GORY BLISTER – Musica e Arte

Pubblicato il 13/02/2006 da


I Gory Blister sono quattro ragazzi italianissimi che propongono undeath metal tecnico di eccellente fattura: loro scopo dichiarato èquello di portare la musica metal (in questo caso il death metal) adessere una forma d’arte ben precisa e riconsciuta. Ai microfoni diMetalitalia.com la band ci dirà se l’obiettivo è stato raggiunto o meno.


COSA AVETE FATTO NEL PERIODO INTERCORSO TRA “ART BLEEDS” E IL NUOVO “SKYMORPHOSIS”?

“Subito dopo la release di ‘Art Bleeds’ (novembre 2003) abbiamoiniziato a promuovere il nostro lavoro suonando dal vivo in giro perl’Italia, Milano, Bassano del Grappa, Pisa, Varese, ecc…Come sapraisiamo stati anche ospiti del Metal Italia Festival all’Indian di Bressoed abbiamo fatto poco dopo un mini tour in favore di Emergency, percontribuire, nel nostro piccolo, alla raccolta di fondi destinati allacostruzione di un ospedale in Afghanistan. Parallelamente ai nostriimpegni live, che comunque non sono mai stati fittissimi, abbiamocontinuato a scrivere musica, essendo questa l’esigenza prioritaria deiGory Blister al di là di ogni impegno e scadenza, gettando cosi le basiper ‘Skymorphosis'”.

PARLATECI UN PO’ DEI NUOVI MEMBRI E DELLA DIPARTITA DEI PRECEDENTI…
“Adry (voce) fa parte della band ormai da diversi anni, si è unito anoi qualche mese dopo le registrazioni di ‘Art Bleeds’ diventando neltempo un elemento perfettamente integrato, in linea con le nostrevedute musicali. Tutti gli altri elementi che hanno gravitato intornoai Gory Blister, specie al basso, e che hanno lasciato vuoi perdivergenze musicali vuoi per problemi personali, restano solo delleparentesi aperte e chiuse nel corso di questi lunghi dieci anni diattività. Unica eccezione Mike Brustia (Bruce Thea), che si rivelòmolto importante per la produzione di ‘Art Bleeds’ e che dovettelasciare la band poco dopo, per ragioni personali che lo hanno portatoa vivere all’estero. Confidiamo molto nel nostro nuovo acquisto SyM(basso), un musicista valido e in linea con i nostri obiettiviartistici e con cui ci auguriamo di arrivare insieme al prossimoobiettivo, ossia il seguito di ‘Skymorphosis'”.

COME SI E’ SVOLTA LA LAVORAZIONE DEL NUOVO ALBUM?
“Abbiamo scelto una tracklist tra i brani già scritti in funzione deldisco che avevamo in mente. Non è stato facile in quanto abbiamodovuto scartare alcuni brani ai quali eravamo particolarmenteaffezionati, ma che in quel momento non avevano il sound naturale chevolevamo per questo disco. Ogni evoluzione da ‘Cognitive Sinergy’ a’Skymorphosis’ passando per ‘Art Bleeds’ è stata del tutto spontanea.Lo sarà anche per i nostri futuri lavori. Siamo stati sempre fedelialla nostra linea compositiva ed alle nostre principali influenzemusicali, applicando di volta in volta i nostri progressi a livello ditecnica e songwriting; per questo a volte è stato difficile collocarciin una situazione ben definita, proprio perchè Gory Blister non seguealcun trend musicale ma suona sempre Gory Blister”.

ASCOLTANDO L’ALBUM HO AVUTO L’IMPRESSIONE CHE SIA MENO VARIO MA PIU’ COESO DEL SUO PREDECESSORE: COSA NE PENSI?
“Penso che ‘Skymorphosis’ si evolva rispetto ad ‘Art Bleeds’ in unadirezione di crescita e maturità stilistica. Le canzoni hanno unastruttura più compatta ed aggressiva, sono veloci e non perdono mai didinamica. La componente tecnica è ben presente ma non disturba mai lafluidità del brano. Il sound è notevolmente più curato e ben amalgamatoal contesto della proposta musicale. Lo stile Gory Blister arricchitodalla stessa passione di sempre che abbiamo nel suonare death metal,fanno il resto”.

