Per molti sono una delle assolute rivelazioni della scena metal degli ultimi anni. Per altrettanti, ancora dei perfetti sconosciuti, purtroppo. Ma la fama dei post death metallers transalpini Gojira sta continuando a crescere e il loro successo, soprattutto in zone come la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti, pare inarrestabile, con migliaia di copie vendute e continue richieste di date live. L’ultimo album dei nostri, “From Mars To Sirius”, è arrivato nei negozi ormai quasi due anni fa, ma purtroppo i Gojira non sono ancora riusciti ad esibirsi in Italia, nazione che sino ad oggi sembra averli un po’ snobbati. Il gentilissimo batterista Mario Duplantier è comunque stato ben felice di rilasciare un’intervista al vostro portale metal preferito: eccovi il resoconto della nostra chiacchierata, avvenuta in quel di Londra poco dopo la conclusione del loro concerto di spalla ai Trivium…
SIETE DI RITORNO DA UN PAIO DI TOUR NEGLI STATI UNITI… COME SONO ANDATE LE COSE OLTRE OCEANO?
“Il primo tour di spalla ai Children Of Bodom è andato discretamente… suonavamo come opener, prima degli Amon Amarth, la support band principale. Non è stato male, ma negli USA la gente che va ai concerti solitamente non è davvero interessata ai gruppi che aprono le serate. Inoltre noi suoniamo musica piuttosto diversa da quella delle altre band che facevano parte del bill. Insomma, in certe serate abbiamo riscosso un buon successo, ma in altre siamo stati trattati piuttosto male. Il recente tour con Lamb Of God, Machine Head e Trivium invece è andato decisamente meglio. Abbiamo suonato in locali davvero grossi e il pubblico è quasi sempre parso molto ricettivo ed entusiasta. Parlando con i ragazzi sotto al palco e leggendo i commenti in rete, sembra proprio che siamo riusciti a lasciare il segno. Anche i CD stanno iniziando a vendere bene nei negozi e pare che ci siano diversi promoter interessati a riportarci da quelle parti molto presto! In definitiva, siamo molto soddisfatti di come si stanno evolvendo le cose per noi negli Stati Uniti”.
“Il primo tour di spalla ai Children Of Bodom è andato discretamente… suonavamo come opener, prima degli Amon Amarth, la support band principale. Non è stato male, ma negli USA la gente che va ai concerti solitamente non è davvero interessata ai gruppi che aprono le serate. Inoltre noi suoniamo musica piuttosto diversa da quella delle altre band che facevano parte del bill. Insomma, in certe serate abbiamo riscosso un buon successo, ma in altre siamo stati trattati piuttosto male. Il recente tour con Lamb Of God, Machine Head e Trivium invece è andato decisamente meglio. Abbiamo suonato in locali davvero grossi e il pubblico è quasi sempre parso molto ricettivo ed entusiasta. Parlando con i ragazzi sotto al palco e leggendo i commenti in rete, sembra proprio che siamo riusciti a lasciare il segno. Anche i CD stanno iniziando a vendere bene nei negozi e pare che ci siano diversi promoter interessati a riportarci da quelle parti molto presto! In definitiva, siamo molto soddisfatti di come si stanno evolvendo le cose per noi negli Stati Uniti”.
E’ STATO STRESSANTE SUONARE OGNI SERA PER COSI’ TANTO TEMPO? ERAVATE ABITUATI A SIMILI RITMI?
“Onestamente, no… sino a pochi mesi fa il nostro tour più lungo era durato una ventina di giorni e aveva avuto luogo in Francia e in alcune nazioni limitrofe. Non ci era mai capitato di dover coprire un territorio vasto come gli USA e di rimanere sul tour bus per così tanto tempo. Devo dire però che ce la siamo cavata bene: del resto, la band è la nostra sola occupazione oggi e d’ora in avanti non faremo altro che suonare, quindi sarebbe stupido lamentarsi. Poi devo dire che riusciamo a mantenere uno stile di vita regolare anche nel bel mezzo di un tour: non siamo esattamente dei tipi a cui piace ubriacarsi ogni sera e fare tardi. Tutte le sere siamo soliti suonare, riposarci un po’, bere tanta acqua e andare a dormire. Gli Amon Amarth o i Children Of Bodom ci prendevano in giro, ma per noi questa è la cosa migliore da fare. Siamo ragazzi semplici e vogliamo soltanto suonare la nostra musica nella maniera più professionale possibile. Il resto non ci interessa”.
