Venticinque anni di carriera, sei album in studio, tour mondiali di fronte alle platee più importanti, riconoscimenti di ogni genere, un contratto con un’etichetta come la Roadrunner: i Gojira non hanno certo bisogno di introduzioni particolari. Arrivati a questo punto del proprio percorso, i francesi hanno inciso un disco, “Fortitude”, che mantiene molti legami con il passato ma allo stesso tempo indica quale potrebbe essere la strada per il futuro: una scelta forse non coraggiosa, ma supportata dalla classe della band, che invece non può essere messa in discussione, in grado di portare ad un album variegato e discontinuo ma sicuramente non deludente. Essere divisivi e non riuscire ad accontentare tutti in fin dei conti è la croce che deve portare chi raggiunge una certa notorietà. Della loro nuova fatica, del loro impegno ecologista e della situazione attuale discutiamo, in questa, purtroppo breve, intervista con il batterista della band transalpina, Mario Duplantier, che si dimostra una persona con i piedi per terra nonostante il successo ottenuto.
CIAO MARIO, CI PUOI RACCONTARE QUALCOSA RIGUARDO “FORTITUDE”? COME E’ NATO? COS’E’ SUCCESSO TRA “MAGMA” ED IL NUOVO ALBUM?
– “Magma” è stato per noi un album di grande successo. Abbiamo fatto tour in Europa, Stati Uniti, Australia, più volte siamo andati e tornati, abbiamo fatto due volte sold out a Parigi a L’Olympia, dove non avevamo mai suonato, abbiamo fatto uno show al Red Rocks in Colorado, siamo stati nominati per il Grammy Awards per il miglior album rock, abbiamo suonato con i Metallica e con gli Slipknot. Abbiamo poi iniziato a scrivere “Fortitude” nel 2019; eravamo motivati a comporre qualcosa di artistico, dinamico, catchy e allo stesso tempo metal. Comporre il nuovo album è stata veramente una grande esperienza.
“FORTITUDE” E’ IL VOSTRO ALBUM PIU’ VARIO. IL SUONO E’ SICURAMENTE METAL MA CI SONO MOLTE INFLUENZE CHE VENGONO DA ALTRI AMBITI. CE LO CONFERMI?
– Sì, è assolutamente corretto. Come ti dicevo, ci sono pezzi catchy ed allo stesso tempo heavy. C’è tutto in queste canzoni, sia la melodia sia la pesantezza, perché questo è ciò che siamo. Rappresenta la nostra identità reale, penso che al momento siamo più maturi che mai; a questa età, intorno alla quarantina, hai molte cose da dire e raccontare. Tornando al disco, pensiamo di aver raggiunto un buon bilanciamento tra melodia e pesantezza, questo è l’aspetto principale.
PER “FORTITUDE” AVETE LAVORATO CON UN PERSONAGGIO LEGGENDARIO COME ANDY WALLACE, FAMOSO PER AVER COLLABORATO CON BAND COME NIRVANA E RAGE AGAINST THE MACHINE. COME E’ STATO AVERE A CHE FARE CON UN INGEGNERE DEL SUONO DI QUESTO CALIBRO?
– E’ stata la migliore esperienza che potessimo avere. Andy è la persona migliore con cui lavorare, così alla mano ed intelligente. Non parla molto e non dà consigli, ma tenta di discutere con la band. Ha fatto veramente un lavoro incredibile.
CON I VOSTRI ALBUM PRECEDENTI AVENTE RAGGIUNTO DEGLI STANDARD QUALITATIVI ALTISSIMI, OLTRE A VARI RICONOSCIMENTI. AVETE SENTITO UN CERTO TIPO DI PRESSIONE DURANTE LA COMPOSIZIONE DI “FORTITUDE”?
– Direi che ogni volta che componiamo nuove canzoni sentiamo un certo tipo di pressione sulle nostre spalle ma è più legata alla realizzazione dell’album stesso, è più una cosa relativa a noi stessi. Vogliamo sempre il meglio, per noi e per chi ascolterà i nostri dischi. Quindi è chiaro che subiamo una pressione, ma è verso noi stessi, non da o verso l’esterno.