A DIFFERENZA DI MOLTE ALTRE BAND CHE PRIVILEGIANO LA TECNICA, VOINON PERDETE MAI DI VISTA LE RADICI DEATH: QUANTO SONO IMPORTANTI PERVOI?
“Sono decisamente parte del nostro DNA. Joe ed io abbiamo avuto lafortuna di vivere, durante la nostra formazione musicale, il periodomigliore del death metal, ovvero quando band come Death, Pestilence,Coroner, Morbid Angel, suonavano un metal del tutto nuovo che aveva dibase solo alcune delle regole musicali, ma che soprattutto ne stavascrivendo di nuove, probabilmente anche in modo inconscio. Inmolti dischi di quel periodo, che spesso peccavano nella produzione, siha la sensazione che la componente dominante fosse l’istinto puro,senza compromessi di ragione, e spesso si capiva come le stesse band avolte non avessero il pieno controllo di ciò che suonavano, rendendo iltutto creatività allo stato puro, arte! Quando poi, all’istinto si èaggiunta l’esperienza e la maturità musicale sono nati capolavoti unicicome ‘Human’, ‘Testimony Of The Ancients’, ‘Extreme Aggression’,’Focus’, ‘Elements’, ‘Beneath The Remains’ a tantissimi altri. Credoche le nuove generazioni dovrebbero fare un salto nel passato edascoltare i capolavori da cui tutto è nato”.

QUANTO CONTA PER VOI LA TECNICA E QUANTO IL FEELING?
“La tecnica è indiscutibilmente importante, ma non deve essere mai finea se stessa, deve servire da supporto per poter realizzare al meglio leproprie idee e permetterti di andare, con la scrittura el’arrangiamento di tutte le parti, nella direzione in cui vuoi, avendosempre il pieno controllo su tutto. Il feeling serve a capire se staiutilizzando la tecnica nel modo giusto”.

VI HANNO SPESSO PARAGONATO AI DEATH: LA COSA VI LUSINGA O NON VI TROVATE D’ACCORDO?
“Certamente ci lusinga. I Death sono la band che secondo me megliorappresenta la maturità stilistica musicale ed artistica che occorre aduna band per scrivere una canzone death metal. Noi non cerchiamo diessere la copia dei Death e non lo siamo, semplicemente avendo vissutoun determinato periodo storico i Death, ma anche i Pestilence ed iKreator sono parte fondamentale della nostra cultura musicale”.

L’ALBUM MI E’ PARSO UN MIX TRA DEATH, ATHEIST, DARKANE E PESTILENCE,MA NONOSTANTE CIO’ IL RISULTATO FINALE E’ MOLTO PERSONALE. IN CHE MODOSIETE SOLITI COMPORRE LE TRACCE? E DA DOVE TRAETE ISPIRAZIONE?
“In genere si inizia dalla chitarra, che oltre al riffing propone unabozza di struttura che arriva fino al ritornello. Serve per avere unfil rouge. Man mano che si procede nell’arrangiamento si verifica divolta in volta la validità della struttura e, se è il caso, si cambiacon tutto il resto in funzione del contesto sul quale si sta lavorandoo della direzione che si intende dare al brano. Successivamente siconsiderano in particolare gli arrangiamenti dei singoli passaggi.Credo che oltre al feeling con i compagni della band, sia prima ditutto importante avere già in testa una linea da seguire per dareamalgama e compattezza alla canzone sulla quale si sta lavorando.Insomma un approccio che sia complessivo e dettagliato allo stessotempo”.

DI COSA PARLANO I TESTI DELLE CANZONI?
“Per quanto riguarda i testi, l’interesse principale dei Gory Blister èsempre stata la poesia. Quello che Joe ha sempre cercato di fare èscrivere dei testi di livello superiore, che poi è il livelloartistico, che dunque si pone al di là della ‘vita’, intesa comeordinario operare dell’essere umano. Per questo porsi al di là, inostri testi hanno a che fare fatalmente con la morte, o comunque conuna dimensione di eccedenza rispetto allo spazio ed al tempocomunemente percepito. Per ‘Skymorphosys’ il lavoro si è svolto su duelivelli: i suoni delle parole e quindi la ricerca di determinateassonanze ed il ritmo, in funzione delle linee vocali delle nostrecanzoni, che in passato erano rimaste colpevolmente in secondo piano.Alla fine di tutto il lavoro la compattezza dei testi con la musica deiGory Blister diventa obiettivo prioritario senza però inficiare icontenuti e le forme poetiche. In generale, comunque, l’argomentoimmediatamente percepibile è il rapporto fra lo sguardo umano ed ilcosmo. Joe ha cercato di immaginare storie fra pianeti e stelle, nonchèincubi che si ribaltano sull’essere umano (‘Blood-sweating Wall’)”.

AVETE FIRMATO UN PRESTIGIOSO DEAL CON LA MASCOT: COSA VI ASPETTATE DALLA LABEL OLANDESE?
“Trovare qualcuno che scommetta seriamente su di te è sempre difficile,anche quando si ha un prodotto molto valido. La Mascot Records crede innoi e questo è motivo di orgoglio e fiducia nei nostri mezzi, nonchèmotivo di forte responsabilità per non tradire le aspettative. Gliobiettivi di questo contratto pluri-album sono quelli di realizzare ilnostro sogno, che è potersi occupare di musica a tempo pieno”.

