Con “Guilty As Sin” le inglesi Girlschool hanno dimostrato di avere ancora tutta la forza e l’impatto degne di una grande band, nonostante i trentasette anni suonati di carriera. Uno dei pilastri della NWOBHM, la formazione tutta al femminile più famosa dell’heavy metal non dà segni di cedimento, anzi, suonerà in tour insieme a Saxon e Motorhead per rinvigorire la fiamma del rock duro di matrice inglese. Ai nostri microfoni una disponibilissima Enid Williams ci racconta del loro ultimo lavoro discografico.
SE NON CONSIDERIAMO “HIT AND RUN REVISITED”, IL NUOVO “GUILTY AS SIN” E’ IL PRIMO VOSTRO DISCO DI INEDITI DA SETTE ANNI A QUESTA PARTE. UN PERIODO DI TEMPO MOLTO LUNGO!
“Vedi, il bello della musica ispirata è che arriva al momento giusto. E’ difficile per me rispondere alla tua domanda, perché non c’è un motivo particolare di questa lunga pausa discografica, semplicemente le Girlschool hanno scritto ‘Guilty As Sin’ perché era il momento giusto. Forzare le cose, scrivere un disco solo perché qualcuno lo impone avrebbe compromesso di sicuro il risultato finale della nostra musica. Non ci interessa pubblicare dischi se questi non ci soddisfano”.
QUANDO VI SIETE RITROVATE IN STUDIO A SCRIVERE I BRANI DEL NUOVO “GUILTY AS SIN”, AVETE CAMBIATO IL VOSTRO APPROCCIO LAVORATIVO OPPURE AVETE TUTTO SI E’ SVOLTO CON LE SOLITE MODALITA’?
“ ‘Guilty As Sin’ nasce con un diverso approccio, dovuto principalmente al fatto che abbiamo cambiato produttore. Dopo diversi anni insieme al nostro precedente produttore Tim Hamill, questa volta abbiamo lavorato insieme a Chris Tsangarides, una persona che lavora in modo molto diverso rispetto a come eravamo abituate in passato. Chris ha lavorato con un sacco di band rock e metal, ma il suo approccio è stato per noi qualcosa di totalmente nuovo. Per molti versi è stato eccitante lavorare con lui, a volte ci siamo trovati d’amore e d’accordo, mentre in altre occasioni ci siamo scontrate con lui, ma ciò che più conta è che abbiamo realizzato un grande disco di cui siamo tutte molto soddisfatte”.
VOI SIETE IN GIRO DA OLTRE TRENT’ANNI, E’ DAVVERO COSI’ IMPORTANTE LAVORARE CON UN PRODUTTORE ESTERNO? L’ESPERIENZA NON VI MANCA E AVRESTE POTUTO BENISSIMO PRODURRE DA SOLE IL VOSTRO NUOVO DISCO.
“Capisco cosa vuoi dire e la risposta è abbastanza complessa. In diversi momenti, un produttore può essere davvero molto importante. Suoniamo insieme da moltissimo tempo ed il nostro modo di scrivere musica è affiatato e ben rodato, potremmo trovarci in studio da sole e registrare un disco senza troppi problemi. Io penso però che avere l’aiuto di una persona esterna possa aiutare molto una band, come ti dicevo prima Chris lavora in modo molto diverso rispetto a noi e questo ci ha permesso di approcciarci alla nostra musica sotto un’ottica diversa che ha dato dei buoni frutti. Questi frutti non so se sarebbero maturati se avessimo proseguito a lavorare come siamo abituate, capisci cosa intendo? Un produttore può essere anche molto pericoloso, perché se non entra in sintonia con la band con cui lavora potrebbe portarla fuori strada, in una direzione musicale, come posso dire…snaturata. Il segreto è trovare una persona che capisca bene la nostra filosofia e, nonostante in alcuni momenti ci fossero punti di vista diversi, nel caso di ‘Guilty As Sin’, la collaborazione con Chris Tsangarides si è dimostrata molto positiva e produttiva. Devi sapere che Chris è un bravissimo chitarrista ed ogni volta che Jackie Chambers si presentava in studio con dei nuovi riff, lui li studiava e a volte li cambiava con delle idee davvero molto valide”.
“GUILTY AS SIN” CONTIENE INFATTI IL VOSTRO CLASSICO TRADEMARK, CON ALCUNE IDEE MOLTO NUOVE E FRESCHE.