“Onestamente, no… sino a pochi mesi fa il nostro tour più lungo era durato una ventina di giorni e aveva avuto luogo in Francia e in alcune nazioni limitrofe. Non ci era mai capitato di dover coprire un territorio vasto come gli USA e di rimanere sul tour bus per così tanto tempo. Devo dire però che ce la siamo cavata bene: del resto, la band è la nostra sola occupazione oggi e d’ora in avanti non faremo altro che suonare, quindi sarebbe stupido lamentarsi. Poi devo dire che riusciamo a mantenere uno stile di vita regolare anche nel bel mezzo di un tour: non siamo esattamente dei tipi a cui piace ubriacarsi ogni sera e fare tardi. Tutte le sere siamo soliti suonare, riposarci un po’, bere tanta acqua e andare a dormire. Gli Amon Amarth o i Children Of Bodom ci prendevano in giro, ma per noi questa è la cosa migliore da fare. Siamo ragazzi semplici e vogliamo soltanto suonare la nostra musica nella maniera più professionale possibile. Il resto non ci interessa”.
QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI PER I PROSSIMI MESI? STATE PENSANDO AD UN NUOVO ALBUM O ANDRETE ANCORA IN TOUR?
“Stiamo pensando ad un nuovo album, ma per ora abbiamo soltanto un paio di brani pronti. Nell’ultimo anno abbiamo cercato soltanto di suonare live il più possibile e di fare dei Gojira una band davvero professionale sotto questo punto di vista. Abbiamo voluto migliorare il nostro affiatamente on stage e diventare una live band a tutti gli effetti. Ho letto solo commenti positivi riguardo ai nostri show, quindi direi che ci siamo riusciti. Ora non so dirti se ci prenderemo una pausa dai concerti oppure se cercheremo di imbarcarci in qualche altro tour. Per quanto mi riguarda, mi piacerebbe suonare ancora dal vivo, ma se non riceveremo proposte interessanti inizieremo sicuramente a comporre il successore di ‘From Mars To Sirius'”.
“Stiamo pensando ad un nuovo album, ma per ora abbiamo soltanto un paio di brani pronti. Nell’ultimo anno abbiamo cercato soltanto di suonare live il più possibile e di fare dei Gojira una band davvero professionale sotto questo punto di vista. Abbiamo voluto migliorare il nostro affiatamente on stage e diventare una live band a tutti gli effetti. Ho letto solo commenti positivi riguardo ai nostri show, quindi direi che ci siamo riusciti. Ora non so dirti se ci prenderemo una pausa dai concerti oppure se cercheremo di imbarcarci in qualche altro tour. Per quanto mi riguarda, mi piacerebbe suonare ancora dal vivo, ma se non riceveremo proposte interessanti inizieremo sicuramente a comporre il successore di ‘From Mars To Sirius'”.
“FROM MARS TO SIRIUS” E’ STATO ACCOLTO ALLA GRANDE OVUNQUE, PENSI CHE VI SENTIRETE NERVOSI E SOTTO PRESSIONE QUANDO DARETE VIA AL SONGWRITING PER IL SUO SUCCESSORE?
“Può darsi, ma credo di no. Ormai facciamo musica da un decennio e in Francia siamo considerati un nome di prima grandezza, quindi siamo abituati ad avere i riflettori puntati su di noi. Di certo ‘From Mars To Sirius’ è il nostro album di maggior successo sino ad oggi, ma non penso che sarà particolarmente difficile scrivere il suo successore. C’è un’atmosfera fantastica all’interno della band, siamo una grande famiglia e sappiamo come gestire certe situazioni. Per farti un esempio, siamo talmente legati che ogni volta che ci troviamo in sala prove, siamo soliti passare almeno mezz’ora a parlare prima di iniziare a suonare. Ci sfoghiamo, ci confidiamo… se qualcuno ha un problema, questo viene affrontato immediatamente. In questa maniera, suoniamo sempre con uno stato d’animo assolutamente sereno e in un’atmosfera rilassatissima. I Gojira sono molto più di una band, per noi. Si tratta di qualcosa che va oltre la musica è che è difficile da spiegare ad una persona esterna…”.