AVETE SEMPRE SOSTENUTO CHE LA MUSICA E’ UNA FORMA D’ARTE: PENSATE DI ESSERE RIUSCITI A TRASPORRE IN MUSICA QUESTO PENSIERO?
“Credo di sÏ. L’arte è un punto di vista ‘altro’ della percezione chenoi abbiamo della realtà, dei sentimenti, della sofferenza, dellesensazioni, e del nostro atteggiamento verso gli eventi. Se si è ingrado di cogliere questo aspetto e rappresentarlo con la musica o inqualsiasi altra espressiva si produce dell’arte, bella o buona non sisa, ma arte. Il nostro punto di vista racconta emozioni attraverso lamusica che diventa inevitabilmente arte nel momento in cui riusciamo adar loro una dimensione al di fuori del tempo e dello spazio della vitaquotidiana, questo è essenziale, ecco perchè death metal e non pop”.

QUAL E’ IL CONFINE TRA ARTE ED INTRATTENIMENTO NEL CAMPO MUSICALE?
“L’Arte non ha tempo, nè spazi concreti, ma include in sè la visionedel mondo dell’artista, a prescindere dalla forma espressivautilizzata. Intrattiene nel senso che ti diverte, ma lascia pensare eriflettere connettendosi con l’inconscio. Inoltre pone delle domandealle quali è difficile dare una risposta perchè una verità assoluta nonesiste. L’intrattenimento, quando è solo intrattenimento, risulta finea se stesso. L’arte per l’arte è come un fiammifero che quando finiscedi bruciare non lascia nulla se non cenere che si disperde e sicancella nell’aria”.

PURTROPPO NON SI FA MOLTO PER PROMUOVERE LA MUSICA, A PARTIRE DALPREZZO SPROPOSITATO DEI CD: LA SOLUZIONE PIUì SEMPLICE E FRUIBILE E’ ILDOWNLOAD DEI BRANI. COSA PENSI DI QUESTA PRASSI ORMAI CONSOLIDATA?
“Il file sharing è un mezzo utile ad aiutare le band emergenti apromuoversi. Diventa deleterio quando ne consegue una fidelizzazionenon finalizzato all’acquisto del disco. Il punto è che ci sono tropperelease ogni mese, a prezzi spropositati che spesso servono solo allelabel per fare catalogo e scaricare le tasse e di conseguenza lamaggior parte delle band sono copie di cose che esistono già. Oggi fareun disco è molto più facile di dieci anni fa, questa quantità non creaconcorrenza ma inflazione nel momento in cui il mercato non è in gradoassolutamente di assorbire la quantità di prodotto. Credo comunque chela causa principale sia il prezzo del CD o del supporto in generale.Invece di criminalizzare il potenziale cliente, gli addetti ai lavoridovrebbero mettersi intorno ad un tavolo e decidere di non considerarei dischi o i libri come beni di lusso e di abbassare l’IVA su questotipo di prodotti”.

NEGLI ULTIMI ANNI IN ITALIA SONO VENUTE FUORI BAND DI ESTREMO VALORE: COSA NE PENSATE DELLA SCENA ITALIANA?
“L’Italia ha sempre avuto buone band. Il problema è la mancataconsiderazione che il metal ha nei confronti del circuito live ediscografico nel territorio. L’Italia è ancora il paese dellacanzonetta o del cantautore. I tempi cambiano ma la discografiaitaliana resta esterofila (come gli italiani medi) e ristagna sulpassato che, per quanto si voglia, non durerà per sempre. Laconseguenza è che molte produzioni si buttano all’inseguimento di modeche in altri paesi hanno già fatto boom e sono già morte. Di buono c’èche negli ultimi dieci anni la scena metal italiana ha cominciato adessere fonte di interesse per il mercato discografico estero, il che èbuona cosa, vedi Lacuna Coil, Ephel Duath, Slowmotion Apocalypse e noistessi. Gruppi come questi sarebbero rimasti nell’ombra se non ci fossestato un interesse dall’estero, o se avessimo dovuto aspettare ilrisveglio del mercato discografico italiano dal profondo letargo in cuiè caduto”.

CONTATE DI SUONARE DAL VIVO? AVETE GIA’ ORGANIZZATO QUALCOSA?
“Abbiamo in programmazione un tour europeo per aprile e qualcosa inItalia a fine marzo. Invitiamo i lettori a consultarewww.goryblister.com; www.loudnoise.nl; www.getrocked.it;www.mascotrecords.com; qui, oltre che sulla stampa di settore, verrannopubblicati a breve tutti i nostri prossimi concerti. Nel frattempoabbiamo fatto un’incursione di 45 minuti lo scorso 20 gennaio sul palcodel Transilvania Live di Milano”.

OK, ABBIAMO FINITO. VOLETE DIRE QUALCOSA IN PARTICOLARE?
“Ti ringrazio per questa intervista e ringrazio tutta la redazione diMetalitalia.com per il supporto in questi anni. Ringrazio altresì tuttii lettori, che so essere anche frequentatori del nostro website. DeathMetal is a form of Art”.

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