“Mi fa piacere che tu l’abbia notato, perché questo era esattamente il nostro scopo. Kim MacAuliffe ama alla follia il metal classico, i riff veloci e la doppia cassa, diciamo che lei è la parte più tradizionale delle Girlschool, mentre a me piace sperimentare e provare qualche soluzione un po’ diversa rispetto alle nostre solite cose. Jackie è un po’ come me, mentre Denis la collocherei a metà via tra noi e Kim, quindi su ‘Guilty As Sin’ abbiamo cercato di mettere insieme tutte le nostre personalità ed il risultato è proprio ciò che dicevi, un disco in parte tipicamente Girlschool ed in parte con delle soluzioni un po’ diverse. Abbiamo semplicemente provato ad essere autentiche, a non seguire il classico filone nostro che si aspetterebbero i fan di vecchia data. Anche a livello di testi, le canzoni trattano tematiche politiche in modo molto più diretto rispetto ai nostri dischi precedenti”.
SUONATE INSIEME DA FINE ANNI SETTANTA, QUANDO VI TROVATE A COMPORRE NUOVI BRANI, C’E’ PERFETTA ALCHIMIA FRA VOI OPPURE ANCORA VI SCONTRATE?
“Posso dire che ci conosciamo benissimo tra di noi ed è proprio per questo che non finiamo mai di discutere (ride, nda). Ai tempi delle prime Girlschool, Kelly Johnson si occupava di gran parte del songwriting, mentre oggi lavoriamo in modo diverso, molti pezzi li scrive Jackie, altri li scrivo io, altri ancora li scrivo insieme a Jackie. Ci possono essere alcune discussioni su quali canzoni mettere su disco, ma queste ‘frizioni’ si dimostrano sempre molto proficue perché riusciamo ogni volta a dare il meglio di noi”.
ENID, PRIMA PARLAVI DEI VOSTRI TESTI CHE HANNO PRESO UNA PIEGA VERSO TEMATICHE POLITICHE PIU’ ESPLICITE RISPETTO AL VOSTRO PASSATO. PER QUALE MOTIVO AVETE SENTITO IL BISOGNO DI TRATTARE CERTE TEMATICHE?
“In passato abbiamo già proposto canzoni con tematiche di questo tipo, ma con questo disco l’approccio è stato diverso anche per testi. Jackie ha scritto più musica, io, sempre a livello di musica, ho fatto due brani, inoltre mi sono concentrata maggiormente sui testi. Cosa volevo comunicare? Nulla di particolare, non avevo un messaggio specifico da far ascoltare ai nostri fan, ho pensato soltanto a scrivere di argomenti che mi toccano nel profondo e che riescono a incendiarmi o che mi appassionano o che mi spaventano. Siamo sempre una band rock’n’roll, su ‘Guilty As Sin’si parla anche di amore, sesso, drink, ma nella vita c’è anche molto altro, specialmente quando una persona invecchia. Non abbiamo più vent’anni e non pensiamo più soltanto a divertirci e combinare casini, abbiamo un approccio diverso nei confronti del mondo che ci circonda e degli avvenimenti che accadono nelle vite di tutti noi. La canzone ‘Come The Revolution’ ad esempio, parla di politica, di un cambio necessario della classe dirigente attuale, per cambiare le cose servono idee nuove, persone nuove. Negli ultimi duecentoquaranta anni abbiamo vissuto tante rivoluzioni, quella industriale è stata sicuramente una delle più importanti che ha cambiato il mondo. Adesso ci stiamo muovendo in una nuova era, diversa dalla precedente e serve un’altra rivoluzione per sistemare le cose. Siamo alla fine di un ciclo e all’inizio di uno nuovo”.
SU DISCO AVETE PROPOSTO LA COVER DI UNO DEI BRANI DA DISCOTECA PIU’ FAMOSI AL MONDO, “STAYIN’ ALIVE” DEI BEE GEES. CHI HA SCELTO QUESTA CANZONE?
“L’idea di fare la cover di ‘Stayin’ Alive’ è nata dal nostro manager, ma devo dire che appena l’ha proposta io mi sono trovata totalmente d’accordo con lui. Non siamo fan dei Bee Gees, ma riconosciamo loro di aver composto delle canzoni davvero memorabili, immortali. Noi Girlschool abbiamo una tradizione, in ogni nostro disco proponiamo una cover, ma il problema è che se avessimo preso un brano rock tradizionale, non avremmo potuto sbizzarrirci più di tanto, certamente qualche piccolo cambiamento si poteva fare, ma nulla in confronto a prendere un brano disco pop e rivoltarlo come un guanto applicandogli lo stile Girlschool. Siamo più stimolate dalla possibilità di stravolgere un pezzo, piuttosto che limitarci a proporlo pari o quasi all’originale”.
