JB Christoffersson ci parla – con franchezza e pochi fronzoli – del nuovo album “Wolf God”, e più in generale della band e della filosofia che la anima: passione per l’heavy metal, per la mitologia norrena, e tanta voglia di suonare. I Grand Magus proseguono dritti lungo il proprio cammino, tracciato ormai da qualche anno nel segno di un metal classico e roccioso e dimostrando ancora una volta padronanza della materia e una buona dose di ispirazione.
Buona lettura.
L’ULTIMA VOLTA CHE ABBIAMO AVUTO UNA CHIACCHIERATA ASSIEME E’ STATO TRE ANNI FA, ALL’USCITA DI “SWORD SONGS”. SIETE ANCORA INTERAMENTE SODDISFATTI DI QUEL DISCO? C’E’ QUALCOSA CHE CAMBIERESTE, POTENDO?
– Per quanto mi riguarda, dopo che un album è concluso è inutile pensare se avrebbe potuto essere diverso. Suona come suona, non ci penso semplicemente più.
PARLIAMO DEL NUOVO ALBUM: IL LUPO E’ SEMPRE STATO UN PO’ IL SIMBOLO DELLA BAND, E ORA VIENE RAPPRESENTATO COME DIVINITA’. CE NE POTRESTE SPIEGARE IL SIGNIFICATO?
– Si può proprio dire così… Da un lato non sono così sicuro neanch’io di cosa sia il ‘dio lupo’, ma si tratta di un titolo che mi è balzato in mente e ho sentito che fosse perfetto. Ci sono sicuramente molti significati dietro di esso, ma si tratta come di un mix di mie idee, della mia fantasia e cose così. Sicuramente, come ha detto anche tu, il lupo è da tanto tempo un simbolo della band ed è una figura che mi affascina sotto diversi aspetti.
E’ FORSE UN DISCORSO LEGATO ALLA MITOLOGIA SCANDINAVA E AI CULTI PAGANI?
– Beh, è una parte di questa fascinazione, ma si tratta più che altro di un’elaborazione personale. La mitologia nordica è qualcosa che è parte della mia infanzia, con cui sono cresciuto, ma si tratta della mia visione soggettiva dell’argomento.
I VOSTRI TESTI SOLITAMENTE TRATTANO DI PAGANESIMO, ANTICO FOLKLORE, GUERRIERI… C’E’ QUALCHE CONNESSIONE TRA LE CANZONI DI “WOLF GOD”?
– La connessione credo sia individuabile nel fatto che tutti i testi sono basati sulle emozioni e l’istinto, piuttosto che su uno specifico tema. Penso che tutto l’album abbia un filo conduttore al suo interno, perché musica e liriche derivano pur sempre da noi della band, per cui un collegamento esiste certamente, ma non si tratta di un concept album.
NEL CORSO DEGLI ANNI SIETE STATI IN TOUR CON MOLTE BAND APPARTENENTI A DIVERSI SOTTOGENERI, DAGLI ANGEL WITCH AI DREAM THEATER, PASSANDO PER OPETH E AMON AMARTH. QUALI TRA QUESTE PERCEPITE PIU’ VICINE A VOI IN TERMINI DI ATTITUDINE?
– Wow, è difficile rispondere… credo che quando sei in tour tutto stia nelle persone che hai intorno e il fatto di trovarsi più o meno bene influenza anche la tua percezione della musica, al di là del fatto che tu possa essere o meno già fan di un gruppo. Ritengo che come Grand Magus siamo stati molto fortunati nel corso di tutti i grandi tour cui abbiamo partecipato: ci siamo sempre trovati bene sia con le band che con le rispettive crew e tutto quanto, quindi è difficile rispondere. Non ci sono mai state brutte esperienze, sicuramente con Amon Amarth – di cui sono grande fan – e Behemoth ci siamo trovati benissimo.
AVETE QUALCHE RICORDO PAZZO DI QUESTI PERIODI ON THE ROAD?
– (Ride, ndR) Sì, certo… essere in tour è un po’ come vivere in una bolla, separati dal resto del mondo, dalla vita vera. Accadono un sacco di cose e la più assurda credo sia successa durante il nostro primo tour, quando sono rimasto giù dal tour bus, che è ripartito senza di me! E’ successo in Inghilterra e ho passato tipo dieci ore in una stazione di servizio perché i ragazzi sul tour bus erano troppo ubriachi per accorgersi della mia assenza, oppure stavano dormendo. Tutto ciò avveniva prima dei cellulari, quindi non ho potuto far altro che aspettare. L’unica cosa che avevo con me era il mio passaporto, non avevo soldi, è stata davvero una brutta esperienza, quindi… assicuratevi sempre di salire sul tour bus prima che riparta!
TUTTI CONCORDANO SUL FATTO CHE I GRAND MAGUS SIANO UNA BAND VERAMENTE SOLIDA E DIVERTENTE SUL PALCO. L’IMPRESSIONE E’ CHE GIA’ IN FASE COMPOSITIVA ABBIATE UN PENSIERO AI LIVE, ME LO CONFERMI?