“Può darsi, ma credo di no. Ormai facciamo musica da un decennio e in Francia siamo considerati un nome di prima grandezza, quindi siamo abituati ad avere i riflettori puntati su di noi. Di certo ‘From Mars To Sirius’ è il nostro album di maggior successo sino ad oggi, ma non penso che sarà particolarmente difficile scrivere il suo successore. C’è un’atmosfera fantastica all’interno della band, siamo una grande famiglia e sappiamo come gestire certe situazioni. Per farti un esempio, siamo talmente legati che ogni volta che ci troviamo in sala prove, siamo soliti passare almeno mezz’ora a parlare prima di iniziare a suonare. Ci sfoghiamo, ci confidiamo… se qualcuno ha un problema, questo viene affrontato immediatamente. In questa maniera, suoniamo sempre con uno stato d’animo assolutamente sereno e in un’atmosfera rilassatissima. I Gojira sono molto più di una band, per noi. Si tratta di qualcosa che va oltre la musica è che è difficile da spiegare ad una persona esterna…”.
SUPPONGO CHE IL LEGAME FRA TE E JOE SIA FORTISSIMO ANCHE PERCHE’ SIETE FRATELLI…
“Certamente… io e Joe abbiamo cominciato a suonare quasi nello stesso periodo e scriviamo pezzi assieme da quando lui aveva diciassette anni e io dodici. Forse non ci crederai, ma fra noi si è instaurata una sorta di telepatia… possiamo trovarci in sala prove nello stesso momento, iniziare a suonare, andare avanti per un’ora e fermarci nel medesimo istante senza che nessuno di noi dica una sola parola. La nostra è più di una comunione di intenti, è un legame spirituale”.
“Certamente… io e Joe abbiamo cominciato a suonare quasi nello stesso periodo e scriviamo pezzi assieme da quando lui aveva diciassette anni e io dodici. Forse non ci crederai, ma fra noi si è instaurata una sorta di telepatia… possiamo trovarci in sala prove nello stesso momento, iniziare a suonare, andare avanti per un’ora e fermarci nel medesimo istante senza che nessuno di noi dica una sola parola. La nostra è più di una comunione di intenti, è un legame spirituale”.
QUALI ERANO LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE QUANDO AVETE INIZIATO A SUONARE?
“Metallica, Sepultura, Death, Morbid Angel… anche tutta la scena techno-death. Inizialmente suonavamo proprio techno-death, eravamo ossessionati dalla tecnica e dallo scrivere brani complessi. Ma nel nostro background ci sono sempre stati tanti altri tipi di musica, quindi col passare del tempo abbiamo iniziato a concentrarci anche sulla melodia e le atmosfere. Quando poi siamo entrati in contatto con i Neurosis, la svolta è stata completa. Amiamo molto questa band e il suo modo di comporre, totalmente lontano dai clichè. Personalmente, continuo a considerare i Gojira una death metal band, ma credo che il nostro modo di intendere il death metal sia del tutto diverso da quello di gran parte dei gruppi che fanno parte di questa scena. Noi cerchiamo di essere il più ‘open minded’ possibile, mentre tantissime death metal band sono orgogliose di comportarsi nella maniera opposta”.
“Metallica, Sepultura, Death, Morbid Angel… anche tutta la scena techno-death. Inizialmente suonavamo proprio techno-death, eravamo ossessionati dalla tecnica e dallo scrivere brani complessi. Ma nel nostro background ci sono sempre stati tanti altri tipi di musica, quindi col passare del tempo abbiamo iniziato a concentrarci anche sulla melodia e le atmosfere. Quando poi siamo entrati in contatto con i Neurosis, la svolta è stata completa. Amiamo molto questa band e il suo modo di comporre, totalmente lontano dai clichè. Personalmente, continuo a considerare i Gojira una death metal band, ma credo che il nostro modo di intendere il death metal sia del tutto diverso da quello di gran parte dei gruppi che fanno parte di questa scena. Noi cerchiamo di essere il più ‘open minded’ possibile, mentre tantissime death metal band sono orgogliose di comportarsi nella maniera opposta”.
UN’ALTRA VOSTRA GRANDE INFLUENZA CREDO SIANO I MESHUGGAH, SEI D’ACCORDO?
“A dire la verità, non sono un loro grande fan. O per meglio dire, alcuni loro brani sono fantastici e loro sono musicisti geniali, ma personalmente ho sempre trovato difficile ascoltare per intero un loro disco. Comunque è indubbio che alcuni nostri riff siano meshugghiani! Trovo che un’influenza per noi più importante siano i Morbid Angel, soprattutto le strutture di certi loro brani. se ci fai caso, molti brani di questo gruppo hanno una struttura circolare, sono un ‘loop’, come si suol dire. Noi abbiamo cercato spesso di comporre dei pezzi allo stesso modo… siamo sempre stati assai affascinati dal sound dei Morbid Angel”.