ANDRETE IN TOUR ASSIEME A SAXON E MOTORHEAD, UNA SORTA DI SACRA TRIADE DELLA NWOBHM.
“Esatto, siamo molto contente di suonare insieme a Saxon e Motorhead, veniamo tutti dall’Inghilterra e dallo stesso periodo storico, ci conosciamo da tantissimi anni e siamo tutti molto amici”.
SIETE MOLTO AMICHE DI LEMMY, CHE RECENTEMENTE HA AVUTO UN SACCO DI PROBLEMI DI SALUTE. SIETE IN CONTATTO CON LUI, SAPETE ORA COME STA?
“Ogni tanto ci sentiamo e credo che finalmente sia riuscito a risolvere gran parte dei suoi problemi di salute, le cose ora dovrebbero andare meglio. Sai, Lemmy quest’anno compie settant’anni e da quaranta suona incessantemente con i Motorhead. Non è un mistero che la vita di Lemmy sia stata molto movimentata in passato, inoltre non ha mai smesso di lavorare, non si può certo pretendere dal suo fisico una risposta da ventenne. Pertanto questo tour non sarà intenso, ma spezzato da diversi day off che permetteranno a tutti di non affaticarsi troppo. Lemmy non dovrà quindi consumare tutte le sue energie, i giorni di riposo gli permetteranno di svolgere i suoi leggendari grandi show. Insomma, sta bene per essere un settantenne!”.
MUSICISTI COME LEMMY, KEITH RICHARDS O OZZY OSBOURNE SEMBRANO QUASI IMMORTALI AGLI OCCHI DEI FAN, PERCHE’ NONOSTANTE UNA VITA VISSUTA SEMPRE AL MASSIMO, SEMBRANO NON CEDERE MAI NEMMENO UN PASSO. CIO’ CHE E’ CAPITATO AL LEADER DEI MOTORHEAD RIPORTA TUTTI CON I PIEDI PER TERRA…
“In effetti è proprio così, una rock star a volte sembra indistruttibile, tutti si dimenticano che alla fine un musicista è prima di tutto un uomo come gli altri. Motorhead, Saxon, noi, andiamo avanti a suonare da quarant’anni perché la musica è la nostra vita, la nostra passione, il nostro lavoro. Vuoi sapere se penso mai al giorno in cui tutto questo finirà? No, ma rispondo per me, le altre ragazze della band potrebbero avere idee differenti. Kim e Denise ogni tanto parlano di come potrebbe essere la loro vita una volta appesi gli strumenti al chiodo, per quanto mi riguarda amo ancora tantissimo suonare e non riesco ad immaginare la mia vita senza tutto questo. Mi piacerebbe fare musica per tutto il resto della mia vita, magari in altri modi, ma senza dover per forza smettere. Nessun membro delle Girlschool ha figli, questo probabilmente ci ha aiutato ad andare avanti senza ripensamenti, senza il rimorso di essere lontane in tour con un figlio a casa da accudire”.
ENID, NEGLI ANNI OTTANTA HAI LASCIATO LA BAND E SOLO DAL 2000 SEI RIENTRATA IN PIANTA STABILE. COSA RICORDI DEL PERIODO IN CUI ERI LONTANA DALLE GIRLSCHOOL?
“Nei diciotto anni e mezzo in cui sono stata lontano dalla band ho fatto moltissime cose. Sono andata al college, ottenendo una laurea in musica, ho prodotto spettacoli, ho cantato in alcuni locali ed ho fatto anche televisione. Inoltre avevo anche un’attività legata alla cucina, puoi capire che non mi sono certo annoiata!”
DA SEMPRE SEI UNA FEMMINISTA CONVINTA E ATTIVA, CREDI CHE OGGI, NEL 2015, LE DONNE ABBIAMO OTTENUTO PIU’ RISPETTO ALL’INTERNO DELL’AMBIENTE MUSICALE?
“Questa è una domanda molto difficile, credo che sotto certi punti di vista noi donne siamo riuscite ad ottenere rispetto, sotto altri no. Negli anni Settanta i ragazzi ci ridevano in faccia quando dicevamo loro di essere intenzionate a mettere in piedi una band tutta al femminile. Sembrava che volessimo andare nello spazio senza la tuta da astronauta! Oggi la scena metal vanta diverse donne piene di talento. Ti racconto una nostra piccola soddisfazione: nel 1981 abbiamo suonato da headliner al festival di Reading, dove tutte le altre band erano composte esclusivamente da maschi! Se parliamo della scena metal, oggi le donne hanno il rispetto dei musicisti e dei fan, ma a livello di business ci sono ancora molti muri da abbattere”.