GRAVE DIGGER – Intervista a Chris Boltendhal

Pubblicato il 26/05/2003 da

Giunti al decimo album della loro lunga carriera, i Grave Digger sembrano proprio non voler sapere di appendere gli strumenti al chiodo e di cedere il passo a formazioni ben più giovani. Con incredibile regolarità i nostri continuano a calcare i palchi di tutta Europa e a sfornare dischi, a volte di altissima qualità, altre volte meno. E’ un peccato, ad esempio, che “Rheingold”, il loro nuovo album, sia solo discreto: un lotto di canzoni davvero poco ispirate e manieristiche che, dopo un lavoro eccellente come “The Grave Digger”, hanno davvero lasciato l’amaro in bocca a chi scrive. Era proprio necessario rispolverare certe sonorità e tematiche epiche? Per quanto mi riguarda no, ma ovviamente il mio interlocutore, il carismatico frontman Chris Boltendhal, la pensa in modo assai diverso. Ecco cosa mi ha raccontato nella hall di un hotel situato nei pressi di Milano…

CIAO CHRIS, VENIAMO SUBITO AL DUNQUE: PERCHE’ UN ALTRO CONCEPT ALBUM?
“Abbiamo deciso di scrivere un nuovo concept perché ci siamo accorti che le storie contenute nella Saga dei Nibelunghi erano molto adatte ad essere riproposte con la nostra musica. L’idea ci è venuta prima del concerto di Milano dello scorso anno e subito ne siamo rimasti entusiasti. A dire il vero ci pensavo già da qualche anno ma la spinta decisiva questa volta è giunta dagli altri ragazzi della band. So che ora molti ci accuseranno di esserci ripetuti, di essere tornati a fare cose che ormai fanno tutti ma questo non mi interessa. Abbiamo pensato che sarebbe stato grandioso per noi registrare un disco basato su questo argomento, abbiamo molta esperienza in fatto di concept album, sapevamo che non sarebbe stato troppo difficile per noi… e l’abbiamo fatto!”.

CAPISCO…MA PERCHE’ PENSI CHE LA MUSICA DEI GRAVE DIGGER SIA COSI’ ADATTA PER CERTE TEMATICHE? ONESTAMENTE CREDO CHE UN RAGAZZO CHE NON VI CONOSCE SI ASPETTI BEN ALTRO TIPO DI MUSICA DA UN GRUPPO CHE REALIZZA UN CONCEPT SUI NIBELUNGHI. ORA VANNO DI MODA ORCHESTRAZIONI, CORI, TASTIERE…VOI INVECE PROPONETE UN HEAVY METAL CLASSICISSIMO…
“Capisco ciò che vuoi dire, ma ognuno ha la propria visione di come debba essere trattato un concept. Devi avere ben presente la storia, il suo svolgimento e tutto ciò che accade, è questa la cosa più importante. Devi essere in grado di raccontarla con la musica ma soprattutto con i testi: ho curato molto le liriche per questo disco, come mai prima d’ora! Siamo poi capaci di rendere certe atmosfere solo con l’ausilio degli strumenti classici e trovo che sia una cosa fantastica. Utilizziamo i cori e delle tastiere ma solo in piccole parti, senza snaturare il nostro sound e riusciamo a ricreare le stesse atmosfere e il pathos rintracciabili nelle storie che narriamo. Credo che siano ben pochi i gruppi in grado di utilizzare certi orpelli senza scadere nel ridicolo, rispetto Rhapsody e Blind Guardian ma noi continuiamo per la nostra strada, abbiamo tutt’altra idea di come debba essere trattato un concept. E i fan sembrano darci ragione…”.