“A dire la verità, non sono un loro grande fan. O per meglio dire, alcuni loro brani sono fantastici e loro sono musicisti geniali, ma personalmente ho sempre trovato difficile ascoltare per intero un loro disco. Comunque è indubbio che alcuni nostri riff siano meshugghiani! Trovo che un’influenza per noi più importante siano i Morbid Angel, soprattutto le strutture di certi loro brani. se ci fai caso, molti brani di questo gruppo hanno una struttura circolare, sono un ‘loop’, come si suol dire. Noi abbiamo cercato spesso di comporre dei pezzi allo stesso modo… siamo sempre stati assai affascinati dal sound dei Morbid Angel”.
A LIVELLO LIRICO, SIETE INVECE ASSOLUTAMENTE PARTICOLARI. IN MOLTI VI STANNO DIPINGENDO COME “LA PRIMA VERA DEATH METAL BAND ECOLOGICA”!
“Sì, quella definizione fa un po’ ridere, ma non ci dispiace… di certo la gente rimane incuriosita quando legge che i Gojira sono una sorta di ‘ecological warriors’. A dire il vero, non tutti i testi di Joe parlano della natura, dell’oceano e, in generale, della attuale situazione ambientale nel nostro pianeta, ma sicuramente questi sono i suoi argomenti preferiti. Suoniamo death metal, ma il nostro messaggio è sempre stato assolutamente positivo. Non ci dispiace sensibilizzare la nostra audience sui danni che l’umanità sta facendo al pianeta terra e sulle conseguenze che questi ultimi stanno innescando. Siamo convinti che con un po’ più di sensibilità, intelligenza e impegno questo mondo possa essere ancora salvato… ogni giorno leggo di possibili catastrofi naturali, ma per noi non tutto è perduto e la speranza è l’ultima a morire”.
“Sì, quella definizione fa un po’ ridere, ma non ci dispiace… di certo la gente rimane incuriosita quando legge che i Gojira sono una sorta di ‘ecological warriors’. A dire il vero, non tutti i testi di Joe parlano della natura, dell’oceano e, in generale, della attuale situazione ambientale nel nostro pianeta, ma sicuramente questi sono i suoi argomenti preferiti. Suoniamo death metal, ma il nostro messaggio è sempre stato assolutamente positivo. Non ci dispiace sensibilizzare la nostra audience sui danni che l’umanità sta facendo al pianeta terra e sulle conseguenze che questi ultimi stanno innescando. Siamo convinti che con un po’ più di sensibilità, intelligenza e impegno questo mondo possa essere ancora salvato… ogni giorno leggo di possibili catastrofi naturali, ma per noi non tutto è perduto e la speranza è l’ultima a morire”.
A PROPOSITO DI SALVEZZA… LA FAMOSISSIMA RIVISTA INGLESE TERRORIZER VI HA DEFINITI “I SALVATORI DEL METAL”. COSA AVETE PROVATO A LEGGERE QUELLE PAROLE?
“E’ stato un complimento enorme, solo alcuni anni fa non avremmo mai potuto immaginare che un colosso come Terrorizer un giorno ci avrebbe definiti ‘i salvatori del metal’! Tuttavia ritengo che il metal non abbia alcun bisogno di essere salvato, questo genere gode di buona salute e là fuori è pieno di band interessanti. Credo che Terrorizer abbia usato quell’espressione soprattutto per far risaltare il fatto che per loro siamo una band molto originale”.
“E’ stato un complimento enorme, solo alcuni anni fa non avremmo mai potuto immaginare che un colosso come Terrorizer un giorno ci avrebbe definiti ‘i salvatori del metal’! Tuttavia ritengo che il metal non abbia alcun bisogno di essere salvato, questo genere gode di buona salute e là fuori è pieno di band interessanti. Credo che Terrorizer abbia usato quell’espressione soprattutto per far risaltare il fatto che per loro siamo una band molto originale”.
IN EFFETTI, LO SIETE, ECCOME!
“Grazie mille, suonare musica personale è sempre stata il nostro principale obiettivo e noi tutti siamo felicissimi che i nostri tentativi stiano venendo apprezzati così tanto. Cercheremo di fare del nostro meglio in questo senso anche con i prossimi album”.