“AMAZONIA” PARLA DEI PROBLEMI DELL’AMBIENTE, MENTRE IL PRIMO SINGOLO “BORN FOR ONE THING” PARLA DI CONSUMISMO. ANCHE IN PASSATO AVETE TRATTATO TEMI DI QUESTO TIPO CHE, GIUSTAMENTE, SEMBRANO STARVI MOLTO A CUORE. COSA PENSI DOVREMMO FARE PER SALVARE IL NOSTRO PIANETA?
– Bella domanda! Insegnare qualcosa alle nuove generazioni, perché abbiano una coscienza maggiore. I ragazzi al giorno d’oggi sono molto più consci del problema e si interessano di più all’ecologia. Bisogna imparare iniziando dai piccoli gesti quotidiani, come smaltire correttamente i rifiuti, cambiare il nostro modo di consumare. Molto è legato alle scelte individuali: puoi andare al supermercato e scegliere cosa comprare, anche in funzione della plastica che contiene, puoi scegliere quanta acqua consumare facendo la doccia. Salvare il mondo può essere semplicemente connesso alle nostre abitudini giornaliere.
PENSI CHE OGNI BAND DOVREBBE PARLARE DI CIO’ CHE CAPITA NEL MONDO, COME FATE VOI, O LA MUSICA PUO’ ESSERE ANCHE SOLO INTESA COME DIVERTIMENTO?
– Non c’è una regola, ciascuno fa esattamente ciò che crede. Noi facciamo in un certo modo, che rispecchia ciò in cui crediamo ma non significa che questo modo di fare musica sia l’unico possibile. Abbiamo bisogno di ogni genere di scelte, la diversità è l’aspetto più interessante di ogni cosa.
“FORTITUDE” E’ UN TERMINE CHE INDICA CORAGGIO QUANDO SI HA A CHE FARE CON UN DOLORE O QUANDO SI ATTRAVERSA UN PERIODO DI DIFFICOLTA’. PERCHE’ AVETE CHIAMATO COSI’ L’ALBUM? AVETE PASSATO UN MOMENTO DIFFICILE?
– No, il titolo dell’album è stato deciso prima della pandemia ed anche i pezzi sono stati scritti in precedenza. “Fortitude” è più legato alla forza di stare al mondo, di trovare il tuo posto nella società, avere il coraggio di esistere, di scegliere la giusta vita. E’ qualcosa che diciamo a noi stessi: “Cerchiamo di essere forti, di non mollare mai“. Perché puoi avere problemi nella tua vita quotidiana, uno di questi è, ad esempio, il cambiamento del clima. Ci vuole coraggio ogni giorno per affrontare la vita. “Fortitude” è rivolto appunto a questa idea generale, non ad un momento specifico.
IN FRANCIA LA SCENA METAL E’ MOLTO RICCA, SOPRATTUTTO A LIVELLO UNDERGROUND. PENSI CHE IL VOSTRO SUCCESSO POSSA ISPIRARE O AIUTARE ALTRE BAND EMERGENTI?
– Lo spero vivamente. Spero che il nostro successo possa dare energia ad alcune band, che possano essere più consapevoli del loro potenziale, uscire dai confini e farsi notare fuori dalla Francia. Non vogliamo dire agli altri cosa fare ma ci piacerebbe essere d’esempio in questo.
SIETE UNA BAND AFFERMATA ED ORMAI SIETE IN GIRO DA VENT’ANNI E PIU’. HAI ANCORA SOGNI O OBIETTIVI PER IL FUTURO?
– Non ho obiettivi particolari, anche se sarebbe facile dire che vorrei andare avanti a suonare per sempre e magari rendere la gente felice con la nostra musica. Vorrei continuare ciò che faccio con mio fratello, Christian e Jean-Michel. E’ come se fossimo tutti una famiglia e la mia speranza è quella di rimanere sempre con loro.
SIAMO IN UN MOMENTO VERAMENTE DIFFICILE. QUALI SONO I PROGETTI DEI GOJIRA PER QUESTO 2021?
– Abbiamo molti tour in programma di cui non sappiamo niente. Dobbiamo solo fermarci ed osservare ciò che succede, dobbiamo aspettare. Ovviamente non vediamo l’ora di tornare on the road ma non ce la sentiamo di dare troppi giudizi su ciò che sta succedendo, tutto è in mano ai governi come è giusto che sia. Ma noi siamo pronti a tornare in pista e, quando sarà il momento, daremo il nostro meglio per preparare i nostri show. Comunque in questo momento posso solo dirti ciò che sappiamo: molti concerti saranno cancellati.