– Sì, certamente. Credo che in particolare con questo album questo aspetto sia stato molto curato. Abbiamo suonato tantissimo assieme prima di registrare, provando tanto prima di entrare in studio e così facendo abbiamo testato le canzoni prima di inciderle, capendo se potevano funzionare in una dimensione live oppure no. Questo è molto importante perché in passato mi è capitato di scrivere da solo i brani, rendendomi conto solamente a posteriori, quando la band doveva impararle, che c’erano alcuni passaggi che probabilmente non avrebbero funzionato come avrebbero dovuto in una dimensione dal vivo.
Per una metal band la buona riuscita di un’esibizione dal vivo dipende tantissimo dal pubblico, dallo scambio di energia che si instaura tra le parti, è un dare e un avere e credo che il nuovo album funzionerà molto bene in questo senso.
MI PIACCIONO LE INFLUENZE HARD ROCK NEL VOSTRO SOUND, SONO UN INGREDIENTE ‘VINTAGE’ CAPACE DI DARE FRESCHEZZA AI BRANI. E’ ANCHE FORSE UN ELEMENTO CHE, COMBINATO CON L’HEAVY CLASSICO E LE TEMATICHE NORRENE VI RENDE CAPACI DI RAGGIUNGERE FRANGE E GENERAZIONI DIVERSE DI FAN, SEI D’ACCORDO ?
– Sì, io credo che la ragione per la quale siamo stati in grado di andare in tour con band che suonano stili di metal così diversi da noi è che la maggior parte delle persone che ascoltano metal estremo apprezzano un buon brano heavy metal, voglio dire, chiunque adora “Holy Diver”, anche se ascolta i Morbid Angel e roba così. Io credo che se ami il metal nella nostra musica troverai qualcosa di buono. Inoltre credo che per molti la nostra formazione a tre elementi abbia una marcia in più, nessun effetto speciale, solo tre musicisti su un grande palco, comunque capaci di fare un gran casino. Inoltre noi non fingiamo né pompiamo nulla, quello che senti sul disco è ciò che sentirai e vedrai se vieni a vederci, niente trucchi e niente inganni.
PER QUELLO CHE SO, NON ASCOLTI MOLTE NUOVE BAND, MA SAPRAI CERTAMENTE CHE C’E’ UN RINNOVATO INTERESSE VERSO IL PIU’ PURO HEAVY METAL, PENSO A GRUPPI QUALI VISIGOTH, ARGUS O ATLANTEAN KODEX. COME VALUTI QUESTO FENOMENO?
– Beh, tutto quanto va e viene, ad ondate, è come un cerchio, volendo, no? Io credo che questo interesse nell’heavy metal sia grandioso ma tutto questo è già accaduto in passato e non è durato, questo tipo di metal è di colpo tornato nell’underground. Per me va bene così, non è affatto un problema non essere sulla cresta dell’onda o sulle prime pagine dei giornali. Noi siamo sempre stati fuori da qualsiasi cosiddetta ‘scena’, siamo una band indipendente, diciamo così (ride, ndR). Abbiamo visto così tanti trend andare e venire e non vi abbiamo mai prestato grande attenzione. Detto questo, auguro a chiunque metta cuore e anima nella propria musica di farcela però per quanto mi riguarda, alla fine di una giornata sono davvero poche le band che ho voglia di ascoltare, quelle di cui mi importa davvero.
NELLA PRIMA INTERVISTA RILASCIATA A METALITALIA.COM, NOVE ANNI FA, DICESTI CHE AVEVATE FINALMENTE TROVATO IL VOSTRO PERCORSO MUSICALE ED EMOZIONALE, PER CUI IL VOSTRO INTENTO ERA DI POTER RAGGIUNGERE PIU’ PERSONE POSSIBILE. PENSATE DI POTERVI RITENERE SODDISFATTI?
– Diciamo che se suoni musica non credo tu possa mai essere soddisfatto: è come costruire un edificio che non è mai terminato. Ciò a cui certamente non sono interessato è cambiare la nostra musica, che non smetterà mai di essere espressione della nostra personalità. Certamente amerei che sempre più persone possano avvicinarsi alla nostra musica ma di fatto voglio solo suonare ciò in cui credo. Non so se ho esattamente risposto alla tua domanda (ride, ndR).
PENSO CHE LAVORARE CON NUCLEAR BLAST SIA OTTIMO PER VOI…
– Sì, noi siamo davvero contenti di essere con loro, Nuclear Blast capisce la band e ci supporta, è stato così sin dall’inizio. D’altra parte devo dire di avere un ricordo positivo di tutte le etichette con cui abbiamo avuto a che fare: ciascuna ha lavorato per aiutare la band a diventare ciò che è oggi, al di là dei discorsi di mero business, che non mi interessano, e anzi sono decisamente ‘anti-metal’ per quel che mi riguardano.
AVETE QUALCHE OBIETTIVO PARTICOLARE PER IL 2019?
– Beh, sicuramente siamo molto eccitati di vedere come il pubblico risponderà al nuovo materiale, e spero che la gente lo amerà anche perché noi ci siamo davvero divertiti a realizzarlo e credo che si senta. Vogliamo riprendere il discorso live, suonare molto; nel 2018 ci siamo presi una pausa dall’attività live per concentrarci sulla stesura del disco e anche perché ogni tanto è giusto rallentare, anche per evitare di suonare per le ragioni sbagliate. Vedi, noi non siamo una band ‘full time’, quindi abbiamo assoluto bisogno di credere in ciò che facciamo ed essere carichi, diversamente non avrebbe senso farlo, ma finché avremo questa passione continueremo ad andare avanti!