“Grazie mille, suonare musica personale è sempre stata il nostro principale obiettivo e noi tutti siamo felicissimi che i nostri tentativi stiano venendo apprezzati così tanto. Cercheremo di fare del nostro meglio in questo senso anche con i prossimi album”.
CREDI CHE RIUSCIRETE A DIVENTARE UNA REALTA’ DI GROSSE PROPORZIONI ANCHE AL DI FUORI DELLA FRANCIA?
“Ci piacerebbe moltissimo e, come ti dicevo, almeno negli Stati Uniti siamo sulla buona strada. Anche in Inghilterra stiamo diventando piuttosto noti. Ma il nostro status in Francia è comunque difficile da eguagliare. Da noi siamo conosciuti ovunque e veniamo considerati alla pari di gruppi e cantanti pop e rock. In Francia anche chi ascolta musica dance conosce almeno di nome i Gojira: siamo soliti apparire sulle riviste, sui quotidiani, in tv… i nostri CD compaiono nelle classifiche regolarmente e suoniamo sempre da headliner davanti ad almeno mille persone ogni sera. ‘From Mars To Sirius’ ha venduto solo in Francia ventimila copie nel giro di poche settimane dalla sua pubblicazione e ora non so dirti a quale numero sia arrivato. Per farti un altro esempio, siamo fra i primi tre artisti francesi più cliccati su Myspace”.
“Ci piacerebbe moltissimo e, come ti dicevo, almeno negli Stati Uniti siamo sulla buona strada. Anche in Inghilterra stiamo diventando piuttosto noti. Ma il nostro status in Francia è comunque difficile da eguagliare. Da noi siamo conosciuti ovunque e veniamo considerati alla pari di gruppi e cantanti pop e rock. In Francia anche chi ascolta musica dance conosce almeno di nome i Gojira: siamo soliti apparire sulle riviste, sui quotidiani, in tv… i nostri CD compaiono nelle classifiche regolarmente e suoniamo sempre da headliner davanti ad almeno mille persone ogni sera. ‘From Mars To Sirius’ ha venduto solo in Francia ventimila copie nel giro di poche settimane dalla sua pubblicazione e ora non so dirti a quale numero sia arrivato. Per farti un altro esempio, siamo fra i primi tre artisti francesi più cliccati su Myspace”.
COME SPIEGHI UN TALE SUCCESSO? NON SUONATE CERTO MUSICA ORECCHIABILE!
“Non saprei… forse è stata premiata la nostra perseveranza. Suoniamo in lungo e in largo per la Francia da dieci anni e probabilmente siamo riusciti a far appassionare a poco a poco molti ragazzi a questo genere di musica. Negli ultimi tempi la Francia si è rivelata una nazione molto ricettiva nei confronti del metal e sono orgoglioso del fatto che i Gojira abbiano aperto un bel po’ di porte a tante altre band validissime come Hacride o Scarve. La scena sta crescendo a vista d’occhio e credo proprio che fra poco non avrà più nulla da invidiare a quelle scandinave o a quella tedesca”.
“Non saprei… forse è stata premiata la nostra perseveranza. Suoniamo in lungo e in largo per la Francia da dieci anni e probabilmente siamo riusciti a far appassionare a poco a poco molti ragazzi a questo genere di musica. Negli ultimi tempi la Francia si è rivelata una nazione molto ricettiva nei confronti del metal e sono orgoglioso del fatto che i Gojira abbiano aperto un bel po’ di porte a tante altre band validissime come Hacride o Scarve. La scena sta crescendo a vista d’occhio e credo proprio che fra poco non avrà più nulla da invidiare a quelle scandinave o a quella tedesca”.
GRAZIE MARIO, SIAMO IN CHIUSURA…
“Grazie infinite per l’intervista! Mi dispiace tantissimo di non essere ancora riusciti a suonare in Italia, ma contiamo di rimediare al più presto! Personalmente mi piacerebbe dividere il palco con i vostri Sadist… sono una band che ammiro molto e so che si sono da poco riformati! Comunque per adesso mando un saluto a tutti i nostri fan italiani, speriamo di vederci presto!”.
“Grazie infinite per l’intervista! Mi dispiace tantissimo di non essere ancora riusciti a suonare in Italia, ma contiamo di rimediare al più presto! Personalmente mi piacerebbe dividere il palco con i vostri Sadist… sono una band che ammiro molto e so che si sono da poco riformati! Comunque per adesso mando un saluto a tutti i nostri fan italiani, speriamo di vederci presto!”.