEGATI ALLO SVILUPPO DI QUESTA TECNOLOGIA SEMBRANO COSÌ VICINI, COME VI SENTITE VOI E LA VOSTRA MUSICA? VI AFFASCINA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, INFLUENZA IN QUALCHE MODO QUELLO CHE SUONATE?
– Sì, è qualcosa di affascinante e terrorizzante allo stesso tempo! Uno degli aspetti fondanti dei Gigan è la combinazione tra umanità e tecnologia fantascientifica, che immaginiamo possa servire a creare organismi in parte naturali, in parte artificiali, attraverso scienza ed occultismo.
È divertente scrivere di questi tempi ma, in realtà, le persone dovremmo spingere i propri limiti artistici sapendo di essere umani, e quindi imperfetti. La perfezione è sterilità, ma la sterilità non è perfetta.
LE CANZONI DEI GIGAN HANNO UNA DURATA MOLTO VARIABILE, POSSONO STARE SOTTO I QUATTRO MINUTI, COME TOCCARE O SUPERARE I DIECI. COME DECIDETE LO SVILUPPO DI UN BRANO, LA SUA STRUTTURA E FIN DOVE PUÒ SPINGERSI, IN TERMINI DI PAZZIA, VIOLENZA E SPERIMENTAZIONE?
– Non pianifico prima quanto deve durare un pezzo, lo sviluppo e lo evolvo nella mia mente, come se fosse un organismo vivente. A volte escono canzoni brevi, altre molto più lunghe; alcune sono più dirette, altre più astratte.
Vado dove la mia immaginazione mi conduce. È sempre una sorpresa, quando le riascolto per la prima volta e vedo fin dove sono giunto!
Quando le suoniamo in sala prove hanno ognuna un proprio carattere, ma la forma definitiva, a volte molto diversa da come pensavo potesse essere, ce l’abbiamo a disco ultimato. Per questo la musica dei Gigan è così lontana da altri gruppi, le mie canzoni sono uniche perché unico è il procedimento con il quale vengono create. Non vado alla ricerca dell’ispirazione, piuttosto è sempre lì lavora nella mia testa, assorbendo tutti gli stimoli che ho attorno.
QUALI EFFETTI UTILIZZI PER CREARE GLI STRANI SUONI CHE SCATURISCONO DALLA TUA CHITARRA? RICORDO UN CONCERTO DEI GIGAN A MILANO, DI SPALLA AGLI ULCERATE, NEL 2014, DOVE AVEVI DAVANTI UNA QUANTITÀ STERMINATA DI PEDALI E RIUSCIVI A RIPRODURRE DAL VIVO ESATTAMENTE QUELLO CHE SI POTEVA SENTIRE SU DISCO.
– Uso tantissimi pedali in effetti, chitarra e theremin mi danno modo di esprimere tutto quello che ho in mente, a volte in effetti finisco per tirare fuori delle cose veramente folli. I Gigan riproducono dal vivo tutto quello che puoi udire negli album perché noi non siamo finti. Nessun trigger, nessun re-amping, nessuna traccia pre-registrata, nessuna posa o trucco, solo musica e creatività. Registriamo esattamente quello che suoniamo live.
Dal vivo c’è solo meno spontanea improvvisazione, quella che invece abbiamo in sala prove o in studio di registrazione. Possiamo riprodurre tutto quanto perchè siamo musicisti che prendono molto sul serio la propria arte e l’hanno perfezionata al massimo.
IL DEATH METAL È UN GENERE CHE STA GODENDO DI AMPIA VISIBILITÀ E VERO SUCCESSO PER ALCUNI NOMI DELLA SCENA. VOI SIETE RIMASTI IN UNA DIMENSIONE UNDERGROUND: PENSI CHE UNA PROMOZIONE DIVERSA E CAPILLARE VI AVREBBE CONSENTITO UNA MAGGIORE VISIBILITÀ, OPPURE PER IL TIPO DI MUSICA CHE SUONATE IL SEGUITO CHE AVETE È QUELLO GIUSTO, FORMATO SOLAMENTE DA PERSONE REALMENTE APPASSIONATE A QUESTE SONORITÀ?
– Sono felice per l’attenzione che riceviamo, ma sì, guardando a ciò che vedo ottenere visibilità su larga scala, penso che i Gigan potrebbero essere più noti e rilevanti, con una migliore promozione.
I Gigan sono una band particolare, hanno un loro suono e non sono confondibili con altri. A mio parere, la maggior parte delle band che ottengono molta attenzione possono essere facilmente descritte e assimilate dal pubblico.
Viviamo in un mondo in cui le persone hanno paura di pensare con la propria testa, a rischio di persecuzione da parte degli altri, quindi sembra che le persone seguano solo ciò che viene loro imposto da una manciata di etichette discografiche metal che vendono grosso modo sempre le stesse cose.
Ad essere onesti, però, devo anche ammettere che odio i social media e stare sempre a raccontare chi sono e cosa faccio. Pertanto, otteniamo molta meno promozione anche per questo motivo. È un dare e avere, me ne rendo conto, e io da questo punto di vista dò molto poco! Preferirei che la musica parlasse da sola, ma al giorno d’oggi è più difficile di quanto non fosse in passato.
Sono orgoglioso di aver fatto ciò che ho fatto con pochissimo supporto, comunque. I Gigan non hanno mai avuto un management, non ho mai pagato per andare in tour o cambiato il nostro sound per renderlo più accessibile. Nonostante questo, abbiamo alle spalle sei album tutti pubblicati su etichette discografiche vere e proprie, e sono tutti dischi che hanno ricevuto ottimi responsi dalla critica.
Abbiamo fatto tournée in tutto il mondo e abbiamo una fanbase incredibile, che ci supporta con passione e acquista tutto il nostro merchandising quando andiamo in tour. I Gigan non sarebbero niente senza le persone che ci seguono e supportano, non possiamo fare altro che ringraziarli per il loro sostegno!