OK.  VORREI ORA SAPERE QUALI SONO LE COSE CHE PIU’ TI HANNO COLPITO DI QUESTA GRANDE OPERA…
“Devi sapere che per noi tedeschi la Saga dei Nibelunghi è davvero qualcosa di molto speciale. Le storie in essa narrate sono molto affascinanti e non è raro che ci vengano raccontate quando siamo piccoli. Le sue atmosfere e i suoi messaggi sono davvero affascinanti ed abbiamo appunto provato a trasportarle sul cd… con risultati buoni credo! E’ però un vero peccato che spesso questa opera venga anche associata all’ideologia nazista. Questa cosa ci sta creando molti problemi in Germania, molti ci stanno accusando di essere filonazisti ma ciò non è assolutamente vero, né per me né per il resto della band. Vorrei solo che il disco venisse considerato un concept sulla mitologia germanica, non su Wagner e sul valore che quest’opera ha poi assunto a metà del secolo scorso. Noi lanciamo un messaggio positivo e di questi tempi, vedi la guerra in Iraq e quella in Afghanistan, ce n’è davvero il bisogno. Non tratteremo mai argomenti di stampo politico, credo che ci siano già troppe band che lo fanno in modo anche superficiale. Noi vogliamo intrattenere i fan, farli stare bene e farli viaggiare con la fantasia. Dico tutto ciò perché le accuse di cui ti parlavo mi hanno offeso molto, il nostro è semplice amore per la storia, non è filonazismo. Scusa se mi sono dilungato. ma ci tenevo molto a fare chiarezza”.

NESSUN PROBLEMA, CHRIS. ORA MI PIACEREBBE SAPERE COME SI E’ SVOLTO QUESTA VOLTA IL PROCESSO DI SONGWRITING: VI SIETE OCCUPATI PRIMA DELLA MUSICA O DEI TESTI?
“La parte musicale è stata composta per prima, in un arco di tempo che va dai dieci giorni alle tre settimane, non di più! E’ stato un processo molto spontaneo e veloce, avevamo molte idee nuove e alla fine ci siamo ritrovati con molto più materiale di quanto avessimo realmente bisogno. Subito dopo mi sono occupato dei testi e, come ti ho detto, mi ci è voluto molto tempo per completarli. Ho dovuto sacrificare alcune parti della storia per adattarle alla musica, è stato un processo molto difficile e faticoso ma credo di esserne venuto a capo in modo egregio”.

QUESTO E’ IL SECONDO ALBUM CHE REGISTRATE CON L’AUSILIO DELL’EX RAGE MANNI SCHMIDT ALLA CHITARRA, TI RITIENI SODDISFATTO DEL SUO OPERATO?
“Sì, assolutamente! Manni si è integrato benissimo e si sta rivelando una persona eccezionale. Credo che questa sia la miglior line up che i Grave Digger abbiano mai avuto. Manni ha portato tante nuove idee tra le quali quella di appesantire il sound delle chitarre. Ora è tutto molto più aggressivo e anche gli assoli sono notevolmente migliorati. Di certo non rimpiango Uwe!”.

MI PARE DI CAPIRE CHE SEI ANCORA ARRABBIATO CON IL VOSTRO EX CHITARRISTA…
“No, non direi ‘arrabbiato’. Ormai non ho più alcun tipo di rapporto con lui e la rabbia nei suoi confronti sta pian piano svanendo. La cosa che in un certo senso mi infastidisce ancora è l’ascolto dei dischi dei suoi Rebellion (ride, nda). Se il primo era quanto meno decente, questo nuovo ‘Born A Rebel’ è davvero scandaloso… farebbe meglio a concentrarsi di più sulla sua musica invece di parlar male di noi”.

OK, CAMBIAMO ARGOMENTO ORA. SO CHE PRENDERETE PARTE AL GODS OF METAL 2003… SEI CONTENTO?
“Ne sono felicissimo! Era dal 1997 che desideravo tornarci e finalmente quest’anno ci hanno invitati di nuovo. La nostra performance di quell’anno fu davvero memorabile, una delle migliori della nostra storia. La gente non smetteva di cantare, di saltare… per noi è stato incredibile e speriamo che la cosa si ripeta anche il prossimo giugno”.

E PER IL TOUR VERO E PROPRIO QUANTO DOVREMO ASPETTARE?
“Il tour europeo partirà a gennaio. Vogliamo fare le cose con calma questa volta, in modo che i fan assimilino bene il nuovo disco e vengano ai concerti preparati. Nel frattempo ci prenderemo qualche settimana di vacanza per poi riunirci e lavorare ad un nuovo dvd che presenterà moltissime sorprese. Vi faremo avere maggiori dettagli nei mesi a venire”.

OK CHRIS, E AI FAN ITALIANI CHE COSA VUOI DIRE?
“Voglio ringraziarli per il loro eterno supporto ed invitarli ad ascoltare ‘Rheingold’ con molta attenzione. Spero che saprà coinvolgervi e farvi dimenticare per un po’ i vari e stressanti impegni quotidiani. Ciao, ci vediamo presto!”.

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